Il commercio dell’oro cresce sotto la minaccia dei dazi USA

Le fornaci della raffineria di Argor-Heraeus, in Ticino, ruggiscono 24 ore su 24, scandite dall’occasionale rumore di un lingotto d’oro appena colato che esce dallo stampo.

Secondo Robin Kolvenbach, co-direttore generale, la raffineria non è mai stata così frenetica e la fonderia è operativa 24 ore su 24 da dicembre, per far fronte alla crescente domanda di lingotti d’oro da un chilogrammo proveniente da New York.

“La domanda è aumentata notevolmente – dichiara Kolvenbach –, generalmente i periodi di picco durano una o due settimane, ma uno come quello attuale, che dura da più di tre mesi, è abbastanza raro”.

Da dicembre, la paura che Donald Trump possa introdurre dazi sulle importazioni d’oro ha scosso il mercato, contribuendo a far raggiungere all’oro il suo massimo storico di quasi 3’000 dollari (2’650 franchi) per oncia. Più di 61 miliardi di dollari di lingotti sono arrivati negli Stati Uniti, mentre i commercianti si affannavano per evitare i possibili dazi, alterando i dati commerciali del paese e generando una carenza di metallo a Londra, che è il principale centro di scambio dell’oro a livello globale.

La corsa all’oro verso gli Stati Uniti ha tenuto Kolvenbach molto occupato, grazie a una curiosità dei mercati globali dell’oro: i due principali mercati utilizzano lingotti di dimensioni diverse. A Londra, la maggior parte degli scambi avviene con lingotti da 400 once, ciascuno del peso di circa 12,5 kg e delle dimensioni di un mattone.

La borsa Comex di New York (la New York Commodity Exchange), invece, fa riferimento a lingotti da 1 kg, delle dimensioni di uno smartphone. Questo implica che i lingotti che attraversano l’Atlantico debbano prima passare per la Svizzera – sede delle maggiori raffinerie di oro – per essere fusi e riformati.

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In un contesto in cui le transazioni finanziarie si svolgono in tempo reale, il boom del commercio triangolare evidenzia quanto il mercato dell’oro dipenda fisicamente dai lingotti di metallo. In tempi normali, gli scambi di miliardi di dollari in oro avvengono senza che i lingotti lascino mai i caveau.

Le distorsioni causate dalle politiche commerciali radicali di Trump hanno però messo sotto pressione il sistema. Anche se Trump non ha mai parlato direttamente di dazi sui lingotti, il minimo accenno alla possibilità che lo facesse è stato sufficiente ad aumentare il prezzo dei futures sull’oro negli Stati Uniti rispetto a Londra, creando un’opportunità di arbitraggio per gli operatori disposti a trasportare il metallo oltre l’Atlantico.

L’ultima volta che si era verificato un divario di prezzo simile era stato durante le prime fasi della pandemia, ma la riserva d’oro di New York ha ora superato anche il record dell’era Covid.

“La natura fisica dell’oro è qualcosa che viene spesso sottovalutata, soprattutto da una parte di finanzieri che lo scambiano ogni giorno sui loro Bloomberg”, racconta John Reade, senior market strategist del World Gold Council. “L’oro ha sicuramente delle caratteristiche finanziarie, ma è anche un bene fisico”.

Crisi di liquidità

Il viaggio dei lingotti d’oro destinati a New York inizia nei profondi caveau della Banca d’Inghilterra (BoE) nel cuore della City di Londra. Quando viene effettuato un ordine di ritiro, un addetto si reca nel caveau ed “estrae” l’oro richiesto, spesso spostando altri lingotti per individuare quelli giusti. Poiché Londra è costruita su terreni argillosi, le fondamenta morbide degli edifici della BoE consentono di impilare l’oro solo fino all’altezza delle spalle.

Altri sviluppi

Una ONG svizzera smaschera il commercio industriale dell’oro africano

Questo contenuto è stato pubblicato al30 mar 2023  Le raffinerie svizzere sono i principali destinatari dell’oro estratto nei siti industriali africani, ma non sono disposte a condividere i dettagli.

