Il QT8, che ricordo essere il quartiere pluripremiato dell’architetto Bottoni, rischia di rimanere senza la sua scuola elementare.
Fummo facili profeti quando, come genitori della elementare di Via Oderzo, dicemmo che conveniva al quartiere tenere come elementare quella scuola, perchè la Martin Luter King, pur essendo strutturalmente più bella, era anche molto più vecchia come struttura. Allora si disse che quella scuola era un esempio di fruibilità per i bambini, con le aule che si aprivano direttamente sul giardino, ed era vero, ma appariva altrettanto palese che una struttura strutturalmente trascurata avrebbe rischiato di avere seri problemi.
La scuola di Via Oderzo, nonostante le manifestazioni dei genitori e l’intervento della Commissione Consiliare Educazione del Comune, rimase attiva ancora quel qualche anno, poi fu data ad una scuola superiore, la carenza dei bimbi iscritti giocò contro il buonsenso dei genitori.
Purtroppo quello che si temeva è accaduto, colpevole il Comune che si è ben guardato di provvedere alla manutenzioni ordinarie necessarie dichiarando la scuola agibile prima del crollo del soffitto e l’allagamento.
Ma ora serve a poco polemizzare, il vero problema è il benessere degli alunni e dei genitori. Stiamo parlando di una scuola elementare e quindi i bimbi di prima e seconda classe sono ancora molto piccoli. Il trasferimento nella elementare di Via Dolci non è la miglior soluzione del problema perchè la lontananza della scuola, le condizioni igieniche ambientali sono molto carenti e la temporaneità del trasferimento non è per nulla certa.
Alcuni genitori, pur molto scontenti, hanno accettato il trasferimento in Dolci, fiduciosi della navetta promessa dagli organismi scolastici, altri cercano soluzioni alternative come ad esempio la scuola privata gestita dalle suore che è difronte alla Martin Luther King, ma certo non tutti possono permetterselo.
Ci sono altre scuole vicine? Certo più vicina della Dolci e sicuramente meglio tenuta è la Pietro Micca in via Gattamelata ma c’è stato il netto diniego della scuola, alcuni genitori hanno proposto la scuola di Via Cilea o la Alex Visconti al Gallaratese che non sono nello stesso circolo didattico della M.L.King, ma certamente più vicini della Dolci, con del verde e meglio tenute.
La situazione non è per nulla fluida, si dirà che la Dolci è comunque una scuola elementare frequentata da bambini, ma è sacrosanto che i genitori cerchino il meglio per i loro bimbi e che aver iscritto i figli alla M.L.King sia stata una scelta ben precisa che contemplava lo studio in un ambiente ottimale, con il verde nella scuola e fuori, comodità dell’accesso alle aule, ecc. E’ questo è un diritto sacrosanto di ogni famiglia.
Tutto ciò accade nell’assoluto silenzio dell’Amministrazione Comunale!
La scuola Marten L. King, edifico storico del QT8 e della città di Milano perchè facenteparte del progetto Bottoni, è inagibile da un mese per il crollo di parte del tetto e allagamento di alcune aule.
La scuola è stata chiusa un lunedì mattina dopo che un pezzo di controsoffitto è crollato e si sono verificati degli allagamenti. Il giorno dopo un camion era pronto per trasferire i banchi in una sede provvisoria, in via Dolci, ma i genitori hanno deciso di bloccare l’accesso all’istituto.
Naturalmente il disagio dei bambini e dei genitori è massino, gli alunni della scuola sono stati trasferiti alla elementare di via Dolci, facente parte dello stesso circolo didattico, ma assolutamente scomoda da raggiungere.
Le famiglie da tempo lamentavano una situazione critica nell’edificio vecchio e malandato, ciononostante alla scuola era stata data l’agibilità a Luglio ma a distanza di pochi mesi questa agibilità era svanita.
Ci si chiede chi risponda di queste verifiche e chi “risarcisca” i bambini spostati in un plesso distante, non raggiungibile facilmente con i mezzi, senza alcun parcheggio disponibile e i genitori, costretti a fare i salti mortali per accompagnarli e riprenderli.
Ora tutti sorvolano davanti a una soluzione sostenibile e alternativa, genitori e bimbi si trovano a dover fare scelte non previste ma quasi obbligate come una scuola privata, visto che le altre scuole pubbliche più vicine hanno fatto muro.
