La destra spopola sul web ma non ha potere

di Marcello Veneziani

Ha ragione Aldo Cazzullo a dire, sul Corriere della sera di ieri, che l’egemonia culturale della destra in rete è assoluta. Anzi nei social l’egemonia culturale, lui dice, è addirittura di “estrema destra”. Sui temi storici, e non solo, sui temi civili, nel linguaggio usato prevale nettamente quell’impronta, che lui stesso definisce “senso comune”. Sono d’accordo, a patto però di aggiungere un paio di cose.
La prima è che l’espressione “egemonia culturale” è impropria, perché quell’opinione diffusa non ha alcun potere, è come la voce che si sparge in piazza mentre a Palazzo si pensa, si dice e si decide in modo opposto. E’ senso comune, non ha egemonia.
La seconda, direttamente connessa alla prima, è che il potere sulla cultura, sulle idee, sulla mentalità corrente è detenuto da una cappa che si oppone al senso comune, alla realtà e all’esperienza storica. Non volete chiamarla egemonia culturale di sinistra, preferite chiamarla “mondo di sopra” rispetto al “mondo di sotto” del sentire comune? Va bene. Volete aggiungere che di sinistra in senso ideologico e classico c’è poco, trattandosi di un intreccio più complesso di interessi, caste, mafie, influencer, agenti e funzionari di potere che decidono orientamenti e direzioni culturali? Va bene, anzi è più preciso così, ma quel predominio esiste. E lo dimostra proprio la divergenza netta e il tono polemico, a volte esagerato, che assume in rete l’opinione avversa, che non si trova riconosciuta. Anzi, la vittoria di Giorgia Meloni alle elezioni politiche è anche il frutto di quella “ribellione delle masse”, in rete, nei social e nella vita quotidiana, a quel potere assoluto. In che consiste l’egemonia sulla cultura da parte di quella “cappa”?
Consiste nell’orientamento generale impresso ai mass media, alle istituzioni e nelle grandi agenzie pubbliche sui temi sensibili, storici e civili. Consiste nel prevalere di una narrazione con i suoi ingredienti d’obbligo (in tema di storia, società, migranti, sessi e omosessi, emergenze varie) a tutti i livelli: dal cinema al teatro, dalla tv alla pubblicità, dalle accademie ai grandi giornali, dalle istituzioni ai ruoli di potere. Consiste nell’intoccabilità degli assetti preesistenti perché ciò che fu deciso, per esempio, dal Ministro Franceschini fu deciso dal Fato, da Dio, dalla Scienza Infusa; non può essere toccato. Quel che decidono invece i governi e le amministrazioni di destra è sempre arbitrario, deplorevole, illegittimo, schifoso. Guai a chi tocca il direttore del Museo egizio, guai a chi non caccia il direttore del Museo fiorentino, perché nel frattempo si è schierato con la destra. Guai a chi vuol rimuovere il monopolio dell’Anpi nelle scuole, ben sapendo che l’Anpi non è più nemmeno l’associazione che raccoglie i partigiani, nel frattempo deceduti, ma una setta ideologica che esercita con intolleranza il servizio d’ordine nella storia; rispetto a cui anche la storia del fascismo scritta da Renzo De Felice è indegna di entrare nelle scuole.
L’egemonia sulla cultura consiste nelle campagne a cadenza quotidiana contro chi non è allineato (ieri Vannacci, oggi Foa, e domani chissà) con la richiesta seguente di cacciarlo e il relativo effetto intimidatorio esercitato sugli stessi governanti della destra che corrono a schierarsi sotto l’ombrello protettivo della Cappa e a prendere le distanze dal mostro in oggetto. E mille altri sono i tabù, i casi, le denunce, le soffiate che confermano questa dominazione.
Perché il tema culturale è diventato così importante, si sono resi conto che è decisivo, centrale? No, signori, non sopravvalutate gli attori. Il fatto è che la politica non può decidere quasi nulla, è bacchettata da misure, tassi, spread e altre misure, deve accucciarsi e allinearsi a livello internazionale, militare, economico, strategico, altrimenti va a casa, e in fretta. Allora l’unico ambito in cui può dare l’impressione che qualcosa stia cambiando e che loro sono rimasti coerenti e “fedeli” ai valori e ai voleri della gente, è agitare un tema pseudo-ideologico, spostare una casella, intitolare una via, cambiare un profilo, riusare uno slogan. Così la cultura diventa un risarcimento simbolico per sceneggiare le differenze e per non dare l’idea che il paesaggio sia omogeneo e i soggetti intercambiabili.
Ora, posso dar ragione a Cazzullo che ritiene questo ribollire social spesso scomposto e sgangherato, a volte alimentato da dicerie infondate o non rigorosamente verificate. E posso perfino capire che il governo per sopravvivere, per non fare muro contro muro, tenti mediazioni, frenate e rinvii. Non ha strategie lungimiranti, non ha classi dirigenti, così procede a zig zag. E’ comprensibile, poteri cristallizzati da decenni non si cambiano in pochi mesi con pochi ranghi e poche idee.
Ma la sostanza del discorso resta: quando la scena pubblica è dominata da quel senso unico, quando non si riconosce spazio e legittimità a chi esprime, anche ragionando e fondandosi su fonti serie, opinioni diverse da quelle del mainstream, allora è naturale, è fisiologico, che poi esploda in rete, nei social, ossia negli unici spazi non (ancora del tutto) controllati, quella divergenza con quei toni aspri. E che così compressa, così abbandonata alla prateria del web, poi cresca selvatica.
L’unico modo per evitare quella contrapposizione così netta tra senso comune e mainstream calato dall’alto, è riconoscere un fondamento al sentire comune, riconoscere cittadinanza alle idee diverse, purché siano degnamente argomentate. Ma degnamente non vuol dire che debbono coincidere con le opinioni dominanti, ma che restino comunque differenti e divergenti ma in modo serio.
Un diverso ascolto, una diversa apertura verso chi ha opinioni contrarie gioverebbe non solo alla società, svelenirebbe il clima ma riuscirebbe anche a sgonfiare il potenziale di rabbia che poi monta davanti al disprezzo altrui e alla richiesta permanente di censura verso chi dissente. Lo dicevo già anni fa: se volete smontare le post-verità mettete da parte le pre-falsità, ovvero i pregiudizi falsi prefabbricati a senso unico che spacciate sui temi storici, civili, culturali e sociali. Ogni critica preveda anche un’autocritica. Vale per tutti.

