Shopping on Line: i settori che stanno riscuotendo successo

In un’epoca sempre più digitalizzata, lo shopping online sta riscuotendo un successo straordinario. Vari settori hanno trovato nel web un’opportunità imperdibile per espandersi, portando i loro prodotti direttamente nelle case dei consumatori. Analizziamo insieme quelli che si stanno affermando come i settori più prosperi nel mondo dello shopping online.

1. Moda e abbigliamento

Il settore della moda e dell’abbigliamento è tra quelli che hanno cavalcato con maggior successo l’onda dello shopping online. L’accessibilità delle collezioni, la varietà delle proposte e la comodità della prova a casa propria hanno reso l’acquisto di vestiti e accessori su internet un’esperienza sempre più apprezzata. Inoltre, la possibilità di confrontare prezzi e recensioni in tempo reale consente ai consumatori di effettuare scelte più consapevoli e personalizzate. È inoltre interessante notare come la moda online abbia ampliato le sue frontiere, coinvolgendo anche settori più di nicchia come quello del vintage e dell’usato, offrendo un’alternativa sostenibile e consapevole all’acquisto di nuovi capi.

2. Prodotti per la casa

Un altro settore che sta vivendo un periodo d’oro grazie allo shopping online è quello dei prodotti per la casa. Da mobili a piccoli elettrodomestici, passando per articoli di design e decorazione, la comodità di poter arredare e personalizzare la propria abitazione con pochi clic è diventata una realtà sempre più diffusa. Non solo: l’ampia offerta online permette di confrontare diverse opzioni e di scegliere quella più adatta alle proprie esigenze, sia in termini di estetica che di budget.

3. Cosmetica e profumeria online

In particolare, il settore della cosmetica e della profumeria online sta vivendo una fase di notevole espansione. Questo trend può essere attribuito alla crescente attenzione verso la cura personale, nonché alla possibilità di accedere a un’ampia gamma di prodotti che spesso non sono disponibili nei negozi fisici. La profumeria online offre inoltre la possibilità di scoprire e provare nuove fragranze attraverso campioni o formati miniatura, minimizzando il rischio di un acquisto non gradito. L’innovazione digitale, inoltre, sta giocando un ruolo cruciale: attraverso l’uso di tecnologie come la realtà aumentata, alcune aziende offrono la possibilità di “provare” virtualmente i prodotti, aumentando così la sicurezza dell’acquirente.

4. Elettronica di consumo

L’elettronica di consumo è un altro settore che beneficia ampiamente dello shopping online. Telefoni cellulari, computer, televisori, dispositivi audio, fotocamere, droni: l’elenco è lungo e in continua evoluzione. Il vantaggio principale dello shopping online in questo campo è la possibilità di confrontare rapidamente specifiche tecniche e prezzi, oltre alla comodità di ricevere il prodotto direttamente a casa. Inoltre, l’acquisto online di prodotti elettronici permette di accedere a recensioni e opinioni di altri acquirenti, contribuendo ad una scelta più informata.

5. Alimentari e prodotti freschi

Forse sorprendentemente, anche il settore alimentare si sta rivelando molto dinamico nell’ambito dello shopping online. Inizialmente, la resistenza nei confronti dell’acquisto di cibo e altri prodotti freschi su internet era dovuta principalmente alla preoccupazione per la conservazione e la freschezza dei prodotti. Tuttavia, le nuove tecnologie di confezionamento e consegna hanno ridotto notevolmente questi timori, rendendo l’acquisto di alimenti online una pratica sempre più comune. Inoltre, il servizio di consegna a domicilio è diventato un fattore di grande convenienza, soprattutto per coloro che hanno poco tempo da dedicare alla spesa.

Lo shopping online sta trasformando il modo in cui acquistiamo, offrendo un’ampia gamma di vantaggi, tra cui la convenienza, la varietà di scelta e la possibilità di comparare prezzi e recensioni. Sebbene i settori qui citati siano tra quelli che stanno riscuotendo maggiore successo, è importante notare che il mondo dello shopping online è in continua evoluzione e che nuovi trend potrebbero emergere nel prossimo futuro. Quel che è certo, tuttavia, è che lo shopping online ha aperto una nuova era di possibilità per i consumatori, rendendo il processo di acquisto più facile, più conveniente e, soprattutto, più personalizzato.