Se Sindaco, Vicesindaco e uffici di riferimento continueranno ad ignorare il problema i genitori faranno appello al Ministro della Pubblica Istruzione, ricordando che la pubblica istruzione deve essere garantita al meglio e che i bimbi non hanno colpa dell’incuria delle istituzioni.
L’essenza che una donna sceglie di indossare può dire molto su di lei. Il profumo, più di ogni altro accessorio, ha il potere di raccontare una storia, evocare ricordi e rappresentare un’estensione della personalità. Ogni fragranza racchiude in sé un universo fatto di note, accenti e sfumature che, combinati tra loro, creano esperienze olfattive uniche.
Storia e significato dei profumi
Da secoli, l’umanità ha usato i profumi come strumento di espressione. Le antiche civiltà, dall’Egitto ai Romani, utilizzavano oli profumati non solo per ragioni estetiche, ma anche per scopi religiosi e terapeutici. Con il passare del tempo, l’arte della profumeria si è evoluta, dando vita a creazioni sempre più raffinate e complesse.
Il profumo non è solo una questione di bellezza, ma anche di comunicazione. Indossare una fragranza può trasmettere emozioni, stati d’animo e, in alcuni casi, intenzioni. È una dichiarazione silenziosa ma potente di chi siamo e di come vogliamo essere percepiti.
Profumo Chloé: l’eleganza raffinata
Nel vasto panorama delle fragranze femminili, il profumo Chloé si distingue per la sua eleganza discreta e sofisticata. Lanciato per la prima volta negli anni ’70, questo profumo ha ridefinito la femminilità con le sue note leggere e floreali. La rosa, ingrediente chiave, viene interpretata in modo moderno e arioso, risultando fresca e vivace, ma al tempo stesso profondamente femminile.
L’avventura olfattiva di Nomade Chloé Eau de Parfum
Esplorare il mondo attraverso il senso dell’olfatto è un’avventura che poche fragranze possono offrire come Nomade Chloé Eau de Parfum. Questa creazione è un omaggio alla libertà e all’avventura, raccontando storie di viaggi e scoperte. Le sue note di testa agrumate si fondono con il cuore floreale, per concludersi in un fondo avvolgente di muschio e legno. È una fragranza per le donne audaci, che non hanno paura di seguire la propria bussola interiore.
La scelta del profumo giusto
Scegliere un profumo non è un compito semplice. La fragranza ideale dovrebbe riflettere la personalità di chi la indossa, adattarsi alle diverse occasioni e persistere nel tempo. È importante testare diverse fragranze sulla propria pelle, poiché ogni profumo può variare a seconda della chimica corporea. La stagione, l’umore e anche l’abbigliamento possono influenzare la percezione di un profumo.
La conservazione delle fragranze
Una volta scelta la fragranza perfetta, è essenziale conservarla correttamente per preservarne la freschezza e l’intensità. È consigliabile conservare i profumi in un luogo fresco e lontano dalla luce diretta del sole. Anche l’ossigeno può alterare la qualità del profumo, quindi è importante chiudere sempre bene il flacone dopo l’uso.
Il viaggio nel mondo dei profumi è un’avventura senza fine. Dalla storia alle ultime creazioni, ogni fragranza ha qualcosa di unico da offrire. Che sia una dichiarazione di stile, un ricordo o un’estensione della personalità, il profumo rimane uno degli accessori più potenti e affascinanti a disposizione della donna moderna. E mentre le tendenze possono cambiare, la magia e il potere evocativo del profumo rimarranno immutati.
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Il Tefa, cioè Tributo per l’esercizio delle funzioni di tutela, protezione e igiene dell’ambiente è stato istituito dall’articolo 19 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504 e riscosso inizialmente insieme alla Tassa su raccolta e smaltimento dei rifiuti.
Il Ministero dell’Economia con il DM del 1° luglio 2020 ha disposto che a partire dal 2021 il Tefa, con eventuali interessi e sanzioni, debba essere pagato scorporato rispetto alla Tari, secondo gli importi indicati dai Comuni.
Dal momento della separazione è stato necessario istituire diversi codici tributo e ha provveduto a ciò l’Agenzia delle Entrate con la risoluzione n. 5/E del 18 gennaio 2021.
Quindi, fino al 2020 il versamento della tassa sui rifiuti comprendeva sia Tari sia Tefa. Nel 2021 e per gli anni di imposta successivi i contribuenti pagano i due tributi distintamente, applicando la misura del 5% o la diversa misura comunicata dalle province e città metropolitane, utilizzando i nuovi codici tributo istituiti con la risoluzione dell’Agenzia delle Entrate. Vediamo quali sono e come compilare i modelli F24 e F24 EP.
