Coco Lzy: Dopo 30 anni il ritorno straordinario con “Non ti ho tradito”. Coco Lzy, presenta il suo primo singolo Pop-Dance. Coco ha già conquistato il pubblico grazie alla profonda emotività e originalità, portando con sé una storia di passione e amore incondizionato che raggiunge il cuore delle persone.
(27-11-2023) Lazzaro Cocomazzi conosciuto come “Deejay Coco” artista polivalente diversamente abile, ha debuttato con il suo primo disco a soli 14 anni e da allora ha dedicato quattro decenni alla passione per la musica, affinando il suo talento e guadagnandosi un autentico record. Il 1° dicembre 2023, esce “Non ti ho tradito” e sarà disponibile in vinile, CD e in tutti gli store digitali, offrendo un’esperienza musicale che attraversa generazioni e stili. Questo EP rappresenta una rinascita artistica senza precedenti, un momento magico per Coco Lzy.
Per celebrare questo evento eccezionale, sabato 2 dicembre, Koala Records presenta uno Show Case a Milano presso Hug, situato in Via Venini 83.
L’evento è destinato a catalizzare l’attenzione di Radio Nazionali e battagliere radio libere chiamate a collaborare per selezionare i nuovi talenti della musica italiana. La vincitrice del casting avrà l’opportunità di presentare lo Show FRL, affiancando “Coco” e i nuovi talenti in numerose piazze a partire dalla prossima stagione estiva. Questo nuovo format entusiasmante è pronto a far ballare paesi e città in tutta Italia, portando con sé una ventata di freschezza e innovazione. Il 2 dicembre segnerà un evento epocale, il “miracolo di Lazzaro” per l’intero mondo musicale.
Koala Records è lieta di invitare la stampa e gli editori radiofonici all’evento di inaugurazione che si terrà sabato 2 dicembre presso il locale “Hug,” Via Giulio e Corrado Venini 83, Milano. L’evento avrà inizio alle 18:30 e si concluderà alle 21:00. La prenotazione è obbligatoria, per ulteriori informazioni e per assicurare la partecipazione è possibile contattare Koala Records.
Si è diffusa nei giorni scorsi -attraverso la trasmissione televisiva ‘Fuori dal Coro’- la notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati dell’ex Ministro della Salute, Roberto Speranza e dell’ex Direttore Generale di AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), Nicola Magrini. La Procura di Roma sta indagando per ‘omicidio, falso ideologico, corruzione per l’esercizio della funzione e lesioni personali’. Al centro della questione gli effetti avversi dei vaccini anti-Covid, tematica ancora oggi tabù, ma che pone pesantissimi interrogativi sull’intera gestione pandemica, sia sotto il profilo sanitario, sia giuridico. La stampa generalista non ha dato risalto alle indagini, affrettandosi invece a specificare che -secondo il legale di Speranza- la Procura avrebbe già chiesto l’archiviazione. Ad aver presentato l’esposto nei confronti di Magrini e Speranza le associazioni Avvocati liberi, Comitato Ascoltami, O.S.A. Italia (Operatori Sicurezza Associati), Antonio Porto, dirigente di LES(sindacato Libertà e Sicurezza della Polizia) ed attuale Segretario Generale Nazionale di O.S.A. Polizia(Organizzazione Sindacale Autonoma), SFD (Sindacato Finanzieri Democratici) e l’ex senatrice Bianca Laura Granato. Sulle reazioni avverse post-iniezione tuttora grava un fittissimo silenzio. La problematica viene regolarmente censurata e rimossa, banalizzata o comunque minimizzata, nonostante le evidenze scientifiche e la documentazione ufficiale smentiscano vieppiù la versione dominante: ‘qualcosa’ di molto grave è andato storto e la situazione è talmente seria e complessa che non potrà risolversi facendo spallucce. Abbiamo fatto il punto con il Segretario Generale Nazionale di O.S.A. Polizia, Antonio Porto e con la vicepresidente del Comitato Ascoltami, Silvia Vernò.
I vostri esposti hanno indotto la Procura di Roma ad iscrivere nel registro degli indagati l’ex Ministro Roberto Speranza e l’ex direttore di AIFA, Nicola Magrini. Su quali elementi si fondano le vostre denunce?
A. P. (O.S.A. Polizia): “Le nostre denunce si fondano su una CTU del professor Francesco Belli -risalente a dicembre 2021- e sulle ricerche del biochimico Gabriele Segalla. Due anni fa, in qualità di segretario provinciale del sindacato LES, numerosi colleghi poliziotti mi chiesero spiegazioni in merito alla legittimità della sottoscrizione del consenso informato -richiesto all’atto della vaccinazione anti-Covid- nonostante pendesse nei loro confronti l’obbligo vaccinale. Dalle consulenze emerse che i prodotti vaccinali contenessero due lipidi funzionali alla conservazione e alla veicolazione dell’mRNA: stando alle indicazioni della casa farmaceutica che li aveva sviluppati, la Cayman Chemical Company, tali sostanze potevano essere utilizzate solo a scopi di ricerca, ma non potevano essere somministrate in alcun modo né agli umani, né agli animali. Veniva inoltre evidenziato che le sostanze avrebbero potuto causare effetti teratogeni alle donne incinte, danni cardiaci e malattie oncologiche. Trasmisi l’intera documentazione alle autorità preposte ma non ottenni risposta. Il mio percorso proseguì con l’O.S.A. e gli Avvocati Liberi (ALI): depositai con l’assistenza di Avvocati Liberi due esposti-denunce alle Procure di Catanzaro e di Santa Maria Capua Vetere, relativamente a numerose ‘morti improvvise’ sospette tra gli esponenti delle forze dell’ordine. Ci siamo quindi uniti al Comitato Ascoltami e ad altre realtà. Infine è partita l’inchiesta di ‘Fuori dal Coro’. Nell’esposto noi abbiamo contestato, ai sensi degli articoli 443 e 445 del codice penale, la somministrazione di vaccini in modalità off-label, la vaccinazione eterologa (non vi erano studi sull’interazione dei vari prodotti), la vaccinazione nei confronti di infanti, donne incinte e fragili. La sperimentazione clinica non aveva infatti coinvolto né bambini, né donne gravide e nemmeno anziani e immunocompromessi. Ricordiamoci infine che, nel corso della campagna vaccinale, sono stati somministrati pure prodotti scaduti”.
