Il Don Carlo alla Scala

Oggi, 7 dicembre 2023, in diretta dalle ore 18 in diretta su Rai 1 va in onda Don Carlo di Giuseppe Verdi, la Prima della Scala 2023. Un appuntamento imperdibile in diretta da Milano per inaugurare la stagione lirico del teatro più famoso. La trasmissione televisiva sarà visibile anche in ultra HD sul canale Rai 4K. Su Rai 1 Milly Carlucci e Bruno Vespa, con collegamenti di Serena Scorzoni dal foyer, condurranno la diretta incontrando, prima dell’inizio e durante l’intervallo, i protagonisti e gli ospiti presenti. Ecco tutto quello che c’è da sapere sulla Prima della Scala 2023.

DON CARLO, REGIA, DIRETTORE E CAST

La prima della Scala 2023 mette in scena l’opera Don Carlo di Verdi. Appuntamento in diretta su Rai 1 oggi, 7 dicembre 2022, alle ore 17.45. Per la prima volta Rai Cultura riprende in 4K una prima della Scala per trasmetterla come ormai di consueto in diretta su Rai 1. Avrà quindi una definizione quattro volte superiore rispetto agli standard televisivi a cui siamo abituati il Don Carlo di Giuseppe Verdi che inaugura la stagione del Teatro alla Scala giovedì 7 dicembre 2023, con il Direttore musicale Riccardo Chailly sul podio e la regia di Lluis Pascal.

Dieci telecamere in alta definizione, 45 microfoni nella buca d’orchestra e in palcoscenico, 15 radiomicrofoni dedicati ai solisti. Un gruppo di lavoro di 50 persone tra cameraman, microfonisti, tecnici audio e video. Una preparazione che vede lo staff di regia seguire fin dalle prime prove la messa in scena dello spettacolo, e un numero crescente di addetti lavorare nelle due settimane precedenti il debutto.

Lo spettacolo, con la regia televisiva di Arnalda Canali, sarà trasmesso in diretta anche su Radio3, su Rai1 HD e su RaiPlay, dove potrà essere visto per 15 giorni dopo la prima. Il programma potrà essere visto in 4K sul canale specifico Rai 4K, al numero 210 della piattaforma satellitare gratuita Tivusat. Oltre tre ore di trasmissione, completa di sottotitoli, per portare il capolavoro di Verdi nelle case degli italiani, perché la grande musica è di tutti, come ha dimostrato il milione e mezzo di telespettatori del Boris Godunov del 7 dicembre 2022.

Piattaforma Streaming
Gratuita

Oltre a trasmettere l’opera, con grande attenzione per la ripresa audio e video curata dal Centro di Produzione TV di Milano, come di consueto la Rai racconterà anche ciò che accade attorno allo spettacolo più atteso della Stagione. Su Rai 1 Milly Carlucci e Bruno Vespa, con collegamenti di Serena Scorzoni dal foyer, condurranno la diretta televisiva incontrando, prima dell’inizio e durante l’intervallo, i protagonisti e gli ospiti presenti. Per Rai Radio3 seguiranno la diretta Gaia Varon e Oreste Bossini. Saranno coinvolte anche le diverse testate giornalistiche della Rai con dirette, servizi e approfondimenti, con ospiti in studio e dal foyer della Scala.

Come per il Boris Godunov del 2022, anche quest’anno la trasmissione dell’opera sarà corredata dall’audiodescrizione in diretta, grazie alla quale anche le persone cieche e ipovedenti potranno avvalersi di tutte quelle informazioni visive non trasmesse verbalmente – costumi, aspetto e mimica dei personaggi, azioni non parlate, location, scenografia e luci –, tale accessibilità sarà estesa anche a tutto ciò che accadrà intorno allo spettacolo e verrà trasmesso in TV prima dell’inizio e durante l’intervallo. Il servizio è realizzato da Rai Pubblica Utilità – Accessibilità. L’audiodescrizione, attivabile dal televisore sul canale audio dedicato – e fruibile anche in streaming su RaiPlay – fa parte del percorso di inclusione intrapreso con impegno e determinazione dalla Rai, con l’obiettivo di rendere sempre più concreta e ampia l’offerta di vero servizio pubblico. L’intero evento sarà anche sottotitolato su Rai 1.

Si avvarranno delle riprese in Alta Definizione diffuse da Rai circa 40 sedi coinvolte nell’iniziativa sociale “Prima Diffusa” del Comune di Milano e il maxischermo collocato al centro dell’Ottagono della Galleria Vittorio Emanuele II, che offre la Prima ai cittadini.