Da La Verità

Natacha Jaitt: il caso della prostituta argentina morta che accusava Bergoglio di pedofilia

Da http://www.lacrunadellago.net

Cesare Sacchetti

Questa storia è probabilmente ignorata da larga parte del pubblico italiano. Sicuramente non è mai stata riportata dai media mainstream italiani né tantomeno da quelli europei perché contiene delle verità così sconvolgenti e atroci da disturbare coloro che siedono nei luoghi dove viene detenuto il potere politico e finanziario.

È la storia di Natacha Jaitt. Natacha era una prostituta argentina che negli anni scorsi aveva guadagnato una certa notorietà nei media alternativi del suo Paese per le clamorose rivelazioni da lei fatte.

Natacha Jaitt aveva denunciato un traffico di esseri umani che vedeva coinvolti diversi politici argentini e di altri Paesi. Un traffico la cui rete toccava diversi membri di squadre di calcio argentine accusate dalla donna di approfittare dei bambini che venivano dalle zone più povere dell’Argentina e che cadevano vittime degli orchi.

Orchi che però avevano e hanno protezioni nei luoghi sulla carta più impensabili. La donna aveva denunciato in particolar modo un personaggio il cui nome probabilmente non dirà molto ai lettori italiani ma che in Argentina gode di una certa notorietà.

Si tratta di Gustavo Vera. Se si scrive il suo nome su qualsiasi motore di ricerca si troveranno diverse sue foto assieme a Jorge Mario Bergoglio.

Bergoglio e Vera

Gustavo Vera è un politico amico stretto del pontefice già negli anni nei quali il papa era ancora arcivescovo di Buenos Aires.

Una nomina che Bergoglio ha ricevuto non senza qualche controversia perché come ha rivelato nel suo libro “Il Papa dittatore” lo scrittore Marcantonio Colonna, lo pseudonimo adottato dallo storico di origini francesi Henry Sire, erano in diversi nella Chiesa ad avere perplessità sul fatto che Bergoglio potesse ricoprire quella posizione.

Persino nei Gesuiti c’erano non poche resistenze da parte dei vertici come l’olandese Peter Hans Kolvenbach che negli anni 90 era il Superiore Generale della Compagnia di Gesù.

