In Regione Lombardia si taglia : -90% sui disabili, -50% sulla violenza contro le donne

Un taglio del 73% alle politiche ambientali e per il clima (250 milioni di euro in meno). Un taglio del 19,3% alla voce diritti e politiche sociali (109 milioni in meno). Simile il taglio ai fondi per il diritto allo studio universitario: -19,5%, cioè 9,4 milioni in meno. E ancora, fortemente tagliate le spese alla voce sicurezza e protezione civile: -57,7%, pari a 63 milioni in meno.

Sono alcune delle voci del bilancio di Regione Lombardia che hanno subito tagli. La denuncia arriva dalle opposizioni (Pd, Patto Civico, 5 Stelle, Verdi-Sinistra e Azione-Italia Viva), che hanno firmato anche un ordine del giorno unitario per chiedere correttivi e prospettive diverse alla maggioranza di centrodestra.

Tra i tagli elencati, spiccano in particolare alcune voci. Come il taglio di oltre il 90% (23 milioni in meno) sull’inclusione delle persone con disabilità, alla voce generale sui diritti e le politiche sociali. Sempre in questo capitolo, sarebbero addirittura azzerati, secondo le opposizioni, gli interventi per i servizi alla prima infanzia (asili nido), con un taglio netto di 6 milioni di euro.

Nel capitolo sulle politiche ambientali, il taglio riguarda la bonifica dei luoghi inquinati, la sostituzione di caldaie inquinanti negli uffici pubblici e la realizzazione di ricariche per la mobilità elettrica. La ‘sforbiciata’ lascia sul campo la metà dei fondi per contrastare la violenza sulle donne: da 16 milioni (nel 2023) a 8,2 milioni (previsti per il 2024) e due terzi dei fondi per i beni confiscati alle mafie (da 3,7 a 1,3 milioni di euro).

Sanità e casa

Le proposte, elencate nell’ordine del giorno, spaziano su tutti i ‘rami’ d’azione della Regione, dalla sanità ai trasporti, dalle politiche per la famiglia a quelle per il lavoro, dalla casa alla sicurezza, senza dimenticare il clima e l’inquinamento. Al primo posto, le opposizioni chiedono una “radicale riforma del sistema sanitario regionale”, nonché il blocco delle rette a carico degli anziani nelle Rsa (un problema di cui si è parlato proprio in questi giorni) e un piano per la salute mentale e la neuropsichiatria infantile.

Ancora, tra le richieste si leggono il raddoppio dei fondi destinati ai centri antiviolenza per contrastare la violenza di genere, l’aumento di posti negli asili nido con abbassamento delle rette per le fasce deboli, una nuova legge sulle case popolari e sull’housing sociale, un piano di recupero dei 19mila alloggi sfitti di proprietà di Aler. Ma anche un piano di riconversione ecologica del tessuto produttivo.

Lavoro e trasporti

E, parlando di impresa e lavoro, la realizzazione di un ‘patto per il lavoro e per il clima’ con tutte le parti sociali, come già avvenuto in Emilia Romagna, nonché un piano per prevenire il dissesto idrogeologico e azioni di contrasto allo spopolamento strutturale delle aree interne e montane. E poi sostegni alle imprese attraverso l’accesso facile al credito e un sistema di formazione che sia funzionale ai bisogni del mondo del lavoro.

Le opposizioni chiedono anche risorse aggiuntive per far crescere la qualità del trasporto pubblico (di recente la Regione ha appaltato a Trenord, per altri 10 anni senza gara pubblica, il servizio ferroviario locale), abbonamenti al treno gratuiti per gli under 27 lombardi (con tetto sull’Isee), l’obbligo di rispettare salari minimi (come da direttiva dell’Unione europea) per chiunque abbia in appalto forniture, lavori e servizi dalla Regione, la revisione del taglio sulla sicurezza per garantire il rispetto degli accordi e dei contributi ai Comuni, l’incremento dei fondi per il diritto allo studio.


Massimiliano Melley 

FONTE