L’O.S.A. Polizia e il Comitato Ascoltami: “Il nostro esposto nei confronti di Magrini e Speranza”

Si è diffusa nei giorni scorsi -attraverso la trasmissione televisiva ‘Fuori dal Coro’- la notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati dell’ex Ministro della Salute, Roberto Speranza e dell’ex Direttore Generale di AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), Nicola Magrini. La Procura di Roma sta indagando per ‘omicidio, falso ideologico, corruzione per l’esercizio della funzione e lesioni personali’. Al centro della questione gli effetti avversi dei vaccini anti-Covid, tematica ancora oggi tabù, ma che pone pesantissimi interrogativi sull’intera gestione pandemica, sia sotto il profilo sanitario, sia giuridico. La stampa generalista non ha dato risalto alle indagini, affrettandosi invece a specificare che -secondo il legale di Speranza- la Procura avrebbe già chiesto l’archiviazione. Ad aver presentato l’esposto nei confronti di Magrini e Speranza le associazioni Avvocati liberi, Comitato Ascoltami, O.S.A. Italia (Operatori Sicurezza Associati), Antonio Porto, dirigente di LES(sindacato Libertà e Sicurezza della Polizia) ed attuale Segretario Generale Nazionale di O.S.A. Polizia(Organizzazione Sindacale Autonoma), SFD (Sindacato Finanzieri Democratici) e l’ex senatrice Bianca Laura Granato. Sulle reazioni avverse post-iniezione tuttora grava un fittissimo silenzio. La problematica viene regolarmente censurata e rimossa, banalizzata o comunque minimizzata, nonostante le evidenze scientifiche e la documentazione ufficiale smentiscano vieppiù la versione dominante: ‘qualcosa’ di molto grave è andato storto e la situazione è talmente seria e complessa che non potrà risolversi facendo spallucce. Abbiamo fatto il punto con il Segretario Generale Nazionale di O.S.A. Polizia, Antonio Porto e con la vicepresidente del Comitato Ascoltami, Silvia Vernò.

I vostri esposti hanno indotto la Procura di Roma ad iscrivere nel registro degli indagati l’ex Ministro Roberto Speranza e l’ex direttore di AIFA, Nicola Magrini. Su quali elementi si fondano le vostre denunce?

A. P. (O.S.A. Polizia): “Le nostre denunce si fondano su una CTU del professor Francesco Belli -risalente a dicembre 2021- e sulle ricerche del biochimico Gabriele Segalla. Due anni fa, in qualità di segretario provinciale del sindacato LES, numerosi colleghi poliziotti mi chiesero spiegazioni in merito alla legittimità della sottoscrizione del consenso informato -richiesto all’atto della vaccinazione anti-Covid- nonostante pendesse nei loro confronti l’obbligo vaccinale. Dalle consulenze emerse che i prodotti vaccinali contenessero due lipidi funzionali alla conservazione e alla veicolazione dell’mRNA: stando alle indicazioni della casa farmaceutica che li aveva sviluppati, la Cayman Chemical Company, tali sostanze potevano essere utilizzate solo a scopi di ricerca, ma non potevano essere somministrate in alcun modo né agli umani, né agli animali. Veniva inoltre evidenziato che le sostanze avrebbero potuto causare effetti teratogeni alle donne incinte, danni cardiaci e malattie oncologiche. Trasmisi l’intera documentazione alle autorità preposte ma non ottenni risposta. Il mio percorso proseguì con l’O.S.A. e gli Avvocati Liberi (ALI): depositai con l’assistenza di Avvocati Liberi due esposti-denunce alle Procure di Catanzaro e di Santa Maria Capua Vetere, relativamente a numerose ‘morti improvvise’ sospette tra gli esponenti delle forze dell’ordine. Ci siamo quindi uniti al Comitato Ascoltami e ad altre realtà. Infine è partita l’inchiesta di ‘Fuori dal Coro’. Nell’esposto noi abbiamo contestato, ai sensi degli articoli 443 e 445 del codice penale, la somministrazione di vaccini in modalità off-label, la vaccinazione eterologa (non vi erano studi sull’interazione dei vari prodotti), la vaccinazione nei confronti di infanti, donne incinte e fragili. La sperimentazione clinica non aveva infatti coinvolto né bambini, né donne gravide e nemmeno anziani e immunocompromessi. Ricordiamoci infine che, nel corso della campagna vaccinale, sono stati somministrati pure prodotti scaduti”.

S. V. (Comitato Ascoltami): “Come illustrato dal Segretario Antonio Porto, gli esposti si fondano sugli elementi emersi dall’inchiesta della giornalista Marianna Cané, inviata di ‘Fuori dal Coro’. La trasmissione condotta da Mario Giordano ha approfondito per mesi i retroscena della campagna vaccinale, rivelando informazioni, conversazioni, contenuti e scambi di mail da cui è trapelato che le autorità sanitarie e istituzionali erano perfettamente a conoscenza delle criticità dei vaccini anti-Covid. Il programma televisivo ha evidenziato chiaramente bugie ed omissioni gravissime relativamente alla somministrazione di tali prodotti e per questo noi ci siamo rivolti alla Giustizia, confidando che possa fare finalmente luce su quanto è accaduto”.      

Stando a ciò che è stato pubblicato su alcune testate, circola la notizia che l’inchiesta sia prossima all’archiviazione. Come stanno veramente le cose?

A. P.: “Ad oggi noi sappiamo soltanto, in qualità di parti offese, che la Procura ha inoltrato la richiesta -come previsto dalla legge- al Tribunale dei Ministri. Non abbiamo ricevuto altre comunicazioni dalla Procura. Il legale di Speranza ha affermato che l’inchiesta verrà archiviata: ha ricevuto questa informazione da qualcuno oppure è soltanto una sua opinione? Ad ogni modo, se anche fosse vero, non significa che il GIP si fermi. Non dimentichiamoci infine che, a differenza dell’ex Ministro Speranza, Magrini non gode di alcuno scudo parlamentare: alla luce dell’incarico che ricopriva, la sua posizione potrebbe rivelarsi ancora più delicata”.

