Youtube perde la prima battaglia dello streaming

youtube sconfitta originals

Youtube fallisce l’operazione Netflix. Dal 2019, Originals, il servizio che propone su abbonamento serie tv e film originali, non sarà più a pagamento. Sarà gratuito e interrotto dalla pubblicità. Una sterzata che arriva dopo appena otto mesi.

Originals era stato battezzato a maggio, con un abbonamento che includeva anche Youtube Music (il servizio che incrocia streaming in stile Spotify con un archivio di video musicali e concerti). In Italia è arrivato a giugno, con un prezzo di 11,99 euro al mese per l’intero pacchetto.

Perché Youtube cambia

L’obiettivo – ha spiegato un portavoce di Youtube a Business Insider – è “soddisfare la crescente domanda di un platea globale”. Tradotto: l’abbonamento non ha trovato l’accoglienza sperata, nonostante la richiesta di contenuti originali via web resti solida. Offrire i prodotti gratis vuol dire scommettere su un equilibrio che ancora non c’è. Youtube cerca di attrarre un pubblico per ora limitato (che diventi appetibile per gli inserzionisti) e, allo stesso tempo, prova a conservare parte degli abbonati.

Il servizio a pagamento, infatti, non scomparirà del tutto ma sarà disponibile per chi sia disposto a pagare pur di guardare serie e film senza pubblicità. In pratica si passa da un modello “premium” (pagare è l’unico modo per accedere, come Dazn o Netflix) a uno “freemium” (l’accesso è gratuito e si spende per avere servizi aggiuntivi, come Spotify). I contenuti attualmente disponibili resteranno esclusiva degli abbonati. Ma quelli pubblicati dal 2019 saranno accessibili a tutti.

Cosa vuol dire per lo streaming

La decisione solleva dubbi sull’avvenire di Youtube Premium, l’abbonamento che combina Originals e Music. Senza film, serie e programmi tv, il pacchetto sarebbe in parte svuotato e avrebbe senso solo per chi volesse continuare a vedere i contenuti e ascoltare musica senza pubblicità. Gli altri potrebbero interrompere l’abbonamento o migrare verso il solo servizio di musica in streaming (che costa qualche euro in meno).

La mossa di Youtube conferma quanto sia difficile competere con Netflix e in un mercato sempre più affollato. Apple è in arrivo con la propria piattaforma, probabilmente già dal prossimo marzo. YouTube non divulga il numero di abbonati di Premium, ma è chiaro che una correzione così netta e rapida indichi un successo quantomeno modesto.

Una gara per incoronare il re dei Panettoni

Quando s’avvicina Natale, ogni anno ricomincia il solito dilemma: “panettone o pandoro?”. Le statistiche (e le vendite) dicono che è sempre il primo a vincere assolutamente la gara.

E proprio a Milano da alcuni anni in queste settimane si organizza una curiosa kermesse dedicata a questo curioso dolce, dal titolo Re Panettone. In pratica nel capoluogo lombardo arrivano tutti i famosi maestri pasticceri d’Italia (e spesso anche dall’estero) che hanno una ricetta di un loro panettone. Tutti si sfidano davanti ad una giuria per il “panettone più buono d’Italia” e vendono i loro prodotti a prezzo fisso ad un pubblico di visitatori, diverse migliaia di persone, che possono acquistare il loro panettone dopo centinaia di assaggi offerti da tutti gli espositori. Quest’anno ha vinto una pasticceria lombarda, la PanGiuso della provincia di Bergamo, premiata da Stanislao Porzio, ideatore e organizzatore della kermesse “Re Panettone”.

