Capoeira: i benefici dell’arte marziale brasiliana

Mirangela Cappello

11 Ottobre 2023

Si dice che la capoeira sia iniziata come forma di arte marziale nel Brasile del XVI secolo, tra gli schiavi. Ma oggi, anche per il coinvolgimento di musica e canti corali, è associata più alla danza e al fitness, piuttosto che ad una disciplina di autodifesa. Di certo sono interessanti i benefici che questa attività fisica, svolta ormai in tutto il mondo, può apportare alla salute.

Indice

  1. I 4 benefici della capoeira
    1. Forza e flessibilità
    2. Perdita di peso
    3. Riduce lo stress
    4. Migliora l’umore

Dal XVI secolo ad oggi, la Capoeira è diventata una delle attività fisiche più gettonate, che donne e uomini di ogni età praticano nelle palestre del globo. Le origini di questa arte marziale si attestano nel Brasile del 1500. Qui, gli schiavi tratti dall’Africa, iniziarono a imbastire i rudimenti dello sport di attacco e difesa, camuffandolo da danza.

Di fatti, la capoeira si pratica con un sottofondo di musica e canti, con due avversari capoeristas che mimano i colpi e le parate classiche di un combattimento, andando a tempo con i ritmi. La disciplina, che in effetti appare come una danza, mostra calci e capriole, che arrivano a distanza ravvicinata dai punti sensibili.

I capoeristas infatti si scontrano in una roda, il cerchio di persone che circonda i due combattenti, con movimenti che si avvicinano a testa, inguine e stomaco. Ai giorni nostri la capoeira è anche spesso integrata, per queste ragioni, nelle arti marziali miste, dove la flessibilità, l’equilibrio e la precisione dei colpi sono aspetti determinanti.

fonte

Cantiere A9, code e promesse a non finire

Anna Campaniello

Dopo tre anni di disagi sull’autostrada al confine tra Italia e Svizzera, entro la fine della prossima primavera i lavori lungo la carreggiata saranno portati a termine – Il direttore di Autostrade Luca Beccaccini: «Per la prossima stagione turistica non ci sarà il cantiere sulla A9»

Una pausa invernale dalla festa dell’Immacolata a febbraio, poi altri tre mesi di lavori, limitazioni al traffico e caos annunciato. Tre mesi di disagi che dovrebbero però essere gli ultimi, prima della chiusura definitiva del cantiere in galleria sull’autostrada A9 Lainate–Como– Chiasso, annunciata entro la fine del mese di maggio 2024.

Dopo tre anni di disagi sull’autostrada al confine tra Italia e Svizzera, ora c’è una data per la fine di un cantiere che, per quanto necessario per la sicurezza, è diventato un incubo per chiunque si sposti nella zona di confine, appunto, tra Italia e Svizzera. La deviazione di carreggiata tra Como centro e la dogana di Brogeda, con una sola corsia disponibile utilizzata a doppio senso, si traduce in code e rallentamenti praticamente costanti, a tutte le ore della giornata. Pesanti ripercussioni anche sulla viabilità cittadina soprattutto per quel che riguarda Como. Questo a causa dei veicoli che, nel tentativo di evitare il caos in autostrada, si riversano sulle strade del capoluogo lariano.

Il prefetto di Como Andrea Polichetti ha convocato la società Autostrade a un tavolo sulla viabilità provinciale per chiedere chiarezza sulla prospettiva temporale dei lavori e avere certezze sulla prosecuzione del cantiere. Luca Beccaccini, direttore del secondo tronco Milano Autostrade per l’Italia, si è seduto al tavolo con i rappresentanti del territorio comasco e ha assicurato che «i lavori termineranno definitivamente entro il mese di maggio del prossimo anno. Per la prossima stagione turistica – ha precisato –, non ci sarà il cantiere sull’A9».

«Sospensione necessaria»

Il dirigente di Autostrade è entrato nel dettaglio dei lavori e delle prossime tappe: «Stiamo intervenendo per adeguare la calotta della galleria San Fermo – ha spiegato Beccaccini –. Si tratta di rinnovare completamente l’infrastruttura, demolendo la vecchia volta per ricostruirla. È un intervento incompatibile con la presenza del traffico. Avremmo potuto terminare prima i lavori se non avessimo mai sospeso il cantiere – ha spiegato ancora Beccaccini –. Confrontandoci con il territorio però, è emersa la necessità di lasciare liberi i mesi nei quali è maggiore l’intensità del traffico, soprattutto per la presenza di turisti. La scelta è stata quindi di spezzettare i lavori, concentrandoli nei periodi in cui potevano essere meno impattanti e riducendo quindi i disagi».

