I laghi italo-svizzeri possono ridurre le auto sulle strade

Un convegno a Lugano delinea nuovi scenari per il trasporto pubblico tranfrontaliero, a cominciare dalla futura tratta Lugano-Porlezza.

Questo contenuto è stato pubblicato al20 settembre 2024 – 12:41

8 minuti

Leonardo Spagnoli

I laghi insubrici, alla luce anche dei recenti progressi a livello tecnologico, possono giocare un ruolo rilevante nella congestionata mobilità transfrontaliera ma occorre intensificare la collaborazione tra Italia e Svizzera, soprattutto a livello politico.

È quanto emerso dal convegno tenutosi mercoledì al LAC di Lugano sulla navigazione nei laghi transfrontalieri ticinesi, organizzato dalla Camera di commercio italiana per la Svizzera. 

Le opportunità offerte dal vettore su acqua non sono infatti sfruttate adeguatamente: nel Lago Maggiore e nel Ceresio il servizio è attualmente incentrato sul trasporto turistico stagionale ma un potenziamento dei collegamenti di linea potrebbe contribuire ad alleggerire il traffico nelle regioni di confine, soprattutto quello motorizzato.

Intesa rinnovata fino al 2046

A questo scopo risponde la rinnovata collaborazione, dopo alcuni anni di malintesi e marce indietro, tra la Società navigazione del lago di Lugano (SNL) e la Gestione governativa navigazione laghi Maggiore, di Garda e di Como (GGNL), confluite nel 2018 nel consorzio deputato alla fornitura del servizio sui due specchi d’acqua italosvizzeri.

L’accordo dello scorso dicembre, con un lungo orizzonte temporale che arriverà al 2046, consolida ed estende la cooperazione tra i due enti, dischiudendo nuovi scenari che coinvolgono l’itera regione.

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Occhi puntati sulla Lugano-Porlezza

Tra le novità emerse nell’incontro c’è la futura apertura della tratta Porlezza (Como)-Lugano sul Ceresio, su cui si stanno concentrando tutte le attenzioni e che per il municipale di Lugano Filippo Lombardi sarà “il grimaldello per far saltare il sistema”, al fine del riconoscimento della valenza del trasporto pubblico sui laghi.

In proposito, ha ricordato l’ex senatore federale, la SNL consegnerà entro la fine del mese la documentazione per inserire il collegamento tra le due sponde del Ceresio nel Programma di agglomerato del Luganese, tappa indispensabile per la prosecuzione dell’iter amministrativo.

In quest’ambito Massimo Mastromarino, presidente dell’italiana Autorità di Bacino Lacuale Ceresio, Piano e Ghirla ha ricordato l’imminente costruzione di una stazione di ricarica elettrica sul pontile di Porlezza. Questo oltre all’iniziativa delle autorità di Porto Ceresio (Varese) per la realizzazione di un collegamento tra il comune rivierasco e Lugano, via Maroggia.

Alleggerire il traffico transfrontaliero

Le cifre a sostegno dell’introduzione di una rete di trasporto pubblico transfrontaliero le ha snocciolate Agostino Ferrazzini, presidente della SNL, secondo cui esiste una domanda di trasporto lungo i due assi da Porlezza e Porto Ceresio: le 4-4’500 auto che transitano quotidianamente dai valichi di Brusino, sommate ai 12’000 transiti da Gandria, fanno un totale di almeno 16’000 passaggi, un numero che giustifica un intervento in favore anche della mobilità pubblica su lago. “Se dirottiamo solo il 10% di questo traffico sul lago – ha sottolineato il presidente della società luganese – significa che possiamo togliere 1’600 veicoli dalle strade”.

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Naturalmente le e i partecipanti hanno convenuto che le dichiarazioni di intenti non bastano, occorrono precisi impegni, soprattutto di tipo finanziario, per raccogliere questa complicata sfida con rilevanti implicazioni di natura tecnologica e ambientale.

Per realizzare quella che l’ambasciatore italiano a Berna Gianlorenzo Cornado ha definito “il TILO dei laghi”, alludendo all’acronimo del collaudato sistema di trasporto ferroviario regionale italosvizzero, è necessario rendere competitivo il servizio di navigazione, in particolare in relazione ai tempi di percorrenza: i natanti di ultima generazione a trazione elettrica, a basso impatto ambientale, dovranno collegare Porlezza con Lugano in 15 minuti (attualmente le e i pendolari transfrontalieri impiegano non meno di tre quarti d’ora per effettuare il tragitto su strada).

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Contributo elvetico nell’innovazione

E in questo contesto, come ha osservato l’ambasciatrice svizzera a Roma uscente, Monika Schmutz Kirgöz, un contributo fondamentale lo può fornire la Svizzera che, come ha ricordato, per il tredicesimo anno consecutivo è stata eletta economia più innovativa nel mondo: il progresso tecnologico, ha rilevato, ci offre la possibilità di sviluppare nuove soluzioni anche in ambito lacustre” e “le nostre aziende, i nostri centri di ricerca e le nostre università possono essere attori chiave nell’elaborare idee pionieristiche” come imbarcazioni elettriche, sistemi intelligenti di gestione dei flussi di traffico e infrastrutture portuali moderne.

Ma ai rilevanti investimenti previsti per rinnovare ed elettrificare la flotta, si aggiungono quelli di tipo infrastrutturale, che consistono essenzialmente nella creazione di punti di scambio intermodale e stazioni di ricarica veloce, indispensabili affinché il sistema funzioni.

E su questo aspetto Agostino Ferrazzini (SNL) ha sottolineato che le due società di gestione possono eseguire una parte dei compiti, quelli di natura operativa, “ma gli interventi infrastrutturali competono alle autorità e ai territori”.

Il Cantone frena?

E qui si è palesata la nota dolente, evocata da diversi oratori/trici dell’incontro al LAC: Edo Bobbià (cda della SNL) ha lanciato il sasso sostenendo che “nel Dipartimento del Territorio del Cantone Ticino “non c’è la volontà di potenziare il trasporto pubblico sui laghi”. Gli ha fatto eco il vicesindaco di Locarno Claudio Franscella secondo cui “il Cantone non ha compreso appieno le potenzialità nei laghi nel trasporto pubblico e turistico”.

fonte

Autore: redazione@

giornalista e scrittrice milanese, lavora sul web dl 1996 come freelance, ha creato diversi siti di informazione al servizio dei cittadini

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