Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha accettato di ritardare la pubblicazione di parte del materiale riservato sull’assassinio nel 1963 dell’allora presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy. Secondo il memorandum diffuso da Biden, nel maggio di quest’anno gli archivi nazionali hanno chiesto di rinviare.
“Come ho ribadito durante la mia presidenza, sostengo pienamente l’obiettivo della legge di massimizzare la trasparenza divulgando tutte le informazioni nei documenti riguardanti l’assassinio, tranne quando sussistono le più forti ragione possibili in senso contrario.
[…]
La legge consente il continuo rinvio della divulgazione pubblica di informazioni nei documenti riguardanti l’assassinio del presidente Kennedy solo quando il rinvio rimane necessario per proteggere da un danno identificabile alla difesa militare, alle operazioni di intelligence, alle forze dell’ordine o alla condotta delle relazioni estere che è di tale gravità che supera l’interesse pubblico alla divulgazione“.
Un altro calcio al barattolo in nome della sicurezza nazionale
Crescere e vivere con un familiare tossico condiziona inevitabilmente la vita di una persona e, più in generale, la sua salute psicofisica. Ecco perché molte volte appare l’urgenza impellente di allontanarsi da questo ambiente malsano. Ci si sente soffocati da un ambiente tossico e la naturale conseguenza del vivere questa realtà sarebbe quella di fuggire. Tuttavia, esistono dinamiche e circoli viziosi che impediscono alla vittima di abusi, fisici o psicologici, di spezzare quelle catene che la tengono ancorata ad una situazione familiare disfunzionale.
Sacralità della famiglia, un valore spesso di facciata
La sacralità della famiglia dovrebbe essere un valore fondamentale e imprescindibile nella vita di ciascuno. Un valore indissolubile che mai dovrebbe essere messo in discussione. La famiglia dovrebbe essere un nido, un porto sicuro, quel luogo neutrale in cui riposarsi quando il mare della vita è in tempesta.
Eppure, non sempre è così. Non tutte le famiglie meritano di essere chiamate tali. Molto spesso, infatti, proprio in quel contesto in cui sei nato, ti senti estraneo e assolutamente fuori luogo. Allontanarsi dalla propria famiglia è dunque spesso necessario. Si tende dunque a fuggire appena possibile, e a concentrarsi sempre più su altri legami, amore o amicizia; quei legami con cui si cerca di colmare certi vuoti che ci si porta dietro dall’infanzia.
Alcune famiglie contengono componenti le cui personalità e i cui comportamenti sono altamente tossici. Componenti spesso fondamentali; madri e padri anche che dovrebbero essere un faro nella vita dei propri figli, ma che poi nella pratica portano solo sofferenza e delusioni; fratelli e sorelle con cui è difficile rapportarsi, nemici più che complici, che inevitabilmente sei costretto ad allontanare.
Non dovrebbe mai essere giusto allontanare un fratello o una sorella. Sono i nostri primi amici dell’infanziae dovrebbero essere gli ultimi indispensabili amici della vita. Un fratello o una sorella sono parte di noi che cammina nel mondo. I nostri complici più fedeli. Qualcuno con cui parlare quando il mondo ti sbatte tutte le porte in faccia.
Purtroppo non sempre va così. Esistono legami già fragili dall’infanzia. Legami fatti di gelosie, invidie e rancori con radici profonde. Sentimenti terribili che prima o poi, in età adulta, vengono a galla, corrodendo equilibri già flebili.
E’ giusto allontanare un genitore dalla propria vita?
Un genitore rappresenta le radici da cui parte la vita di una persona. Tutto ciò che in principio hai imparato, la tua visione del mondo, il tuo attaccamento alla famiglia viene da loro. Chi sei oggi dipende molto da chi sei stato cresciuto.
Un padre dovrebbe essere il tuo albero maestro. Il punto saldo, autorevole e non autoritario. Una guida. Una madre dovrebbe essere una migliore amica, una confidente. Quella persone che, qualunque cosa tu faccia, sarà sempre dalla tua parte.
Purtroppo, non sempre i genitori agiscono ed operano per il bene dei propri figli. Molti, pur di continuare ad mantenere queste due figure importanti della loro vita, continuano a sopportare, a reiterare certi circoli viziosi di dare senza mai avere che fanno soffrire terribilmente, ma da cui non si riesce a tirarsi indietro.
In famiglie tossiche si instaurano legami disfunzionali in cui il senso di colpa regna sovrano. Spesso, è proprio sul senso di colpa che alcuni genitori fanno leva per continuare a tenere il proprio figlio sotto il loro giogo.
Chi viene cresciuto da famiglie disfunzionali sarà sicuramente una persona con una scarsa autostima. In una famiglia tossica non vi è una chiara distinzione dei ruoli, madri che sembrano figli, figli che devono improvvisarsi genitori. Allontanare un familiare può non essere giusto, ma è spesso necessario.
Caratteristiche di un familiare tossico.
Un familiare è definito tossico quando tiene e reitera comportamenti disfunzionali atti a ledere il naturale equilibrio di un sistema ben definito che è la famiglia, in funzione di bisogni meramente egoistici. Nel ‘sistema famiglia‘ esistono infatti ruoli e responsabilità che se non correttamente rispettati sovvertono il benessere collettivo dei vari componenti, a vantaggio di uno o più membri.
Quando un genitore rifugge le responsabilità che gli competono, delegandole ad altri componenti del nucleo familiare, assistiamo ad un caso di genitore tossico. Quando un figlio assume responsabilità non sue o pretende per egoismo di mettersi a capo della scala gerarchica del sistema, assistiamo ad un caso di figlio tossico.
In questo tipo di famiglia disfunzionale si assiste a :
mancanza di una comunicazione nutriente tra i suoi membri.
ricatti emotivi da parte del genitore o dello stesso figlio per soddisfare bisogni egoistici.
violenza fisica o verbale costante.
Incapacità di confronto emotivo.
Tendenza all’iperprotezione.
Sono tutte caratteristiche tifiche di sistemi familiari malsani. Strumenti di controllo e conseguenze inevitabili che ricorrono frequentemente in famiglie di questo tipo. La comunicazione tra i membri è quasi completamente assente. Genitori che non parlano con i propri figli se non per giudizi severi e ricatti emotivi. I figli sono generalmente la parte più spesso lesa in questo tipo di rapporto. Quella tra genitori e figli è una relazione verticale che con gli anni, in famiglie funzionali e sane, si trasforma in una relazione orizzontale di dialogo, confronto e amore. Anche volersi sostituire continuamente ai propri figli, cercando di agevolare in tutti i modi la loro vita, è una forma di atteggiamento tossico. Non lasciare il proprio figlio libero di esplorare il mondo, anche di sbagliare, cadere e farsi male, è un atteggiamento tossico.
Quali sono le conseguenze di rapporti con familiari tossici?
Incapacità di esprimere i proprio bisogni
Bassa autostima
Tendenza all’isolamento
Legarsi in relazioni di dipendenza affettiva.
Un figlio cresciuto da uno o due genitori tossici tenderà sicuramente a sentirsi inadeguato e mai abbastanza. Abituato a certi modelli di riferimento tenderà a ripeterli anche in età adulta. L’unico modo per uscire da questo circolo viziose è prendere coscienza del problema e agire per arginarlo. Liberarsi da certi fardelli e concentrarsi su se stessi e sulla propria vita. Allontanare un familiare tossico è il primo passo per la guarigione totale. Spesso, continuare ad avere a che fare con familiari tossici, infatti, può servire solo a ricadere in quel baratro, ancora e ancora.