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Questo processo, che richiede tempo, ha creato il più grande collo di bottiglia nella catena di approvvigionamento dei lingotti da 1 kg. Il personale incaricato di estrarre l’oro deve essere altamente qualificato, ben addestrato e sufficientemente forte per sollevare i lingotti durante tutta la giornata. Non è dunque possibile aumentare rapidamente il numero di addetti per soddisfare la domanda urgente.

I primi segnali di un aumento della domanda sono emersi all’inizio di dicembre, quando gli operatori del settore si sono riuniti a una cena organizzata dalla London Bullion Market Association (LBMA) alla National Gallery, discutendo della crescente richiesta dagli Stati Uniti.

Mentre gli operatori cercavano di trasferire l’oro da Londra a New York, la coda per ritirarlo dalla BoE è rapidamente aumentata a più di quattro settimane, creando una crisi di liquidità nel mercato londinese dei metalli preziosi.

I tassi di locazione a breve termine per l’oro hanno raggiunto livelli record, mentre gli operatori faticavano a procurarsi il metallo fisico, aumentando così i costi del capitale per le raffinerie e i produttori di gioielli.

“C’è stata una forte domanda di slot per le consegne – ha dichiarato il vice governatore della BoE, Dave Ramsden, in una conferenza stampa a febbraio, dove ha raccontato di essersi trovato bloccato in un camion nella bullion yard mentre entrava nell’edificio all’inizio della giornata – ma l’oro è un bene fisico, quindi ci sono reali vincoli logistici e di sicurezza”.

La BoE detiene lingotti per conto di decine di banche centrali e banche commerciali, mentre solo il 6% dell’oro nei suoi depositi appartiene al Tesoro britannico.

La posizione dominante di Londra nei mercati dell’oro fisico – nonostante le inefficienze segnalate da Ramsden e il ruolo di New York come centro principale per i futures – è in parte dovuta alle commissioni più basse applicate dalla BoE rispetto ai caveau commerciali rivali. La sua posizione riflette anche la fondamentale importanza della fiducia nel mercato dell’oro: gli investitori e le banche centrali sono felici di parcheggiare il loro oro sotto Threadneedle Street grazie alla secolare storia di affidabilità.

“Londra ha un vantaggio storico indiscutibile, che risale al periodo del gold standard, che ha funzionato molto bene dal termine delle guerre napoleoniche fino alla Prima Guerra Mondiale”, chiarisce Jim Steel, capo analista dei metalli preziosi presso HSBC. “C’è una lunga tradizione di operazioni sull’oro da parte del Regno Unito e della Banca d’Inghilterra”.

Una volta lasciati i caveau della BoE, i lingotti vengono solitamente caricati su camion blindati e trasportati all’aeroporto di Heathrow, da dove vengono inviati a Zurigo a bordo di aerei passeggeri. Per motivi assicurativi, ogni volo può trasportare solo cinque tonnellate d’oro.

Da Zurigo, l’oro viene inviato a una raffineria, dove viene fuso e rifuso prima di tornare negli Stati Uniti. Il costo complessivo di questo viaggio tra Londra e New York, comprensivo di trasporto e rifusione, varia tra i 3 e i 5 dollari per oncia, secondo il World Gold Council.

Presso la raffineria Argor-Heraeus, situata a Mendrisio, vicino al confine con l’Italia, i lingotti d’oro vengono fusi e riformati in una lunga striscia all’interno di una macchina a colata continua. Poiché i lingotti da 400 once sono già “oro fino” (con purezza del 99,99%), non necessitano di ulteriore raffinazione, ma solo di un rimodellamento.

La striscia d’oro proveniente dalla fusione viene quindi tagliata in pezzi da circa un chilogrammo. Dopo un aggiustamento del peso, i pezzi vengono fusi di nuovo, versati in forme da un chilo, raffreddati, stampati e lucidati.