S. V. (Comitato Ascoltami): “Come illustrato dal Segretario Antonio Porto, gli esposti si fondano sugli elementi emersi dall’inchiesta della giornalista Marianna Cané, inviata di ‘Fuori dal Coro’. La trasmissione condotta da Mario Giordano ha approfondito per mesi i retroscena della campagna vaccinale, rivelando informazioni, conversazioni, contenuti e scambi di mail da cui è trapelato che le autorità sanitarie e istituzionali erano perfettamente a conoscenza delle criticità dei vaccini anti-Covid. Il programma televisivo ha evidenziato chiaramente bugie ed omissioni gravissime relativamente alla somministrazione di tali prodotti e per questo noi ci siamo rivolti alla Giustizia, confidando che possa fare finalmente luce su quanto è accaduto”.
Stando a ciò che è stato pubblicato su alcune testate, circola la notizia che l’inchiesta sia prossima all’archiviazione. Come stanno veramente le cose?
A. P.: “Ad oggi noi sappiamo soltanto, in qualità di parti offese, che la Procura ha inoltrato la richiesta -come previsto dalla legge- al Tribunale dei Ministri. Non abbiamo ricevuto altre comunicazioni dalla Procura. Il legale di Speranza ha affermato che l’inchiesta verrà archiviata: ha ricevuto questa informazione da qualcuno oppure è soltanto una sua opinione? Ad ogni modo, se anche fosse vero, non significa che il GIP si fermi. Non dimentichiamoci infine che, a differenza dell’ex Ministro Speranza, Magrini non gode di alcuno scudo parlamentare: alla luce dell’incarico che ricopriva, la sua posizione potrebbe rivelarsi ancora più delicata”.
S.V.: “Confermo. L’unica informazione di cui siamo a conoscenza, in quanto appresa dagli organi di stampa, è che il legale dell’ex Ministro Speranza avrebbe presentato richiesta di archiviazione. Non abbiamo ricevuto comunicazioni ufficiali da parte della Procura, perciò attendiamo gli sviluppi della vicenda”.
Nei mesi scorsi alcuni suoi colleghi di altre sigle sindacali hanno dichiarato che, tra le forze dell’ordine, i danneggiati da vaccino sarebbero decine di migliaia. È possibile fare una stima più rigorosa sul numero degli esponenti delle forze dell’ordine che hanno segnalato effetti avversi dopo le iniezioni?
A. P.: “Preciso subito che non disponiamo di dati ufficiali. Salvo alcune correlazioni accertate, la maggior parte delle segnalazioni è stata presentata in via ufficiosa. Desidero sottolineare che, uno dei requisiti per ottenere l’idoneità all’esercizio della professione di poliziotto è quello della certificazione della sana e robusta costituzione. Tantissimi colleghi lamentano problemi a seguito delle iniezioni, ma temono tutti di sottoporsi agli accertamenti medici della Commissione, che probabilmente farebbe perdere loro l’idoneità: ci chiedono aiuto soltanto in via ufficiosa”.
Quanti presunti danneggiati da vaccino si sono rivolti al Comitato Ascoltami e quali sono le loro richieste?
S. V.: “Il Comitato Ascoltami ha accolto l’iscrizione di circa tremila persone che hanno subito gravi reazioni avverse dopo la vaccinazione anti-Covid. Alla maggior parte di esse è stata già certificata la correlazione. Altrettante sono le iscrizioni al Comitato di sostenitori che appoggiano le nostre iniziative. Gli iscritti chiedono sostegno per la ricerca e investimenti affinché si studino possibilità di cura dei danneggiati; la creazione di un codice esentivo ad hoc rilasciato dal medico di medicina generale (MMG) per sospetti eventi avversi, con conseguenti prestazioni a totale carico del SSN. Chiediamo alle Istituzioni ambulatori dedicati ai danneggiati, affinché essi possano ottenere cure gratuite polispecialistiche, oltre allo snellimento, alla deburocratizzazione delle varie pratiche, nonché la presenza di una Commissione Tecnico-Scientifica Indipendente per la valutazione dell’indennizzo a seguito della vaccinazione. Inoltre chiediamo una raccolta dati presente e futura più accurata, attraverso una farmacovigilanza attiva e un’indagine retrospettiva”.
