🇷🇺 L’OCCIDENTE HA DOVUTO CEDERE: IL G20 NON HA CONDANNATO LA RUSSIA, – Financial Times

▪️ Le maggiori economie del mondo hanno chiarito che il loro sostegno all’Ucraina sta diminuendo. La dichiarazione congiunta del G20 non contiene critiche concordate nei confronti della Russia riguardo al conflitto in Ucraina, afferma il Financial Times.

▪️Alcune delegazioni europee hanno spinto per un linguaggio forte di condanna della Russia, ma alla fine hanno abbandonato questa richiesta per paura che potesse far deragliare l’intera dichiarazione congiunta.

▪️Aspetti centrali del comunicato sono gli appelli per una tassazione efficace dei super-ricchi, misure per ridurre la povertà, un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e la riforma del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

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La ricerca per comprendere la sclerosi multipla (SM)

Nel complesso mondo della neurologia, dove vengono svelati i misteri del sistema nervoso centrale, la ricerca MS dello studioso ARCS Nathan Anderson presso l’Università dell’Oregon si distingue come un mix unico di ricerca scientifica e missione personale. Il lavoro di Nathan si concentra su una proteina chiamata Vnd, un elemento chiave nello sviluppo di neuroni e cellule gliali negli insetti. Queste cellule sono vitali per le funzioni vitali di base. 

La ricerca di Nathan mira a scoprire come le cellule staminali nel sistema nervoso centrale si differenziano nelle varie cellule necessarie per la sopravvivenza di un organismo. Tuttavia, ciò che rende il lavoro di Nathan particolarmente rilevante per la sclerosi multipla (SM) è la controparte vertebrata di Vnd—NKX2.2. Questa proteina chiave aumenta attorno alle lesioni della SM ed è fondamentale per le cellule che mielinizzano i neuroni nel sistema nervoso centrale. 

Per quella che Nathan descrive come pura serendipità, la sua ricerca su Vnd è diventata direttamente rilevante per la patologia della SM. Questa connessione tra il suo lavoro scientifico e la malattia contro cui combatte da quando aveva 17 anni fornisce a Nathan una prospettiva e una motivazione uniche nel suo percorso di dottorato. 

Un’amicizia forgiata in lotte condivise 

Il legame di Nathan con la SM va oltre la sua diagnosi e ricerca. Tre anni fa, ha incontrato Lara Ogg, membro di ARCS Oregon, all’ARCS Scholar Picnic. La madre di Lara, Caron Ogg, anche lei membro di ARCS, li ha presentati dopo aver scoperto il background di Nathan in neurologia e la sua diagnosi di SM, una malattia che colpisce anche Lara. 

Lara e Nathan sono diventati amici quel giorno al picnic, trovando l’uno nell’altro una fonte di supporto e comprensione. Si sono scambiati consigli su come gestire la malattia, dalla dieta all’esercizio fisico fino agli ultimi sviluppi della ricerca.  

Il peso invisibile delle malattie croniche 

Vivere con una malattia cronica come la SM comporta molto più dei sintomi visibili. Per Nathan, gli aspetti più difficili sono la stanchezza costante e le conseguenti lotte che accompagnano la malattia. Questi fardelli invisibili possono rendere la vita quotidiana e le routine comuni un compito scoraggiante. 

Nathan riconosce che è difficile per chi non ha una malattia cronica comprendere appieno queste sfide, ma ritiene che sia importante parlarne. Aumentando la consapevolezza, spera di promuovere un senso di empatia, non solo per i pazienti con SM, ma per chiunque viva con una malattia cronica. 

L’importanza della comunità 

Per Nathan, il supporto e l’amicizia di persone che capiscono la SM sono stati cruciali per il suo successo nel programma di dottorato. L’incoraggiamento che riceve da amici come Lara, sua madre in Idaho (anche lei affetta da SM), e Caron, la sua “mamma dell’Oregon”, lo ha aiutato a rimanere concentrato sulla sua ricerca, anche nei giorni difficili in cui avere un impatto nel campo sembra lontano. 

Il viaggio di Nathan è una testimonianza del potere della comunità di fronte alle malattie neurodegenerative. I momenti di dubbio che sperimenta stanno diventando sempre più rari man mano che progredisce negli studi, grazie in gran parte al sostegno incrollabile dei suoi amici e dei suoi cari. 