S. V.: “Confermo. L’unica informazione di cui siamo a conoscenza, in quanto appresa dagli organi di stampa, è che il legale dell’ex Ministro Speranza avrebbe presentato richiesta di archiviazione. Non abbiamo ricevuto comunicazioni ufficiali da parte della Procura, perciò attendiamo gli sviluppi della vicenda”.  

Nei mesi scorsi alcuni suoi colleghi di altre sigle sindacali hanno dichiarato che, tra le forze dell’ordine, i danneggiati da vaccino sarebbero decine di migliaia. È possibile fare una stima più rigorosa sul numero degli esponenti delle forze dell’ordine che hanno segnalato effetti avversi dopo le iniezioni?

A. P.: “Preciso subito che non disponiamo di dati ufficiali. Salvo alcune correlazioni accertate, la maggior parte delle segnalazioni è stata presentata in via ufficiosa. Desidero sottolineare che, uno dei requisiti per ottenere l’idoneità all’esercizio della professione di poliziotto è quello della certificazione della sana e robusta costituzione. Tantissimi colleghi lamentano problemi a seguito delle iniezioni, ma temono tutti di sottoporsi agli accertamenti medici della Commissione, che probabilmente farebbe perdere loro l’idoneità: ci chiedono aiuto soltanto in via ufficiosa”.

Quanti presunti danneggiati da vaccino si sono rivolti al Comitato Ascoltami e quali sono le loro richieste?

S. V.: “Il Comitato Ascoltami ha accolto l’iscrizione di circa tremila persone che hanno subito gravi reazioni avverse dopo la vaccinazione anti-Covid. Alla maggior parte di esse è stata già certificata la correlazione. Altrettante sono le iscrizioni al Comitato di sostenitori che appoggiano le nostre iniziative. Gli iscritti chiedono sostegno per la ricerca e investimenti affinché si studino possibilità di cura dei danneggiati; la creazione di un codice esentivo ad hoc rilasciato dal medico di medicina generale (MMG) per sospetti eventi avversi, con conseguenti prestazioni a totale carico del SSN. Chiediamo alle Istituzioni ambulatori dedicati ai danneggiati, affinché essi possano ottenere cure gratuite polispecialistiche, oltre allo snellimento, alla deburocratizzazione delle varie pratiche, nonché la presenza di una Commissione Tecnico-Scientifica Indipendente per la valutazione dell’indennizzo a seguito della vaccinazione. Inoltre chiediamo una raccolta dati presente e futura più accurata, attraverso una farmacovigilanza attiva e un’indagine retrospettiva”.

Il numero di chi si è sottoposto ai richiami anti-Covid è bassissimo, persino tra i sanitari. Evidentemente serpeggia un forte scetticismo anche tra coloro i quali hanno propagandato tali prodotti, spergiurando sulla loro efficacia e sicurezza. Qual è la Sua impressione, al riguardo?

A. P.: “Se non avessero imposto obbligatoriamente la vaccinazione, la maggior parte delle persone non si sarebbe vaccinata. Tanti sono stati costretti perché non potevano vivere senza lo stipendio e numerosi esponenti delle forze dell’ordine hanno ceduto in quanto non sapevano per quanto tempo vigesse l’obbligo: molti di essi si sono vaccinati con la consapevolezza di andare al patibolo. Quando sono caduti gli obblighi è emerso che gli appartenenti alle forze dell’ordine avrebbero potuto svolgere, da sospesi, un’altra attività, ma solo a determinate condizioni: faccio presente, inoltre, che lo stipendio medio di un poliziotto italiano è tra i più bassi d’Europa”.

S. V.: “Più che esprimere opinioni personali, che lasciano il tempo che trovano, preferisco portare avanti azioni concrete e lasciar parlare i fatti. Noi del Comitato Ascoltami ci adoperiamo da due anni per aiutare le persone che hanno subito gravi danni post-vaccino: le sosteniamo e diamo loro voce poiché le Istituzioni non si sono fatte carico della loro immensa tragedia. Ritengo che ormai la gravità della situazione sia chiara a tutti: i fatti parlano da soli”.

È sconcertante il fatto che, nonostante la pubblicazione di documenti ufficiali, conversazioni confidenziali, intercettazioni che coinvolgono alti personaggi istituzionali, domini una sorta di omertà totale sulla gestione Covid e anche sugli effetti avversi. Quanto è emerso a livello di documentazione prova che i ‘vertici’ erano in realtà a conoscenza delle problematiche riguardanti i prodotti anti-Covid e questo addirittura dall’inizio della campagna vaccinale. Tuttavia, ancora oggi, non ne parla quasi nessuno, se non per censurare o screditare il medico o lo scienziato ‘dissidente’. Lei è un esponente delle forze dell’ordine, cioè un servitore dello Stato. Si sente tradito dalle Istituzioni? Qual è il Suo stato d’animo?