Il numero di chi si è sottoposto ai richiami anti-Covid è bassissimo, persino tra i sanitari. Evidentemente serpeggia un forte scetticismo anche tra coloro i quali hanno propagandato tali prodotti, spergiurando sulla loro efficacia e sicurezza. Qual è la Sua impressione, al riguardo?
A. P.: “Se non avessero imposto obbligatoriamente la vaccinazione, la maggior parte delle persone non si sarebbe vaccinata. Tanti sono stati costretti perché non potevano vivere senza lo stipendio e numerosi esponenti delle forze dell’ordine hanno ceduto in quanto non sapevano per quanto tempo vigesse l’obbligo: molti di essi si sono vaccinati con la consapevolezza di andare al patibolo. Quando sono caduti gli obblighi è emerso che gli appartenenti alle forze dell’ordine avrebbero potuto svolgere, da sospesi, un’altra attività, ma solo a determinate condizioni: faccio presente, inoltre, che lo stipendio medio di un poliziotto italiano è tra i più bassi d’Europa”.
S. V.: “Più che esprimere opinioni personali, che lasciano il tempo che trovano, preferisco portare avanti azioni concrete e lasciar parlare i fatti. Noi del Comitato Ascoltami ci adoperiamo da due anni per aiutare le persone che hanno subito gravi danni post-vaccino: le sosteniamo e diamo loro voce poiché le Istituzioni non si sono fatte carico della loro immensa tragedia. Ritengo che ormai la gravità della situazione sia chiara a tutti: i fatti parlano da soli”.
È sconcertante il fatto che, nonostante la pubblicazione di documenti ufficiali, conversazioni confidenziali, intercettazioni che coinvolgono alti personaggi istituzionali, domini una sorta di omertà totale sulla gestione Covid e anche sugli effetti avversi. Quanto è emerso a livello di documentazione prova che i ‘vertici’ erano in realtà a conoscenza delle problematiche riguardanti i prodotti anti-Covid e questo addirittura dall’inizio della campagna vaccinale. Tuttavia, ancora oggi, non ne parla quasi nessuno, se non per censurare o screditare il medico o lo scienziato ‘dissidente’. Lei è un esponente delle forze dell’ordine, cioè un servitore dello Stato. Si sente tradito dalle Istituzioni? Qual è il Suo stato d’animo?
A. P.: “Guardiamo in faccia la realtà. Gli obblighi, le imposizioni e i provvedimenti sono stati adottati dalle più alte cariche dello Stato: se quanto sta emergendo troverà conferma nelle sedi opportune, si ravviserebbero responsabilità gravissime nei confronti di chi ha approvato e sostenuto certe misure. L’allora Presidente del Consiglio, Mario Draghi, disse che il Pass era uno strumento di garanzia per ritrovarsi tra persone che non si contagiavano e che non erano contagiose. Oggi l’EMA ha ribadito ufficialmente che i vaccini non erano stati autorizzati quali prodotti per prevenire il contagio. Qual è il mio stato d’animo? Credo che le Istituzioni siano state ingannate dalla politica, che si è sostituita alla vera Scienza. Numerosi ‘vertici’ delle Istituzioni ci hanno rivelato, negli ultimi tempi, di essere stati ‘costretti’ a vaccinarsi. L’inganno è chiaro a tutti: resta da capire perché alla popolazione non siano state comunicate le informazioni corrette. I civili under 50 che lavoravano negli stessi nostri uffici, insieme ai poliziotti, potevano lavorare sottoponendosi soltanto al tampone: perché a loro è stata data questa possibilità, mentre ai poliziotti no? Qual è la logica di certi provvedimenti? Ripeto sempre che i criminali della ‘Uno bianca’ erano quasi tutti poliziotti e che, fino alla sentenza di condanna, avevano diritto al 50% dello stipendio: coloro i quali hanno esercitato legittimamente il diritto a non vaccinarsi, rispettando la Costituzione, sono rimasti invece privi di sostentamento. Credo nella Giustizia, mentre sono rimasto deluso da tutti i sindacati, sia confederati che di categoria. Mi sento tradito dai sindacati, che avrebbero dovuto tutelare i lavoratori, lottando per il diritto al lavoro e per le libertà costituzionali. Diversamente, io mi sono messo nei panni dei lavoratori della Polizia di Stato chiedendomi cosa avrei desiderato che il sindacato facesse per tutelare il mio diritto al lavoro ed alla salute, perciò come sindacalista ho preso una ferma posizione contro il Green Pass che sin da subito aveva dimostrato di non essere uno strumento sanitario, ma soprattutto contro l’obbligo vaccinale per la mia categoria, tentando, nel miglior modo possibile, di tutelare i diritti fondamentali dell’essere umano tra i quali la “dignità”
I danneggiati lamentano spesso una scarsa attenzione nei loro confronti, sia da parte del personale sanitario, sia da parte delle Istituzioni. Come se lo spiega?
S. V.: “Ci sono decine di migliaia di persone abbandonate dalle Istituzioni: si tratta di nostri connazionali che hanno perso completamente la salute e che hanno dovuto sostenere spese altissime nel tentativo di curare le reazioni avverse subite dopo la vaccinazione. È estremamente urgente che l’attuale Ministro della Salute, Orazio Schillaci, si faccia carico di questa drammatica situazione senza che passi altro tempo. Quest’ultimo, infatti, è stato superato ampiamente”.
