Generale Bertolini:le armi a Kiev costano soldi e vite. Chi lo nega mente

Guerra in Ucraina

“Le armi costano, mandare le armi a qualcuno costa”. Per il generale Marco Bertolini – in pensione dal 2016, già comandante del Comando operativo interforze e della Brigata Folgore, capo di stato maggiore Isaf in Afghanistan, operativo in Libano, Somalia, Bosnia e Kosovo – sostenere che gli invii a Kiev non siano una spesa per lo Stato, come si prodiga a fare la premier Giorgia Meloni, “è una sciocchezza e lo dice uno che è convinto non si spenda abbastanza per le proprie forze armate, ultimo elemento di sovranità nazionale rimasta”.

Le guerre in Europa da secoli sono mosse per rivendicazioni territoriali, è chiaro che le parti debbano rinunciare a qualcosa sulla base di una trattativa diplomatica. Che debbano sedersi attorno a un tavolo e discutere. Altrimenti non se ne esce, ma la mia impressione è che non se ne voglia uscire.

Quel che mi pare chiaro è che in ottica geopolitica globale mantenere l’Europa divisa dalle fonti energetiche russe alla lunga gioverà molto a qualcun altro. Quella ucraina è solo la tessera di un conflitto molto più ampio che coinvolge altri territori, come l’Armenia, l’Arzebaigian, il Kazakistan, la Libia, la Siria… e poi c’è la Cina che ha fatto fare la pace a Iran e Arabia Saudita, questione sottovalutata.

Per la Russia, la Crimea e il Mar Nero sono irrinunciabili, per gli Stati Uniti è irrinunciabile un mondo unipolare guidato da Washington. Districare questa matassa inviando armi a chicchessia non è utile alla causa della pace, mi pare chiarissimo. Purtroppo la bomba atomica non si può disinventare. (Fonte: Il Fatto Quotidiano)

🟥 Giubbe Rosse

METTERSI IN SALVO – Il PIANO B

Preparare la fuga di ANDREA CECCHI

Ce l’avete un piano B pronto? NO? Allora potrebbe essere opportuno prepararsi. Prepararsi al peggio.Sono moltissimi ad essersi rilassati. Finita l’assillante minaccia sanitaria delle iniezioni letali, moltissime persone sono tornate a fare la vita di sempre, il classico tran tran quotidiano, spesso anche dimenticandosi le atrocità subite. Molto male. Bisogna invece alzare la guardia adesso più che mai e prepararsi allo scontro. Non è finito un bel niente. Io non mi fido. Il piano diabolico va avanti e adesso agisce nell’ombra. Lo scopo finale è l’annientamento del ceto medio occidentale e soprattutto di quello italiano ed ha dei livelli di catastrofismo crescenti che vanno da disastroso ad apocalittico. Lo scopo finale lo hanno dichiarato apertamente, basta ascoltare: si chiama Grande Reset – Agenda 2030. Quello che stiamo osservando adesso, riguardo alle banche regionali americane, è un consolidamento di tipo collettivista. Andrà avanti ancora alcuni anni con le stesse modalità, ovvero l’incorporazione degli istituti minori, inglobati dalle banche maggiori, tipo JP Morgan con la supervisione e l’assistenza della Federal Reserve e le creazioni di valuta a comando necessarie per rendere possibili queste operazioni.Lo stesso identico modello è applicato globalmente anche ai settori non finanziari.In pratica, lo scopo finale, è quello di un’economia collettivista pianificabile centralmente dal Poltburo socialista del governo corporativo oligarchico globale.Limitare di numero i soggetti operanti, serve alla pianificazione in quanto elimina le variabili derivanti dalla libertà concessa a partecipanti concorrenti non affiliati.I piani industriali non ammettono variabili.

