Milano tiene, la roccaforte del centrosinistra non viene espugnata e si conferma l’ultima rimasta in un Paese che vira verso il centrodestra. Il Pd rimane il primo partito, il centrosinistra vince gli unici tre collegi uninominali di tutta la Lombardia e il Terzo polo vola al 16,3%
Milano tiene, la roccaforte del centrosinistra non viene espugnata e si conferma l’ultima rimasta nel Paese. L’Italia nelle mani della destra di Giorgia Meloni, con i dem crollati sotto il 20% e il Terzo polo sotto l’8, vista dal capoluogo lombardo sembra uno scenario distante e ribaltato. Qui il Pd rimane il primo partito, il centrosinistra vince gli unici tre collegi uninominali di tutta la Lombardia e il Terzo polo vola al 16,3% al Senato (al 15,9 alla Camera). Terzo grande terremoto di queste elezioni: i rapporti di forza ribaltati nel centrodestra in Lombardia, ormai ex roccaforte della Lega
Nonostante gli scossoni internazionali e l’inflazione crescente, le persone continuano a riporre piena fiducia nella formula del fondo pensione.
L’idea di accantonare un capitale extra, da affiancare alla canonicapensione INPS e integrarla, analizzata a fondo da Moneyfarm, non viene quindi abbandonata dagli italiani neanche in questo 2022 di piena crisi, seppur con qualche piccola e inevitabile battuta d’arresto.
Già nel primo trimestre del 2022 gli iscritti erano infatti in crescita, secondo i dati analizzati da ilSole24Ore: dopo i primi tre mesi del presente anno, le posizioni aperte erano 9,846 milioni, dato che configura una crescita dell’1,1%, pari a 112.000 unità, rispetto al come si era chiuso il 2021. A giugno si sono raggiunti i 10 milioni, con una crescita del +2,9% rispetto alla fine del 2021.
Tuttavia, neanche le forme integrative sono esenti dai contraccolpi dovuti alla burrascosa situazione dei mercati finanziari. Nel primo trimestre dell’anno in corso, i fondi negoziali hanno registrato un -3,4%, mentre i fondi aperti -3,6% e i Pip di ramo III -3,5%.
La situazione non è migliorata nei mesi successivi, per i fondi negoziali e aperti si sono registrati dati negativi pari a -8,3% per i primi e -9,7% per i secondi, mentre i Pip sono scesi a -10,3%.
Ma chiaramente, come per qualsiasi investimento, non ci si può limitare a un periodo così limitato di tempo, va osservato il quadro generale e l’andamento spalmato su un intervallo di tempo più ampio.
Osservando il decennio 2012-2021, come riporta l’analisi del rendimento medio annuo a cura di Covip, è del 4,1% per i fondi negoziali, 4,6% per i fondi aperti, 5% per i PIP di ramo III e 2,2% per le gestioni di ramo I.
E anche includendo i rendimenti del primo semestre del 2022, i risultati medi dell’arco temporale di cui sopra rimangono positivi: 3,1% per i fondi negoziali, 3,4% per i fondi aperti, 37% per i PIP di ramo III, 2,1% i prodotti di ramo I.
La crescita degli iscritti denota un chiaro atto di fiducia da parte degli italiani che, nonostante il difficoltoso periodo economico, hanno dimostrato di riporre aspettative nei confronti del canale della previdenza integrativa.
Ma c’è ancora del lavoro da fare per cercare di sensibilizzare i più giovani in materia: il 50,3% degli aderenti ha infatti fra i 35 e i 54 anni, mentre il 31,9% è costituito dagli over 55.
Per quanto un futuro connesso a una pensione possa apparire remoto ai lavoratori più giovani, non è mai troppo presto per fare il primo passo verso un progetto complementare personalizzato.
A livello nazionale è circa il 2,5% della popolazione a soffrire di problemi legati al gioco d’azzardo. Una percentuale bassa, ma che non può passare inosservata. Soprattutto se si mette la lente d’ingrandimento sulla nostra regione, tra le più onerose in quanto a spesa nel gambling, con la città di Milano apripista: sono tra le 40 mila e le 65 mila le persone che soffrono di ludopatia.