A. P.: “Guardiamo in faccia la realtà. Gli obblighi, le imposizioni e i provvedimenti sono stati adottati dalle più alte cariche dello Stato: se quanto sta emergendo troverà conferma nelle sedi opportune, si ravviserebbero responsabilità gravissime nei confronti di chi ha approvato e sostenuto certe misure. L’allora Presidente del Consiglio, Mario Draghi, disse che il Pass era uno strumento di garanzia per ritrovarsi tra persone che non si contagiavano e che non erano contagiose. Oggi l’EMA ha ribadito ufficialmente che i vaccini non erano stati autorizzati quali prodotti per prevenire il contagio. Qual è il mio stato d’animo? Credo che le Istituzioni siano state ingannate dalla politica, che si è sostituita alla vera Scienza. Numerosi ‘vertici’ delle Istituzioni ci hanno rivelato, negli ultimi tempi, di essere stati ‘costretti’ a vaccinarsi. L’inganno è chiaro a tutti: resta da capire perché alla popolazione non siano state comunicate le informazioni corrette. I civili under 50 che lavoravano negli stessi nostri uffici, insieme ai poliziotti, potevano lavorare sottoponendosi soltanto al tampone: perché a loro è stata data questa possibilità, mentre ai poliziotti no? Qual è la logica di certi provvedimenti? Ripeto sempre che i criminali della ‘Uno bianca’ erano quasi tutti poliziotti e che, fino alla sentenza di condanna, avevano diritto al 50% dello stipendio: coloro i quali hanno esercitato legittimamente il diritto a non vaccinarsi, rispettando la Costituzione, sono rimasti invece privi di sostentamento. Credo nella Giustizia, mentre sono rimasto deluso da tutti i sindacati, sia confederati che di categoria. Mi sento tradito dai sindacati, che avrebbero dovuto tutelare i lavoratori, lottando per il diritto al lavoro e per le libertà costituzionali. Diversamente, io mi sono messo nei panni dei lavoratori della Polizia di Stato chiedendomi cosa avrei desiderato che il sindacato facesse per tutelare il mio diritto al lavoro ed alla salute, perciò come sindacalista ho preso una ferma posizione contro il Green Pass che sin da subito aveva dimostrato di non essere uno strumento sanitario, ma soprattutto contro l’obbligo vaccinale per la mia categoria, tentando, nel miglior modo possibile, di tutelare i diritti fondamentali dell’essere umano tra i quali la “dignità”

I danneggiati lamentano spesso una scarsa attenzione nei loro confronti, sia da parte del personale sanitario, sia da parte delle Istituzioni. Come se lo spiega?

S. V.: “Ci sono decine di migliaia di persone abbandonate dalle Istituzioni: si tratta di nostri connazionali che hanno perso completamente la salute e che hanno dovuto sostenere spese altissime nel tentativo di curare le reazioni avverse subite dopo la vaccinazione. È estremamente urgente che l’attuale Ministro della Salute, Orazio Schillaci, si faccia carico di questa drammatica situazione senza che passi altro tempo. Quest’ultimo, infatti, è stato superato ampiamente”.

Francesco Servadio

Vi aspettiamo in Valle Intelvi per pattinare sul ghiaccio

SAN FEDELE INTELVI, CENTRO DELLA MAGNIFICA VALLE INTELVI (CO) RAGGIUNGETECI E TROVERETE UNA BELLA PISTA DI PATTINAGGIO MA ANCHE TANTE ALTRE SORPRESE PER UNA MERENDA INDIMENTICABILE.

A pochi chilometri da Milano, nella splendida Valle Intelvi, le iniziative per le feste natalizie sono già cominciate.

Il 1 dicembre alle ore 16 verrà aperta a San Fedele (Centro Valle) una nuova pista di pattinaggio sul ghiaccio, sport sempre molto richiesto.

I signori Colombo, gestori della pista, attendono con gioia tutti coloro che vorranno passare le vacanze con loro e offrono a grandi e piccini la possibilità di un sano divertimento e molte attrazioni con tante sorprese per tutti. A far da cornice alla bella iniziativa frittelle, crêpes, zucchero filato, vin brûlé e cioccolata calda, per una merenda gustosa in compagnia a prezzi accessibili per tutti.

Dal 25 novembre al 7 gennaio 2024 la pista, che si trova in via Roma 45, sarà aperta con i seguenti orari:

Feriali – dalle 14,30 orario continuato

Venerdì, Sabato e Domenica – dalle 10 orario continuato

Viene offerta a chi fosse interessato, la possibilità di spazzi pubblicitari

– per qualsiasi informazione chiamare il numero di cell.3393542979 o inviare messaggio tramite Whatsapp

La famiglia Colombo desidera ringraziare il Comune di Centro Valle Intelvi e i commercianti per la loro preziosa collaborazione.

Manuela Valletti

Sicurezza a Milano

Il capoluogo lombardo è in testa alla classifica del Sole 24 ore sull’Indice della criminalità nelle province italiane, come un anno fa. Nelle top ten tante grandi città

DI CHIARA PIZZIMENTI

La rapina a Carlos Sainz e la sicurezza a Milano: un problema di tutte le città italiane?

Il sindaco del capoluogo lombardo interviene dopo il tentativo, sventato, di rubare l’orologio al pilota Ferrari. «Ogni cosa che succede a Milano è enfatizzata all’ennesima potenza, ciò nonostante c’è da lavorare. La sicurezza è un problema, bisogna continuare a lavorare». Quali sono i dati?

Sotto accusa è la città, diventata sempre meno sicura. Lo dicono gli abitanti di Milano, ma anche i dati legati al numero delle denunce. Il capoluogo lombardo è in testa alla classifica del Sole 24 ore sull’Indice della criminalità nelle province italiane, come un anno fa. Sono stati 6.991 i reati denunciati ogni 100mila abitanti nel 2022, quasi un migliaio in più rispetto al 2021, e le denunce sono in crescita del 3,5% anche nel primo semestre 2023 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

A crescere sono i reati definiti predatori. A Milano nel 2022 le rapine in pubblica via sono tornate ai livelli del 2007: più di 2.700 episodi denunciati in 12 mesi. Per rapine e furti la città è prima in Italia, quarta per violenze sessuali. A seguire Milano nella classifica sono Rimini e Roma, nella top ten anche Bologna, Firenze, Torino e Napoli. Bologna, Firenze e Torino sono quarta, quinta e sesta seguite da Imperia, Livorno, Prato e Napoli.