Rimarranno poche, pochissime banche e corporation e tutto il denaro sarà digitalizzato e gestito da App di aziende online che continueranno a dare l’illusione della pluralità.L’utente, già abituato e sedotto da redditi di di cittadinanza e ricchezza virtuale ottenibile con le varie criptovalute e altcoin accoglierà questo denaro digitale con grande contentezza, chiudendo così la porta della propria prigione e gettando via la chiave.Le persone saranno poi intrattenute in complicatissimi schemi digitali per passare da un’App gestionale ad un’altra, con l’illusione di guadagnare o di essere più furbi. Un po’ come i vermi che si contorcono nella putrefazione, senza un vero motivo, solo spasmi dell’addome, visto che il cervello non è presente.Nel video e nell’agenda di Davos del 2016 ci sono 8 punti: tra cui, nel video di Ida Auken, la famosa frase: “you will own nothing and be happy” – non avrete nulla e sarete felici. Non avere nulla vorrà dire dover prendere in affitto, noleggiare, tutto quello che ci serve (ma se devo affittare, chi è il proprietario?) Il W.E.F. ha questa visione del mondo nel proprio programma denominato “Agenda 2030”, ovvero: il popolo di basso rango non deve più avere niente ed un gruppo concentrato di pochissimi oligarchi/eletti avrà tutto e lo affitterà a sua discrezione al popolo suddito e soggiogato, mentre tutta la ricchezza e le risorse vengono sempre di più concentrate al vertice della piramide di controllo globale. Ottima soluzione, per coloro che si trovano al vertice, non certo per gli altri che saranno sprofondati in un inferno di miseria, fame, freddo e malattie. Gente che combatterà con i propri vicini come i topi nelle gabbie in certi esperimenti sadici di laboratorio.L’Era della Favela globale, resa possibile dall’arrivo accelerato di migliaia di “esperti di economia da terzo mondo.Quello che accadrà nelle città italiane è una versione simile a quella descritta in questa mia newsletter, che contiene tutte le istruzioni necessarie su come affrontare il caos e salvare la pelle.

IO VENGO DALLA BOSNIA
ANDREA CECCHI·JUNE 17, 2020IO VENGO DALLA BOSNIAHo già condiviso questo pezzo privatamente con alcuni amici. Si tratta di una mia traduzione del 2017, tratta dalle memorie di un sopravvissuto alla guerra in Bosnia. Perché ho deciso di pubblicarlo oggi sulla newsletter? Perché il nuovo trend che ci aspetta e che è già iniziato prevede il verificarsi di sempre più gravi disordini pubblici con episodi a…Read full story

Saranno momenti veramente estremiL’Italia è invasa da decine di barconi al giorno che trasportano energumeni abituati alla guerriglia e all’uso del machete e delle armi da fuoco. L’italiano buonista e rammollito verrà fatto a pezzi. Macellato e messo nei trolley. È già accaduto. È la legge del più forte e nessuno verrà in aiuto. Quando scoppia il caos, la gente si trasforma in belve. Anche in circostanze normali, per il cibo, la gente si ammazza a coltellate per un parcheggio al supermercato, figuriamoci quando inizierà a mancare tutto.Per prepararsi mentalmente ad uno scenario estremo, sono molto utili i film degli zombie. Quei film sono metafore molto calzanti su come agiscono le persono private del cervello. Esseri guidati da impulsi che cercano di sbranare i sopravvissuti, che a loro volta si difendono scappando e usando le armi. Per prepararsi mentalmente al peggio, occorre guardare questi film e fare come i sopravvissuti.La situazione peggiore sarà nei grandi centri abitati. Nelle grandi città. Chi abita in un palazzo di vari piani in una grande città, non sarà in grado di scampare facilmente alla furia delle orde assassine.

Per questo è consigliabile avere un piano B.Nel film World War Z, i ricchi si rifugiano sui loro mega Yacht per scappare al caos delle città.Le élite si sono preparate per tempo.Personalmente, imitando quello che fanno i ricchi, mi sono trasferito anche io su di un’isola delle Bahamas (mia moglie è cittadina) poco abitata dove già da alcuni anni ho osservato che anche altre prsone che hanno capito, stanno costruendo qui i loro rifugi dove scappare. Le Bahamas sono infatti molto vicine agli Stati Uniti, ma sufficientemente lontane da offrire un riparo qualora le cose dovessero degenerare rapidamente. Americani ricchi, dotati di yacht o di jet privati, hanno costruito qui i loro bunker di lusso, dove scappare e mettere in salvo le proprie famiglie. Un esempio molto evidente è quello del mega milliardario Joe Lewis, partner di George Soros, che vive sul suo yacht (Aviva) alle Bahamas, il primo yacht ad avere dentro un campo da tennis:https://www.superyachtfan.com/yacht/aviva/owner/https://en.wikipedia.org/wiki/Joe_Lewis_(British_businessman)

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