BERLUSCONI, SEMPLICEMENTE UN MITO

Silvio Berlusconi

Ci ha lasciato ieri Silvio Berlusconi e noi vorremmo invece non averlo mai perduto.

Come faremo senza di lui? Senza le sue uscite e le sue battute, ma soprattutto come faremo senza l’unico uomo politico degno di tale nome?

Non voglio coinvolgere Forza Italia, partito che ho votato nel lontano 1994 e forse alle elezioni successive, io parlo proprio di lui, di Silvio Berlusconi. Probabilmente senza fardelli politici avrebbe portato l’Italia al top nel mondo, invece anche lui ha dovuto mediare, accettare compromessi, subire ricatti e quindi ciò che è riuscito a fare nella situazione in cui si è trovato, è moltissimo:bipolarismo, aumento delle pensioni, tasse sull’eredità, via IMU dalla prima casa ecc.

Certo avrebbe fatto ancora molto per l’aumento delle pensioni e dei salari… auguriamoci che i suoi alleati ne onorino la memoria portando avanti il programma che aveva confezionato.

Grazie SILVIO e buon viaggio, butta l’occhio ogni tanto sulla tua bella Italia, ne abbiamo un gran bisogno.

Manuela Valletti

L’ultima parola d’ordine è “deriva autoritaria”

