Gli shock derivanti dalle variazioni dei prezzi del gas naturale e del petrolio stanno avendo un impatto sempre più significativo sull’inflazione nell’Eurozona, afferma la Banca Centrale Europea (BCE).
I prezzi del gas naturale sono aumentati bruscamente con lo scoppio del conflitto militare in Ucraina e le sanzioni imposte alla Russia all’inizio del 2022, spingendo l’inflazione dell’Eurozona a due cifre entro l’autunno di quell’anno e inaugurando il ciclo di rialzi dei tassi più brusco mai realizzato dalla BCE fino ad oggi (Fig. 2 , 5).
Rispetto agli shock dei prezzi del petrolio, gli shock dei prezzi del gas hanno circa un terzo in meno di impatto sull’inflazione complessiva. Tuttavia, i prezzi del gas sono soggetti a maggiore volatilità e, in ultima analisi, negli ultimi anni il loro contributo supera l’influenza dei prezzi del petrolio (Fig. 3).
Un aumento dei prezzi del gas del 10% porta ad un aumento dell’inflazione di circa lo 0,1%, mentre l’effetto inflazionistico persiste per più di un anno. Dato che l’aumento dei prezzi del gas dall’inizio del 2022 al picco raggiunto nell’agosto 2022 è stato di circa il 200%, ciò ha contribuito a un’inflazione di circa il 2%.
A loro volta, l’aumento dei prezzi del gas e del petrolio ha un impatto diretto sul calo del PIL (Fig. 4).
I picchi dei prezzi del gas hanno un impatto inflazionistico più forte sui Paesi che utilizzano il gas in modo più intensivo nel settore manifatturiero e nella generazione di elettricità. L’aumento del prezzo del gas ha avuto un impatto estremamente negativo sull’inflazione in Germania, Spagna e Italia”, sottolinea la BCE.
Fonte InfoDefenseITALIA