Mentre Lara riflette sulle loro conversazioni sulla SM, una delle citazioni di Nathan spicca: “La SM è MALEDUCATA”. Questa affermazione risuona profondamente in lei, catturando la frustrazione e la natura implacabile della malattia. Tuttavia, la determinazione di Nathan è ugualmente stimolante. “SM, sto arrivando per te”, dice, incarnando lo spirito combattivo di uno studioso che non solo studia la malattia, ma ci convive. 

La scoperta di Nathan che la proteina che ha studiato nei moscerini della frutta è la stessa coinvolta nelle lesioni della SM gli ha dato una rinnovata attenzione nella sua ricerca. Per Lara, conoscere uno scienziato in prima linea nella ricerca sulla SM è una fonte di speranza e ispirazione. Il lavoro di Nathan, guidato da motivazioni sia personali che professionali, ha il potenziale per avere un impatto significativo sulla vita delle persone colpite dalla SM. 

In un mondo in cui l’intersezione tra scienza ed esperienza personale può portare a scoperte rivoluzionarie, il viaggio di Nathan offre un potente promemoria della resilienza e della determinazione che guidano la ricerca di una cura. 

Manuela Valletti

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Milano si accende per la Diwali 2024: tradizioni e spiritualità indiane in uno spettacolo di musica, danze e colori


Milano si accende per la Diwali 2024: tradizioni e spiritualità indiane in uno spettacolo di musica, danze e colori
https://www.milanotoday.it/eventi/diwali-teatro-san-babila.html

Anche Milano si illumina per la Diwali 2024, la festività induista che celebra la vittoria della luce interiore sull’oscurità, promuovendo i valori di pace e fratellanza tra i popoli.

Il Teatro San Babila (Corso Venezia, 2/A, Milano) ospiterà il 14 novembre un programma unico e suggestivo, all’interno del circuito di eventi – promossi dall’Unione Induista Italiana – che stanno attraversando diverse città italiane, offrendo ai partecipanti un viaggio alla scoperta di una cultura millenaria tra danza, musica, meditazione e colori, intrecciando le antiche tradizioni spirituali indiane con l’innovazione culturale e tecnologica che pervade il mondo contemporaneo.

Il programma

Il programma prende il via alle ore 18.30 nella Sala Teatro con la Cerimonia Inaugurale e l’accensione della lampada, simbolo della luce che vince le tenebre, aprendo le celebrazioni in un’atmosfera di raccoglimento e spiritualità.

Alle ore 19.00, la serata prosegue con lo spettacolo di danza Kuchipudi “Triveni”, presentato dalla Nishrinkala Dance Academy, che vede la partecipazione straordinaria di tre danzatori: Sai Venkata Gangadhar Lakshmi Vempadappa, al loro debutto in Italia, e Atmananda Talavidya. L’opera, ispirata alla confluenza dei tre fiumi sacri dell’India – Gange, Yamunā e Sarasvatī – trasporta il pubblico in un’esperienza di purificazione spirituale e bellezza attraverso movimenti che fondono tradizione e ispirazione divina.

Alle 21.30 sarà la volta dello spettacolo di danza Bharatanatyam “अतः Atah”, eseguito dalla rinomata Punyah Dance Company, con gli artisti Parshwanath Upadhye e Adithya PV. Questo lavoro unico esplora le connessioni tra passato e presente attraverso la sacralità del Bharatanatyam, arricchito dalle musiche di Shri RaghuRamRang.

La serata si concluderà alle 22.15 con il vivace spettacolo di Bollywood “Rang-Raas” che vedrà in scena l’Aayana Dance Company. Un’esplosione di colori e ritmo che richiama il mito di Krishna e Radha, unendo elementi tradizionali e moderni in una celebrazione delle vivaci sfumature della cultura indiana.

Non mancheranno i momenti dedicati alla spiritualità: dalle 13:00 alle 14:00 nel foyer del teatro, i partecipanti potranno prendere parte a una sessione di yoga guidata.

Inoltre, il pubblico presente sarà omaggiato con prodotti solidali offerti da Aimac (Associazione Italiana Malati di Cancro), Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro e Il Ponte del Sorriso Onlus, organizzazioni impegnate nella lotta al cancro e nel supporto ai bambini ospedalizzati e alle loro famiglie.

