Tutto quello che siamo riusciti a fare in soli due mesi, grazie a voi, e quello che potremmo ancora fare, ma solo insieme a voi. |
Mille post, cento interviste, 500 articoli, oltre 100 reportage da tutte le piazze, 111 edizioni del TG, centinaia di puntate con i pensatori più illuminati e coraggiosi del nostro tempo, da Ermanno Bencivenga, con il suo “Spazio di Libertà”, a Diego Fusaro, con il suo “Pensare Altrimenti”, passando per Fulgio Grimaldi con “Mondocane” e “O Green o Verde”, senza contare “Grandangolo Pangea” ogni venerdì del grande Manlio Dinucci, e poi le dirette come quella di Robert Kennedy a Milano, o del processo di Assange a Londra, o della settimana intera a Trieste a seguire i portuali, o di Firenze dove nessuna televisione voleva andare, a seguire la vicequestore Schilirò, i convegni come l’International Covid Summit, Sapiens 3, il convegno di Bolzano “Autopsie sui morti post vaccino”, le inchieste come “Papa e Antipapa” ormai avviata alla cinquantesima puntata, ma anche i film censurati da tutti, come Corona Film (a proposito: in replica a grande richiesta stasera, sul canale 262 del digitale terrestre), o “Io sono”, e a breve cinque imperdibili appuntamenti con altrettanti film che fanno riflettere, carichi di significato e di spessore, presentati dal grande filosofo Ermanno Bencivenga, quella televisione che non si usa più da decenni. E poi ancora Massimo Cacciari, Paolo Becchi, le interviste ai danneggiati da vaccino…Tutto questo in SOLI DUE MESI, e Dio solo sa cos’altro perché la mia testa ha un limite e neanche io riesco più a stare dietro a Byoblu, la Tv dei cittadini. So solo che noi e voi oggi abbiamo una televisione, che cresce ogni giorno, che in pochi mesi di vita ha guadagnato la fiducia di milioni di italiani mentre le redazioni dei TG tradizionali chiudevano per mancanza di ascolti, e che se continuerà così, a lavorare bene, l’anno prossimo farà il salto e passerà in serie A. E a quel punto voglio proprio vedere cosa si inventeranno per fermare la voce del popolo e continuare con il soliuto teatrino dei salotti televisivi.Siamo arrivati fino a qui solo ed esclusivamente grazie a voi. Stringetevi la mano, abbracciatevi o fatevi solo dei grandi sorrisi se siete timidi, ma l’Italia è quel Paese dove i cittadini si pagano una televisione di tasca loro perché quelle grandi li hanno stufati. La gente mi incontra per strada, mi ferma, mi dice che a casa loro sono sintonizzati sul 262 e che hanno buttato il telecomando. È tutta brava gente, mi raccontano le storie, le testimonianze che ricevono ogni giorno dagli amici, dai loro stessi cari. E sono storie completamente diverse da quelle che si sentono sui giornaloni e sulle grandi televisioni, sono storie cancellate, che noi invece trasmetteremo fino alla fine, fino a quando non ci chiuderanno. Ma se lo faranno, allora devono essere pronti ad affrontarne ogni conseguenza.Noi siamo stati di parola: non prendiamo i fondi del Governo per distribuire le veline sul Covid, non chiediamo soldi all’Europa, non facciamo pubblicità alle grandi multinazionali, ma alle piccole medie imprese italiane e alla brava gente, non siamo legati a nessun partito, non prendiamo un centesimo dalle grosse ONG finanziate dai filantropi multimiliardari. Cerchiamo di fare da soli, di restare indipendenti da tutto e da tutti, tranne che da voi, che ogni mese ci mandate avanti con la generosità che contraddistingue questo grande popolo e con la consapevolezza che siamo l’ultima speranza prima dell’abolizione dell’Articolo 21, cosa che su LA7 Mario Monti ha appena chiesto neppure troppo velatamente.Non ve lo diciamo neanche quello che stiamo passando, i problemi con le banche, le redazioni delle testate di sistema che vanno a cercare tutti i nostri ex collaboratori per strappare loro qualcosa, qualunque cosa con la quale costruire articoli o reportage diffamatori (sì, cara FanPage, lo sappiamo, o credevate che non ce lo sarebbero venuti a dire?), i soldi spesi in avvocati… Sono cose che sopportiamo noi, ogni giorno, consapevoli di avere dichiarato guerra al monopolio dell’informazione. A voi chiediamo solo di sostenerci economicamente e di aiutarci a diffondere il sito e il canale televisivo. Abbiamo sempre un orizzonte davanti a noi di un mese di vita. Se non arrivano più soldi, chiudiamo. In fondo, è così che dovrebbe essere per tutti: o