gara pasticceri a milano

Pochi però alla fine sembrano sapere qualcosa sulla storia di questo dolce tradizionale, italiano, lombardo ma soprattutto milanese. La nascita del panettone ha infatti molto del leggendario. In effetti non si sa con precisione quando sia stato inventato e da chi. Si sa solo che si inizia ad avere traccia dell’esistenza di questo pane dolce nella Milano dei tempi di Ludovico il Moro, verso la fine del XV secolo. Il pandoro, invece, il suo più grande rivale, fu inventato 150 anni dopo , precisamente nel 1884. Ma torniamo alle leggende del panettone, che ufficialmente sono ben tre. La prima leggenda  lo vuole invenzione di  Ugo, un falconiere di Ludovico il Moro, divenuto garzone nella bottega del pane di Toni, padre di Adalgisa, la fidanzata di Ugo. Una notte Ugo aggiunse una grande quantità di burro (acquistato vendendo dei falchi rubati a Ludovico il Moro) al pane che stava impastando.  Il pane di Toni divenne famosissimo in città e considerato il migliore di Milano. Nei giorni successivi, all’impasto di questo “pane speciale” venne aggiunto lo zucchero e, sotto le feste di Natale, Ugo arricchì la ricetta con uova, pezzetti di cedro candito e uva sultanina. Fu un successo: sulla tavola, a Natale, quasi non c’era milanese che non avesse il “pangrande” o il “pan del Toni” (da cui la parola panettone). Toni divenne ricco e i genitori di Adalgisa acconsentirono al matrimonio tra i due giovani.

La seconda leggenda, invece, ha come ambientazione proprio la corte di Ludovico il Moro, durante un sontuoso banchetto di Natale. Un famoso cuoco (di cui però non sappiamo il nome) al servizio di Ludovico, aveva creato personalmente l’impasto di un dolce straordinario, la cui ricetta segreta si tramandava di padre in figlio, da secoli, all’interno della sua famiglia. Non tutto, però, andò per il verso giusto e il cuoco scordò di togliere per tempo il dolce dal forno, bruciandolo e rendendolo immangiabile. Era ormai troppo tardi per prepararlo nuovamente. Per fortuna, un servo di nome Toni aveva tenuto per sé un po’ dell’impasto del dolce ormai perduto  a cui aveva aggiunto un po’ di frutta candita, uova, zucchero e uvetta. Voleva cuocerlo al termine del proprio lavoro per avere qualcosa di buono da mangiare. Il cuoco, scoperto l’impasto avanzato, decise di dargli forma di pane e portarlo comunque alla tavola del principe. Anche questa volta fu un successo: non solo il pan del Toni  piacque a Ludovico e ai suoi commensali, ma il cuoco fu obbligato a servirlo a tutti i banchetti natalizi degli anni successivi, e presto l’usanza si diffuse fra tutta la popolazione.

La terza leggenda vede protagonista  persino una suora:  suora, cuoca di un convento milanese e che, per Natale, pensò di fare un dolce per le altre consorelle usando i pochi ingredienti disponibili nella dispensa del monastero . Al solito impasto del pane aggiunse uova e zucchero, canditi e uvette. Per benedire quel pane natalizio vi tracciò sopra, con il coltello, una croce. Le suore apprezzarono e  anche questa volta, a Milano, il passaparola fu incredibilmente veloce: i  milanesi cominciarono a fare offerte al convento per portare a casa un po’ di quel pane speciale.

Leggende a parte (ognuno si scelga la sua…) il panettone è ormai il Re della tavola natalizia, se ne fanno di semplici, con o senza uvetta, cedro, canditi, con il cioccolato amaro o dolce,  il gianduia, l’arancia o le pere, le ciliegie o il limoncello, il caramello, i fichi e persino con le olive.

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Banksy in mostra a Milano al Mudec

La street art di Banksy si trasferisce dalla strada in un museo pubblico. Succede al Mudec di Milano, che ospita i lavori dell’artista provenienti da collezioni private. “A visual protest. The art of Banksy” è il titolo dell’esposizione che apre al pubblico questo mercoledì 21 novembre, ed è visitabile fino al 14 aprile. Curata da Gianni Mercurio, raccoglie oltre 70 lavori tra dipinti, sculture e stampe dell’artista inglese, corredati di oggetti, fotografie e video

Gianni Mercurio, curatore della mostra: “Banksy è stato l’esplosione, non solo al livello di pubblico che ha modificato qualcosa nella percezione del cosiddetto establishment. dell’arte contemporanea. Questo ha sempre considerato gli street artist non dico come artisti di serie B, ma come artisti di un Dio minore”

La street art di Banksy si trasferisce dalla strada in un museo pubblico. Succede al Mudec di Milano, che ospita i lavori dell’artista provenienti da collezioni private. “A visual protest. The art of Banksy” è il titolo dell’esposizione che apre al pubblico questo mercoledì 21 novembre, ed è visitabile fino al 14 aprile. Curata da Gianni Mercurio, raccoglie oltre 70 lavori tra dipinti, sculture e stampe dell’artista inglese, corredati di oggetti, fotografie e video.