Facendo il giro della fonderia, Kolvenbach ci indica due operai che stanno versando manualmente barre da un chilo nei forni: il processo continua 24 ore su 24, per soddisfare l’elevata domanda.
La raffineria non si limita però a rifondere lingotti. Riceve anche lingotti grezzi dalle miniere, li raffina in oro, argento e altri metalli, produce gioielli e gestisce una zecca che stampa lingotti d’oro più piccoli. Kolvenbach spiega che alcune delle attività più rilevanti avvengono nel laboratorio della raffineria, che testa meticolosamente ogni lingotto che arriva.

La crisi di liquidità nel mercato dell’oro ha avuto un effetto doloroso all’interno della raffineria, facendo lievitare i tassi di locazione dell’oro preso in prestito a breve termine. Per ridurre il fabbisogno di capitale ed evitare l’esposizione alle fluttuazioni dei prezzi, le raffinerie solitamente affittano gran parte dell’oro che lavorano. L’improvvisa impennata dei tassi di leasing di quest’anno ha aumentato significativamente i costi operativi di Argor-Heraeus e di altre raffinerie.

Kolvenbach ha definito l’evento come un “cigno nero” che ha radicalmente cambiato la sua base di costi e ha aggiunto che “assolutamente è stata una sofferenza, per l’intero settore, perché alla fine tutti ne sono stati colpiti”. Anche se i tassi di locazione sono diminuiti rispetto ai picchi di febbraio, sono ancora circa tre volte superiori ai livelli normali.

Differenze di dimensione dei lingotti

Gli operatori del settore offrono spiegazioni diverse su perché New York e Londra non utilizzino lingotti d’oro delle stesse dimensioni per i loro contratti.

“Ha senso? No”, risponde Kolvenbach. “Anch’io mi sono posto la stessa domanda. Ad essere sinceri, non ho mai trovato una spiegazione adeguata”.

Comex ha provato a introdurre un contratto futures per lingotti da 400 once durante la pandemia, ma non ha avuto successo.
Ruth Crowell, direttore generale della LBMA, ritiene che in futuro i mercati dovrebbero utilizzare barre della stessa dimensione: “Mi piace pensare che, dopo questa vicenda, saremo tutti d’accordo sul fatto che Londra e New York dovrebbero considerare la forma e le dimensioni dei lingotti”.

Tuttavia, sostiene Reade, il sistema persiste principalmente per inerzia e aggiunge: “Sicuramente crea opportunità finanziarie per chiunque sia coinvolto in questo processo, dai raffinatori agli spedizionieri, fino a chi è disposto a correre il rischio di acquistare lingotti da un chilo e spedirli a New York”.

Oggi, mentre i timori di dazi sull’oro si affievoliscono, il flusso d’oro verso New York sta rallentando. Se la spinta protezionistica di Trump dovesse davvero allontanare i metalli preziosi, gli operatori si aspettano che il flusso si inverta, poiché i detentori di oro a lungo termine guardano ai costi di stoccaggio più bassi di Londra. Quando ciò accadrà, le fornaci svizzere dell’oro torneranno a funzionare 24 ore su 24.

Copyright The Financial Times Limited 2025.

FONTE

Bracciali donna: i modelli più trendy della stagione


Con la presentazione dei nuovi ed esclusivi bracciali donna, Nomination inaugura una nuova stagione offrendo gioielli di grande impatto per una clientela sempre più esigente.

Personalizzare è d’obbligo
In una società tanto diversificata la personalizzazione anche dei gioielli diventa quasi obbligatoria. Nomination la rende avverabile offrendo la possibilità di creare gioielli assemblando tessere con lettere, pietre, simboli ad ogni cliente. Ognuno potrà quindi creare un pezzo unico, un gioiello prezioso sia per la sua intrinsica bellezza che per la assoluta unicità ed eleganza.

Esprimersi creando
La necessità di esprimersi appartiene a tutti, scegliere di farlo con i gioielli è di per se una alternativa molto particolare e originale. Nella creazione del proprio bracciale ogni donna potrà esprimere se stessa inserendo pietre del colore preferito, lettere e simboli che mostreranno al mondo la sua personalità, i suoi sogni e i suoi desideri. Il gioiello che indosserà rispecchierà solo e unicamente lei e le darà modo di distinguersi con classe.