fai un buon lavoro e la gente ti sostiene, o te ne vai a casa. Nessuna testata dovrebbe rimanere aperta contro la volontà dei suoi stessi lettori, grazie ai sussidi pubblici di uno Stato che poi ti presenta il conto.Non cè bisogno che io aggiunga altro. Quello che facciamo parla da solo. Le diffamazioni continue che riceviamo non hanno bisogno di nessun disegnino. Lo sappiamo noi e lo sapete voi cosa bisogna fare adesso.Questo mese siamo sotto. Siamo a poco più di settantamila euro e ne servono almeno il doppio. Se credete che ne valga la pena, sostenete la vostra televisione. Se no fa niente: “Siam pronti alla morte“, come dice il nostro inno nazionale, descrivendo lo stato d’animo che qualunque buon cittadino dovrebbe avere nell’affrontare il suo destino e le sue convinzioni.Io, personalmente, ho fatto tante cose inaspettate e irripetibili nella mia vita, e posso essere soddisfatto. Per molti giornali e molte televisioni oggi vale il ritornello di Daniele Silvestri: “Più giù di così non si poteva andare, più in basso di così c’è solo da scavare“. Invece per noi vale l’opposto: siamo stati coraggiosi, siamo stati epici, abbiamo guardato il mostro negli occhi e non siamo arretrati di un millimetro. Noi possiamo dunque solo scegliere se fermarci o se continuare a salire. In ogni caso, avremo qualcosa da raccontare ai nostri nipotini. Perché ce li avremo, dei nipotini, potete esserne sicuri: la vita andrà avanti, “troverà il modo“, come diceva Ian Malcolm in Jurassic Park. Anche se qualcuno preferirebbe farvi credere che il mondo finirà domani. Ed è per loro, per i posteri, che non possiamo rassegnarci a fare i bravi bambini, tutti in fila per tre.Se però volete che ci fermiamo qui, allora non fate niente, e grazie di tutto.Se invece volete che continuiamo a salire, allora ecco come potete sostenerci.CON BONIFICOIntestazione: Byoblu Edizioni Srls Iban: IT53F3609201600249883168619 Bic/Swift: QNTOITM2XXX Importo: quello che volete/potete voi Causale: donazione libera per la TV dei CittadiniCON CARTA O CON PAYPAL |
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ACQUISTANDO I PRODOTTI SPECIALBYOSe non potete fare una donazione, ma ad esempio vi capita di acquistare vitamine o fermenti lattici, allora, senza cambiare le vostre abitudini, comprate le noste vitamine e i nostri fermenti, a marchio Special Byo: avrete la certezza di avere un’altissima qualità e di sostenere nel contempo l’informazione libera. Potete farli ordinare dalla vostra farmacia, oppure acquistarli qui: go.byoblu.com/SpecialByoQui troverete il video per capire di cosa si tratta: ARRIVA “SPECIAL BYO”. LA LINEA DI INTEGRATORI NATURALI DI QUALITÀ DI BYOBLU. |
Un abbraccio forte a tutti. Siete la nostra forza, e noi siamo la vostra. Claudio Messora |
Mese: Novembre 2021
Se questo è un gioco, l’idea di Avviso Pubblico a sostegno del gambling legale
Si tornano ad accendere fari importanti sulla centralità del gioco legale nell’economia italiana ma non solo. Si torna a riflettere sul suo ruolo di difesa dei comportamenti sani, di ambienti ludici trasparenti, di baluardo insomma contro l’illegalità.
È di questo parere Stefano Saracchi, Responsabile dell’Ufficio Giochi Numerici e Lotteria dell’ADM, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato, che è intervenuto nell’ambito della presentazione di “Se questo è un gioco”, progetto di sperimentazione che porta la firma di Avviso Pubblico e Fondazione Adventum, che hanno avuto l’idea di creare il portale sequestoeungioco.org.
“Si tratta di un passo importante nella concezione positiva del gioco, un segmento della nostra economia che il più delle volte viene criticato e bollato come pericoloso” commentano così, con positività, dalla redazione di italcasino.net.
“Il progetto ci sembra intelligente – spiega invece Stefano Saracchi a jamma.tv – L’informazione è la cosa più importante, l’Agenzia è organo sia di regolazione che di vigilanza. Non si parla più di gioco illegale ma di illegalità nel gioco, che è un approccio completamente diverso. Oggi è importante comprendere che non esiste solo il gioco illegale in quanto tale, ma esistono anche delle infiltrazioni nel gioco legale. Questo ci porta a dover dire però un passo alla volta, già identificare un confine tra ciò che è legale e ciò che è illegale è fondamentale e questo si fa con un’attività di vigilanza molto forte”.