Gianni Mercurio, curatore della mostra: “Banksy è stato l’esplosione, non solo al livello di pubblico che ha modificato qualcosa nella percezione del cosiddetto establishment. dell’arte contemporanea. Questo ha sempre considerato gli street artist non dico come artisti di serie B, ma come artisti di un Dio minore”.

arteit@ARTEit

Bansky arriva al MUDEC di Milano con ‘A Visual Protest’, dal 21 novembre. Mostra non autorizzata con dipinti, prints, copertine di cd e un bel documentario a cura di Butterfly Art News.

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Prevenzione: cura della vista per i bambini

Iniziativa della Commissione difesa vista nell’ambito del Salone internazionale del giocattolo

Prevenzione mirata per le famiglie: è questo l’approccio di Commissione Difesa Vista Onlus che rinnova la collaborazione con “G! Come Giocare”, Salone internazionale del giocattolo che si svolgerà dal 23 al 25 novembre a Milano.

Professionisti della visione saranno presenti a Fieramilanocity (padiglioni 3-4, gate 4, Viale Scarampo) per sensibilizzare sulla necessità di una maggiore attenzione alla salute degli occhi con test visivi gratuiti (si precisa che l’ingresso a Salone internazionale del giocattolo è a pagamento con biglietto ridotto per i bambini). Uno spazio dedicato agli screening accoglierà perciò sia i bambini, sia i loro genitori e accompagnatori adulti; ci sarà anche un’area dove animatori ed educatori intratterranno i piccoli con attività ludico-educative sul funzionamento dell’occhio e della vista, sulle buone pratiche di prevenzione e su come salvaguardare la salute oculare.

Nella tre giorni che anticipa il periodo natalizio, tradizionalmente dedicato agli acquisti, CDV intende regalare ai presenti un momento prezioso di prevenzione visiva: gli adulti potranno sottoporsi ad anamnesi refrattiva, esame della refrazione e test di Amsler effettuati dagli ottici; mentre i più piccoli saranno sottoposti a controllo della vista e a test ortottici eseguiti da medici oculisti e ortottisti di Vision + Onlus con l’ausilio di un Plusoptix, una lampada a fessura portatile e un oftalmoscopio per il test del riflesso rosso.

La collaborazione di Commissione Difesa Vista Onlus con l’evento milanese si inquadra nell’ambito dell’impegno contro la diffusione dei deficit visivi tra i più piccoli: secondo i dati della onlus, un bambino su 2 non è mai stato visto da un oculista. Un dato, quest’ultimo, molto allarmante se si pensa che una condizione abbastanza diffusa come l’ambliopia, di cui soffre tra il 3% e il 4% dei bambini sotto i 5 anni, può essere curata completamente solo se diagnosticata in tenera età. In generale, oltre l’80% dei deficit visivi può essere prevenuto o curato: circa il 40% dei cittadini non si reca regolarmente dall’oculista e quasi il 20% degli adulti indossa una correzione visiva non più adeguata alle proprie necessità.

“A questa situazione è fondamentale rispondere attraverso il contatto immediato e diretto con le famiglie – spiega Vittorio Tabacchi, presidente di Commissione Difesa Vista. Per questo siamo qui. Abbiamo la consapevolezza che ci sia bisogno di fare educazione e informazione sul tema vista; rivolgendosi ai bambini con modalità divertenti e coinvolgenti che amplificano l’efficacia del messaggio. Partire dai più giovani è per noi fondamentale, per avviare da piccoli buone pratiche di prevenzione visiva”.
Un sentito ringraziamento, da parte della Commissione difesa vista, va a Essilor e Zeiss per aver fornito la strumentazione di ultima generazione utilizzata per gli screening ottici.

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Problemi all’Università Cattolica

Milano, 20 novembre 2018

Immatricolazioni in crescita dell’1,5%, con 13.468 nuovi iscritti, borse di studio e agevolazioni che rendono l’Università Cattolicasempre più accessibile. Ma ci sono due “scogli” ancora da superare: le aule in Largo Gemelli e nelle sedi distaccate ormai non bastano più e ci sono ancora “freni” nella corsa verso l’eccellenza, «limitazioni e discriminazioni che traggono origine dalla sclerotica distinzione fra soggetti qualificati come “pubblici” e ”privati». Lo dice con forza il rettore Franco Anelli, in occasione dell’apertura dell’anno accademico. Una cerimonia dedicata all’Europa, tema sviluppato anche dal presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, e dall’arcivescovo di Milano Mario Delpini, che ha invitato i docenti e gli studenti a «curarsi dell’anima dell’Europa, un’anima ferita».