Tassa sui rifiuti 2023, codici tributo diversi per Tari e Tefa
I soggetti passivi del tributo Tefa sono gli stessi previsti per la Tari, proprio per questo motivo in passato le due tasse erano incorporate. L’Agenzia delle Entrate in seguito allo scorporo ha istituito i nuovi codici tributo per il pagamento del Tefa, il Tributo per l’esercizio delle funzioni di tutela, protezione e igiene dell’ambiente, con la Risoluzione n. 5/E del 18 gennaio 2021.
I nuovi codici tributo sono i seguenti:
“TEFA” denominato “TEFA – tributo per l’esercizio delle funzioni di tutela, protezione e igiene dell’ambiente”;
“TEFN” denominato “TEFA – tributo per l’esercizio delle funzioni di tutela, protezione e igiene dell’ambiente – interessi”;
“TEFZ” denominato “TEFA – tributo per l’esercizio delle funzioni di tutela, protezione e igiene dell’ambiente – sanzioni”.
Tali codici possono essere utilizzati anche per il versamento di quanto dovuto a seguito dell’attività di controllo.
Come compilare il modello F24 per il versamento Tefa? Istruzioni
In sede di compilazione del modello F24, i codici tributo di cui sopra sono esposti nella sezione “IMU E ALTRI TRIBUTI LOCALI”, in corrispondenza delle somme indicate esclusivamente nella colonna “importi a debito versati”, riportando i seguenti dati:
nel campo “codice ente/codice comune” va indicato il codice catastale del comune nel cui territorio sono situati gli immobili, reperibile nella tabella pubblicata sul sito internet www.agenziaentrate.gov.it;
va barrata la casella “Ravv.” se il pagamento è effettuato a titolo di ravvedimento;
nel campo “Numero immobili” indicare il numero degli immobili (massimo 3 cifre);
nel campo “rateazione/mese rif” indicare il numero della rata nel formato “NNRR”, dove “NN” rappresenta il numero della rata in pagamento e “RR” indica il numero complessivo delle rate. In caso di pagamento in un’unica soluzione, il suddetto campo è valorizzato con “0101”;
nel campo “Anno di riferimento” va indicato l’anno d’imposta a cui si riferisce il pagamento, nel formato “AAAA”. Nel caso in cui sia barrata la casella “Ravv.” indicare l’anno in cui l’imposta avrebbe dovuto essere versata.
Come compilare il modello F24 EP con i nuovi codici tributo per il Tefa
In sede di compilazione del modello F24 EP, i nuovi codici tributo sono esposti nella sezione “TARES-TARI” (valore 5), in corrispondenza delle somme indicate esclusivamente nella colonna “importi a debito versati”, riportando i seguenti dati:
nel campo “codice”, il codice catastale del comune nel cui territorio sono situati gli immobili, reperibile nella tabella pubblicata sul sito internet www.agenziaentrate.gov.it;
nel campo “estremi identificativi”, nessun valore;
nel campo “riferimento A” (composto da sei caratteri), nei primi due caratteri, un valore a scelta tra “RA” (versamento a titolo di ravvedimento) e “00” (versamento ordinario); nei successivi quattro caratteri, l’anno di riferimento, nel formato “AAAA”;
nel campo “riferimento B” (composto da sei caratteri), nei primi due caratteri, il numero di rata in pagamento, nel formato “NN” e, nei successivi due caratteri, il numero di rate totali, nel formato “RR” (in caso di pagamento in un’unica soluzione indicare “0101”). Negli ultimi due caratteri indicare il numero degli immobili a cui si riferisce il versamento (da 01 a 99).
Control Fitness, un innovativo spazio a metà tra palestra e coworking, ha aperto le sue porte a Milano. Questo progetto unico mira a riportare l’attività fisica al centro delle vite dei lavoratori, offrendo un ambiente “a prova di scuse” per combinare lavoro e benessere. Metà dello spazio è dedicato a allenamenti in gruppo e lezioni personalizzate, promuovendo la socialità e il benessere fisico. L’altra metà è uno spazio coworking con 16 postazioni, promuovendo la socializzazione e la produttività. Control Fitness vuole sfidare l’attuale tendenza all’isolamento e all’immobilità, incoraggiando le persone a riscoprire il piacere del movimento e dell’interazione sociale.
