Ma cosa c’era di sbagliato

Famiglia anni 1970

“Ma cosa c’era di sbagliato? Decenni fa’ i figli venivano allevati con severità e rigore etico ma tutto era concepito per essere a misura di bambino. I bimbi mangiavano solo cose sane, adatte a loro, andavano a dormire presto (la mia generazione dopo Carosello), gli si insegnava che prima di chiudere gli occhi, bisognava fare la preghierina all’angioletto custode e ci si teneva a tenere celati alcuni argomenti considerati da adulti (sesso, politica, parolacce, critiche nei confronti di altri adulti). A tempo debito questi bimbi venivano preparati per l’età adulta, tra mille raccomandazioni e tanta ansia da parte delle mamme. I maschietti da adulti venivano indirizzati verso una scelta lavorativa e lì esortava affinché trovassero una brava ragazza da sposare e con cui mettere su’ famiglia. Alle ragazze non erano preclusi studi e scelta lavorativa, ma la maggiore aspirazione era incontrare un bravo ragazzo da sposare e con cui mettere su’ famiglia.
Cosa c’era di sbagliato in tutto questo?
Eppure c’è stata una guerra silente ma corrosiva che ha combattuto strenuamente questo stile di vita e ne ha presentato un altro più seducente, più divertente e ritenuto necessario per chiudere con il passato con la scusa di liberare prima le donne da convenzioni sociali arcaiche che la imprigionavano in un ruolo stereotipato poi l’uomo, anch’esso imprigionato nell’arcaico ruolo di pater familias e nel suo genere di maschio portandolo verso l’esplorazione di altri ambiti come quello di amare non necessariamente una donna ma anche un essere del suo stesso genere e vestire, se lo vuole, anche abiti e scarpe femminili. Poi in questa pseudo rivoluzione, all’archetipo familiare, si contrappone l’esaltazione dell’individualismo dove i difetti diventano virtù e dove l’edonismo sostituisce la solidarietà e il sesso, l’amore. Tutto è tramutato come bene di consumo e i valori di un tempo sono solo nostalgici ricordi lontani.
Per chi poi si dovesse perdere in questi travolgenti cambiamenti, ci sono forme di alienazioni distruttive e molto tollerate che lo porteranno a perdersi completamente. Quindi da una parte avremo una società mutata, priva della struttura familiare, dove i bambini verranno catapultati subito in quelle questioni che un tempo venivano considerate da grandi, dall’altra ci saranno sempre più persone alienate e fragili, bisognose di essere seguite da specialisti.
Io sono troppo “antica” per sentirmi a mio agio in questo tipo di evoluzione sociale di cui faccio fatica a vedere degli effetti positivi.

(dalla bacheca di Carlo Morelli)

Autore: redazione@

giornalista e scrittrice milanese, lavora sul web dl 1996 come freelance, ha creato diversi siti di informazione al servizio dei cittadini

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