I dati generali, quelli che il ministero dell’Interno pubblica ogni Ferragosto, raccontano un aumento generale in Italia di questi reati. Le rapine sono state 14.979 fra il 1 gennaio 2022 e il 31 luglio 2022, 15.486 nello stesso periodo del 2023. Per quanto riguarda i furti negli stessi mesi si passa da 539.920 a 554.975.

Sul podio dell’Indice del Sole 24 Ore c’è anche Roma. La Capitale nel 2022 ha registrato 231.293 reati denunciati che sono 5.485 ogni 100mila abitanti. Questo numero è in crescita del 5% rispetto al 2019. Oltre 26mila i furti con destrezza registrati a Roma, un numero maggiore è stato segnalato solo tra il 2013 e il 2015. Tra gennaio e giugno 2023 le denunce sono salite ancora dell’8,3% rispetto agli stessi mesi del 2022. Roma è salita sul podio accanto a Rimini dove però nel 2023 le denunce sono in diminuzione dell’8%.

Comune a tutte le città è il maggiore investimento in sicurezza e la richiesta al Ministero di più personale in servizio. Firenze e Roma hanno lavorato sulla video sorveglianza, Milano ha aggiunto agenti della municipale. Misure che per molti sembrano per ora limitate.

FONTE

Tutti i segreti della longevità

Allenare la mente, fare movimento e mangiare sano le regole per star bene: «Se si agisce sul fronte dell’età biologica si può migliorare la qualità di vita»

PRISCA DINDO

Il mondo di chi ha superato da un bel pezzo gli «anta» è variegato. Da una parte c’è il settantenne che vive come un cinquantenne. Per lui gli anni che figurano sulla carta di identità non hanno valore e se lo definisci anziano ti incenerisce con un’occhiata. Dall’altra c’è chi fatica a vivere. Camminare, chiacchierare con un amico, ascoltare un programma scendere le scale: per lui tutto diventa difficile, problematico. Ciò che un tempo era normale fare, ora non lo è più.

Nel mezzo c’è chi si barcamena tra un acciacco della vecchiaia e l’altro, cercando di tenerlo a bada con medicamenti mirati.

Le statistiche dicono che il Ticino è il Cantone che presenta la percentuale più elevata di over sessantacinquenni (23,4%) e di over ottantenni (7,5%). Siamo pure il Cantone con la quota di centenari ogni centomila abitanti maggiore rispetto al resto della Svizzera. Se una volta non avevamo a disposizione molti anni da vivere dopo l’età della pensione ora la musica è cambiata, perché l’aspettativa di vita in Svizzera si è notevolmente alzata.

Vivere a lungo o vivere meglio

Ma è più importante vivere a lungo o vivere meglio? Tutto dipende dalle condizioni con le quali arriviamo alla vecchiaia. Quel che è certo è che a nessuno piacerebbe trascorrere l’ultima parte della propria esistenza privo di autonomia e di energia. «Siamo noi a fare la differenza se vogliamo migliorare la qualità di vita durante la terza età», spiega Florenc Kola, specialista in Geriatria e Medicina interna che sarà tra i relatori della conferenza dedicata al paziente geriatrico organizzata alla clinica Sant’Anna a Sorengo. Il concetto di longevità non ha un gran significato se viviamo tanto ma la nostra salute non è ottima. «Molto dipende dall’età biologica», spiega lo specialista.

L’età anagrafica non è l’età biologica

L’età anagrafica non corrisponde a quella biologica: la prima ci dice quanti anni sono passati da quando siamo usciti dal ventre delle nostre madri, mentre la seconda indica quale è lo stato di salute del nostro corpo e della nostra psiche. L’età biologica è frutto di tutti i fattori legati al nostro patrimonio genetico e al nostro stile di vita. È influenzata da abitudini, scelte nutrizionali, rapporti sociali, attività fisica.

Possiamo agire molto sul fronte dell’età biologica per migliorare la qualità di vita

«Ecco perché è importante intervenire qui se vogliamo migliorare rallentando i processi di invecchiamento», spiega il medico: «Sugli anni che figurano sulla nostra carta d’identità possiamo fare ben poco – puntualizza il geriatra – mentre possiamo agire molto sul fronte dell’età biologica per migliorare la qualità di vita durante la vecchiaia e se dico che bisogna iniziare dal movimento e da un’alimentazione sana mi sembra di sfondare porte aperte».

Sport e buona alimentazione

Il parere degli esperti è unanime: lo sport è un toccasana. Anche perché per ogni decade di vita perdiamo l’8% di massa muscolare. Ciò significa che a 80 anni abbiamo il 40% di muscoli in meno. Più ci si muove, meglio è.

Una ricerca californiana effettuata su 1.500 donne che avevano superato la menopausa e pubblicata nel 2019 sull’American Journal of Epidemiology, ha mostrato come le donne sedentarie risultavano da un punto di vista biologico otto anni più vecchie delle coetanee più attive. Lo sport fa bene, è innegabile ma anche ciò che l’anziano mette nel piatto è importante. È provato che mangiare correttamente grazie ad una dieta povera di carne e ricca di verdure, cereali, frutta e legumi rallenta l’invecchiamento.

Chi nella vita ha puntato tutto sul lavoro potrebbe isolarsi perché ormai si sente socialmente inutile dopo il pensionamento

Poi c’è la mente

Un altro toccasana è l’allenamento della mente «perché apprendere qualcosa di nuovo – annota il geriatra – è uno dei rimedi migliori per proteggersi dalle malattie degenerative del sistema nervoso come la malattia di Alzheimer». Imparare a suonare uno strumento, iniziare nuovi studi, dedicarsi ad un progetto: il cervello va allenato e tenuto in forma, esattamente come un muscolo.