SAN FEDELE INTELVI, CENTRO DELLA MAGNIFICA VALLE INTELVI (CO) RAGGIUNGETECI E TROVERETE UNA BELLA PISTA DI PATTINAGGIO MA ANCHE TANTE ALTRE SORPRESE PER UNA MERENDA INDIMENTICABILE.
A pochi chilometri da Milano, nella splendida Valle Intelvi, le iniziative per le feste natalizie sono già cominciate.
Il 1 dicembre alle ore 16 verrà aperta a San Fedele (Centro Valle) una nuova pista di pattinaggio sul ghiaccio, sport sempre molto richiesto.
I signori Colombo, gestori della pista, attendono con gioia tutti coloro che vorranno passare le vacanze con loro e offrono a grandi e piccini la possibilità di un sano divertimento e molte attrazioni con tante sorprese per tutti. A far da cornice alla bella iniziativa frittelle, crêpes, zucchero filato, vin brûlé e cioccolata calda, per una merenda gustosa in compagnia a prezzi accessibili per tutti.
Dal 25 novembre al 7 gennaio 2024 la pista, che si trova in via Roma 45, sarà aperta con i seguenti orari:
Feriali – dalle 14,30 orario continuato
Venerdì, Sabato e Domenica – dalle 10 orario continuato
Viene offerta a chi fosse interessato, la possibilità di spazzi pubblicitari
– per qualsiasi informazione chiamare il numero di cell.3393542979 o inviare messaggio tramite Whatsapp
La famiglia Colombo desidera ringraziare il Comune di Centro Valle Intelvi e i commercianti per la loro preziosa collaborazione.
Il capoluogo lombardo è in testa alla classifica del Sole 24 ore sull’Indice della criminalità nelle province italiane, come un anno fa. Nelle top ten tante grandi città
Il sindaco del capoluogo lombardo interviene dopo il tentativo, sventato, di rubare l’orologio al pilota Ferrari. «Ogni cosa che succede a Milano è enfatizzata all’ennesima potenza, ciò nonostante c’è da lavorare. La sicurezza è un problema, bisogna continuare a lavorare». Quali sono i dati?
Sotto accusa è la città, diventata sempre meno sicura. Lo dicono gli abitanti di Milano, ma anche i dati legati al numero delle denunce. Il capoluogo lombardo è in testa alla classifica del Sole 24 ore sull’Indice della criminalità nelle province italiane, come un anno fa. Sono stati 6.991 i reati denunciati ogni 100mila abitanti nel 2022, quasi un migliaio in più rispetto al 2021, e le denunce sono in crescita del 3,5% anche nel primo semestre 2023 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
A crescere sono i reati definiti predatori. A Milano nel 2022 le rapine in pubblica via sono tornate ai livelli del 2007: più di 2.700 episodi denunciati in 12 mesi. Per rapine e furti la città è prima in Italia, quarta per violenze sessuali. A seguire Milano nella classifica sono Rimini e Roma, nella top ten anche Bologna, Firenze, Torino e Napoli. Bologna, Firenze e Torino sono quarta, quinta e sesta seguite da Imperia, Livorno, Prato e Napoli.
I dati generali, quelli che il ministero dell’Interno pubblica ogni Ferragosto, raccontano un aumento generale in Italia di questi reati. Le rapine sono state 14.979 fra il 1 gennaio 2022 e il 31 luglio 2022, 15.486 nello stesso periodo del 2023. Per quanto riguarda i furti negli stessi mesi si passa da 539.920 a 554.975.
Sul podio dell’Indice del Sole 24 Ore c’è anche Roma. La Capitale nel 2022 ha registrato 231.293 reati denunciati che sono 5.485 ogni 100mila abitanti. Questo numero è in crescita del 5% rispetto al 2019. Oltre 26mila i furti con destrezza registrati a Roma, un numero maggiore è stato segnalato solo tra il 2013 e il 2015. Tra gennaio e giugno 2023 le denunce sono salite ancora dell’8,3% rispetto agli stessi mesi del 2022. Roma è salita sul podio accanto a Rimini dove però nel 2023 le denunce sono in diminuzione dell’8%.
Comune a tutte le città è il maggiore investimento in sicurezza e la richiesta al Ministero di più personale in servizio. Firenze e Roma hanno lavorato sulla video sorveglianza, Milano ha aggiunto agenti della municipale. Misure che per molti sembrano per ora limitate.
Quello che più mi preme, in questo periodo, è la necessità di riuscire a diffondere le informazioni necessarie affinché le persone che leggono le mie newsletter possano essere preparate al meglio per fare le scelte migliori, in modo consapevole. Per questo è importante aver letto il mio libro e condividere quanto scritto. Oggi, questa newsletter è gratuita per tutti. Vi invito a condividerla subito con le persone che volete salvare dell’imminente impatto del Reset valutario in corso. Le altre newsletter sono riservate agli abbonati o a chi ha acquistato il mio libro. Ci tengo a ricordare che tutto il ricavato di questo mio lavoro divulgativo (libro e newsletter) viene destinato alla beneficienza. Quello che più mi preme, in questo periodo, è la necessità di riuscire a diffondere le informazioni necessarie affinché le persone che leggono le mie newsletter possano essere preparate al meglio per fare le scelte migliori, in modo consapevole. Per questo è importante aver letto il mio libro e condividere quanto scrivo.
Una barzelletta della tradizione contadina toscana riassume in un attimo l’intero principio economico che sta alla base della fase terminale che stiamo attraversando.