Un regalo, un messaggio
Avere una amica del cuore significa anche conoscere i suoi gusti e le sue aspirazione. Quante volte ci si arrovella per fare un regalo che soddisfi le aspettative di chi amiamo? Con la stessa sapienza con cui una donna riuscirà a creare un gioiello per se stessa, sarà in grado di realizzare un bracciale fantastico per la sua migliore amica. Il gioiello parlerà di loro e consoliderà una splendida amicizia.

Comunicare con i gioielli è una scelta raffinata, Nomination offre a tutti la possibilità di farlo con stile, con materiali di pregio, con pietre preziose e a costi contenuti. La nuova collezione di bracciali donna esprime l’evoluzione in atto in questo negozio che si propone raggiungere una clientela sempre più vasta ed esigente.

Oggi saranno pubblicati i file secretati dell’assassinio di JFK

Questa pubblicazione è come un battito cardiaco tremante nel petto di una nazione e del suo popolo alla disperata ricerca della verità.

Non si tratta solo di un singolo evento congelato nel 1963; riguarda l’anima del nostro paese, l’ultima fragile possibilità per il nostro governo di sbucciare gli strati del male e lasciare che la luce della trasparenza risplenda.

Per decenni, ci hanno dato da mangiare frammenti di informazioni, siamo stati sommersi da speculazioni e lasciati a chiederci cosa fosse stato sepolto sotto il peso dei francobolli classificati.

Ora, siamo sull’orlo del precipizio: sarà questo il giorno in cui finalmente ci verrà detta la verità?

Il significato di questo momento è più profondo della curiosità. È una supplica, una richiesta, un punto di rottura per il nostro paese.

La segretezza nel nostro governo è diventata un cancro, che sta divorando la fiducia che ci tiene uniti.

Ogni documento nascosto, ogni riga censurata, ogni decisione a porte chiuse: è un’altra crepa nelle fondamenta di ciò in cui dovremmo credere.

Ci viene detto che è per il nostro bene, che la verità è troppo complicata, troppo pericolosa. Ma questa scusa è diventata debole. Non è protezione; è controllo. È un governo che ha dimenticato di esistere per servirci, non per incombere su di noi come un enigma intoccabile.

Questa segretezza non oscura solo il passato, avvelena il presente. Si insinua nel modo in cui siamo governati, nelle leggi approvate alle nostre spalle, nella sorveglianza che non dovremmo notare, nelle guerre che ci dicono essere necessarie senza mai sapere perché.

È il motivo per cui siamo divisi, per cui ci urliamo l’un l’altro, perché siamo stati lasciati a riempire il vuoto con le nostre paure e supposizioni. Una democrazia non può sopravvivere di ombre; ha bisogno della luce del sole, senza filtri e implacabile. Quando il governo accaparra la verità, non ci tradisce solo, ma smantella l’idea stessa di “noi il popolo”.

Se oggi ci deludono, se ci consegnano mezze verità o altre pagine oscurate, non è solo una delusione, è una campana a morto.

Prego che pubblichino tutto oggi.

president TRUMP

18 marzo 2025

Altroconsumo Fa’ la Cosa giusta!

Altroconsumo sarà a Fa’ la cosa giusta! con laboratori esperienziali e attività interattive sulla sostenibilità. Incontri su acquisti consapevoli, fiducia, brand activism e sanità pubblica.

Il 14-15-16 marzo Altroconsumo sarà presente a Fa’ la cosa giusta! a Fiera Milano Rho con AltroGiocare, AltroImparare, AltroComprare. Impegnati a Cambiare. Nello stand di Altroconsumo troverai ogni giornolaboratori esperienziali e percorsi interattivi che promuovono la consapevolezza ambientale e la responsabilità nelle scelte quotidiane. Attività pratiche e ludiche per riflettere su economia circolare, ciclo di vita dei prodotti, imballaggi, impatto dei comportamenti individuali sull’ambiente. Gli esperti tecnici di Altroconsumo saranno a disposizione per interagire con il pubblico, offrendo approfondimenti e consigli concreti. I laboratori saranno realizzati in collaborazione con Advanced Design Unit, Dipartimento Architettura dell’Università di Bologna e ilVespaio, studio di design for a better planet. 