Sono questi i dati messi in evidenza da Gianmaria Zita, direttore dell’unità Dipendenze dell’ASST Fatebenefratelli Sacco, pubblicati in occasione della campagna “Mettiamoci in gioco Lombardia”. “Nell’ultima rilevazione Ipsad 2017-2018 emerge che il 42,8% degli italiani tra i 15 e i 64 anni (17 milioni) ha giocato d’azzardo almeno una volta negli ultimi 12 mesi – spiega ancora l’esperto – percentuale che raggiunge il 45% (6 milioni di persone) nei giovani di 15-34 anni, ed è del 32,8% (poco più di 2 milioni di persone) nella popolazione tra i 65 e i 74 anni. Occorre che la politica ne parli.”
Servono infatti misure e regole precise per arginare un fenomeno sempre più diffuso. E in attesa che le istituzioni facciano la loro parte, ecco che da Oltremanica arrivano delle proposte interessanti. La rivista a carattere medico e scientifico “The Lancet”, infatti, ha studiato un centinaio di interventi sulla prevenzione e sulla riduzione del Gap, il gioco d’azzardo patologico, grazie al lavoro di 35 esperti e alla tecnica Delphi. Come riporta il sito italiano Gaming Insider, che ha tradotto lo studio Lancet, a essere studiate sono state la disponibilità e l’accessibilità, ma anche parametri come l’informazione, l’assistenza, la tecnologia, il prezzo. Alla fine, sono state valutate positivamente e con successo 81 tecniche, molte delle quali utilizzate con successo già da molti casinò online italiani.
Tra queste tecniche c’è quella di fornire messaggi e feedback in tempo reale per mettere una pausa alla sessione di gioco oppure altri messaggi educativi, oppure la possibilità di autoescludersi dalle scommesse e mettere in stand by il proprio account.
Altra strategia valutata positivamente dagli esperti di The Lancet è quella relativa alle restrizioni alla pubblicità e al marketing, vigente in Italia con il Decreto Dignità e nel Regno Unito con il Gambling Act, così come la comunicazione costante e duratura sul tempo trascorso online o sul denaro perso.
Misure e strategie in cui l’Italia è in prima fila. Perché l’obiettivo principale è sempre lo stesso: rendere il gioco sempre più sicuro e responsabile. Per il bene di tutti.
Usciti dall’epidemia (forse) dobbiamo rimboccarci le maniche fisicamente ma anche psicologicamente. Non è pensabile che in tutto questo tempo Milano sia stata abbandonata a se stessa, che il Sindaco creda di essere il top tra i sindaci ed invece non abbia fatto nulla per la città.
Era il momento di pensare alla riduzione dello smog, ma in via definitiva. L’aiuto delle tecnologie va ricercato. Molte altre città nel mondo hanno risolto il problema si veda cosa hanno fatto, ridurre SOLO il traffico non serve a nulla. Non possiamo continuare a non respirare.
Case occupate e malavita: situazione completamente fuori controllo, lo si vede da quanti anziani sono stati lasciati in mezzo alla strada dalle occupazioni abusive, da quante donne sono state violentate, da quanta violenza ha invaso i quartieri e non solo di periferia
Controllo dei migranti: la città non è più in grado di accogliere immigrati. Basta con il buonismo tipico della sinistra. I milanesi vengono prima di tutto, altrimenti se ne andranno e non sarà con un grattacielo in più che li accontenterete.
Qualità della vita: servizi ai cittadini da migliorare e questo a partire dagli uffici pubblici per finire alla manutenzione e tutela dei parchi pubblici e del verde da creare in ogni zona della città
Sanità: numero aperto per medicina, recupero dei sanitari estromessi per il non vaccino e recupero di una qualità che è andata disperdendosi
Asili nido e scuole materne: situazione gravissima per la mancanza di educatori e carenza di servizi
Insomma la pausa covid doveva servire per migliorare tutto. La città più importante d’Italia merita di essere più seguita, più curata, più accudita e soprattutto più amata dalle istituzioni.