(18-10-2023)
Milano – I dati delle ultime ricerche sono chiari: ci muoviamo meno, siamo sempre più sedentari e isolati, abbiamo più dolori e siamo anche sempre meno felici.
Gli ultimi anni hanno amplificato una realtà dove l’attività fisica é diventata una scelta opzionale. Molte “comodità”, che ci hanno fattodimenticare che l’essere umano è nato per muoversi e per relazionarsi con la comunità.
Proprio a Milano, emblema di questa iper produttività, ha aperto Control Fitness. Uno spazio che offre una soluzione inedita: una combinazione tra un studio fitness e uno spazio coworking.
L’idea è quella di offrire uno spazio “ a prova di scuse”, che permetta di lavorare ma anche di prendersi cura del proprio benessere, ritagliandosi quell’ora di allenamento che -essendo già sul posto- diventa difficile da procrastinare.
In una metà di Control Fitness è possibile riscoprire la gioia del movimento e della condivisione nella vita quotidiana, grazie a degli allenamenti in mini gruppo o delle lezioni one to one per allenamenti e obiettivi più specifici.
L’altra metà, lo spazio coworking, presenta invece 16 postazioni, sia condivise che nelle phone booth, delle cabine private per chi cerca più privacy.
In entrambi gli spazi la parola d’ordine è ritrovare la socialità ma anche il tempo per noi stessi e la nostra salute fisica e mentale, cose che il mondo del lavoro di oggi sembra ignorare. “Notavo troppe comodità che ci consentivano di vivere 24h al giorno in casa. Spesa, cibo, shopping, serie tv. Peccato che non siamo progettati per questo” spiega Simone Riccio, founder dell’attività. “Da imprenditore, la sfida personale dell’ultimo anno è stata trovare un’ idea che facesse mettere nuovamente il naso fuori di casa alle persone. Nel nostro spazio si può socializzare davanti a un caffè nel coworking, cosa che nell’era delle videocall e dello Smart working si é persa, ma ci si può soprattutto allenare, per staccare la mente e ritrovare quel divertimento degli sport che si facevano da ragazzi”.
La prima sede di Control ha aperto a Milano in zona Corso Vercelli, M1 Pagano/Conciliazione. Per scoprire la differenza che può fare integrare il movimento nella propria routine giornaliera, Control invita i lavoratori a provare un giornata nei loro spazi.
Più informazioni si possono trovare sul loro sito web www.controlfitness.it o sul loro canale Instagram, dove portano avanti la loro visione del mondo del fitness dedicata a tutti i lavoratori.
La luna risplende, ma la sua luce non è sua, bensì di un altro. È tenebre e nello stesso tempo luce; pur essendo di per sé buia, dona splendore in virtù di un altro di cui riflette la luce. Proprio per questo essa simboleggia la chiesa, la quale pure risplende, anche se di per sé è buia; non è luminosa in virtù della propria luce, ma del vero sole, Gesù Cristo, cosicché, pur essendo soltanto terra (anche la luna non è che un’altra terra), è ugualmente in grado di illuminare la notte della nostra lontananza da Dio – «la luna narra il mistero di Cristo»…. La sonda lunare e l’astronauta scoprono la luna soltanto come landa rocciosa e desertica, come montagne e come sabbia, non come luce. E in effetti essa è in se stessa soltanto deserto, sabbia e rocce. E tuttavia, per merito di altri ed in funzione di altri ancora, essa è pure luce e tale rimane anche nell’epoca dei voli spaziali. È dunque ciò, che in se stessa non è. Pur appartenendo ad altri, questa realtà è anche sua. Esiste una verità fisica e una simbolico-poetica, una non elimina l’altra. Ciò non è forse un’immagine esatta della Chiesa? Chi la esplora e la scava con la sonda spaziale scopre soltanto deserto, sabbia e terra, le debolezze dell’uomo, la polvere, i deserti e le altezze della storia. Tutto ciò è suo, ma non rappresenta ancora la sua realtà specifica. Il fatto decisivo è che essa, pur essendo soltanto sabbia e sassi, è anche luce in forza di un altro, del Signore: ciò che non è suo, è veramente suo e la qualifica più di qualsiasi altra cosa, anzi la sua caratteristica è proprio quella di non valere per se stessa, ma solo per ciò che in essa non è suo, di esistere in qualcosa che le è al di fuori, di avere una luce, che pur non essendo sua, costituisce tutta la sua essenza…. Nella traduzione del Suscipiat si dice: «Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio…per il bene nostro e di tutta la sua santa chiesa». Io ero sempre tentato di dire «e di tutta la nostra santa chiesa». Ricompare qui tutto il nostro problema e il cambiamento operato in questo ultimo periodo. Al posto della sua chiesa è subentrata la nostra, e con essa le molte chiese; ognuno ha la sua. Le chiese sono diventate imprese nostre, di cui ci vantiamo oppure ci vergogniamo, piccole e innumerevoli proprietà private disposte una accanto all’altra, chiese soltanto nostre, nostra opera e proprietà, che noi conserviamo o trasformiamo a piacimento. Dietro alla «nostra chiesa» o anche alla «vostra chiesa» è scomparsa la «sua chiesa». Ma è proprio e soltanto questa che interessa; se essa non esiste più, anche la ‘nostra’ deve abdicare. Se fosse soltanto la nostra, la chiesa sarebbe un superfluo gioco da bambini.
