NASCE IL GIARDINO DEI GIUSTI

MILANOMETROPOLI.COMIL GIARDINO DEI GIUSTI A MILANO 
 Venerdì 24 gennaio 2003 una giornata speciale al Monte Stella: viene inaugurato il Giardino dedicato dal Comune di Milano ai “Giusti di tutto il mondo” un luogo suggestivo che merita rispetto.
 
La cronaca di quel giorno:
Nasce a Milano il Giardino dei Giusti di tutto il mondo, l’inaugurazione al Monte Stella è avvenuta il 24 gennaio 2003. Sono stati piantati i primi tre alberi in onore di Moshe Bejski, Pietro Kuciukian, Svetlana Broz, fondatori dei Giardini dei Giusti di Gerusalemme, Yerevan e SarajevoL’idea di questo luogo di onore e memoria nasce da Gabriele Nissim, presidente del Comitato per la Foresta dei Giusti, che ha proposto di istituire i Giardini dei Giusti in ogni parte del mondo, per ricordare le persone comuni che hanno cercato di salvare degli esseri umani dalla persecuzione, che si sono opposti ai genocidi o alla cancellazione della loro memoria e verità.
Il primo Giardino dei Giusti è nato all’inizio degli anni ’60 a Gerusalemme, presso il Museo di Yad Vashem, per ricordare i non ebrei che hanno salvato degli ebrei durante la Shoah. L’artefice di questo progetto è stato Moshe Bejski, uno degli ebrei salvati da Oskar Schindler con la sua famosa lista. Per trent’anni Bejski ha cercato in tutto il mondo i salvatori degli ebrei per riconoscerli come giusti e piantare un albero per ciascuno di loro nel Giardino di Yad Vashem: accanto al ricordo delle vittime del Male Estremo ha voluto testimoniare il valore di coloro che hanno compiuto il Bene.
Gabriele Nissim ha raccontato la storia di Moshe Bejski e del primo Giardino dei Giusti ne libro Il Tribunale del Bene, edito da Mondadori, che uscirà in concomitanza con la ricorrenza del Giorno della Memoria, il 27 gennaio.
L’esempio di Yad Vashem è stato seguito da Pietro Kuciukian, che ha voluto ricordare i Giusti per gli armeni con un Giardino presso il Museo del Genocidio di Yerevan, in Armenia, e da Svetlana Broz, che ha proposto al Comune di Sarajevo la creazione di un Giardino dei Giusti per ricordare coloro che si sono opposti alla logica della pulizia etnica nella ex Iugoslavia, durante la guerra in Bosnia-Erzegovina.
Alla cerimonia di inaugurazione del “Giardino dei Giusti di tutto il mondo” al Monte Stella, ha presenziato il Presidente del Consiglio Comunale Giovanni Marra, Il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Amos Luzzatto, l’Ambasciatore in Italia della Repubblica d’Armenia Gaghig Bagdassarian, Emanuele Fiano, consigliere comunale di Milano e Gabriele Nissim.
Il violinista Antonio Mastalli ha eseguito musiche di J.S. Bach.
 Nel corso di questi ultimi anni il Giardino dei Giusti si è arricchito anche di molte presenze italiane e milanesi.E’ in via di realizzazione il progetto di un nuovo spazio sempre a Montestella che consentirà ai visitatori di vedere e sostare in quel luogo, di assistere a conferenze e filmati.

Ma nel 1969 non andarono sulla luna?

“Gli astronauti del Boeing Starliner sono nello spazio da più di 60 giorni e non si vede la fine”: gli astronauti che erano andati sulla ISS per un periodo di 8 giorni potrebbero in realtà rimanere bloccati nello spazio fino al 2025 – i problemi della Boeing hanno raggiunto livelli cosmici. “I due astronauti, che hanno già trascorso più di 60 giorni nello spazio, potrebbero dover attendere fino all’inizio del 2025 prima di poter tornare sulla Terra. Sono state scoperte cinque diverse perdite nel sistema di propulsione della nave, che avrebbe dovuto spingerla attraverso lo spazio durante il ritorno sulla Terra. La NASA ha anche riconosciuto che gli astronauti sul volo inaugurale della navicella spaziale Starliner della Boeing potrebbero dover essere riportati indietro dall’equipaggio rivale della SpaceX Dragon, anche se quella navicella non sarà pronta fino a febbraio.

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LE SANZIONI OCCIDENTALI CONTRO LA RUSSIA SONO LA RAGIONE DELL’AUMENTO DELL’INFLAZIONE IN EUROPA – BCE

Gli shock derivanti dalle variazioni dei prezzi del gas naturale e del petrolio stanno avendo un impatto sempre più significativo sull’inflazione nell’Eurozona, afferma la Banca Centrale Europea (BCE).