Diversi studi hanno poi dimostrato come la solitudine, nelle persone con più di 60 anni, sia devastante. «Chi nella vita ha puntato tutto sul lavoro potrebbe isolarsi perché ormai si sente socialmente inutile dopo il pensionamento», osserva Kola. Oggi gli anziani sono sempre più soli ed immersi in contesti sociali sempre più fragili. Per loro coltivare relazioni con altre persone diventa sempre più difficile rispetto a quando avevano una vita professionalmente attiva e ciò aumenta il rischio di sviluppare un disturbo depressivo. Al contrario in contesti ricchi di scambi interpersonali gli anziani tendono ad invecchiare meglio, riducendo i tassi di depressione senile.

Paure da intercettare

«Occorre fare molta attenzione allo stato umorale di un anziano: ad esempio se per un quarantenne una caduta è una bagatella, per un settantenne potrebbe essere una tragedia: la paura che succeda di nuovo potrebbe spingerlo a non uscire più di casa, chiudendo per sempre fuori dalla porta il resto del mondo» spiega il geriatra.

Quando si vede un anziano solo e con lo sguardo vuoto occorre allarmarsi. «Non si può fare spallucce dicendo «tant le vecc» – ammonisce Florenc Kola – perché la depressione e la tristezza non sono normali, neppure per chi non è più giovane». Tante volte si tratta di problemi risolvibili se scoperti in tempo: problemi di udito o di vista che l’anziano ha vergogna di ammettere. Ma se le condizioni di salute peggiorano, occorre bussare alla porta di un geriatra.

Occorre fare molta attenzione allo stato umorale di un anziano

Il momento di rivolgersi a un geriatra?

Un ruolo fondamentale per capire se c’è bisogno di uno specialista lo gioca il medico di famiglia: di fronte a problematiche che iniziano a moltiplicarsi consiglierà ai famigliari di rivolgersi ad un geriatra. Problemi di memoria, tante piccole patologie accompagnate da una serie infinita di medicamenti.

Oggi la presa a carico sanitaria di un anziano è complessa e interdisciplinare, «anche perché deve tener conto dell’individualità del paziente stesso e delle sue peculiarità di vita personale, famigliare e sociale»

fonte

Concerto d’Autunno a Villa Abamelek a Roma

Il 13 novembre 2023 a Villa Abamelek, residenza ufficiale dell’Ambasciatore della Federazione Russa in Italia, si è tenuto il “Concerto d’Autunno”, evento dedicato al 150esimo anniversario dalla nascita di Sergej Rachmaninov, geniale pianista russo del XX secolo, nonché brillante direttore d’orchestra e compositore.

L’evento ha visto la partecipazione degli Ambasciatori di Armenia, Azerbaigian, Bolivia, Egitto, India, Iraq, Senegal e dei rappresentanti del corpo diplomatico accreditato a Roma, di esponenti della società civile italiana, ma anche di famosi giornalisti, imprenditori e personalità del mondo della cultura.

“Sono certo che in tutto il mondo hanno ascoltato, ascoltano e ascolteranno sempre la musica dei grandi compositori russi interpretata da musicisti della medesima nazionalità”, ha sottolineato l’Ambasciatore Alexey Paramonov nel suo discorso di benvenuto.

🎹 Il pubblico presente all’evento ha assistito all’esibizione della straordinaria pianista Valentina Lisitsa, che ha eseguito opere di Rachmaninov e di Čajkovskij.

La chiara posizione assunta da Valentina Lisitsa nell’ambito del suo impegno civile, considerata “provocatoria” dall’Occidente collettivo, è la ragione per la quale si sono verificati anche in Italia moltissimi tentativi di “bloccare” i suoi concerti. E tuttavia, il mondo culturale italiano si è opposto categoricamente a questa aperta discriminazione basata su motivazioni politiche, esprimendosi unanimemente a favore dello svolgimento dei concerti della pianista a Venezia e a Torino previsti per il 2023.

Il “Concerto d’Autunno”, il primo evento musicale tenutosi dopo molto tempo, ha segnato la riapertura della lunga tradizione legata alle stagioni culturali di Villa Abamelek, che da ormai più di 100 anni rappresenta un piccolo angolo di Russia nel cuore della Città Eterna; un piccolo angolo di apertura al dialogo e alla cooperazione con tutti, e nel quale vengono onorati gli ideali dell’umanesimo, della creatività e della cultura.

Rho, dal 7 al 12 novembre 80esima edizione dell’Eicma: bici, moto e una pista di prova

L’Ebike ancora protagonista, ma anche tante novità: 1.750 metri quadrati di esposizione per tutte le età e gli stili

Rho – Conto alla rovescia per l’80esima edizione di Eicma, l’Esposizione internazionale delle due ruote, che si svolgerà nei padiglioni di Fiera Milano a Rho, dal 7 al 12 novembre. I numeri dell’edizione 2023 sono tornati ai livelli parametri pre-pandemici: 1700 i marchi presenti gli otto padiglioni, due padiglioni in più rispetto al 2022. Anche quest’anno la protagonista dell’edizione 2023 sarà l’eBike, in un’area di oltre 1500 metri quadri sarà allestita una pista prove di circa 250 metri aperta ai visitatori per provare in prima persona le ultime novità dell’universo delle bici a pedalata assistita.

Salite, salti, gradini e passaggi tecnici su gomme e tubi. Ma anche un semplice percorso pianeggiante adatto a tutti. Oltre alle novità che riguardano questo segmento del settore ciclo, i visitatori avranno la possibilità di scoprirne in prima persona le potenzialità e le prerogative di quello che negli ultimi anni si è appunto affermato come un vero e proprio fenomeno di mercato. In Italia, per esempio, il gradimento della pedalata assistita è andato crescendo nel corso delle ultime stagioni: il 2022 ha registrato quasi 340.000 pezzi venduti (+14% rispetto all’anno precedente), ma ad impressionare è la tendenza di crescita dal 2019 al 2022, +72%.