(Joseph Ratzinger – da “Perché sono ancora nella Chiesa”)
NdR: Noi tutti conosciamo i limiti e a volte gli orrori della Chiesa legati alla “gestione umana”, ma Benedetto XVI ci regala la speranza che molti di noi hanno perduto. Guardiamo oltre, guardiamo a Gesù Cristo e la vedremo risplendere di luce riflessa …. Come la Luna.
n’affascinante narrazione che si snoda attraverso i canti del Coro dei Minatori di Santa Fiora, in un’esperienza che intreccia il passato e il futuro, per un racconto basato su storie popolari di lavoro e di migrazione e che segue le vite dei minatori del Monte Amiata. Un’occasione per riflettere sulle sfide del passato, fonte di ispirazione e tributo alla determinazione e al coraggio, per onorare la storia di coloro che hanno contribuito a plasmare Milano come locomotiva del Paese. Lo spettacolo sarà preceduto da un incontro in cui interverranno esponenti istituzionali e del mondo dell’impresa.
(16-10-2023) Torna “Una miniera di valori”, il 21 Ottobre p.v. alle ore 18.00 presso la Fonderia Napoleonica via Thaon di Revel, 21 a Milano. Dopo il successo del debutto al Teatro Filodrammatici e la seconda performance al Teatro della Casa della Memoria, una nuova occasione nel cuore di Milano, per diffondere cultura e storia, in cui passato e futuro si inseguono a partire dai canti delCoro dei Minatori di Santa Fiora.
L’evento, organizzato dal Rotary Club Passport Innovation, con il supporto di Milano Sostenibile ed in collaborazione con il Comune di Milano e Cofoundry Coworking, porta in scena un racconto popolare di lavoro, migrazione e riscatto, proprio dei minatori di quel distretto minerario del Monte Amiata che, dopo la chiusura e la vendita della Montecatini, sono stati obbligati a cambiar vita migrando, per cercare fortuna altrove. Molti di loro hanno lasciato la Maremma per raggiungere Milano, contribuendo, non senza sacrifici, a fare della metropoli meneghina la locomotiva del nostro Paese.
Protagonista della serata Il Coro dei Minatori di Santa Fiora, con la partecipazione di: Francesco Tricarico, Michele Fazio, Dagmar Segbers e Marco Brioschi.
Lo spettacolo sarà preceduto da un incontro moderato da Sara Monaci Giornalista de “Il Sole 24 ORE”, in cui interverranno: Giuseppe Talamazzini, Presidente del Rotary Club Passport Innovation; Fabrizio Capaccioli, Amministratore Delegato di Asacert; Gianluca Comazzi, Assessore al Territorio e Sistemi verdi Regione Lombardia; Pierfrancesco Maran, Assessore alla Casa e Piano Quartieri Comune di Milano; Beatrice Uguccioni, Consigliera del Comune di Milano.
Una grande serata narrativa tra musica e racconti della storia del nostro Paese e della Città di Milano Spettacolo gratuito ed aperto al pubblico, previa iscrizione su Eventbrite Segreteria organizzativa: segreteria@rotaryclubinnovation.org
🔻Noam Chomsky, uno dei piu’ importanti intellettuali oggi in Vita, ha elaborato la lista delle 10 strategie della manipolazione attraverso i mass media. Dedicate 5 minuti e non ve ne pentirete. Non foss’altro per ampliare le proprie conoscenze.