Saracchi pone poi l’accento sull’impegno, inaugurato dal Direttore Marcello Minenna, sulla repressione delle attività criminali legata ai casinò online. È in questo senso che si deve leggere l’ideazione e la messa online dell’App “Gioco Sicuro”. “Un tassello fondamentale nel rapporto tra stato, operatori e giocatori – sottolineano ancora da Italcasino – serve infatti identificare i punti legali, per poi puntare a interventi mirati per capire cosa effettivamente accade nei punti autorizzati”.
Servono infatti controlli capillari, con progetti votati alla sicurezza. “Abbiamo elaborato un algoritmo che permette in maniera certa la segnalazione dei frazionamenti delle giocate ripetute all’interno dei punti scommessa autorizzati. Così se emerge qualcosa che non va lo notiamo. Tutto questo sta portando a una collaborazione molto intensa con la UIF. Dire che il gioco legale non è gioco sicuro non è condivisibile, sicuramente ci sono delle anomalie che noi vogliamo eliminare tendendo alla perfezione”. Questa l’analisi finale di Stefano Saracchi, a conferma un impegno totale di ADM e degli altri operatori per quanto riguarda il gioco legale e sicuro. Un valore per tutti.
RIUSO CHE PASSIONE
Sarà che la sostenibilità e l’economia circolare sono ormai concetti familiari, ma ha un che di sorprendente il boom del resale che stiamo vivendo in questi anni. A tal punto da portare la società di ricerche di mercato GlobalData a stimare che il mercato dell’abbigliamento di seconda mano sta crescendo 11 volte più velocemente della vendita al dettaglio tradizionale. Addirittura, prevede che entro il 2030 varrà 84 miliardi di dollari, più del doppio rispetto al fast fashion.
Il mercato di seconda mano è ormai un business multimiliardario
Dietro, probabilmente, c’è l’esigenza di rispondere a una nuova sensibilità che piano piano si fa largo a partire dalle generazioni più giovani. Il digitale e l’e-commerce su larga scala, poi, hanno fatto da volano alla cosiddetta economia del riuso. Laddove c’era eBay e poco altro, ora sono sorte molte piattaforme specializzate. Per trovare i primi successi clamorosi in questo campo bisogna andare indietro fino al 2008, quando Milda Mitkute e Justas Janauskas in Lituania fondarono Vinted come un sito con cui ricavare qualche soldo dai vestiti lasciati inutilizzati nell’armadio. Oggi è una piattaforma da milioni di utenti in tutto il mondo che nel 2019 fatturava già 1,9 miliardi di euro. Poco più tardi vedeva la luce Vestiaire Collective, azienda francese che nel 2009 dava vita a una piattaforma per vendere e acquistare abbigliamento e accessori lussuosi di secondo mano. Anche lei ha spopolato, ora conta 11 milioni di membri e nel 2021 ha fatto registrare il +85% di ordini. Si può citare anche il successo di Depop, che conta 30 milioni di utenti registrati in oltre 150 paesi e ha 400 dipendenti nelle sedi di Manchester, Los Angeles, Sydney e Milano. Quest’ultima è stata comprata da Etsy, per la bellezza di 1,6 miliardi di dollari.
Gucci, Levi’s e Asos hanno già fatto le prime mosse nel mercato del riuso
Alla luce delle cifre che girano, non sorprende che alcuni giganti della vendita al dettaglio abbiano iniziato a investire nella rivendita. Per esempio, Gucci ha una collaborazione con il sito di spedizioni The RealReal per vendere i suoi accessori e indumenti di seconda mano. Lo storico brand dei jeans, Levi’s, invece ha lanciato la piattaforma Levi’s Secondhand, la quale consente ai clienti di restituire jeans e giacche usati nei negozi in cambio di una carta regalo e di acquistare a loro volta capi di abbigliamento di seconda mano da un nuovo marketplace presente sul sito. Anche l’insegna dell’abbigliamento Asos ha lanciato una piattaforma che rende possibile la vendita di capi di abbigliamento vintage o usati, da parte di etichette indipendenti e negozi vintage.
Alla nuova sensibilità per il riuso, altri trend globali in atto potrebbero in futuro aumentare il ricorso al riutilizzo di abbigliamento e accessori di seconda mano. Infatti, in questi mesi si sta assistendo sui mercati globali a una scarsità di materie prime senza precedenti nella storia recente. Ed è una scarsità che copre trasversalmente molti ambiti: dall’energia, all’edilizia, per arrivare a semiconduttori e altri materiali. E, in futuro, questa situazione potrebbe anche diventare strutturale, nell’ottica di un mondo che deve ridurre gli sprechi e lottare con tutte le forze contro i cambiamenti climatici.