Altroconsumo organizzerà sabato 15 marzo, giornata internazionale del consumatore, l’incontro Costruire fiducia nel cambiamento: le nuove abitudini di scelta degli italiani – Non c’è cambiamento senza fiducia di poterlo attuare. E non c’è fiducia senza l’impegno di tutti a cambiare: per il bene comune delle comunità, dell’ambiente e di chi verrà dopo di noi. 
Ne parleremo con Federico Cavallo, Responsabile Public Affairs e Media relations, Altroconsumo e Francesco Oggiano, giornalista e scrittore, si rifletterà tutti insieme seguendo le parole-chiave del manifesto lanciato da Altroconsumo e della nuova piattaforma di partecipazione civica “Impegnati a Cambiare”: per fare un punto su dove siamo, su dove vogliamo andare e, soprattutto, su come fare ad arrivarci tutti insieme.  
Alessandro Sessa, Direttore delle pubblicazioni, Altroconsumo, interverrà sul tema della sanità pubblica nell’incontro organizzato da Terre di Mezzo.

Entrare al festival e aderire ai laboratori è gratuito, per partecipare è necessario registrarsi su Fa’ la cosa giusta! 

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NO AL RIARMO EUROPEO

Cari associati e lettori in genere, la nostra comunità virtuale ha deciso di opporsi all’adesione dell’Italia al piano di riarmo Europeo (costo 800 miliardi di euro)

Il periodo che stiamo vivendo è veramente difficile, abbiamo gli ospedali in panne, le attività produttive in grande difficoltà economica, le famiglia che non riescono a sbarcare il lunario per bollette energetiche oltre ogni limite. Tutto questo a causa della psicopandemia che ci hanno propinato e per le sanzioni demenziali applicate alla Russia per la questione Ucraina.

Praticamente i despoti mondiali hanno deciso di accumulare denaro sulla nostra pelle e lo fanno con l’acquisto di armamenti per contrastare una aggressione Russa CHE NON CI SARA’ MAI, come lo hanno fatto prima con i vaccini e prima ancora con il gree.

E’ venuto il momento di pensare all’Italia e agli italiani, per questo motivo vi propongo di inviare alla Presidente Meloni una semplice email con questa frase

“NO AL RIARMO EUROPEO”

la mail è questa :uscm@palazzochigi.it (segreteria consiglio dei ministri)

seguita dalla vs. firma e dal codice fiscale

io l’ho già fatto!

Manuela Valletti

“ART DÉCO. IL TRIONFO DELLA MODERNITÀ”

Milano, 26 febbraio 2025 – Apre al pubblico domani, giovedì 27 febbraio, a Palazzo Reale, la mostra “ART DÉCO. IL TRIONFO DELLA MODERNITÀ” nell’anno del centenario di uno dei più noti eventi espositivi del Novecento: l’Exposition internationale des arts décoratifs et industriels modernes, aperta a Parigi nel 1925. 
 
L’esposizione universale non solo codificò un nuovo gusto estetico internazionale, diffusosi rapidamente in Europa nel primo dopoguerra, appunto lo “Stile 1925” o “Art Déco”, ma che in particolare decretò universalmente il successo delle arti decorative italiane. In questa nuova dimensione raffinata ed elegante – tra alto artigianato artistico e produzione industriale – si pongono le fondamenta per quella sintesi fatta di qualità dei materiali, straordinarie competenze tecniche e creatività uniche, nota in tutto il mondo come “Made in Italy”.
 