Kolvenbach giudicava inadeguato Bergoglio per quella posizione soprattutto per la sua spregiudicatezza e le sue capacità manipolatorie che rendevano l’allora vescovo più portato per gli intrighi politici che per l’evangelizzazione delle anime.

A Roma però ci sono forze oscure che proteggeranno Bergoglio per tutto il corso della sua carriera fino ad aprirgli la porta del soglio sul quale hanno seduto i vicari di Cristo nel corso degli ultimi duemila anni.

Forze oscure che governano il Vaticano dalla morte di Pio XII quando il suo successore, Giovanni XXIII, al secolo Angelo Roncalli, pontefice considerato appartenente alla massoneria francese, decise di inaugurare un Concilio che cambia completamente la dottrina sulla quale è stata fondata la Chiesa Cattolica.

La Chiesa post-conciliare è una Chiesa modernista e liberale che ha fatto suo lo spirito ateo e laicista di quel mondo moderno che invece avrebbe dovuto combattere e arrestare.

Quando Bergoglio inizia a salire i gradini della gerarchia della Chiesa, l’infezione della massoneria ha ormai invaso ovunque i palazzi vaticani.

E questa infezione ha portato diversi preti, vescovi e cardinali ad essere direttamente coinvolti nei traffici più sordidi.

Natacha Jaitt aveva denunciato come Gustavo Vera, un “filantropo” vicinissimo al pontefice, avesse un ruolo importante a sua volta in questa rete pedofila.

La donna aveva dichiarato in più di un’occasione che Vera utilizzava la sua fondazione “La Alameda” per trafficare donne e bambini invece di toglierli dalla strada come avrebbe dovuto fare.

A sostenere queste accuse è stato anche un giornalista ucraino, Artyom Reshetnyak, che vive da molti anni in Argentina e che aveva aperto un blog nel quale denunciava tutte le attività di Vera.

Reshetnyak rilasciò negli anni passati un’intervista proprio a Natacha Jaitt nella quale diceva che il politico argentino gestiva una rete pedofila che aveva diramazioni in diversi Paesi del mondo quali Uruguay, Cile, Brasile, Perù, Colombia, Stati Uniti e Italia.

Il giornalista ucraino in questa intervista fa delle rivelazioni sconvolgenti perché accusa il pontefice di aver autorizzato il finanziamento della rete di Vera che avrebbe perpetrato i suoi traffici nei Paesi citati prima anche con la complicità della nota agenzia di intelligence americana, la CIA.

Reshetnyak inoltre dichiarò in quell’occasione che il presidente della fondazione in questione è coinvolto nelle peggiori attività criminali quali sfruttamento della prostituzione e traffico di droga.

La fondazione, secondo quanto riferito dal giornalista, non sarebbe altro quindi che una copertura solo apparentemente umanitaria dietro la quale vengono perpetrati tutti questi traffici.

Nell’intervista poi Reshetnyak afferma anche che ci sono diversi testimoni che hanno accusato Vera dei suoi traffici e alcuni di questi sono stati uccisi come accaduto a Lucia Perez, una ragazza di 16 anni assassinata nel 2016.

Bergoglio non ha mai preso le distanze dal suo stretto amico e Vera ancora oggi non è stato portato in tribunale a rispondere di tali accuse.

Natacha Jaitt era pronta a denunciarlo pubblicamente in una corte di Giustizia nel 2019. Non fece però in tempo a testimoniare. La donna fu trovata morta il 23 febbraio del 2019 in una stanza dell’albergo Xanadu nella città di Benavidez.

Ancora oggi non si conoscono le cause esatte della morte anche se apparentemente risulta essere stata eseguita un’autopsia sul corpo di Natacha i cui esiti non sono stati resi noti.

Si sa soltanto che nelle sue narici è stata trovata cocaina ma i suoi famigliari hanno smentito che ne facesse uso a causa dei suoi problemi di salute.

Le telecamere dell’albergo dove è stata trovata morta la donna mostrano tre persone che si allontanano dalla stanza e che si disfano di un pacchetto dove presumibilmente c’erano gli stupefacenti trovati nel corpo della vittima.

Prima di morire in circostanze ancora tutte da chiarire, Natacha Jaitt aveva scritto un tweet nel quale affermava chiaramente che non aveva nessuna tendenza suicida e che se fosse stata trovata morta per un apparente suicidio, avrebbe voluto dire che non era stata lei a togliersi la vita

Il tweet di Natacha Jaitt nel quale dichiarava di non avere nessuna tendenza suicida

La Jaitt aveva ricevuto ripetute minacce di morte da parte probabilmente dei potenti argentini e non che stava denunciando assieme al coraggioso giornalista ucraino Artyom Reshetnyak.