I nuovi ambiti di espansione: il caso Deesup e dell’arredo
Il boom del resale, comunque, non riguarda solo il mondo dell’abbigliamento. Secondo un’indagine di Bva Doxa, infatti, il mercato dell’usato complessivo solo nel nostro Paese ha raggiunto un valore di 23 miliardi di euro nel 2020.
Il mondo delle startup, in questo senso, può essere un ottimo segnale anticipatore per le tendenze future. Guardando al nostro Paese, per esempio, su Mamacrowd ha recentemente raccolto circa 800mila euro in un round di equity crowdfunding la startup Deesup, un marketplace online per la compravendita di oggetti di arredamento vintage selezionati di seconda mano, secondo il principio di economia circolare. L’azienda, fondata dall’ex manager di Groupon, Valentina Cerolini, e dall’ex Eni Daniele Ena, oggi ha messo in piedi un team di 14 persone. Nel corso del 2020 il suo transato si è triplicato rispetto all’anno precedente, con un carrello medio passato da 530 a 810 euro. La società ha spedito oggetti di design in oltre 30 Paesi nel mondo, con oltre il 60% del transato generato fuori dal nostro Paese. Con il round di equity crowdfunding l’azienda vuole ora raccogliere le risorse per svilupparsi ulteriormente con l’obiettivo di affermarsi come nuovo caso di successo in un mercato, quello dell’arredo di seconda mano, che secondo i promotori della campagna varrà 16 miliardi di dollari entro il 2025.
Inviare email tramite SMTP in WordPress: cosa serve?
La sigla SMTP, non è altro che l’acronimo di “Simple Mail Transfer Protocol”, con cui si intende il metodo di spedizione e di consegna delle email su internet. Questo server invia le e-mail dal mittente ad uno o più destinatari, consente di evitare lo spam e rende ancora più sicura la ricezione delle email.
Il wp mail SMTP è uno strumento utile da utilizzare per chi si occupa di gestire la comunicazione online.
Questi strumenti sono quindi essenziali per il trasferimento delle e-mail, perché si pensa sia un percorso non immediato, ma in realtà è fatto di tantissimi passaggi che si svolgono tutti nella rete. Chi ha un proprio sito web e desidera ad esempio acquisire più contatti può utilizzare più provider per immettere i propri messaggi nella rete. Cosa fare però per i siti WordPress?
Inviare email con WordPress: cosa fare
I siti creati tramite WordPress, software gratuito che consente di gestire un sito online, mette a disposizione la possibilità di inviare email. Su WordPress è presente un’impostazione automatica che consente di inviare messaggi direttamente senza dover installare strumenti aggiuntivi. È così possibile essere sempre aggiornati sui nuovi commenti ricevuti, sulle registrazioni effettuate dagli utenti, ma anche sugli aggiornamenti e sui messaggi ottenuti tramite l’apposito modulo di contatto. L’impostazione automatica di WordPress utilizza una funzione specifica (PHP mail), ma questo non impedisce che alcuni messaggi possano giungere direttamente nella cartella spam, finendo così per essere ignorati dai destinatari.
Ecco allora che torna utile pensare di utilizzare appositi protocolli, come SMTP, per inviare le email.
SMTP in WordPress: come attivarlo
Un server SMTP è utile perché consente di gestire l’invio dei messaggi con precisione e sicurezza.
Per inviare email con WordPress senza errori e tramite SMTP bisogna:
- installare un apposito plugin “WP Mail SMTP”;
- attivare il plugin;
- entrare nell’apposita sezione “Impostazioni” e selezionare “Email”;
- entrare nell’apposito menù e configurare WordPress così che funzioni proprio con SMTP.
Questo passaggio è necessario perché, come già detto, WordPress non ha al suo interno un’apposita funzione SMTP. Tramite questo plugin è però possibile inviare, anche tramite WordPress, email che non entrano in contrasto con il sistema, così da evitare che i messaggi finiscano nella cartella di spam o nelle sezioni sbagliate.
Il plugin contiene altre opzioni che consentono di configurare:
- From Email: indirizzo email da cui inviare le email;
- From Name: il nome da cui le email saranno inviate in seguito;
- Mailer: in questa sezione è possibile scegliere se utilizzare alcune funzioni come il “PHP mail” presente di default, un account o altri server. Scegliere questo metodo di default consente semplicemente di inviare messaggi tramite PHP mail, ma senza apposita autenticazione SMTP. L’opzione altri server è quella che serve proprio per attivare il cosiddetto server SMTP che chiederà di inserire anche altri dettagli di configurazione;
- Return Path: si spunta la casella che consente di abbinare l’eventuale “percorso” di ritorno delle email all’indirizzo di invio.