PRIMA DELLA SCALA 2023, DON CARLO: STORIA, LIBRETTO, DI COSA PARLA

La Stagione 2023/2024 del Teatro alla Scala si apre giovedì 7 dicembre alle 18,00 con Don Carlo di Giuseppe Verdi nella versione approntata dal compositore per la Scala nel 1884. Come ogni anno, lo spettacolo sarà ripreso dalle telecamere di Rai Cultura e trasmesso in diretta televisiva su Rai1 e radiofonica su Radio3. L’opera, che ha inaugurato la Stagione nel 1868, 1878, 1912, 1926, 1968, 1977, 1992 e 2008, sarà diretta dal Direttore Musicale Riccardo Chailly sul podio dell’Orchestra del Teatro alla Scala con un cast che schiera Francesco Meli come Don Carlo, Anna Netrebko come Elisabetta di Valois, Michele Pertusi come Filippo II, Elīna Garanča come Principessa d’Eboli, Luca Salsi come Marchese di Posa e Ain Anger come Grande Inquisitore. La regia è di Lluís Pasqual. Protagonista di non minore rilievo il Coro del Teatro alla Scala diretto da Alberto Malazzi. Le scene sono di Daniel Bianco, i costumi di Franca Squarciapino, le luci di Pascal Mérat, i video di Franc Aleu e la coreografia di Nuria Castejón.

Don Carlos con la s finale nasce nel 1867 per l’Opera di Parigi, che aveva regole da seguire rigorosamente. Don Carlos, infatti, rientra nel genere cosiddetto “grand opera”, che aveva vincoli così riassumibili: titolo a tematica storica, suddivisione in cinque atti, ampia presenza di scene corali di effetto per mostrare la magnificenza della macchina produttiva, presenza del balletto. Nella successiva traduzione italiana, e con sensibili modifiche durante gli anni che la separano dal 1884, si arriva al cosiddetto Don Carlo di Milano. Verdi propone alla Scala l’opera in quattro atti, levando il cosiddetto atto francese ovvero l’unico che si svolge in Francia e non in Spagna, che racconta dell’amore tra i due giovani protagonisti e la rinuncia per ragion di Stato a queste promesse nozze e nel quale sono condensati tutti i motivi musicali che si rincorreranno nello spartito fino alla fine.

Verdi considera questa versione in quattro atti più stringata e quindi più di effetto e facile veicolazione. Infine, due anni dopo, per Modena, Verdi ci ripensa e ripristina il primo atto “francese” e la struttura in cinque atti. Don Carlo è sicuramente una delle opere più complesse di Verdi. Molti i piani di lettura, in cui il compositore ha concentrato tutti i temi portanti del suo teatro musicale: il potere, i suoi conflitti e la solitudine che provoca, l’amore contrastato e impossibile, il conflitto padre e figlio, il popolo oppresso.

Il libretto di Joseph Méry e Camille du Locle, tratto dalla tragedia Don Carlos infante di Spagna di Friedrich Schiller del 1787, affronta diversi temi a contrasto sviluppati in modo magistrale da Verdi. Nella tragedia compaiono tutti personaggi storici realmente esistiti, ma mutuati attraverso la fantasia poetica del grande poeta tedesco. Unico personaggio di fantasia è l’amico fedele di don Carlo, Rodrigo, marchese di Posa.

DON CARLO: TRAMA E PERSONAGGI

La storia, tratta dall’omonima tragedia di Friedrich Schiller, è ambientata in Spagna nel 1568, anno del trattato di pace con la Francia. Racconta dell’amore tra i giovani Don Carlo e Elisabetta di Valois, figli rispettivamente di Filippo II e del re di Francia. Il loro però è un amore contrastato e ostacolato da ragioni politiche: Elisabetta è stata infatti promessa in sposa dal re a Filippo II, padre di Carlo.

L’opera verdiana fa agire sulla scena moltissimi personaggi. Al centro c’è la figura di Filippo II, re di Spagna e padre di Don Carlo. Il soliloquio introspettivo “Ella giammai m’amò”, sottolineato dalla dolente melodia dei violoncelli, traduce l’impotenza del po- tere reale davanti all’animo umano e restituisce magistralmente tutta la complessità psicologica del personaggio. L’evoluzione della figura di Elisabetta conduce quest’ultima dalla grazia sorridente delle sue iniziali inflessioni melodiche verso un canto spezzato e teso che esprime l’oppressione dolorosa di un destino che la condanna a un matrimonio senza amore. Don Carlo, l’innamorato spinto dalla forza della passione e delle sue giovanili illusioni, mostra la sua evoluzione soprattutto negli intensi duetti con Elisabetta, in cui arriva alla rassegnazione dell’addio. Non meno complesse sono poi le figure della principessa d’Eboli e del marchese di Posa. Sullo sfondo c’è l’atmosfera dell’Inquisizione.

Autore: redazione@

giornalista e scrittrice milanese, lavora sul web dl 1996 come freelance, ha creato diversi siti di informazione al servizio dei cittadini

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