Per celebrare questo anniversario e nell’ambito di una riflessione critica sulla cultura e sull’arte in Europa, con particolare attenzione all’Italia degli anni Venti, nasce la mostra “Art Déco. Il trionfo della modernità”, in programma a Palazzo Reale a Milano fino al 29 giugno 2025, curata da Valerio Terraroli e promossa dal Comune di Milano-Cultura, prodotta da Palazzo Reale e 24 ORE Cultura-Gruppo 24 ORE.
 
“La mostra rappresenta un momento di straordinario approfondimento culturale, in cui si intrecciano arte, società e storia. Attraverso un percorso espositivo ricco e articolato, viene restituita al pubblico non solo la magnificenza estetica di un’epoca che ha saputo ridefinire il concetto stesso di modernità, ma anche il suo valore simbolico, quale sintesi perfetta tra tradizione artigianale e innovazione tecnologica – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi –. In un periodo segnato da fragilità e contraddizioni, l’Art Déco emerge come espressione di una ricerca universale di armonia e raffinatezza, capace di trascendere confini geografici e discipline artistiche. Questo progetto, che Palazzo Reale ospita con orgoglio, ci invita a riflettere sulla forza dell’arte come linguaggio comune e sulla capacità del passato di dialogare con il presente, offrendoci nuove chiavi di lettura per comprendere la nostra identità culturale”.
 
Grazie a importanti prestiti provenienti da istituzioni pubbliche e collezioni private in Italia e all’estero, la mostra ha l’obiettivo di approfondire la genesi, lo sviluppo e la rapida fine dell’Art Déco. Se infatti in Francia e in Italia l’Art Déco durerà effettivamente solo un decennio, questo fenomeno stilistico avrà però modo di riverberarsi nel resto del mondo ancora per tutti gli anni Trenta. 
 
La mostra non solo propone una specifica attenzione alle preziose manifatture che definirono – in particolare in Francia e in Italia – la cifra stilistica della ‘modernità’ degli anni Venti, ma vuole anche aprire una finestra più ampia su quel periodo storico assolutamente affascinante, evocando sullo sfondo tratti della società europea: i luoghi e i modi di vivere, la moda, l’architettura, il progresso tecnologico e il proto-design, senza dimenticare le incertezze e le continue tensioni economiche e sociali che caratterizzarono questo fragile decennio dopo la fine del primo conflitto mondiale.
 
A Palazzo Reale, “Art Déco. Il trionfo della modernità” presenta al pubblico circa 250 opere: dai vetri alle porcellane alle maioliche ai centrotavola, dalle opere d’arte come dipinti, sculture decorative, disegni preparatori, tessuti fino ad arredi, abiti haute couture, accessori, alta oreficeria, ma anche vetrate e mosaici che rimandano agli arredi di hotel, stazioni e mezzi di trasporto di lusso, come aerei e transatlantici. 
Anche l’allestimento arricchito da frame cinematografici, riproduzioni di manifesti e riviste, fotografie storiche e installazioni multimediali, curate da Storyville, restituisce il clima e le atmosfere di un’epoca irripetibile e affascinante, quella dell’Europa degli anni Venti del Novecento: un mondo sospeso tra due guerre, ricco di novità creative e culto del lusso.
 
Nell’ambito della valorizzazione delle testimonianze Art Déco sul territorio milanese Palazzo Reale rafforza la collaborazione con la Fondazione FS Italiane ospitando il progetto espositivo “Il Padiglione Reale della stazione centrale di Milano. Un capolavoro Art Déco” che, attraverso un’ampia selezione di fotografie, documenti, disegni e arredi conservati negli Archivi della Fondazione FS Italiane, nell’Archivio di Rete Ferroviaria Italiana (Milano) e nel Civico Archivio Fotografico del Comune di Milano, racconta la storia del Padiglione Reale in Stazione Centrale e documenta come l’Art Déco sia rintracciabile anche nell’architettura ferroviaria italiana attraverso un connubio tra la spinta vitalistica della modernità e la tradizione: una contaminazione tra la valorizzazione della cultura formale e tecnica italiana e l’elaborazione dei nuovi modelli stilistici.
 