L’ultimo  open day ha accolto 5mila aspiranti matricole alla scoperta dei 95 corsi di laurea (Newpress)

Si ripercorrono le sfide dell’ateneo nei discorsi inaugurali, si denuncia la «dicotomia inattuale» fra pubblico e privato con una discriminazione di fondo, non tanto nei fondi di partenza quanto nei premi al merito. «Le università statali e non statali sono diverse, hanno modi di operare diversi, non è questo il tempo per andare a chiedere ritocchi nel finanziamento ordinario, che è stato negli anni ridotto – sottolinea Anelli -, ma vorremmo avere la possibilità di essere ammessi nelle procedure di assegnazione competitiva di risorse, che vanno a premiare il lavoro fatto. Perché le regole sono le stesse, rilasciamo gli stessi titoli di studio, svolgiamo la stessa attività di ricerca e vorremmo partecipare a questo tipo di competizioni». Dall’accesso ai fondi per il finanziamento dei dipartimenti di eccellenza al fondo per il finanziamento per le attività base di ricerca, che premia le pubblicazioni di professori associati e ricercatori. Si invoca una nuova visione: «Le università non statali siano considerate per quello che sono, innanzitutto università, senza essere discriminate per la loro natura giuridica».

Che la fiera degli ‘Oh bej! Oh bej!’ torni a Sant’Ambrogio!

Mercatini degli 'Oh bej! Oh bej!' al Castello Sforzesco

Milano, 16 novembre 2018 – La fiera degli ‘Oh bej! Oh bej!’ che si tiene tradizionalmente a Milano il 7 dicembre, giorno del patrono di Sant’Ambrogio, deve tornare a svolgersi nella sua collocazione storica in piazza Sant’Ambrogio e non più, come avviene dal 2006, nell’area di piazza Castello.

La richiesta arriva dal Municipio 1 della città, guidato dal centrosinistra, ma a farsi portavoce nei confronti del Comune di questo parere, votato in Consiglio di zona all’unanimità, è la Lega che da anni porta avanti una battaglia per restituire «autenticità» alla fiera milanese. Nel documento, votato ieri, il Municipio 1 ha espresso parere negativo, non vincolante, alla richiesta di parere del Comune circa la collocazione delle prossima fiera nell’area di piazza Castello. La fiera deve tornare ad essere «una festa per i milanesi, un momento legato alla tradizione – ha spiegato il capogruppo della Lega a Palazzo Marino, Alessandro Morelli -. Invece negli ultimi anni ci sono cineserie, meno banchi legati alla tradizione e abbiamo assistito anche alla vendita di taser e coltelli. Mancano solo i venditori di sex toys». Se la fiera degli ‘Oh bej! Oh bej!’ tornerà in piazza Sant’Ambrogio, che aveva lasciato a causa dei lavori adesso conclusi per la realizzazione di un parcheggio interrato, a migliorare «sarà anche la qualità dei banchi – ha aggiunto Morelli – perché ci sarebbe una diminuzione degli spazi disponibili», mentre oggi sono 380 gli operatori assegnatari di un parcheggio.

In Municipio 1 «siamo tutti d’accordo, anche il Pd lo è , che la fiera debba tornare lì – ha concluso Simone Di Gennaro, capogruppo della Lega al Municipio 1 -. È il suo luogo naturale e tradizionale oltre che storico. Il numero di banchi si andrebbe a ridurre ma almeno possiamo tenere quelli di qualità».

FONTE

NdR: da Milanese appoggio totalmente questa idea e auspico che la mia città ritrovi le sue tradizioni migliori.