I prezzi del gas naturale sono aumentati bruscamente con lo scoppio del conflitto militare in Ucraina e le sanzioni imposte alla Russia all’inizio del 2022, spingendo l’inflazione dell’Eurozona a due cifre entro l’autunno di quell’anno e inaugurando il ciclo di rialzi dei tassi più brusco mai realizzato dalla BCE fino ad oggi (Fig. 2 , 5).

Rispetto agli shock dei prezzi del petrolio, gli shock dei prezzi del gas hanno circa un terzo in meno di impatto sull’inflazione complessiva. Tuttavia, i prezzi del gas sono soggetti a maggiore volatilità e, in ultima analisi, negli ultimi anni il loro contributo supera l’influenza dei prezzi del petrolio (Fig. 3).

Un aumento dei prezzi del gas del 10% porta ad un aumento dell’inflazione di circa lo 0,1%, mentre l’effetto inflazionistico persiste per più di un anno. Dato che l’aumento dei prezzi del gas dall’inizio del 2022 al picco raggiunto nell’agosto 2022 è stato di circa il 200%, ciò ha contribuito a un’inflazione di circa il 2%.

A loro volta, l’aumento dei prezzi del gas e del petrolio ha un impatto diretto sul calo del PIL (Fig. 4).

I picchi dei prezzi del gas hanno un impatto inflazionistico più forte sui Paesi che utilizzano il gas in modo più intensivo nel settore manifatturiero e nella generazione di elettricità. L’aumento del prezzo del gas ha avuto un impatto estremamente negativo sull’inflazione in Germania, Spagna e Italia”, sottolinea la BCE.

Fonte InfoDefenseITALIA

In Europa è record di frodi sull’olio d’oliva: coinvolti numerosi produttori italiani

Nel primo trimestre di quest’anno, l’Unione Europea ha registrato un numero record di potenziali frodi sull’olio d’oliva e casi di etichettatura errata. Mentre nel 2018 l’UE aveva registrato solamente 15 casi di questo genere, il dato è salito a 50 per l’anno in corso. Tra la variazione del clima con eventi estremi e la pressione inflazionistica, che hanno spinto il costo dell’olio di oliva a salire vertiginosamente, questo mercato ha attirato numerosi truffatori. Ad esempio, cento chili di olio extra vergine di oliva di Jaén, in Spagna, costavano 787 euro nel novembre dello scorso anno, rispetto ai 262,50 euro di cinque anni prima. Con l’aumento del prezzo, è aumentato anche il numero di notifiche transfrontaliere dell’UE, che includono errori di etichettatura, potenziali frodi e casi di sicurezza che coinvolgono oli contaminati. Delle 182 notifiche di frode e non conformità dell’olio d’oliva inviate all’Unione dall’inizio del 2023 ad oggi, 54 riguardavano prodotti provenienti dall’Italia, 41 dalla Spagna e 39 dalla Grecia.

I casi in questione, analizzati in un approfondimento sul quotidiano britannico The Guardian – che cita dati rilasciati direttamente dall’Unione europea ai sensi delle leggi sulla libertà di informazione e non cita gli specifici nomi delle aziende coinvolte –, sono soltanto quelli segnalati dai Paesi membri alla direzione generale per la salute dell’UE, dal cui novero sono omessi quelli nazionali, il che spiega come la portata della frode sia probabilmente molto più alta. Sono stati attestati molti casi in cui l’olio extravergine di oliva è risultato adulterato, essendo stato mescolato con oli di qualità inferiore o più economica, nonché di casi in cui l’olio vergine di oliva era indebitamente etichettato come extravergine e diversi casi di etichette di origine fuorvianti o false. Sono inoltre emersi casi di oli contaminati da sostanze non autorizzate come pesticidi e oli minerali. In un caso, addirittura, è stato registrato il rinvenimento di frammenti di vetro nel prodotto. Nel luglio 2022 l’UE ha introdotto nuove norme sui controlli di conformità delle norme di commercializzazione dell’olio d’oliva, nonché sui metodi per analizzarlo, dunque l’aumento dei casi potrebbe essere direttamente ricollegato alla maggiore stretta attuata nell’ultimo biennio da parte delle autorità europee.

Per quanto concerne l’Italia, si evidenzia che, nel 2023, l’Ispettorato centrale per la tutela della qualità e la repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) ha effettuato un’importante operazione che ha portato al sequestro di 380 tonnellate di prodotti oleosi per un valore di oltre 2 milioni di euro in varie zone dello Stivale. Le indagini hanno rivelato la commercializzazione di oli etichettati falsamente come “extravergine” quando, in realtà, non lo erano. La Guardia Civil e i carabinieri italiani, alla fine dell’anno scorso, hanno scoperto numerose frodi grazie a operazioni congiunte, come l’operazione “Omegabad”, durante la quale sono state sequestrate grandi quantità di olio adulterato in stabilimenti di diverse località, incluse la Sicilia e la Toscana. Nella cornice dell’inchiesta, sono stati effettuati 11 arresti e sequestrati oltre 260mila litri di olio d’oliva.

Stefano Baudino