L’Area eBike sorgerà all’esterno del padiglione 18 come estensione dell’aera Yum (Your Urban Mobility), una delle novità espositive dell’Edizione 2023, all’interno della quale l’industria delle due ruote a pedale e quella a motore porterà in scena le novità: sarà possibile vedere gli stand di imprese, istituzioni, talk e incontri divulgativi e, soprattutto, le startup del settore, a cui Eicma offre una vetrina internazionale grazie al sostegno dell’Ice, l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane.

L’accesso all’area di test sarà riservato ai soli maggiorenni. La pista sarà percorribile senza dover obbligatoriamente affrontare gli ostacoli, questa caratteristica rende la pista adatta a tutti e aperta all’utilizzo di qualsiasi tipologia di bicicletta elettrica. Tra i marchi che metteranno a disposizione dei visitatori le loro eBike spiccano Bergamont,  Thok, CBT Italia, Ducati, World Dimension, Yamaha,  MotorParts  e Cicli Lombardo.

Una delle grandi novità di quest’anno è l’Eicma Esports Arena, che ospiterà competizioni motociclistiche online e tante altre iniziative, come i titoli Europei Supercross, le gare ad inseguimento con le maxienduro bicilindriche, i contest di freestyle motocross e quelli di trial acrobatico, l’intrattenimento di Radio Deejay e la presenza di Vip e dei migliori piloti. Ci saranno anche le gare di Quad e quelle italiane e mondiali di E-Bike, l’esclusivo spettacolo Buggy Back Flip, le attività di avviamento alla moto per i più giovani della Federazione Motociclistica Italiana, gli eventi speciali dei top brand, la musica dal vivo e tanto altro.

Ci sarà un vero e proprio campionato online di motocross, l’Eicma Esports Mx, aperto ai giocatori di tutta Europa e Stati Uniti. Nei padiglioni dell’esposizione sabato 11 novembre si giocheranno. Sul sito ufficiale eicma.it sono disponibili tutte le informazioni sulla manifestazione e i biglietti d’ingresso.

Da oltre un mese la scuola elementare del QT8 è inagibile, le istituzioni tacciono.

IL VIDEO

La scuola Marten L. King, edifico storico del QT8 e della città di Milano perchè facente parte del progetto Bottoni, è inagibile da un mese per il crollo di parte del tetto e allagamento di alcune aule.

La scuola  è stata chiusa un lunedì mattina dopo che un pezzo di controsoffitto è crollato e si sono verificati degli allagamenti. Il giorno dopo un camion era pronto per trasferire i banchi in una sede provvisoria, in via Dolci, ma i genitori hanno deciso di bloccare l’accesso all’istituto. 

Naturalmente il disagio dei bambini e dei genitori è massino, gli alunni della scuola sono stati trasferiti alla elementare di via Dolci, facente parte dello stesso circolo didattico, ma assolutamente scomoda da raggiungere.

Le famiglie da tempo lamentavano una situazione critica nell’edificio vecchio e malandato, ciononostante alla scuola era stata data l’agibilità a Luglio ma a distanza di pochi mesi questa agibilità era svanita.

Ci si chiede chi risponda di queste verifiche e chi “risarcisca” i bambini spostati in un plesso distante, non raggiungibile facilmente con i mezzi, senza alcun parcheggio disponibile e i genitori, costretti a fare i salti mortali per accompagnarli e riprenderli.

Ora tutti sorvolano davanti a una soluzione sostenibile e alternativa, genitori e bimbi si trovano a dover fare scelte non previste ma quasi obbligate come una scuola privata, visto che le altre scuole pubbliche più vicine hanno fatto muro.

Se Sindaco, Vicesindaco e uffici di riferimento continueranno ad ignorare il problema i genitori faranno appello al Ministro della Pubblica Istruzione, ricordando che la pubblica istruzione deve essere garantita al meglio e che i bimbi non hanno colpa dell’incuria delle istituzioni.

Manuela Valletti

L’essenza di una donna: la magia dei profumi

L’essenza che una donna sceglie di indossare può dire molto su di lei. Il profumo, più di ogni altro accessorio, ha il potere di raccontare una storia, evocare ricordi e rappresentare un’estensione della personalità. Ogni fragranza racchiude in sé un universo fatto di note, accenti e sfumature che, combinati tra loro, creano esperienze olfattive uniche.

Storia e significato dei profumi

Da secoli, l’umanità ha usato i profumi come strumento di espressione. Le antiche civiltà, dall’Egitto ai Romani, utilizzavano oli profumati non solo per ragioni estetiche, ma anche per scopi religiosi e terapeutici. Con il passare del tempo, l’arte della profumeria si è evoluta, dando vita a creazioni sempre più raffinate e complesse.

 

Il profumo non è solo una questione di bellezza, ma anche di comunicazione. Indossare una fragranza può trasmettere emozioni, stati d’animo e, in alcuni casi, intenzioni. È una dichiarazione silenziosa ma potente di chi siamo e di come vogliamo essere percepiti.

 

Profumo Chloé: l’eleganza raffinata

Nel vasto panorama delle fragranze femminili, il profumo Chloé si distingue per la sua eleganza discreta e sofisticata. Lanciato per la prima volta negli anni ’70, questo profumo ha ridefinito la femminilità con le sue note leggere e floreali. La rosa, ingrediente chiave, viene interpretata in modo moderno e arioso, risultando fresca e vivace, ma al tempo stesso profondamente femminile.

L’avventura olfattiva di Nomade Chloé Eau de Parfum

Esplorare il mondo attraverso il senso dell’olfatto è un’avventura che poche fragranze possono offrire come Nomade Chloé Eau de Parfum. Questa creazione è un omaggio alla libertà e all’avventura, raccontando storie di viaggi e scoperte. Le sue note di testa agrumate si fondono con il cuore floreale, per concludersi in un fondo avvolgente di muschio e legno. È una fragranza per le donne audaci, che non hanno paura di seguire la propria bussola interiore.