Le sorti di quest’ultimo non sono ad oggi ancora note. Secondo i documentari che hanno riportato la sua storia e l’intervista che rilasciò a Natacha Jaitt risulta scomparso e non si sa nemmeno se sia effettivamente ancora in vita oppure no.

Proprio in quell’intervista Reshetnyak stesso affermò che i rappresentanti della autorità argentine quando fecero visita alla sua abitazione lo minacciarono esplicitamente di gettarlo “dentro un fosso” se non avesse smesso di parlare di Gustavo Vera e delle sue “attività”.

Vera è un uomo molto potente che gode di protezioni non solo in Argentina ma soprattutto tra le Mura Vaticane laddove il suo fraterno amico Bergoglio risultava chiamarlo almeno una volta a settimana per parlare con lui.

I precedenti di Bergoglio per coprire i pedofili nella Chiesa

Non è questa la prima volta che il pontefice viene accusato di coprire pedofili e uomini di Chiesa indegni di indossare l’abito talare.

Ai tempi della sua permanenza nell’arcidiocesi di Buenos Aires, nell’istituto Provolo per bambini sordi a Mendoza erano stati trasferiti dei sacerdoti che già a Verona, in un’altra sede dell’omonimo istituto, si erano macchiati di gravi abusi sessuali nei confronti dei bambini affetti appunto da sordità e mutismo.

Il Vaticano negli anni 80 sotto il pontificato di Giovanni Paolo II quando emersero le notizie di queste violenze decise di non procedere alla riduzione in stato laicale di questi preti ma li allontanò.

I preti accusati di abusi furono trasferiti in Argentina e continuarono a fare ciò che facevano in Italia.

Bergoglio sapeva cosa stava accadendo nell’istituto Provolo e non fece nulla per mettere fine a questa indicibile serie di nefandezze contro quei bambini per giunta affetti da gravi disabilità fisiche.

Lo stesso copione si verificò per ciò che riguarda don Julio Grassi. Don Grassi gestiva il centro “Bambini felici” per dare accoglienza e rifugio a bambini senza casa.

È in questo centro che il sacerdote argentino abusò di un bambino. Don Julio finì a processo alla fine degli anni 2000e Bergoglio in questa occasione quando era ancora arcivescovo di Buenos Aires nulla fece per prendere le distanze e condannare il prete pedofilo.

Decise invece di commissionare uno studio nel quale gettava fango e discredito sugli accusatori di don Grassi nonostante questi sia stato poi riconosciuto colpevole e condannato a 15 anni di carcere per i suoi abusi contro i bambini.

In ogni singola occasione, sia quando guidava la diocesi di Buenos Aires sia quando entrava nelle stanze di Santa Marta in Vaticano, Bergoglio non agiva mai per smascherare ed espellere quei sacerdoti che si macchiavano di così infami delitti.

Faceva del tutto per assicurare loro protezione e assistenza legale. La lobby pedofila è difatti estremamente potente e radicata in ogni parte del mondo.

Essa gode della partecipazione di uomini insospettabili che siedono ai più alti vertici delle istituzioni.

Una volta il famoso regista americano Stanley Kubrick fece una rivelazione all’attrice Nicole Kidman mentre era in lavorazione il celebre film “Eyes Wide Shut”.

Kubrick in quell’occasione disse che il segreto sul quale si fonda il potere di questa élite è il ricatto. Ognuno ricatta l’altro di esporre la sua partecipazione agli abusi pedofili qualora riveli al mondo esterno chi sono coloro che fanno parte di questa rete internazionale.

Sono molti dei nomi che sono emersi negli anni passati quando fu arrestato il pedofilo e magnate americano Jeffrey Epstein.

Sono presidenti degli Stati Uniti, banchieri, attori e politici. Sono coloro che Epstein portava nella sua isola laddove si consumavano altri abusi che poi venivano registrati da varie telecamere per tenere così in vita il meccanismo ricattatorio del quale parlava Kubrick.

E sono gli stessi personaggi di cui fa menzione un’altra vittima del traffico di esseri umani, Cathy O’Brien, nel suo celebre libro-denuncia intitolato “Trasformazioni d’America”.