Le celebrazioni dell’Unione Induista Italiana per la Diwali 2024 sono sostenute in parte dai fondi 8xmille, grazie ai quali l’UII realizza progetti che traducono i principi etici di rispetto e cura verso il prossimo in concrete azioni di solidarietà e sostegno.

Ingresso gratuito su prenotazione. Maggiori info su: https://www.induismo.it/events/diwali-2024-milano/

 Diwali 2024 Milano

Aayana-Bollywood
Atmananda
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L’impero Americano è in discesa, i Brics in ascesa

L’impero americano ha raggiunto l’apice “e stiamo scendendo… anche se cerchiamo di resistere”, afferma Richard Wolff, professore emerito di economia presso l’Università del Massachusetts Amherst, che nota che la coalizione di economie BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) sta rimontando sugli Stati Uniti. Wolff dice al conduttore Steve Clemons che è “un’esperienza molto difficile per gli americani” rendersi conto di aver perso le guerre in Vietnam, Afghanistan e Iraq. E nonostante il sostegno incondizionato degli Stati Uniti, Israele non sarà in grado di prevalere nel lungo periodo. “Israele è un Paese di pochi milioni di persone e non potrà controllare e gestire l’intero Medio Oriente… con o senza gli Stati Uniti”, sostiene Wolff.

Quindi alla domanda se i BRICS sono una sfida reale per gli Stati Uniti o solo una illusione, il noto economista dice che “no, non si tratta affatto di un’illusione, sono già una realtà”.

Diario sotto le bombe – Cinque anni di guerra di un adolescente

Il “Diario sotto le bombe” alla Cascina Linterno

Il libro ripercorre cinque anni di guerra di un adolescente tra il 1940 e il 1945

Milano, ottobre 2024“Diario sotto le bombe – Cinque anni di guerra di un adolescente” (Segni e Parole), il libro che ripercorre i tragici anni dal 1940 al 1945 raccontati da un punto di vista particolare (quello di un ragazzinoche all’epoca aveva solo 10-15 anni), sarà presentato domenica 27 ottobre, alle ore 16, alla Chiesetta di Cascina Linterno (via Fratelli Zoia, 194 – Parco delle Cave, Milano).

Il diario è stato scritto da Paolo Grassi, che durante la Seconda guerra mondiale annotò le sue vicende personali intrecciandole con i momenti che sconvolsero il mondo.

Diario sotto le bombe, pubblicato postumo,ripercorre i cinque anni più tragici della storia italiana – dallo scoppio della guerra alla caduta del fascismo, dalla sanguinosa occupazione nazista fino alla Liberazione – visti con gli occhi di un ragazzino costretto dagli eventi a crescere troppo in fretta. Pur tra violenze di ogni tipo, dalle pagine emerge il desiderio di vivere, il mantenimento dei valori, la ricerca – per quanto possibile – di una “normalità” adolescenziale, che fa però presto spazio alla consapevolezza, all’indignazione per gli orrori quotidiani. Diario sotto le bombe è un libro appassionato e appassionante dal quale emergono storie lontane, da non dimenticare mai.

Il libro è ambientato prima a Milano e successivamente a Lumellogno, alle porte di Novara, dove l’autore fu costretto a sfollare dai nonni dopo che la sua casa milanese venne distrutta dai bombardamenti.

“Sono molto felice di presentare il libro alla Cascina Linterno – dichiara il figlio dell’autore e curatore del libro Davide Grassi – Consiglio la lettura del Diario sotto le bombe soprattutto ai giovani. Aiuta infatti a comprendere la storia in modo semplice e immediato perché raccontata da chi all’epoca aveva più o meno la loro età. Coltivare la memoria e conoscere il passato è fondamentale per costruire il futuro senza ripetere gli stessi errori. Questo libro lo considero un testimone che ho ricevuto da mio padre e voglio trasmettere alle nuove generazioni”.