1-La strategia della distrazione L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dei cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti. La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico d’interessarsi alle conoscenze essenziali, nell’area della scienza, l’economia, la psicologia, la neurobiologia e la cibernetica. Mantenere l’Attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali, imprigionata da temi senza vera importanza. Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare, di ritorno alla fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).
2- Creare problemi e poi offrire le soluzioni. Questo metodo è anche chiamato “problema- reazione- soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che si dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, o organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo che il pubblico sia chi richiede le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito della libertà. O anche: creare una crisi economica per far accettare come un male necessario la retrocessione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.
3- La strategia della gradualità. Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi. E’ in questo modo che condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni ‘80 e ‘90: Stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero state applicate in una sola volta.
4- La strategia del differire. Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria”, ottenendo l’accettazione pubblica, nel momento, per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato. Prima, perché lo sforzo non è quello impiegato immediatamente. Secondo, perché il pubblico, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. Questo dà più tempo al pubblico per abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo rassegnato quando arriva il momento.
5- Rivolgersi al pubblico come ai bambini. La maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico, usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente mentale. Quando più si cerca di ingannare lo spettatore più si tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, lei tenderà, con certa probabilità, ad una risposta o reazione anche sprovvista di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno” (vedere “Armi silenziosi per guerre tranquille”).
6- Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione. Sfruttate l’emozione è una tecnica classica per provocare un corto circuito su un’analisi razionale e, infine, il senso critico dell’individuo. Inoltre, l’uso del registro emotivo permette aprire la porta d’accesso all’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o indurre comportamenti.
7- Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità. Far si che il pubblico sia incapace di comprendere le tecnologie ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. “La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza dell’ignoranza che pianifica tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare dalle classi inferiori”. 8- Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità. Spingere il pubblico a ritenere che è di moda essere stupidi, volgari e ignoranti …
9- Rafforzare l’auto-colpevolezza. Far credere all’individuo che è soltanto lui il colpevole della sua disgrazia, per causa della sua insufficiente intelligenza, delle sue capacità o dei suoi sforzi. Così, invece di ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e s’incolpa, cosa che crea a sua volta uno stato depressivo, uno dei cui effetti è l’inibizione della sua azione. E senza azione non c’è rivoluzione!
10- Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscono. Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno generato un divario crescente tra le conoscenze del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle élites dominanti. Grazie alla biologia, la neurobiologia, e la psicologia applicata, il “sistema” ha goduto di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia nella sua forma fisica che psichica. Il sistema è riuscito a conoscere meglio l’individuo comune di quanto egli stesso si conosca. Questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un controllo maggiore ed un gran potere sugli individui, maggiore di quello che lo stesso individuo esercita su sé stesso.
La criminalità informatica prende costantemente spunto dai trend del momento in ambito tecnologico per avvicinarsi più facilmente alle persone: social media e app di messaggistica istantanea sono ad oggi i canali maggiormente utilizzati dai frodatori. Ecco due tentativi di frode molto utilizzati a cui ti chiediamo di prestare particolare attenzione:
Truffa dell’emergenza famigliare
Il truffatore che attua una “Family emergency scam” si finge un membro della tua famiglia o un tuo amico e potrebbe contattarti per telefono, SMS, email o social media, fingendo di avere qualche tipo di problema e di aver bisogno di soldi immediatamente, fornendo un IBAN a cui bonificare una somma.
Truffa dell’investimento
Quando ti vengono proposte opportunità d’investimento insolitamente redditizie, generalmente sulle criptovalute o mercati esteri, presta attenzione, perchè potrebbe trattarsi di “Investment scam”. Spesso si riceve una telefonata inaspettata dove la persona al telefono propone investimenti con rendimenti rapidi e particolarmente alti ponendosi in modo insistente.
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Consigli pratici per tutelarti dalle frodi
Esistono diversi tipi di frodi informatiche e truffe che differiscono per il modo e per i canali con cui vengono portate avanti ai danni delle vittime. I malintenzionati agiscono prevalentemente tramite virus o malware (crimeware), e-mail (phishing), SMS o WhatsApp (smishing) oppure tramite telefonate (frodi telefoniche). Queste diverse tipologie di frode possono essere combinate tra loro per far sì che la frode abbia un impatto maggiore e che i criminali possano recuperare il maggior numero possibile di informazioni.