Cathy O’Brien fu venduta già nei primi anni della sua infanzia a questa rete di trafficanti di esseri umani nella quale, secondo quanto rivelato dalla stessa O’Brien, ci sarebbero stati personaggi del calibro del presidente George H. Bush, padre di George W., e Pierre Trudeau, ex primo ministro canadese e padre dell’attuale PM canadese, Justin.

È questa rete che Natacha Jaitt e Artyom Reshetnyak denunciarono ed è questa rete che non viene mai menzionata dai media mainstream.

Sulla élite pedofila c’è una spessa coltre di silenzio che viene calata per proteggere i veri responsabili della pedofilia internazionale.

È sotto questa coltre che c’è quella inconfessabile verità che non viene mai raccontata al pubblico italiano e mondiale.

I predatori dei bambini si nascondono negli uffici e nei luoghi dove risiede il vero potere. Quello dei vari circoli del mondialismo e della massoneria di cui i media non raccontano mai nulla.

La fine dell’Europa

Assieme alla Russia sulla via del multipolarismo

il libro di Valery Korovin

il testo di Valery Korovin andrebbe letto tutto di un fiato per chiarezza, approfondimento filosofico-culturale e prospettive di uscita da questa finis Europae che segna il tramonto dell’Occidente. L’operazione speciale iniziata dalla Federazione Russa il 24 febbraio 2022 mostra, infatti, in modo inequivocabile le contraddizioni dell’Europa che oramai stanno implodendo, portando con sé l’incoerente bagaglio ideologico che le innervano. L’origine ed il destino dell’Occidente presuppongono, per la loro comprensione, una rocciosa filosofia della storia che si sviluppa nel rapporto, di splengheriana memoria, tra civiltà e civilizzazione. Korovin esplora le ragioni del declino dell’Europa e lancia un appello ai popoli europei: riprendersi la propria grandezza, con l’aiuto della Russia, per realizzare un mondo multipolare.

Valery Mikhailovič Korovin (in russo Валерий Миха́йлович Коровин), nato il 31 maggio 1977 a Vladivostok, è un sociologo, politologo e giornalista russo. Dirige il Centro di Geopolitica Strategica di Mosca, è Vicedirettore del Centro di Ricerca Conservativa della Facoltà di Sociologia dell’Università di Mosca, è membro del Comitato Eurasiatico e già vicepresidente del Movimento Internazionale Eurasiatista. Dirige inoltre il portale di analisti strategica “Eurasia” (“Евразия”), è membro del Club Izborsk e dal 2014 è membro della Camera sociale della Federazione Russa.

Redazione

Oggi 11 settembre…

11settembre – New York

Sono passati 22 anni da quel tragico giorno in cui veniva perpetrato in America con gli attentati alle Torri e al Pentagono un vero e proprio colpo di Stato. Gli architetti di quegli attacchi avevano una visione autoritaria del mondo.

Quegli attentati servivano a far avanzare il disegno di un totalitarismo globale che non è altro che il famigerato piano del Nuovo Ordine Mondiale.

L’11 settembre può essere considerato a tutti gli effetti il padre dell’operazione terroristica del coronavirus.

Cesare Sacchetti

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A presto

la redazione

Case in affitto a 1 euro in Sardegna: avvio del progetto “Work from Ollolai”

Giorgia Bonamoneta

3 Settembre 2023 – 09:56

Continua in Italia il progetto “Case a 1 euro”. Lo scopo dei Comuni che vi aderiscono, molto spesso borghi dimenticati, è quello di ripopolare e tornare a dar vita agli spazi dimenticati. Non è da meno il borgo di Ollolai, che punta a chi lavora in smart working, giovani e non solo.

L’iniziativa delle“ Case a 1” euro viene infatti accompagnata dal progetto Work from Ollolai/Traballa dae Ollolai, con l’invito: “Sei interessato a lavorare a distanza dalla bellissima Sardegna, in Italia, al costo di 1 solo euro? Il borgo cerca persone, professionisti, vita”. L’obiettivo dichiarato è quello di combattere lo spopolamento e sviluppare una “rete di residenze” internazionali per professionisti che vivranno a lavoreranno a distanza.

Il progetto “Case a 1 euro” ha da anni riacceso l’attenzione internazionale verso i piccoli borghi che rischiano di scomparire per sempre. Al momento Ollolai ha già ricevuto oltre mille richieste da tutto il mondo. Un vero e proprio successo.