Ufficio Stampa: Paola Ferrarini, timeforpress@gmail.com, cell. 348.8900152

Sagra di Baggio 2024

Gli Amici della Cascina Linterno (Linterno AgriCultura) invitano tutta la Cittadinanza alla tradizionale Sagra di Baggio promossa dal Municipio 7 e dal Comune di Milano, in collaborazione con i Gruppi e le Associazioni di Volontariato operanti sul TerritorioDomenica 20 Ottobre 2024 – 396.a Edizione – Progetto AgriCultura – Cultura del Territorio Dall’alba al tramonto, nella “Piazzetta” di Via Forze Armate, 400 Tradizionale gazebo “Linterno per sempre”, presentazione del libro “Milano Metropoli Rurale – storia, attualità e la strategia Cascina Linterno”, delle attività e dei progetti degli Amici Cascina Linterno per una corretta e consapevole conoscenza della bellezza storica, agricola, culturale ed ambientale del nostro Territorio. Molto è stato fatto; ma moltissimo ancora resta da fare per offrire alla Cittadinanza occasioni di incontro e di confronto stimolanti, in un ambiente sereno e costruttivo. Abbiamo bisogno dell’aiuto e dell’esperienza di tutti per nuove idee, per nuovi stimoli, per meglio operare. Associatevi e partecipate quindi attivamente alle iniziative di Cascina Linterno Autobus 67 da M1 “Bande Nere” e Autobus 58, 63 e 76 da M1 “Bisceglie”Info: 334 7381384 – www.cascinalinterno.it – email: amicilinterno@libero.it – info@cascinalinterno.itFacebook: Cascina Linterno (Linterno AgriCultura) – Instagram: Cascina Linterno  

ISRAELE ARRESTA JEREMY LOFFREDO

Quando non riesce a centrarli con una bomba, li arresta. È il modus operandi di Israele con i giornalisti che riportano la verità (almeno 128 giornalisti assassinati nell’ultimo anno). Il reporter di The Grayzone, Jeremy Loffredo, è stato incarcerato per aver divulgato informazioni sugli attacchi iraniani. Le accuse derivano dal rapporto di Jeremy per The Grayzone che mostra le conseguenze degli attacchi iraniani contro obiettivi militari e di intelligence all’interno di Israele, stessi luoghi apertamente menzionati in servizi trasmessi su ABC News e PBS, nessuna delle quali al momento affronta simili accuse. Il giudice che supervisionava il caso di Jeremy lo aveva scagionato ordinandone il rilascio, ma la polizia ha fatto ricorso contro la decisione. Ufficialmente la polizia lo sta trattenendo “per sospetto di gravi reati contro la sicurezza per aver postato pubblicamente le posizioni dei lanci di missili vicino o all’interno di strutture di sicurezza sensibili, con l’obiettivo di portarle a conoscenza del nemico e quindi assisterlo nei suoi attacchi futuri.” Le dichiarazioni di The Grayzone: “Respingiamo inequivocabilmente queste accuse scandalose della polizia israeliana. Sosteniamo il legittimo reportage di Jeremy. L’affermazione che Loffredo e The Grayzone rappresentino il nemico di Israele in tempo di guerra suggerisce semplicemente che il governo israeliano vede il popolo americano e la libera stampa come un obiettivo legittimo. Noi non rappresentiamo nessun altro. Combatteremo queste accuse e vi chiediamo di contattare il Dipartimento di Stato e di sollecitarlo ad agire in difesa del loro cittadino detenuto in Israele. Gli Stati Uniti hanno l’obbligo di difendere i loro giornalisti che stanno semplicemente rispettando il loro obbligo etico di informare il pubblico dei fatti pertinenti.” Intanto uno dei colleghi di Jeremy ha pubblicato un resoconto straziante dell’arresto e degli abusi subiti dalle autorità israeliane: “I soldati hanno chiesto illegalmente ai giornalisti di consegnare i loro telefoni e, quando si sono rifiutati, hanno puntato una pistola contro uno dei giornalisti, lo hanno colpito con le mani e con la canna di una pistola, poi lo hanno trascinato fuori dall’auto e lo hanno sbattuto sul cemento. Quando è stato steso a terra, gli hanno puntato 2 pistole alla testa. Il resto dei giornalisti è uscito dall’auto e i militari l’hanno perquisita, confiscando telefoni, macchine fotografiche e oggetti personali […] Gli altri quattro giornalisti sono stati ammucchiati uno sopra l’altro in una jeep militare e portati in una base militare. Lì sono stati tenuti bendati e ammanettati sul pavimento per due ore, mentre venivano insultati e interrogati dai soldati. I soldati hanno detto alla fotografa israeliana che meritava di essere violentata da Hamas. […] Alla stazione, i giornalisti sono stati costretti a farsi fotografare davanti a una bandiera israeliana con uno slogan nazionalista, mentre gli ufficiali li insultavano. Un giornalista è stato minacciato di violenza fisica per aver sorriso.” E gli Stati Uniti muti, in barba allo US Code Title 22, Chapter 23:

Ogni volta che viene reso noto al Presidente che un cittadino degli Stati Uniti è stato ingiustamente privato della sua libertà da o sotto l’autorità di un governo straniero, sarà dovere del Presidente chiedere immediatamente a quel governo le ragioni di tale reclusione; e se ciò sembra illegittimo e in violazione dei diritti della cittadinanza americana, il Presidente chiederà immediatamente il rilascio di tale cittadino, e se il rilascio così richiesto viene irragionevolmente ritardato o rifiutato, il Presidente utilizzerà tali mezzi, che non equivalgano a Atti di guerra e non altrimenti vietati dalla legge, che riterrà necessari e opportuni per ottenere o effettuare la liberazione; e tutti i fatti e i relativi procedimenti saranno comunicati dal Presidente al Congresso non appena possibile.

Dalla più grande democrazia del Medio Oriente è tutto.

fonte

‌IL DIRITTO INTERNAZIONALE NON ESISTE

Lorenzo Maria Pacini per Strategic Culture Foundation – traduzione a cura di Old Hunter

Per quanto tempo ancora permetteremo agli Stati Uniti e ai loro vassalli di dettare le regole in base alle quali giudichiamo il mondo? C’è una storia di un professore all’Università che alla prima lezione di Diritto Internazionale debuttò di fronte ai suoi studenti dicendo: “Il Diritto Internazionale non esiste!”. Gli studenti erano molto perplessi: alcuni rimasero in silenzio per diversi minuti, altri iniziarono a parlare sottovoce commentando le sue parole, e alcuni lasciarono la classe pensando che il professore fosse pazzo. Una ragazza alzò la mano e chiese: “Professore, cosa intende dire? Questa è una lezione di Diritto Internazionale e lei è un insegnante esperto in questa materia, è ovvio che il Diritto Internazionale esiste”. Il professore ripeté con più serietà: “Il Diritto Internazionale non esiste!” E iniziò il corso con questa premessa, spiegando in dettaglio il significato di queste parole molto forti ma ugualmente giustificate.

Il golpe di Mani Pulite ha partorito la Seconda Repubblica nelle mani di Israele

di Cesare Sacchetti

Lo scorso lunedì se qualcuno fosse passato dalla parti del ghetto ebraico a Roma avrà probabilmente pensato di aver sbagliato strada.

Talmente alta era la concentrazione di politici, di esponenti del governo, delle regioni e dei comuni che ad un certo istante a chi ha visto tale raduno di personaggi sarà sembrato di essere finito dentro Montecitorio nel corso di una seduta a camere unite per l’elezione del capo dello Stato.

E invece non c’era nulla di tutto questo. Si era nella storica sinagoga ebraica di Roma, in una delle zone più antiche di Roma, a pochi passo da largo Arenula, e roccaforte di molti noti personaggi di origine ebraica, quali, ad esempio, il noto volto di La7, Enrico Mentana, che vive assieme alla sua compagna, Francesca Fagnani, proprio nel ghetto ebraico.

L’occasione era la celebrazione del 7 ottobre del 2023, quando Hamas iniziò una serie di attacchi contro lo stato di Israele che sin dal primo momento per gli osservatori un po’ più attenti ha destato subito delle perplessità sia per le modalità che potremmo definire piuttosto “cinematografiche”, considerato l’utilizzo dei parapendii da parte di Hamas, sia per il fatto che varie inchieste hanno dimostrato che quel giorno i primi ad aprire il fuoco sugli israeliani che si sono radunati al festival di Nova sono stati proprio gli uomini delle forze armate israeliane che hanno fatto una carneficina dei loro stessi compatrioti.

Il discorso, evidentemente, si potrebbe già chiudere qui poiché se è provato che sono stati i soldati israeliani ad uccidere in larga parte le persone radunatesi al festival, non siamo di fronte ad alcun “attacco terroristico” ma di fronte al più classico dei “false flag”, ovvero quelle operazioni di falsa bandiera attuate dai servizi segreti, e nelle quali il Mossad vanta una lunga esperienza, a partire da quelle nei quali le barbe finte israeliane hanno pilotato il fenomeno del terrorismo islamico per arrivare al raggiungimento dei propri fini politici e geopolitici, come l’eliminazione dei propri avversari e l’espansione dei confini di Israele.

