Truppe americane via dall’Europa, il piano di Trump

È la fine dell’impero americano del 1945. È la fine della repubblica di Cassibile.

Il presidente, infatti, vuole “tagliare di un quinto” – circa 20mila uomini appunto – il contingente Usa e intende chiedere un “contributo finanziario” per il mantenimento delle truppe restanti su questo lato dell’Atlantico. «Il ragionamento di Trump – ha detto all’Ansa una fonte diplomatica europea – è che le truppe a stelle e strisce rappresentano un deterrente e dunque il loro costo non può essere sostenuto solo dai contribuenti americani». 

Ecco, a quanto ammonti il conto da pagare è troppo presto per dirlo, la conversazione è ancora nella fase embrionale. Una ricognizione degli scambi avuti sinora dal tycoon con i leader europei sta consentendo di cristallizzare dei punti fermi, che però devono essere tradotti in politiche concrete. Prima di ogni cosa c’è la necessità di aumentare la spesa militare. Trump è tornato a battere sul tasto del 5% del Pil come nuovo standard Nato. Si tratta di un target enorme. «Non siamo ancora riusciti a raggiungere il 2% così come fissato ufficialmente ora» ha notato il ministro della Difesa Guido Crosetto prima delle comunicazioni alla Camera sull’Ucraina. «Il prossimo vertice della Nato sarà a fine giugno, vedremo se fisseranno un altro obiettivo». 

Il numero di militari nelle basi Usa di Vicenza

Il numero esatto è un dato sensibile e quindi non rivelabile, ma si stima che i militari americani presenti in Italia si aggiri attorno ai 12mila, comprendendo anche quelli che operano sotto la bandiera della Nato. Nel capoluogo berico si parla di circa 4.000 militari e di 9.000 civili.

In Europa poi c’è chi inquadra le parole di Trump. «Ha ragione a dire che non spendiamo abbastanza per la difesa» ha dichiarato l’alto rappresentante Kaja Kallas nel corso del suo intervento alla European defence agency (Eda). «L’anno scorso i Paesi Ue hanno speso collettivamente una media dell’1,9% mentre la Russia è al 9%».
Al netto delle bordate di Trump, c’è una roadmapprecisa per rimettere l’Ue in carreggiata. Si parte con l’informale dei 27 leader del 3 febbraio, dedicato appunto alla difesa, e il dibattito darà indicazioni chiave per stilare il “libro bianco” a cui stanno lavorando in tandem Kallas e Kubilius.  Contemporaneamente, alla Nato si corre per approvare i target sulle capacità – sono impegni precisi Paese per Paese – in tempo per la ministeriale Difesa di maggio. 

A giugno il vertice Nato in Olanda dedicato alla Difesa

La palla passerà poi ai capi di Stato e di governo: a fine giugno, nella stessa settimana, si terranno infatti sia il vertice Nato in Olanda che il Consiglio Europeo di Bruxelles dedicato alla Difesa. Se mai ci sarà un D-Day da segnare sul calendario, è quello.