La barzelletta andrebbe raccontata a voce, per accentuare la pronuncia caratteristica del dialetto, quindi vi invito a leggerla immaginando una voce tipica toscanaccia.
“ Da’ retta, Agosto, ma te quando t’avevi la mucca malata, ma icché tu gli facevi”?“
« ANCHE LA MIA L’È MORTA»
La morale di questa storia, della saggezza contadina, è quella di voler cercare un rimedio empirico ad una condizione di malattia e vedere a posteriori, se il rimedio adottato funziona. Praticamente la stessa strategia adottata dagli attuali direttori delle banche centrali con le loro manovre sui tassi di interesse.
Immaginiamo la stessa conversazione tra, che so, Jerome Powell e Christine Lagarde, sostituendo la mucca con la parola economia e la manovra sui tassi d’interesse al posto del trattamento con lo zolfo. Il risultato finale è lo stesso.
In una fase di disastro cronico che perdura da anni, causato dalle politiche monetarie di tassi a zero, le banche centrali hanno provato a “zolfare la mucca” alzando i tassi, e la mucca è morta!
Il problema è che la malattia economica è incurabile! Puoi “zolfare” il sistema monetario quanto vuoi, ma non puoi guarire più perché ormai è morto!
Proveranno ancora con lo zolfo, abbassando i tassi e quella sarà la miccia che incendia l’inflazione. Chi ha risparmiato sul conto, in euro, dollari, sterline, yen, ma anche franchi svizzeri e tutte le valute di banca, potrebbe vedere evaporare il potere d’acquisto in tempi brevissimi, perché le banche sono tutte collegate: sono un cartello. Il problema è dentro le banche e il loro sistema. Quello è il luogo dove abbiamo i nostri soldi.
Questo è il modo in cui funzionerà il GRANDE RESET. Si salveranno in pochissimi. Il ceto medio non esisterà più e ciò renderà tutto molto più facile per consentire alle oligarchie di ottenere il controllo totale delle masse umane inermi.
Considerando il 50% di “cedolare secca” del cambio da lira a euro e il 40% dal 2000 ad ora, abbiamo perso circa il 90% del potere di acquisto in poco più di 20 anni solo grazie allo strumento monetario.
Osservando il grafico della perdita di valore dell’euro, come può una persona con un briciolo di buon senso, restare aggrappata ai propri euro, sperando che la curva discendente si possa miracolosamente invertire? Ebbene, quella linea blu continuerà a scendere fino allo zero. Per questo bisogna fare qualcosa prima per salvare quello che resta dei nostri risparmi.
Fatemi fare un altro esempio. Recentemente, sto imparando a fare surf sull’onda, che alle Bahamas dovette vestire, nell’Oceano Atlantico.
È un’esperienza incredibile, che mi sta aiutando a capire molte cose e il rapporto con le forze della natura; in questo caso, il rapporto con la forza dell’oceano. In acqua, sulla tavola, la sensazione è di contatto con le correnti. Si arriva a percepire una situazione di sintonia che non si può descrivere una parola, perché è qualcosa di magico. Poi arriva il momento dell’onda. La si vede formare, crescere, raggiungere il culmine ed infrangersi. L’abilità del surfista sta nel riuscire a cavalcarla. Altrimenti, esistono altre tecniche per evitare di essere travolti, tipo, immergersi sotto o galleggiare sopra
In ogni caso, l’onda farà il suo ciclo, con o senza di noi. Niente può fermare questa forza della natura. L’unica cosa che resta da fare è quella di capire questo comportamento e di anticipare la fase finale, in base alle proprie forze ed abilità, prima di essere travolti.
Il sistema economico, come tutto quello che avviene, è anche esso sottoposto a queste leggi naturali e alla forza invincibile dei cicli. Come la vita che nasce, si sviluppa, e muore. L’unica differenza è che il sistema economico di adesso, essendo basato sul debito, deve contenere gli interessi che crescono, non in modo lineare, ovvero secondo natura, ma in modo esponenziale. È per questo che nessuno si accorge di quello che sta per accadere finché è troppo tardi. L’osservazione che fa scattare l’azione viene colta di sorpresa da quella parte finale della progressione geometrica/esponenziale, che la mente umana non è in grado di capire.
Un meccanismo che i controlli del sistema monetario, ovvero le banche, conoscono benissimo da sempre. Le masse umane sono tranquillizzate fino all’ultimo dalla diffusione di notizie false. I banchieri cercheranno di mantenere il bestiame buono nel recinto dell’illusione della valuta di carta fino a che saranno pronti con la carneficina.Un meccanismo che i controllori del sistema monetario, ovvero le banche, conoscono benissimo da sempre. Le masse umane sono tranquillizzate fino all’ultimo dalla diffusione di notizie false. I banchieri cercheranno di mantenere il bestiame buono nel recinto dell’illusione della valuta di carta fino a che saranno pronti con la carneficina.
È per questo che tutte le banche centrali stanno accumulando oro fisico. Lo sanno che la mucca è morta .È per questo che tutte le banche centrali stanno accumulando oro fisico. Lo sanno che la mucca è morta.
Quando scoprirà il caos e la gente vedrà sparire il valore dei propri soldi, inizierà il panico generale. In quel momento, i banchieri faranno vedere i lingotti d’oro e annunceranno la soluzione, esattamente come avvenne a Bretton Woods nel 1944.Quando scoppierà il caos e la gente vedrà sparire il valore dei propri soldi, inizierà il panico generale. In quel momento, i banchieri faranno vedere i lingotti d’oro e annunceranno la soluzione, esattamente come avvenne a Bretton Woods nel 1944.