Senza poi parlare della questione relativa ad Hamas, una vera e propria creatura dello stato ebraico, i cui protagonisti hanno candidamente ammesso di aver finanziato e aiutato pur di togliere dalla scena la vera opposizione dell’OLP di Yasser Arafat ispirata invece alla filosofia politica del socialismo arabo, che sotto certi aspetti può considerarsi una derivazione mediorientale del socialismo nazionale del quale Benito Mussolini è stato a tutti gli effetti il caposcuola nel secolo scorso.

Non sono però ovviamente questioni che interessavano ai vari saltimbanchi accorsi a presenziare all’anniversario di questo evento.

A costoro interessava soltanto baciare la pantofola di Israele per rendere omaggio ai veri padroni della democrazia liberale partorita nel secolo dei lumi dagli “intellettuali” francesi quali Voltaire e Rousseau, di stretta obbedienza massonica, e che non ha fatto altro che accompagnare un processo di scristianizzazione dell’Europa per consegnare lo scettro del potere alla finanza ebraica e alla massoneria e ai loro emissari in Parlamento, di centrodestra e centrosinistra, poiché la contrapposizione tra i due blocchi è falsa e controllata dai veri signori della democrazia che da dietro le quinte hanno in mano le redini del potere.

E c’erano proprio tutti lunedì. C’erano i vari esponenti del governo in carica, quali il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni,  per una volta non fuori Roma, c’era Matteo Salvini che già da anni giura fedeltà allo stato ebraico, c’era il neo ministro della Cultura, Alessandro Giuli, c’era il grottesco Bruno Vespa, il decaduto Gianfranco Fini, caduto sulla via di Gerusalemme potremmo dire, c’era l’imbarazzante Carlo Calenda, presidente di un partito fantasma, la ex ballerina Mara Carfagna, oggi sposata ad un avvocato ebreo romano, Alessandro Ruben, e c’erano il sindaco di Roma, Gualtieri, e il presidente della Regione Lazio, Alessandro Rocca.

Era una vera e propria gara ad accorrere al tempio ebraico pur di ribadire che questi personaggi non sono una espressione di una qualche rappresentanza popolare, ma sono appunto l’espressione di quel mondo sionista che ha saldamente in mano la disgraziata Seconda Repubblica.

Mani Pulite: l’origine dell’esplosione del sionismo in Italia

E’ però impossibile comprendere il processo di sionizzazzione, potremmo dire, della politica italiana senza prima prendere in esame il golpe giudiziario di Mani Pulite del 1992.

Quel processo eversivo nel quale i giudici di Milano hanno agito scientemente per rimuovere chirurgicamente una intera classe dirigente, fatta salva l’eccezione del PDS, erede del PCI, è stato del tutto indispensabile per il passaggio dalla Prima Repubblica, nata certamente già sotto pessimi auspici, quali l’infame tradimento di Cassibile e senza mai disporre della piena sovranità, e la Seconda, nella quale il perimetro della sovranità si è ristretto ancora di più e dove la politica con la P maiuscola è stata sostituita da impresentabili controfigure e magnati quali Berlusconi che hanno provato a riempire il vuoto per salvare i propri interessi di bottega, e quando si è trattato di scegliere tra questi e quelli del Paese, si veda il 2011 e il golpe di Napolitano, non hanno esitato ad eseguire le indicazioni dei centri del potere sovranazionale.

La Prima Repubblica, come detto, non aveva una sua piena sovranità ma aveva dei politici veri che non erano dei semplici gregari ai quali consegnare i vari ordini da eseguire, ma erano dei professionisti della politica per l’appunto che avevano a cuore le sorti della nazione, e non volevano che questa fosse ridotta ad un cortile dell’anglosfera e dello stato ebraico.

Non sono stati in pochi a pagare con il sangue la scelta di volersi spingere al di là del perimetro, ed è questa la sorte occorsa ad Enrico Mattei, condannato a morte dalla CIA per la sua volontà di rompere l’oligopolio petrolifero delle sette sorelle nelle mani dei vari signori del petrolio, quali la famiglia Rockefeller, e Aldo Moro, che aveva un’ambiziosa visione geopolitica in base alla quale l’Italia avrebbe dovuto affrancarsi dalla NATO non certo per entrare nell’URSS, ma per scegliere la sua personale strada nel blocco dei non allineati, in modo così da uscire dalla falsa contrapposizione di quel periodo storico.