Manuela Valletti

VIDEOGIOCHI PER TUTTI

Scegliere un’auto usata: oggi più facile con internet

Trovare un’auto online. Gli autosaloni con le migliori offerte

Scegliere un’auto usata al posto di un modello nuovo è spesso una decisione vincente. Sono infatti disponibili in commercio numerose vetture usate solo per 2-e anni, cosa che porta ad una notevole diminuzione del valore commerciale, senza che i primi segni di usura comincino a farsi notare. Le auto usate a Milano sono per altro molto gettonate, del resto negli ultimi anni il mercato delle vetture di questo tipo ha mostrato un continuo aumento, grazie proprio alle ampie possibilità di scelta e all’ottima qualità delle automobili disponibili. Per trovare la vettura giusta oggi si possono usare anche appositi siti internet, che permettono di scegliere rapidamente all’interno di enormi parchi macchine.

Auto usate in rete

Se abbiamo detto che il mercato delle auto usate è molto ricco di proposte, è anche vero però che non tutti coloro che offrono questo tipo di prodotto dicono il vero. Il modo migliore per avere a disposizione un ampio catalogo di auto usate rimane ancora oggi quello di rivolgersi ad autosaloni specializzati in usato, che hanno a disposizione numerose vetture, ma non solo: insieme con la vettura otteniamo anche almeno un anno di garanzia da parte del venditore, che non è poca cosa.

Meglio quindi mantenersi lontani dagli annunci dei privati; anche perché spesso chi cerca di offrire la propria vettura tramite un annuncio di solito tende ad ottenere una cifra maggiore rispetto a quella che gli viene proposta in concessionaria, non ha senso che sia il cliente finale a saldare la differenza. Inoltre un privato cittadino non ci può garantire in alcun modo il mezzo che ci propone e in alcuni casi potrebbe essere difficile trovare eventuali problematiche o magagne nella vettura che si intende scegliere.

Il mercato delle auto usate in Italia

Il mercato delle auto in tutta Europa vive alterne vicende, con periodi di completa battuta d’arresto e picchi di vendite improvvisi. Ciò che contribuisce a questo andamento è sicuramente la minore disponibilità economica delle famiglie: per questo motivo quando viene attivato un particolare blocco del traffico, o i governi offrono incentivi per il cambio auto, si hanno improvvisi aumenti delle vendite. Il mercato dell’usato è invece in costante crescita, soprattutto negli ultimi anni. Le motivazioni sono molteplici, a partire dalla succitata diminuzione dei fondi disponibili a molte famiglie, già colpite da rincari e spese di vario genere. Per altro è anche vero che sempre più spesso il prodotto “auto usata” offre numerosi punti di forza non indifferenti, soprattutto per quanto riguarda i cosiddetti chilometro zero o le vetture con percorrenze brevi. Stiamo parlando di auto che hanno già avuto un precedente proprietario, ma che in realtà sono rimaste nel magazzino di una concessionaria, o all’interno del parcheggio di un’azienda. La percorrenza nulla, o quasi, consente di pagare molto meno un’auto che è praticamente nuova, disponibile per altro nella maggior parte dei modelli oggi presenti negli autosaloni.

Affido, contro il decreto Pillon, in piazza a Milano

 

Affido: ddl Pillon, in piazza a Milano

(ANSA) – MILANO, 10 NOV – Associazioni, partiti, sindacati e privati cittadini si sono riuniti in piazza della Scala, a Milano, nell’ambito delle manifestazioni organizzate in varie città d’Italia contro il cosiddetto decreto Pillon sulle norme di separazione e affido famigliare. Il presidio, al quale partecipano oltre un migliaio di persone, si svolge proprio sotto Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, che appoggia l’iniziativa. Dal palco, allestito su un tir parcheggiato a margine della piazza, in via Case Rotte, si sono alternati esperti legali, presidenti di associazioni impegnate sui temi della difesa dei diritti delle donne o dei minori e qualche esponente politico. “Nessuno dica che questa proposta di legge deve essere modificata – afferma l’assessore Pierfrancesco Majorino – deve, invece, essere cancellata completamente dato che non è in grado di affrontare il tema vero del sostegno ai genitori che si separano. Il timore è che si tratti di un primo passo teso a smontare decenni di diritti sociali”.

Milano, il QT8 specchio di una città, di una nazione

Quartieri periferici di Milano (ma anche non molto periferici) denunciano continuamente sui Social un degrado in costante aumento. Una situazione che si dibatte tra vie impraticabili divenute oramai parte di una casba e pericolo per la sicurezza individuale.

Uno di questi quartieri, fiore all’occhiello della Milano 1960, progettato e realizzato negli anni da illustri architetti e presentato come progetto alla Triennale Ottava della città da Piero Bottoni, è il QT8.