La gente che nel frattempo ha perso tutto, sarà tranquillizzata nel vedere che c’è una soluzione. E il sistema di controllo potrà andare ancora avanti, per un nuovo ciclo monetario che, come tutti i precedenti cicli monetari, nascerà, si svilupperà e inevitabilmente morirà. Solo chi prende l’oro in tempo si salverà e potrà partecipare al nuovo ciclo con della ricchezza salvata.
E la gente? Praticamente nessuno ha oro. E la gente? Praticamente nessuno ha oro.
La gente si fida di quelli là.
Allora: come va a finire? Come nei film, finisce che i buoni riescono a salvarsi, ma ci sarà da lottare e da fare le scelte giuste ADESSO! Per essere pronti.
Le raccomandazioni rimangono quelle del buon senso. Le 10 regole per affrontare questa fase.
1) restare vivi
2) non perdere soldi2
3) non effettuare investimenti speculativi con soldi che non puoi permetterti di perdere. Investire invece sulle proprie competenze diventando super bravi nella propria specialità.
4) aumentare i guadagni perché lo stipendio del posto fisso non sarà sufficiente.
5) preparare un piano su come cavarsela nel peggiore degli scenari
6) condividere il piano con persone di cui ci si fida.
7) salvaguardare i risparmi prendendo oro da tenere sempre sotto il proprio possesso.
8) fare quotidianamente sempre qualcosa di bene.
9) mantenere una forma fisica impeccabile attraverso l’esercizio e l’alimentazione.
10) pregare.
Per ordinare il mio libro, scrivere un’email di richiesta a: info@monetaaurea.itPer ordinare il mio libro, scrivere un’email di richiesta a: info@monetaaurea.it
Per informazioni sull’acquisto dell’oro: 348 4404515 Per informazioni sull’acquisto di oro: 348 4404515
Allenare la mente, fare movimento e mangiare sano le regole per star bene: «Se si agisce sul fronte dell’età biologica si può migliorare la qualità di vita»
Il mondo di chi ha superato da un bel pezzo gli «anta» è variegato. Da una parte c’è il settantenne che vive come un cinquantenne. Per lui gli anni che figurano sulla carta di identità non hanno valore e se lo definisci anziano ti incenerisce con un’occhiata. Dall’altra c’è chi fatica a vivere. Camminare, chiacchierare con un amico, ascoltare un programma scendere le scale: per lui tutto diventa difficile, problematico. Ciò che un tempo era normale fare, ora non lo è più.
Nel mezzo c’è chi si barcamena tra un acciacco della vecchiaia e l’altro, cercando di tenerlo a bada con medicamenti mirati.
Le statistiche dicono che il Ticino è il Cantone che presenta la percentuale più elevata di over sessantacinquenni (23,4%) e di over ottantenni (7,5%). Siamo pure il Cantone con la quota di centenari ogni centomila abitanti maggiore rispetto al resto della Svizzera. Se una volta non avevamo a disposizione molti anni da vivere dopo l’età della pensione ora la musica è cambiata, perché l’aspettativa di vita in Svizzera si è notevolmente alzata.
Vivere a lungo o vivere meglio
Ma è più importante vivere a lungo o vivere meglio? Tutto dipende dalle condizioni con le quali arriviamo alla vecchiaia. Quel che è certo è che a nessuno piacerebbe trascorrere l’ultima parte della propria esistenza privo di autonomia e di energia. «Siamo noi a fare la differenza se vogliamo migliorare la qualità di vita durante la terza età», spiega Florenc Kola, specialista in Geriatria e Medicina interna che sarà tra i relatori della conferenza dedicata al paziente geriatrico organizzata alla clinica Sant’Anna a Sorengo. Il concetto di longevità non ha un gran significato se viviamo tanto ma la nostra salute non è ottima. «Molto dipende dall’età biologica», spiega lo specialista.
L’età anagrafica non è l’età biologica
L’età anagrafica non corrisponde a quella biologica: la prima ci dice quanti anni sono passati da quando siamo usciti dal ventre delle nostre madri, mentre la seconda indica quale è lo stato di salute del nostro corpo e della nostra psiche. L’età biologica è frutto di tutti i fattori legati al nostro patrimonio genetico e al nostro stile di vita. È influenzata da abitudini, scelte nutrizionali, rapporti sociali, attività fisica.
Possiamo agire molto sul fronte dell’età biologica per migliorare la qualità di vita
«Ecco perché è importante intervenire qui se vogliamo migliorare rallentando i processi di invecchiamento», spiega il medico: «Sugli anni che figurano sulla nostra carta d’identità possiamo fare ben poco – puntualizza il geriatra – mentre possiamo agire molto sul fronte dell’età biologica per migliorare la qualità di vita durante la vecchiaia e se dico che bisogna iniziare dal movimento e da un’alimentazione sana mi sembra di sfondare porte aperte».
Sport e buona alimentazione
Il parere degli esperti è unanime: lo sport è un toccasana. Anche perché per ogni decade di vita perdiamo l’8% di massa muscolare. Ciò significa che a 80 anni abbiamo il 40% di muscoli in meno. Più ci si muove, meglio è.