La tregua estiva quest’anno si è conclusa l’11 settembre scorso, quando è stata ripristinata la deviazione di carreggiata e si sono puntualmente ripresentate le lunghe code. Emblematico, nei giorni scorsi, il caso di una donna in travaglio partita dalla Svizzera e diretta all’ospedale Sant’Anna di Como rimasta bloccata nel traffico sull’A9. Solo l’intervento di una pattuglia della Guardia di finanza che casualmente era a poca distanza e, con lampeggianti e sirene accese, ha scortato l’auto permettendo alla partoriente di raggiungere in tempo il presidio sanitario. Un episodio limite, che ben testimonia però la difficoltà che quotidianamente vivono migliaia di automobilisti e autotrasportatori, a partire dai frontalieri e dagli svizzeri che si spostano verso il territorio comasco.

I disagi proseguiranno per altri due mesi poi, dopo la pausa natalizia, il rush finale. «Sospenderemo anche quest’anno il cantiere entro l’8 dicembre, per la festa dell’Immacolata – ha confermato Luca Beccaccini –. Riprenderemo i lavori tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo e il termine definitivo dell’intervento sarà entro il mese di maggio». Il dirigente di Autostrade promette che questo intervento garantirà un lungo periodo senza nuovi lavori. «Con l’adeguamento e il rifacimento della calotta – ha concluso –, la galleria avrà nuova vita per 50 anni».

Fontehttps://www.cdt.ch/news/ticino/cantiere-sulla9-code-e-promesse-fine-lavori-entro-maggio-329075?utm_source=newsletter&utm_medium=story&utm_campaign=direct

Il primo ministro Ungherese Orban rivela la verità sull’Occidente.

(Verità che conosce anche il primo ministro italiano che tace)

Primo Ministro Orban

“Quest’autunno gli oppositori dell’Ungheria presenteranno di nuovo le loro richieste. Ciò che l’impero di Soros, i burocrati di Bruxelles e i democratici americani vogliono da noi, noi non possiamo e non vogliamo darglielo.

L’amministrazione degli USA continuerà a volerci coinvolgere nella guerra: fornendo armi e dando più soldi all’Ucraina, o almeno permettendo a Bruxelles di dare all’Ucraina i nostri soldi.

Bruxelles vuole che lasciamo entrare i migranti e che costruiamo ghetti per loro, che facciamo propaganda sessuale nelle scuole, che diamo loro potere decisionale in campo economico e che rinunciamo a una politica estera autonoma.

Minacciano che se non facciamo tutto questo, ci metteranno sotto costante pressione, senza fondi da Bruxelles, e – attraverso le casse dell’impero di Soros – pagheranno la sinistra ungherese, gli oppositori interni del governo ungherese.

Cosa possiamo dire di tutto ciò?

In primo luogo, l’Ungheria non fa parte del club dei “Paesi Servitori” che, quando ricevono una chiamata da Bruxelles, rispondono semplicemente: “Sì!”.

In secondo luogo, l’Ungheria non può permettere a nessuno di limitare la propria indipendenza e sovranità”.

Fonte

📱InfoDefenseITALIA

Immigrazione: parole, parole, parole….

parole parole parole…. da tutti governo e opposizione


Incredibile come i media mainstream, il governo Meloni e l’Unione europea stiano vendendo una montagna di fumo sull’accordo dei migranti. Il patto non prevede in nessun punto la lotta all’immigrazione clandestina ne impedisce esplicitamente alle ONG di proseguire con il loro traffico di esseri umani. Non è un caso che Orban non lo abbia votato. Giorgia Meloni non ha ottenuto nulla se non della fuffa propagandistica che non risolve il problema. L’Italia resta invasa dagli immigrati clandestini e la Meloni non fa nulla per proteggere le nostre acque territoriali.


In pratica gli attuali propagandisti di Salvini e Meloni sono stati negli anni passati ad attaccare il PD perché esso non faceva nulla per arrestare il traffico di esseri umani e invocava il fantomatico intervento UE che vuole quel traffico. Adesso che sono loro al governo utilizzano gli stessi falsi argomenti che utilizzava il PD per consentire gli sbarchi di immigrati clandestini. Non ci sono molti dubbi al riguardo. Fdi e Lega sono di gran lunga peggiori del PD.

Cesare Sacchetti – TelegraM

Pensioni minime, invalidità civile e assegno sociale: gli importi dopo i prossimi aumenti

Di Simone Micocci

Pensioni, in arrivo una doppia rivalutazione: la prima tra novembre e dicembre, la seconda a gennaio 2024. Ecco come cambiano gli importi delle pensioni minime, d’invalidità e dell’assegno sociale.