QT8 MILAO
quartiere QT8 – MILANO

Il quartiere sorge tra  Via Renato Serra, subito dopo il Parco Alfa Romeo ( accanto al centro commerciale Portello) e Piazza Stuparich e si estende fino al Monte Stella, è composto da condomini di dieci piani, da case a stella di otto piani, da villette bifamiliari, da servizi che erano il centro vitale del quartiere come il Mercato Comunale di Via Isernia (da anni ormai in disuso e sede esso stesso di occupazioni abusive), da tutti gli ordini di scuola dalla materna alle superiori.

Nel corso degli anni tutti i negozi hanno avuto una flessione e molti sono stati chiusi, appunto come scrivevo prima, a partire dal Mercato Comunale, il Monte Stella, dopo essere divenuto uno splendido parco urbano, è ora in degrado nonostante la presenza su uno dei suoi gradoni, del prestigioso Giardino dei Giusti.

Lo sport nel quartiere  è  l’unica attività ancora presente con alcune strutture: il Campo Sportivo 25 Aprile, svariati campi da tennis e una struttura con annesso ristorante per la pratica del BadMinton (una sorta di volano).

La Chiesa circolare, realizzata sempre su progetto di Bottoni, una volta centro vivo di una comuità in crescita, è oggi meno frequentata, l’edicola che sorgeva difronte è stata chiusa, esiste una fermata della MM Rossa che è indubbiamente una risorsa e che si affianca al Bus 68.

Il cambio generazionale ha portato nuove famiglie in quartiere, ma se la presenza del verde una volta era un incentivo alla libertà di gioco dei bambini, ora la frequentazione del quartiere da parte di vere e proprie bande di minorenni, prostitute e spacciatori, rende praticamente impraticabili le aree verdi accanto alle scuole, davanti alla chiesa e in generale, in tutto il quartiere.

Le domande che sorgono spontanee nel cuore di chi questo quartiere lo ha visto nascere e poi morire, sono queste:

  • per quale motivo, un gioiello arcitettonico citato sui manuali di architettura di tutto il mondo, è stato lasciato sprofondare nel degrado?
  • Per quale motivo si è permesso che vi fiorisse la prostituzione, la mala frequentazione del Monte Stella, la pratica degli scippi sulle persone anziane spesso malmenate e finite in ospedale?
  • E ancora, per quale motivo si è permessa la trasformazione graduale ma progressiva del quartiere in un dormitorio, adibito di giorno solo al parcheggio delle auto di chi usufruiva poi del metrò?
  • per quale motivo il Palatrussardi è stato adibito a dormitorio degli immigrati nonostante le proteste degli abitanti sia del QT8 che del Gallaratese?

Il degrado del QT8 deriva da tutte queste inadempienze perpetrate dalle amministrazioni di sinistra e di centro destra nel corso degli anni, incuranti gli uni e gli altri, dei bisogni della popolazione che aveva scelto di vivere in quel luogo e che aveva incessantemente segnalato degrado e pericoli per la propria sicurezza.

Chi risarcirà ora chi ha investito i suoi denari nell’acquisto di una casa nel quartiere e si trova ora un’appartamento che vale la metà del suo valore? Chi risarcirà gli anziani che sono stati scippati e malmenati dai delinquenti che girano indisturbati? Chi risarcirà quelle famiglie che scegliendo il QT8 come luogo per costruirsi un futuro, si trovano ora a vivere in una zona degradata?

Le risposte le conosciamo, le conoscete tutti: nessuno!

Se fossimo negli USA schiere di avvocati si sarebbero già fatti parte attiva contro il Comune di Milano e sappiamo benissimo che una giustizia più giusta di quella che abbiamo noi,  avrebbe condannato il Comune a risarcire un danno materiale e morale.

Intendiamoci, questo vale per ogni quartiere di Milano, per ogni citta italiana, per ogni paese di questa nostra Patria martoriata. La nazione messa in ginocchio da una politica dissennata sull’immigrazione, da ruberie e da ladrocinii ai danni dei cittadini, perpetrati da una classe politia senza scrupoli chiede ora un risarcimento morale, chiede giustizia e giustizia dovrà avere.

Che il nuovo governo si impegni su questo e restituisca agli italiani la loro dignità.

Manuela Valletti

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