Una ricerca californiana effettuata su 1.500 donne che avevano superato la menopausa e pubblicata nel 2019 sull’American Journal of Epidemiology, ha mostrato come le donne sedentarie risultavano da un punto di vista biologico otto anni più vecchie delle coetanee più attive. Lo sport fa bene, è innegabile ma anche ciò che l’anziano mette nel piatto è importante. È provato che mangiare correttamente grazie ad una dieta povera di carne e ricca di verdure, cereali, frutta e legumi rallenta l’invecchiamento.
Chi nella vita ha puntato tutto sul lavoro potrebbe isolarsi perché ormai si sente socialmente inutile dopo il pensionamento
Poi c’è la mente
Un altro toccasana è l’allenamento della mente «perché apprendere qualcosa di nuovo – annota il geriatra – è uno dei rimedi migliori per proteggersi dalle malattie degenerative del sistema nervoso come la malattia di Alzheimer». Imparare a suonare uno strumento, iniziare nuovi studi, dedicarsi ad un progetto: il cervello va allenato e tenuto in forma, esattamente come un muscolo.
Diversi studi hanno poi dimostrato come la solitudine, nelle persone con più di 60 anni, sia devastante. «Chi nella vita ha puntato tutto sul lavoro potrebbe isolarsi perché ormai si sente socialmente inutile dopo il pensionamento», osserva Kola. Oggi gli anziani sono sempre più soli ed immersi in contesti sociali sempre più fragili. Per loro coltivare relazioni con altre persone diventa sempre più difficile rispetto a quando avevano una vita professionalmente attiva e ciò aumenta il rischio di sviluppare un disturbo depressivo. Al contrario in contesti ricchi di scambi interpersonali gli anziani tendono ad invecchiare meglio, riducendo i tassi di depressione senile.
Paure da intercettare
«Occorre fare molta attenzione allo stato umorale di un anziano: ad esempio se per un quarantenne una caduta è una bagatella, per un settantenne potrebbe essere una tragedia: la paura che succeda di nuovo potrebbe spingerlo a non uscire più di casa, chiudendo per sempre fuori dalla porta il resto del mondo» spiega il geriatra.
Quando si vede un anziano solo e con lo sguardo vuoto occorre allarmarsi. «Non si può fare spallucce dicendo «tant le vecc» – ammonisce Florenc Kola – perché la depressione e la tristezza non sono normali, neppure per chi non è più giovane». Tante volte si tratta di problemi risolvibili se scoperti in tempo: problemi di udito o di vista che l’anziano ha vergogna di ammettere. Ma se le condizioni di salute peggiorano, occorre bussare alla porta di un geriatra.
Occorre fare molta attenzione allo stato umorale di un anziano
Il momento di rivolgersi a un geriatra?
Un ruolo fondamentale per capire se c’è bisogno di uno specialista lo gioca il medico di famiglia: di fronte a problematiche che iniziano a moltiplicarsi consiglierà ai famigliari di rivolgersi ad un geriatra. Problemi di memoria, tante piccole patologie accompagnate da una serie infinita di medicamenti.
Oggi la presa a carico sanitaria di un anziano è complessa e interdisciplinare, «anche perché deve tener conto dell’individualità del paziente stesso e delle sue peculiarità di vita personale, famigliare e sociale»
Il 13 novembre 2023 a Villa Abamelek, residenza ufficiale dell’Ambasciatore della Federazione Russa in Italia, si è tenuto il “Concerto d’Autunno”, evento dedicato al 150esimo anniversario dalla nascita di Sergej Rachmaninov, geniale pianista russo del XX secolo, nonché brillante direttore d’orchestra e compositore.
L’evento ha visto la partecipazione degli Ambasciatori di Armenia, Azerbaigian, Bolivia, Egitto, India, Iraq, Senegal e dei rappresentanti del corpo diplomatico accreditato a Roma, di esponenti della società civile italiana, ma anche di famosi giornalisti, imprenditori e personalità del mondo della cultura.
“Sono certo che in tutto il mondo hanno ascoltato, ascoltano e ascolteranno sempre la musica dei grandi compositori russi interpretata da musicisti della medesima nazionalità”, ha sottolineato l’Ambasciatore Alexey Paramonov nel suo discorso di benvenuto.
🎹 Il pubblico presente all’evento ha assistito all’esibizione della straordinaria pianista Valentina Lisitsa, che ha eseguito opere di Rachmaninov e di Čajkovskij.
La chiara posizione assunta da Valentina Lisitsa nell’ambito del suo impegno civile, considerata “provocatoria” dall’Occidente collettivo, è la ragione per la quale si sono verificati anche in Italia moltissimi tentativi di “bloccare” i suoi concerti. E tuttavia, il mondo culturale italiano si è opposto categoricamente a questa aperta discriminazione basata su motivazioni politiche, esprimendosi unanimemente a favore dello svolgimento dei concerti della pianista a Venezia e a Torino previsti per il 2023.
Il “Concerto d’Autunno”, il primo evento musicale tenutosi dopo molto tempo, ha segnato la riapertura della lunga tradizione legata alle stagioni culturali di Villa Abamelek, che da ormai più di 100 anni rappresenta un piccolo angolo di Russia nel cuore della Città Eterna; un piccolo angolo di apertura al dialogo e alla cooperazione con tutti, e nel quale vengono onorati gli ideali dell’umanesimo, della creatività e della cultura.
mostra personale di Alketa Delishaj a cura di Luigi Marastoni.