Come anticipato nei giorni scorsi, nuovi aumenti sulle pensioni sono in arrivo nei prossimi mesi. Il primo ci sarà tra novembre e dicembre per merito del conguaglio della rivalutazione del 2023, con il quale sugli importi verrà applicata la differenza dello 0,8% accertata tra il tasso provvisorio e quello definitivo, mentre il secondo è in programma a gennaio 2024tenendo conto dell’andamento dell’inflazione rilevato per il 2023.

Un’operazione che avrà conseguenze su tutte le pensioni, compresi il trattamento minimo e le pensioni d’invalidità civile, come pure per l’assegno sociale.

E dal momento che stiamo parlando di importi molto più bassi, per questi trattamenti la rivalutazione verrà effettuata al 100% del tasso accertato (mentre sopra le 4 volte il trattamento minimo si applicano delle percentuali ridotte).

Va detto che solo per il conguaglio sappiamo per certa la percentuale di rivalutazione, pari appunto allo 0,8%. Per quanto riguarda la rivalutazione in programma a gennaio, invece, bisognerà attendere ancora qualche settimana prima che l’Istat certifichi il tasso d’inflazione medio da applicare sugli assegni. Tuttavia, per il momento possiamo farci un’idea su quanto aumenteranno le pensioni minime, quelle d’invalidità civile e l’assegno socialeguardando alla percentuale di rivalutazione stimata nella Nota di aggiornamento al Def approvata dal Consiglio dei ministri il 27 settembre scorso: un 5,4%, leggermente in discesa rispetto alla percentuale del 5,6% che era stata accertata nel Def.

Come aumentano le pensioni minime

Oggi il trattamento minimo ha un importo pari a 563,74 euro, sul quale poi si applica una rivalutazione straordinaria dell’1,5% che sale al 6,4% per chi ha compiuto i 75 anni.

Con il conguaglio atteso tra novembre e dicembre, quindi, l’importo della pensione minima salirà a 568,24 euro, con un aumento di circa 4 euro. Va ricordato che questo importo decorre da gennaio 2023, per questo in sede di conguaglio verranno riconosciuti anche gli arretrati.

Considerando poi la rivalutazione straordinaria introdotta dalla legge di Bilancio 2023, ne risulterà che per gli under 75 la pensione minima potrà arrivare fino a un massimo di 576,76 euro(rispetto ai 572,74 euro attuali), mentre per chi ha compiuto i 75 anni si sfora il muro dei 600 euro arrivando a 604,61 euro (rispetto ai 599,82 attuali).

A gennaio 2024 poi gli importi cambieranno ancora, grazie a una rivalutazione che dovrebbe essere del 5,4%. L’importo del trattamento minimo salirebbe così di altri 30 euro circa, arrivando a 598,92 euro. A questo importo va aggiunta la rivalutazione straordinaria che nel 2024 salirà al 2,7%, incrementando così l’assegno fino a 615,09 euro. Sarà la legge di Bilancio 2024, invece, a stabilire cosa ne sarà delle pensioni minime per gli over 75, per i quali oggi la rivalutazione al 6,4% non è confermata per il prossimo anno.

Come aumenta l’assegno sociale

L’assegno sociale, prestazione che spetta a 67 anni a coloro che versano in una situazione di bisogno economico, al momento ha un importo pari a 503,27 euro mensili (per tredici mensilità).

Con il conguaglio in programma tra novembre e dicembre ci sarà un incremento di circa 4 euro, con l’importo dell’assegno sociale che salirà a 507,29 euro. E contestualmente ci sarà il pagamento di almeno 10 mensilità arretrate, con un assegno una tantum di circa 40 euro.

A gennaio 2024 anche l’assegno sociale farà un ulteriore balzo in avanti con l’importo che verrà adeguato al maggior costo della vita: nel dettaglio, con una rivalutazione del 5,4% il valore sarebbe pari a 534,68 euro.

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IL PREMIO NOBEL PER LA PACE 2023

👀 Il Presidente ucraino Vladimir Zelensky e il dissidente russo Alexei Navalny sono tra i favoriti per il Premio Nobel per la Pace di quest’anno. Ma, secondo gli esperti, i sostenitori dei diritti delle donne, delle popolazioni indigene o dell’ambiente potrebbero rubare la scena.

🔸Il Comitato norvegese per il Nobel, visti i precedenti, è anche in grado di sorprendere completamente nell’annuncio del 6 ottobre.

🔸Anche se i bookmaker danno Zelensky come candidato principale per unirsi all’illustre lista di premiati, da Nelson Mandela a Martin Luther King, gli specialisti del Nobel ritengono improbabile che il Presidente ucraino venga nominato a causa di essere stato un leader di un Paese in guerra.