Con l’invecchiamento della popolazione, la malattia di Alzheimer e le demenze sono diventate patologie rilevanti per la salute pubblica. Si stima che circa il 4,7% della popolazione anziana ne sia affetta, in particolare le donne ultraottantenni (14,2%). Queste due malattie figurano tra le cause di morte in oltre 52mila casi all’anno di decessi di anziani. È quanto comunica oggi l’Istat diffondendo il report su “La salute mentale nelle varie fasi della vita” relativo al periodo 2015-2017.
Altri dati riguardano il tasso di mortalità per suicidio che, in Italia, è pari a 6 per 100mila residenti (più basso della media europea, pari a 11 per 100mila). “Tale quota – spiega l’Istituto nazionale di statistica – aumenta con l’età, passando da 0,7 nei giovanissimi (fino a 19 anni) a 10,5 negli anziani, con valori 4 volte maggiori nei maschi rispetto alle femmine. Nella classe di età tra i 20 e i 34 anni, il suicidio rappresenta una rilevante causa di morte (12% dei decessi)”.
Nel 2016, circa 800mila persone di 18 anni e più (161 per 10mila residenti) hanno ricevuto trattamenti nei servizi dei Dipartimenti di salute mentale (Dsm). Tra gli uomini adulti il principale disturbo è la schizofrenia e altre psicosi funzionali; nelle donne le sindromi nevrotiche e somatoformi e, dopo i 35 anni, la depressione; tra gli anziani la depressione.

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Una sera del 2003, dopo aver scoperto che il suo papà era malato di Alzheimer, l’autrice decide di aprire un blog per dare sfogo alle sue emozioni. Alla morte del padre, rileggendo quanto scritto nel corso di quattro anni, si trova fra le mani uno straordinario racconto di vita vissuta dove interagiscono tutte le persone importanti della sua esistenza, perfino i suoi adorati cani Rhoda e Flora. Da quel diario on line nasce Papà mi portava in bicicletta, un libro di grande umanità, un percorso di vita accanto ad un padre che si perde nel tempo ma che, nonostante questo, resta una persona in grado di dare e ricevere emozioni. E’ vero che i malati di Alzheimer non capiscono, non amano, non riconoscono? Il lettore scoprirà che non è così e che la chiave di volta per riuscire a comunicare con loro è l’amore. I malati di Alzheimer sono e restano persone e la vita, anche parziale, che sono costretti a vivere, è un dono che vaPiù informazioni >