 

La scelta del profumo giusto

Scegliere un profumo non è un compito semplice. La fragranza ideale dovrebbe riflettere la personalità di chi la indossa, adattarsi alle diverse occasioni e persistere nel tempo. È importante testare diverse fragranze sulla propria pelle, poiché ogni profumo può variare a seconda della chimica corporea. La stagione, l’umore e anche l’abbigliamento possono influenzare la percezione di un profumo.

 

La conservazione delle fragranze

Una volta scelta la fragranza perfetta, è essenziale conservarla correttamente per preservarne la freschezza e l’intensità. È consigliabile conservare i profumi in un luogo fresco e lontano dalla luce diretta del sole. Anche l’ossigeno può alterare la qualità del profumo, quindi è importante chiudere sempre bene il flacone dopo l’uso.

 

Il viaggio nel mondo dei profumi è un’avventura senza fine. Dalla storia alle ultime creazioni, ogni fragranza ha qualcosa di unico da offrire. Che sia una dichiarazione di stile, un ricordo o un’estensione della personalità, il profumo rimane uno degli accessori più potenti e affascinanti a disposizione della donna moderna. E mentre le tendenze possono cambiare, la magia e il potere evocativo del profumo rimarranno immutati.

La Chiesa descritta da Ratzinger in una simbologia bellissima

Benedetto XVI

La luna risplende, ma la sua luce non è sua, bensì di un altro. È tenebre e nello stesso tempo luce; pur essendo di per sé buia, dona splendore in virtù di un altro di cui riflette la luce.
Proprio per questo essa simboleggia la chiesa, la quale pure risplende, anche se di per sé è buia; non è luminosa in virtù della propria luce, ma del vero sole, Gesù Cristo, cosicché, pur essendo soltanto terra (anche la luna non è che un’altra terra), è ugualmente in grado di illuminare la notte della nostra lontananza da Dio – «la luna narra il mistero di Cristo»….
La sonda lunare e l’astronauta scoprono la luna soltanto come landa rocciosa e desertica, come montagne e come sabbia, non come luce. E in effetti essa è in se stessa soltanto deserto, sabbia e rocce. E tuttavia, per merito di altri ed in funzione di altri ancora, essa è pure luce e tale rimane anche nell’epoca dei voli spaziali.
È dunque ciò, che in se stessa non è. Pur appartenendo ad altri, questa realtà è anche sua. Esiste una verità fisica e una simbolico-poetica, una non elimina l’altra.
Ciò non è forse un’immagine esatta della Chiesa? Chi la esplora e la scava con la sonda spaziale scopre soltanto deserto, sabbia e terra, le debolezze dell’uomo, la polvere, i deserti e le altezze della storia. Tutto ciò è suo, ma non rappresenta ancora la sua realtà specifica.
Il fatto decisivo è che essa, pur essendo soltanto sabbia e sassi, è anche luce in forza di un altro, del Signore: ciò che non è suo, è veramente suo e la qualifica più di qualsiasi altra cosa, anzi la sua caratteristica è proprio quella di non valere per se stessa, ma solo per ciò che in essa non è suo, di esistere in qualcosa che le è al di fuori, di avere una luce, che pur non essendo sua, costituisce tutta la sua essenza….
Nella traduzione del Suscipiat si dice: «Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio…per il bene nostro e di tutta la sua santa chiesa». Io ero sempre tentato di dire «e di tutta la nostra santa chiesa».
Ricompare qui tutto il nostro problema e il cambiamento operato in questo ultimo periodo. Al posto della sua chiesa è subentrata la nostra, e con essa le molte chiese; ognuno ha la sua. Le chiese sono diventate imprese nostre, di cui ci vantiamo oppure ci vergogniamo, piccole e innumerevoli proprietà private disposte una accanto all’altra, chiese soltanto nostre, nostra opera e proprietà, che noi conserviamo o trasformiamo a piacimento.
Dietro alla «nostra chiesa» o anche alla «vostra chiesa» è scomparsa la «sua chiesa».
Ma è proprio e soltanto questa che interessa; se essa non esiste più, anche la ‘nostra’ deve abdicare. Se fosse soltanto la nostra, la chiesa sarebbe un superfluo gioco da bambini.

(Joseph Ratzinger – da “Perché sono ancora nella Chiesa”)

NdR: Noi tutti conosciamo i limiti e a volte gli orrori della Chiesa legati alla “gestione umana”, ma Benedetto XVI ci regala la speranza che molti di noi hanno perduto. Guardiamo oltre, guardiamo a Gesù Cristo e la vedremo risplendere di luce riflessa …. Come la Luna.

Manuela Valletti

Grazie Papa Benedetto!

Disdetta immediata affitto, in quali casi non serve il preavviso?


Ilena D’Errico

Il contratto d’affitto prevede modalità e tempistiche piuttosto rigide per quanto riguarda il recesso anticipato, con regole che variano a seconda della parte che intende dar disdetta. L’inquilino, considerato la parte debole del contratto, gode infatti di una tutela maggiore del proprietario di casa, che essendo il contraente forte deve muoversi entro binari più rigidi.

In ogni caso entrambi devono rispettare quanto stabilito dal contratto, soprattutto per quanto riguarda la durata della locazione. Naturalmente si vuole così evitare che l’inquilino possa rimanere senza casa da un momento all’altro o che il proprietario di casa rimanga senza la rendita. Per questa ragione, il recesso è consentito soltanto in alcuni casi e comunque sottoposto a un certo periodo di preavviso.

Ma come ci si comporta quando ci sono degli imprevisti o delle urgenze? Per esempio, un improvviso trasferimento di lavoro per l’inquilino o la necessità di utilizzare diversamente l’immobile per il proprietario. Vediamo cosa prevede la legge sulla disdetta immediata dell’affitto.