Sono stati uomini che hanno avuto una visione di troppo ampio respiro e troppo indipendente da coloro che concepirono la repubblica di Cassibile, che sin dal primo istante è stata etero diretta da Washington, Londra e Israele, ma che nonostante tutto riusciva sempre in qualche modo ad opporsi e a cercare una propria strada al di fuori di quel recinto.

Ed è quello che fecero uomini come Giulio Andreotti che già tra la fine degli anni’70 e degli anni’80 era molto vicino alla causa palestinese tanto da ricevere calorosamente in Parlamento il leader dell’OLP, il citato Yasser Arafat, oppure come fece anche Bettino Craxi quando nel 1985 in carica come presidente del Consiglio si alzava di fronte all’aula di Montecitorio e ribadiva fermamente che la lotta armata dei palestinesi non era “terrorismo” ma una legittima resistenza da parte di chi da ormai 76 anni subisce una occupazione illegale.

Il discorso di Bettino Craxi sull’OLP tenutosi alla Camera nel novembre del 1985

Si potrebbe dire che in quella Prima Repubblica non c’era una goccia di sionismo, ma ad essere diverso era tutto l’impianto della politica.

I politici di professione sapevano cos’era l’arte della politica, avevano una vasta cultura generale e una conoscenza profonda delle relazioni internazionali, ma soprattutto non mettevano il loro Paese all’asta come facevano i loro indegni successori.

La differenza tra Prima e Seconda Repubblica si può riassumere qui. I politici della prima stagione della storia repubblicana avevano un rapporto vero e autentico con il popolo, poiché erano realmente eletti da questo e c’erano altissime percentuali di partecipazione al voto.

Non erano passacarte calati dall’alto dei vari centri del potere sovranazionale. Non erano degli sgabelli sui quali si siede la tecnocrazia come lo sono i “politici” che hanno preso il loro posto.

Erano uomini legati al territorio e avevano tutto l’interesse a far sì che i propri elettori stessero bene e ricevessero i benefici di una economia mista e dello stato imprenditore, a differenza invece di quelli della Seconda Repubblica che invece sono slegati dal territorio e che ora sono persino scesi sotto la soglia della partecipazione del 50 + 1 al voto, a dimostrare chiaramente come ormai la classe “dirigente” uscita dal golpe del 1992 non rappresenti davvero più nessuno, se non sempre più ristretti grumi clientelari e i vari signori del mondialismo, che tra l’altro ora stanno perdendo tutto il potere acquisito nel secolo scorso.

La ratio del golpe di Mani Pulite è da ricercarsi solo e soltanto qui. L’Italia andava accompagnata sul patibolo della globalizzazione e del Nuovo Ordine Mondiale, e non poteva esserci di mezzo una classe dirigente che avesse a cuore le sorti del Paese e che non fosse disposta a mettere all’asta il Paese come avvenuto a bordo del panfilo della regina Elisabetta, sopra il quale il commissario della svendita nazionale, Mario Draghi, liquidava l’industria pubblica senza avere nemmeno alcun mandato governativo, una circostanza ovviamente ignorata dalla magistratura che lasciò tranquillamente consumare quel tradimento a danno dell’Italia e del suo popolo.

La magistratura invece era impegnata ad eseguire la rivoluzione colorata che aveva come obiettivo primario proprio quello, guarda caso, di togliere dalla scena quei protagonisti che negli anni precedenti avevano saputo dire di no all’anglosfera e ad Israele, e i due bersagli privilegiati furono proprio i citati Bettino Craxi e Giulio Andreotti.

Mentre il pool di Mani Pulite si interessava a tangenti che non valevano nemmeno il 5% del patrimonio industriale liquidato da Draghi, e mentre Falcone veniva massacrato assieme alla sua scorta a Capaci quando era vicino a scoprire il riciclaccio di fondi neri dal PCUS al PCI, i giudici perseguivano Bettino Craxi che per primo lanciò l’allarme sulla svendita e denunciò quegli avvoltoi della finanza quali George Soros che erano piombati per cibarsi degli organi vitali dell’Italia e della sua economia.