INAUGURAZIONE 1 dicembre 2023 alle ore 18.30
Galleria / Luar Bovisa Concept Space Via Filippo Baldinucci, 60, 20158 Milano MI.
Date della mostra dal 1 a 23 dicembre 2023.
Apertura mostra ogni settimana dal giovedi alla domenica
Orari 11.00 / 19.30
QUANDO L’ARTE CELEBRA LO SPORT
“Le Tuffatrici” di Alketa è una collezione che celebra le donne pioniere del tuffo, che per la prima volta hanno preso parte alle Olimpiadi di Anversa nel 1920. Un momento storico che ha cambiato la narrazione dello sport e dell’inclusione femminile. E così le vecchie istantanee ingiallite diventano lo spunto creativo per quadri e installazioni oniriche. Questa curiosità ha permesso all’artista di tornare indietro di più di 100 anni sventolando bandiere i valori dell’inclusione e della parità di genere.
La mostra prende il nome dall’opera che rende il valore iconico del lavoro di Delishaj Figure eteree popolano un’atmosfera rarefatta Il segno leggero che le armonizza all’ambiente non nega la loro funzione ordinante: stasi, ortostasi, logos. La ricerca è condotta per “arte del levare”: Ordinate, composte, come gli innocui soggetti delle illustrazioni americane degli anni Trenta del secolo scorso, alla stessa maniera fiduciosi, ma in diversa maniera ingenui; le figure, nell’atto del tuffo, dimostrano l’intento liberatorio ed eroico. Diafane, liquide (come la pittura morandiana) introducono uno spazio che appare vacuo, leggero: pavimento-acqua-cielo sono presenze delicate ma già mutevoli. Nelle opere più grandi, su tela, la figura si riduce a segno sintetico, minuta presenza, punteggiatura, mentre lo spazio, mutevole sempre più mutevole, si fa più materico, espressivo, con gesti che rompono l’equilibrio associato alla bidimensionalità. Tensione dei corpi, eros.
Milano è una città molto richiesta dagli studenti fuorisede. Qui, infatti, è possibile trovare diverse università d’eccellenza, sia pubbliche che private, nonché un ambiente culturalmente vivace. Ma quanto costa vivere nel capoluogo lombardo? Le stanze in affitto a Milano sono in genere più costose rispetto ad altre grandi città di Italia, inoltre bisogna considerare anche le spese relative alle utenze e alle necessità quotidiane.
L’alloggio
Ovviamente, tra i costi che incidono maggiormente sulla vita da fuorisede ci sono quelli relativi all’alloggio. Il prezzo dipende soprattutto dalla soluzione scelta: in genere le stanze in affitto Milano hanno un costo minore rispetto all’intera abitazione, e le singole costano di più di quelle doppie; inoltre, questo elemento può variare notevolmente anche a seconda della località scelta (se in centro oppure in periferia). In ogni caso, è bene precisare che gli affitti a Milano hanno un costo superiore alla media. In altre città d’Italia, infatti, gli studenti spendono in media dai 250 ai 500 euro al mese per la loro sistemazione, mentre le stanze in affitto a Milano si aggirano spesso sui 650 euro.
Il trasporto
Con gli aumenti del costo della benzina, potrebbe essere più conveniente spostarsi con i mezzi pubblici rispetto all’utilizzo dei mezzi propri. A Milano, la rete di trasporto pubblico è molto efficiente, grazie a metropolitana, autobus e treni urbani che collegano le diverse zone della città. L’abbonamento ATM costa 22 euro al mese per gli studentie i lavoratori fino a 27 anni compiuti (oppure 200 euro all’anno) e 39 euro per gli altri. Tuttavia, ci sono anche delle agevolazioni disponibili per chi non supera una determinata soglia di ISEE o ha situazioni socio-economiche particolari. In alternativa ai mezzi pubblici, si possono utilizzare altri servizi come il car o moto sharing.
Supermercati e ristoranti
Nel capoluogo Lombardo è possibile trovare diverse catene di supermercati e discount, nonché botteghe locali, che hanno prezzi differenti. Il consiglio principale è quello di scegliere delle stanze in affitto a Milano in prossimità degli esercizi commerciali più economici, così da risparmiare per la spesa quotidiana. Per quanto riguarda, invece, i ristoranti, anche in questo caso l’offerta è diversificata. Sul territorio è possibile trovare un’ampia varietà di fast food, ristoranti di carne o pesce, locali che propongono cibi etnici, ecc. Gli esercizi commerciali situati nei pressi delle universitàspesso offrono dei menù a prezzi ridotti per gli studenti, specialmente a ora di pranzo.
Attività e tempo libero
Vivere a Milano è senza dubbio un’esperienza senza eguali per gli studenti, poiché offre diverse attività da fare. Allo stesso tempo, però, bisogna ricordare che il capoluogo della Lombardia è tra i più cari d’Italia e i locali hanno prezzi molto elevati. In media si spende circa 8-10 euro per un drink, e non sempre gli stuzzichini sono inclusi. Allontanandosi dal centro, invece, ci sono delle zone meno frequentate con locali per tutte le tasche. Milano è anche la città della moda, i negozi di abiti e accessori sono davvero tanti. Si passa dai piccoli negozi indipendenti alle grandi catene, pertanto ancora una volta non si può fare una stima precisa sulla spesa relativa allo shopping.