Il Padiglione Reale, infine, sarà punto di partenza anche per una serie di tour guidati in città – a piedi e in bicicletta – organizzati da 24 ORE Cultura in collaborazione con Fondazione FS Italiane e Palazzo Reale alla scoperta di edifici, interni e dettagli architettonici déco che hanno segnato un’epoca.

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Premiazione concorso letterario L’interno

Dopo il crescente successo del Premio Letterario Clepsamia, la VJ Edizioni, in occasione del proprio decennale di attività, ha pensato di indire un concorso aperto a tutti per dare spazio alle nostre migliori espressioni letterarie, sia nel campo narrativo che in quello poetico. Nasce così il Premio Eccellenza letteraria, un contest con in palio – oltre alle consuete pubblicazioni – un montepremi in denaro e buoni acquisto, proporziona to al numero di partecipanti. Abbiamo avuto un discreto risultato in termini quantitativi, ma soprattutto un ottimo ritorno qualitativo, che era poi il nostro obbiettivo. Ecco quindi – come nella nostra tradi zione – quest’antologia che raccoglie tutti i racconti e le poesie finaliste. Come sempre un grande plauso e un sentito ringraziamento a tutti i partecipanti, dando appuntamento per la prossima edizione.

 Sabato 8 Febbraio 2025, alle 16 e 30, presso la Chiesetta di Cascina Linterno – a Milano, in via F.lli Zoia, 194, si svolgerà la premiazione del concorso “Eccellenza Letteraria 2024” organizzato da VJ Edizioni.

Saranno presenti i premiati delle due sezioni (Narrativa e Poesia) e verrà presentata l’Antologia “Le Eccellenze 2024” contenente tutti i racconti e le poesie finaliste.

Gli autori

Alberto Arecchi, Massimo Vito Avantaggiato, Francesco Bagliani, Gianni Brigaglia, Emanuela Capodarco, Annalena Cimino, Daniela Colombo, Maria Teresa Coppola, Alessandra D’Agostino, Luisa Di Francesco, Mario Falchetti, Gabriella Giammaria, Elvio Grilli Grilli, Alessandro Inghilterra, Lucia Lo Bianco, Giulia Maddaloni, Daniela Carmen Mainardi, Federico Mantegari, Gianmarco Marchetti, Alessio Miglietta, Giuseppe Minicone, Adele Murino, Paolo Patriarca, Elena Piccoli, Michele Pochiero, Alessandro Porri, Roberto Ragazzi, Stefano Regazzoni, Alessandro Russo, Francesco Sciannarella, Angelica Sicoli, Patrizia Spada, Giulia Tardio e Aurelio Zucchi

La Città metropolitana di Milano assume 32 persone: come candidarsi

Diversi i ruoli sia nell’ente di area vasta, sia nei vari comuni


La Città metropolitana di Milano assume 32 persone: come candidarsi

aCittà metropolitana di Milano assume personale. Pubblicati otto bandi che mettono a disposizione 32 posizioni per lavorare nell’ente di area vasta o nei suoi comuni.

Le posizioni aperte

Sono 18 i posti disponibili per il ruolo di istruttore amministrativo contabile per la Città metropolitana di Milano. Un posto, invece, è disponibile per il ruolo di funzionario economico finanziario sempre per l’ente di area vasta. La Città metropolitana di Milano assume un funzionario informatico. I comuni di Cusago, Liscate e Busto Garolfo sono alla ricerca di un operatore esperto tecnico cantoniere, mentre Opera è alla ricerca di un istruttore informatico aiuto Ced e un funzionario tecnico, stessa posizione ricercata anche ad Arese. Ancora, il comune di Arese assume di istruttori amministrativi e contabili. Infine, sono sei i posti disponibili ad Arese, Baranzate, Noviglio e Opera per il ruolo di istruttore tecnico. 

Tutti i posti disponibili prevedeono concorso pubblico per esami e si riferiscono a contratti a tempo pieno e indeterminato. I bandi sono disponibili sul sito della Città metropolitana di Milano e sul portale Inpa.

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La Città metropolitana di Milano assume 32 persone: come candidarsi
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