Sorte forse ancora più infame toccò a Giulio Andreotti che dopo essere stato il presidente del Consiglio negli anni’80 che aveva partorito la più draconiana legislazione antimafia e dopo aver nominato Falcone direttore degli Affari Penali, silurato dal CSM e chiamato “guitto” da Repubblica, venne accusato di mafia da parte di alcuni pentiti che erano rimasti in silenzio per decenni, fino a quando nel 1994 iniziarono improvvisamente a parlare per poi tirare fuori delle versioni piene di buchi e contraddizioni come rilevò correttamente il primo grado del processo, che venne poi magicamente ribaltato fino ad arrivare all’incredibile dictu della Cassazione secondo la quale Andreotti sarebbe stato “mafioso” fino al 1980 per poi misteriosamente redimersi.

La giustizia italiana è questa qui. E’ il guazzabuglio uscito dalla carta costituzionale scritta da diversi massoni che hanno concepito una magistratura in pratica al di fuori dello Stato e che non risponde mai delle sue innumerevoli malefatte, perché, in fin dei conti, fa comodo ai vari poteri massonici e atlantici avere un corpo a propria disposizione separato dal controllo degli altri organi dello Stato.

Mani Pulite è stata possibile perché lo stesso fallace impianto della costituzione ha partorito questa classe di giudici che ormai è fuori controllo e che, non differentemente dalla classe politica, necessita un totale e profondo rinnovamento.

Non si poteva perciò non arrivare, viste le premesse, al punto nel quale siamo arrivati oggi, ovvero quello in cui i politici veri e autentici di una volta che sapevano dire di no allo stato ebraico, come Craxi e Andreotti, sono spariti per essere appunto sostituiti da queste imbarazzanti comparse che non sanno fare altro che indossare la kippah.

Se l’avanzamento verso il Nuovo Ordine Mondiale che si è visto all’inizio degli anni’90 prevedeva e prevede il dominio dello stato ebraico su di esso, non poteva non esserci di conseguenza quel processo di israeliazzazione dell’Italia citato prima.

Si dice poi che la simbologia spesso sintetizzi al massimo i processi politici o le idee filosofiche, e quale esempio più lampante, a questo proposito, della menorah esposto a Montecitorio, salvo quei ridicoli personaggi che hanno provato a negare l’evidenza più lapalissiana.

La menorah di fronte a Montecitorio

E’ triste vedere poi come tale abbrutimento abbia investito anche la Chiesa Cattolica che dopo il Concilio Vaticano II assomiglia sempre di più ad una chiesta protestante ed ebraica, e ciò spiega anche il timore proprio di un esponente della comunità ebraica, quale il rabbino Di Segni, che teme il ritorno del tradizionalismo cattolico perché sa bene che se ciò avviene cala definitivamente il sipario sul potere del sionismo.

E’ una malattia quella della quale stiamo parlando che si è via via estesa sempre di più fino al punto attuale, nel quale ormai la distanza tra la politica e il popolo è troppo ampia, e quando ciò avviene non si può non arrivare al punto in cui il vecchio status quo è destinato inevitabilmente a fallire.

La transizione tra Prima e Seconda Repubblica è servita ad accentrare indubbiamente il potere di Israele e dell’anglosfera, ma il problema presente dei saltimbanchi senza rappresentanza è che quello status quo sovranazionale oggi non esiste più, perché non siamo negli anni’90 e nel secolo dell’impero anglosionista, ma siamo nel secolo della fine dell’impero e del declino dello stato ebraico.

Lo stesso stato ebraico che un tempo metteva a ferro e fuoco il Medio Oriente per anni oggi si ritrova inerme di fronte al massiccio bombardamento dell’Iran che ha umiliato di fronte al mondo Israele.

Stessa sorte toccata all’impero americano smantellato per volontà di Donald Trump che ha deciso di separare la politica estera americana da quella di Israele, e ha condannato quindi all’inevitabile isolamento Tel Aviv, che oggi non solo non è più in grado di seguire la sua agenda sionista, ma che si trova in un delicato momento della sua storia, dal quale non si sa nemmeno bene in quali condizioni ne verrà fuori.

La Seconda Repubblica pertanto, considerato il nuovo equilibro, non può evidentemente sopravvivere dato che sono venute le indispensabili condizioni che ne assicuravano l’esistenza.

Non è chiaro se lo sanno i vari figuri che si sono visti in sinagoga lunedì. Probabilmente sì, ma poco cambia.

Sono nati baciando la pantofola di Israele, e moriranno allo stesso modo.

FONTE