Di Marcello Veneziani

Dal mese di giugno è partita una nuova moda pret-a-porter: la deriva autoritaria. Si porta così, come uno scialle trasversale, tra i fianchi e il collo, e avvolge tutto; si sfila con la mano alzata in segno di saluto romano, il passo dell’oca, e sono botte da Orban per giudici, corte dei conti, stampa e gay pride. Sullo sfondo i cadaveri appesi di Fazio, Littizzetto e Annunziata, che si sono suicidati preventivamente per accusare il regime di strage.
Me la sono vista, la regina de noantri, la Giorgia de Melonis, andare spedita verso la deriva autoritaria mano nella mano a Joe Biden, l’altra manina che tocca il Papa, l’agenda Draghi sotto il braccio, gli abbracci appassionati a Zelenskij, gli stivaloni da vecchio regime che gli ha donato il ducesco Bonaccini per guadare il fango e gli occhioni minacciosi fuori dalle orbite e dall’orbace, come la Buonanima. Il battesimo del regime è annunciato urbi et orban dai quotidiani dei proletari italiani, fino a ieri del compagno lavoratore Carlo De Benedetti e oggi del compagno lavoratore John Elkann, operaio della Fiat, esule all’estero con la sua botteguccia, per amor di libertà e di fisco.
Se la Meloni proroga le norme introdotte da Mario Draghi sulla Corte dei Conti in quel tempo si chiamava efficientemento e modernizzazione, oggi si chiama ducettismo e svolta autoritaria. Se a finanziare le armi in Ucraina li fa la Meloni col suo feldmaresciallo Crosetto, è guerrafondaia, se li fa Draghi, la sinistra, e ampi paraggi è per la pace e la democrazia contro il tiranno. E poi se la Regione Lazio nega il patrocinio al gay pride perché sostengono gli uteri in affitto, che è reato, la deriva autoritaria si colora di omofobia, persecuzione dei trans, negazione della libertà e del diritto d’opinione. Non capiscono la differenza elementare tra il diritto di manifestare – che nessuno tocca, lede o minaccia – e il dovere degli enti pubblici di unirsi a manifestare per il gay pride, sottoscrivendo le loro battaglie senza battere ciglio.
Se un ente locale desse il patrocinio a una processione religiosa, griderebbero all’oscurantismo, alla deriva autoritaria. Invece il patrocinio al gay pride va dato, e se non lo dai sei liberticida. E’ un’Ideologia di Stato da osservare. Questa è la protervia della sinistra italiana guidata dallo Zan Alessandro: la libertà non è il tuo diritto di sfilare, comiziare e manifestare, ma è l’obbligo della Repubblica di essere dalla tua parte, dare un carisma di ufficialità e di protocollo al tuo corteo e ai tuoi slogan. Ma non ho fatto in tempo a pensare che la decisione della Regione Lazio dovrebbe essere estesa a tutti gli enti locali, che la stessa Regione Lazio, impaurita dalle reazioni, ha fatto retromarcia, ed è pronta a dare il patrocinio purché non si faccia campagna sulla maternità surrogata. Il sindaco di Roma, Gualtieri, si è affrettato a dare il patrocinio. Avesse la stessa solerzia per pulire una città che è riuscito nel miracolo di peggiorarla rispetto ai tempi della Raggi… Perché non dare il patrocinio anche a chi sostiene tesi e visioni opposte, come Pro Vita e altre associazioni in difesa della famiglia e delle nascite?
La svolta autoritaria ha ormai quasi trent’anni, se non vogliamo risalire ai governi democristiani (vi ricordate ad esempio il fanfascismo?) Da quando arrivò Berlusconi al governo si gridò alla dittatura, alla svolta autoritaria, all’epoca sudamericana anziché polacco-ungherese. Berlusconi andò tre volte al governo con libere e democratiche elezioni, accettò i verdetti elettorali che lo davano per sconfitto e l’ultima volta andò via senza resistenza anche quando fu fatto fuori da un mezzo golpetto bianco, rosso e merdone; votò perfino a favore del suo successore tecnocrate e poi addirittura per la conferma al Quirinale del suo mandante. E nel mezzo, durante i suoi governi, fu attaccato come mai nessuno da magistrati, stampa e poteri grossi su tutti i fronti, persino dentro le mutande. Insomma questa fu la dittatura di Berlusconi, che semmai può essere accusato del contrario, di aver cambiato davvero poco. Il suo difetto non era l’autoritarismo semmai il contrario, la compiacioneria.
Ma a fronte di tutto questo, impunemente, gli stessi che ieri gridavano alla dittatura berlusconiana oggi gridano alla dittatura meloniana(che il mio correttore automatico, chissà per quale allergia ai cocomeri o ai conservatori, traduce in melanzana). E tutti sanno bene che una cosa del genere non la vuole nessuno, nessuno è in grado di instaurarla e a nessuno sarebbe permesso farlo, nel contesto interdipendente e subalterno in cui viviamo. Se c’è una cosa da notare del governo Meloni è il suo essere del tutto allineato alla Nato, agli Usa, alla Ue, alla linea Draghi, a Mattarella e all’establishment che contestava dall’opposizione. Di tutto la si può accusare, inclusa l’abdicazione alla sovranità, meno che di instaurare un regime dittatoriale (o per i comici della sinistra radicale, il fascismo). Ma la denuncia di un governo “d’estrema destra” che scivola verso l’Ungheria, dopo la fatwa lanciata dal vecchio ayatollah Romano Prodi, diventa subito parola d’ordine: deriva autoritaria. Ecco pronto il kit della collezione partigiana primavera-estate che l’indossatrice Elly Schlein, consigliata dall’armocromista, lancerà nel campo della moda politica. E pubblicherà il suo manifesto su un altro organo dei lavoratori, detenuti nella Ztl, Vogue, con tanto di sue foto in posa mentre con un décolleté libero, uguale e transessuale partirà eroicamente per la guerra di liberazione cantando fieramente: Orchetta nera, belva missina. E i vecchi neofascisti così pochi, così sconfortati, sentendo la vaga assonanza con Faccetta nera bell’abissina, si sveglieranno dal loro antico, mesto torpore e sogneranno per un momento che stia davvero tornando il Duce. A Elly, e ai suoi compagnucci della stampa e propaganda, sono affidati ormai i loro sogni nostalgici.

La Verità – 7 giugno 2023