Disdetta immediata dell’affitto senza preavviso

Il recesso anticipato dal contratto di affitto è già un’eccezione alla regola, riservata a determinati casi particolari e comunque sottoposta alla regola del preavviso per limitare le conseguenze sulle parti. Di conseguenza, anche nei casi più urgenti è sempre obbligatorio il preavviso e l’inadempimento non è esente da conseguenze, in quanto già la possibilità di recesso è la tutela prevista.

Esiste, comunque, una sola ulteriore eccezione: la possibilità di dare la disdetta immediata per l’impossibilità oggettiva di godimento dell’immobile. Se già il recesso è regolamentato rigidamente, la disdetta immediata è ancor più limitata. In particolare, si tratta di una facoltà riservata all’inquilino, che può disdire il contratto senza preavviso quando non può utilizzare propriamente la casa in affitto per ragioni indipendenti dalla sua volontà.

Per esempio, c’è un’impossibilità oggettiva quando l’appartamento non è servito dalle utenze domestiche (ovviamente non per colpa dell’inquilino), è pericolante in modo importante o interessato da forti e continui rumori tali da impedire lo svolgimento delle normali faccende quotidiane.

In questi casi, l’inquilino può immediatamente andare via e recedere dall’affitto, smettendo contestualmente di pagare i canoni concordati. Affinché ciò sia possibile, tuttavia, è fondamentale che la casa sia in tutto e per tutto inutilizzabile e non che il suo godimento sia limitato. In quest’ultimo caso, è comunque possibile il recesso ma si dovrà rispettare il preavviso ordinario di 6 mesi.

Alternative al preavviso nella disdetta del contratto d’affitto

Al di fuori dell’ipotesi spiegata, la disdetta del contratto d’affitto deve essere anticipata da un preavviso minimo di 6 mesi e comunque essere supportata da gravi motivi indipendenti dalla volontà dell’interessato. Non è però necessario che la giusta causa derivi da una colpa dell’altra parte.

Per esempio, è possibile il recesso dalla casa in affitto a causa del vicino rumoroso e così via. Si deve comunque trattare di motivazioni tali da inficiare il godimento del bene, mentre per il proprietario di casa il recesso dipende sostanzialmente dagli inadempienti dall’inquilino (per cui si parla di risoluzione anticipata) e da alcune necessità prioritarie individuate dalla legge e valide in prossimità della scadenza. Per entrambe le parti deve però trattarsi di questioni sopraggiunte al contratto.

L’obbligo di preavviso grava comunque su entrambe le parti, a meno che di comune accordo prevedano altre soluzioni. Per esempio, molti sopperiscono all’obbligo di preavviso con la presentazione di un nuovo inquilino per lo stesso immobile, così da evitare i disagi del locatore. Più raramente, i locatori concedono la disdetta senza preavviso non pretendendo più i pagamenti in via di cortesia, ma non sono assolutamente obbligati a farlo né tanto meno a trovare un accordo.

D’altra parte, per la natura stessa dell’obbligo di preavviso la legge richiede che in quel periodo sia comunque pagato regolarmente il canone d’affitto e non che l’inquilino rimanga nell’immobile. Pertanto, è possibile lasciare l’appartamento dando il preavviso e continuando a pagare l’affitto.

Non bisogna dimenticare, infatti, che il conduttore può ottenere il pagamento dei canoni durante il periodo di preavviso in via giudiziale, eventualmente insieme a un risarcimento. Nei casi di recesso per problemi dell’immobile, ad esempio infiltrazioni dell’acqua o malfunzionamenti degli impianti, insufficienti alla disdetta immediata anche l’inquilino potrebbe aver diritto a un risarcimento per eventuali danni alla salute o comunque al bene in locazione. Ecco perché spesso le parti trovano accordi stragiudiziali, anche se non sono tenute a farlo.

Alternative al preavviso nella disdetta del contratto d’affitto

Al di fuori dell’ipotesi spiegata, la disdetta del contratto d’affitto deve essere anticipata da un preavviso minimo di 6 mesi e comunque essere supportata da gravi motivi indipendenti dalla volontà dell’interessato. Non è però necessario che la giusta causa derivi da una colpa dell’altra parte.

Per esempio, è possibile il recesso dalla casa in affitto a causa del vicino rumoroso e così via. Si deve comunque trattare di motivazioni tali da inficiare il godimento del bene, mentre per il proprietario di casa il recesso dipende sostanzialmente dagli inadempienti dall’inquilino (per cui si parla di risoluzione anticipata) e da alcune necessità prioritarie individuate dalla legge e valide in prossimità della scadenza. Per entrambe le parti deve però trattarsi di questioni sopraggiunte al contratto.

L’obbligo di preavviso grava comunque su entrambe le parti, a meno che di comune accordo prevedano altre soluzioni. Per esempio, molti sopperiscono all’obbligo di preavviso con la presentazione di un nuovo inquilino per lo stesso immobile, così da evitare i disagi del locatore. Più raramente, i locatori concedono la disdetta senza preavviso non pretendendo più i pagamenti in via di cortesia, ma non sono assolutamente obbligati a

farlo né tanto meno a trovare un accordo.

D’altra parte, per la natura stessa dell’obbligo di preavviso la legge richiede che in quel periodo sia comunque pagato regolarmente il canone d’affitto e non che l’inquilino rimanga nell’immobile. Pertanto, è possibile lasciare l’appartamento dando il preavviso e continuando a pagare l’affitto.

Non bisogna dimenticare, infatti, che il conduttore può ottenere il pagamento dei canoni durante il periodo di preavviso in via giudiziale, eventualmente insieme a un risarcimento. Nei casi di recesso per problemi dell’immobile, ad esempio infiltrazioni dell’acqua o malfunzionamenti degli impianti, insufficienti alla disdetta immediata anche l’inquilino potrebbe aver diritto a un risarcimento per eventuali danni alla salute o comunque al bene in locazione. Ecco perché spesso le parti trovano accordi stragiudiziali, anche se non sono tenute a farlo.

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