Eravamo negli anni ’80, la mia bimba più piccola era alle elementari precisamente nella scuola di Via Oderzo al QT8,cominciò a girare la voce che era intenzione del Preside chiudere la scuola e trasferire i bimbi nella vicina elementare Martin Luther King sotto la Montagnetta.
Entrambe le scuole erano in buone condizioni, ma la scuola di Via Oderzo era molto recente ed era dotata di grandi aule e di una bella palestra, quindi i genitori bocciarono il trasferimento dei figli dopo una era e propria lotta contro il Comune di Milano.Scioperi, bimbi portati davanti a Palazzo Marino per manifestare, genitori intenti a pattugliare la scuola e in quel periodo si era anche controllati dalla Digos.
Quello su l’inizio della mia carriera politica. Mi candidai piena di entusiasmo nella mia circoscrizione (allora la 19, ora la 8) e dopo una campagna elettorale molto partecipata venni eletta con un bel numero di voti. La zona aveva oltre 100mila abitanti e molti problemi da affrontare, tra questi il dramma delle cascine.
Il Parco di Trenno segnava il confine tra Milano e Pero e nei pressi del Parco c’erano terreni che interessavano molto il noto costruttore Ligresti. Quei terreni erano per lo più agricoli, coltivati da agricoltori che nelle loro cascine avevano animali di tutti i generi, cavalli compresi e che di quel foraggio avevano assoluto bisogno.
Incontrai la famiglia Campi che vivena nell’azienda agricola di Via Fratelli Rizzardi a Trenno. Tramite loro venni a conoscenza di problemi analoghi in zona 18 e anche nel parco Sud: diversi agricoltori rischiavano di essere espropriati dei loro terreni “per pubblica utilità”. Sapevamo benissimo che la pubblica utilità altro non era che il piano Ligresti per la costruzione di complessi abitativi di pregio, quindi l’utilità era essenzialmente la sua.
Di quel periodo ricordo lo scontro con il Comune, l’occupazione fisica dei terreni e il tentativo di sgombero delle forze dell’ordine, gli agricoltori tutti compatti davanti al Comune in Piazza Scala con le mucche al seguito e anche alcuni atti di violenza che preferirei non aver vissuto.
Pensammo a qualche stratagemma che aiutasse gli agricoltori a divenire parte attiva anche per la comunità che viveva accanto a loro: scuole, asili, centri anziani. Organizzammo visite guidate per le scolaresche nelle stalle, negli orti, nei maneggi e coinvolgemmo molte persone anche con la vendita di prodotti freschi.
La Cascina Linterno, in zona 18, divenne il caposaldo degli agricoltori e a loro fu assegnato l’onere di creare una sorta di centro culturale visto che disponevano anche di reperti storici di grande valore.
Le iniziative ebbero successo, anche se il Consiglio di Zona si limitò a segnalare le iniziative su mia pressione visto che ero il Presidente della Commissione Educazione e che le scolaresche che sceglievano di fare la visita in cascina erano sempre di più.
Le stesse iniziative vennero messe in atto in tutte le zone che avevano gli agricoltori sul loro territorio in particolare nel Parco Agricolo Sud (istituito nel 1990). La lotta fu dura, ma vittoriosa: le aziende agricole ci sono ancora oggi e sono il fiore all’occhiello di una città che pare aver perso la sua anima.
Fu per me una grande esperienza, fu la dimostrazione di come si può far politica per aiutare la gente e non per interessa personale.
Manuela Valletti