Come funziona il nuovo progetto di Ollolai e come accedere all’affitto delle “Case a 1 euro”?

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Nel borgo di Ollolai prende avvio l’iniziativa “Work from Ollolai/Traballa dae Ollolai”. Per i/le professioniste che lavorano a distanza, case in affitto a 1 euro. Requisiti? Condividere competenze.

L’atteggiamento dei media rispetto all’universo della cartomanzia

Una testata giornalistica e i media in generale hanno come finalità ultima quella di essere considerati la fonte esclusiva di informazione. Per raggiungere questo fine si avvalgono spesso di notizie scandalistiche  più o meno verificate, o addirittura, di notizie tendenti a creare un allarme nei lettori che li seguono.  Da questa singolare angolazione non manca di essere valutato anche l’operare di quei cartomanti che si dimostrano protagonisti di episodi eticamente discutibili a seguito dei quali a essere investita di giudizi feroci risulta sempre l’intera categoria.

Sia pure essendo legittimo avanzare una forte perplessità a proposito di presunte capacità di divinazione promosse dagli operatori esoterici, appare singolare che la figura del cartomante sia costantemente associata al verificarsi d intollerabili misfatti. Nelle rare occasioni in cui i media mettono in luce vicende che riguardano la condotta deprecabile di un professionista di questo settore, assistiamo al riproporsi delle solite dinamiche per le quali i consulti di cartomanzia si concludono con presumibili raggiri dietro pagamento di ingenti somme di denaro. 

A prescindere dal principio altrettanto incontestabile per cui in ogni attività è possibile individuare persone che agiscono violando i valori di elementare convivenza civile, resta il fatto che la visibilità mediatica offerta all’universo esoterico coincide sempre con la denuncia di comportamenti illeciti. Il che non vuol dire ovviamente che sarebbe opportuno difendere la credibilità dei cartomanti, ma destinare quantomeno una sacrosanta indifferenza agli attori di questo antico e fascinoso mestiere aiuterebbe anche i loro contestatori a coprirli di un eventuale obli. E’ corretto concludere che la diatriba tra le parti non condurrà ad alcun chiarimento nè tantomeno all’opportunità di cogliere un sia pur flebile punto di incontro tra tesi radicalmente opposte. 

Chi fa ricorso alla lettura dei tarocchi ?

A chi rifiuta di attribuire anche una lieve affidabilità ai responsi derivanti dall’interpretazione dei tarocchi,  si contrappone l’entusiasmo incontenibile di coloro che al contrario reputano verità assolute le intuizioni proposte dai cartomanti. Chiamati soprattutto a risolvere dissidi tra partner, gli operatori esoterici si preoccupano, prendendo spunto dalle informazioni lette nella simbologia delle carte, di evitare che una relazione amorosa incontri un esito irreversibilmente fallimentare. Il dispiacere di coloro che intendono superare situazioni sentimentali angoscianti attraverso la consulenza di un cartomante risulta devastante per il fatto che, spezzandosi un legame fondato su anni di intensa condivisione, ci si ritrova per la prima volta soli ad affrontare gli ostacoli della propria esistenza. In questo contesto i consulti di cartomanzia vengono visti come l’unico strumento capace di allontanare gli effetti negativi che promanano da quelle forze, ignote alla ragione, che guidano silenziosamente le scelte di ogni essere umano. L’intervento dell’operatore esoterico, dunque, si limita a carpire attraverso l’interpretazione dei tarocchi suggerimenti che lo porteranno ad un certo punto a indicare al suo cliente le azioni da intraprendere per tentare di sollecitare un riavvicinamento con il partner. Un compito impegnativo se si pensa che segnalare consigli ai clienti al fine di cambiare il loro destino vuol significare prendersi la piena responsabilità di incappare eventualmente in errori che potrebbero essere per gli altri fatali. Ma soprattutto la missione assegnata ai cartomanti dovrà prevedere, nel caso in cui essi riconoscano l’inefficacia delle loro pratiche esoteriche, la decisione di comunicare al cliente i loro limiti. Se ciò non accadesse, rafforzerebbero l’idea dei loro detrattori per cui gli operatori esoterici agiscono allo scopo di illudere le persone in cambio di cospicui pagamenti.

La cartomanzia contemporanea governata da imprese che forniscono una lettura telefonica dei tarocchi

Mai capita di leggere articoli riguardanti accadimenti controversi legati all’attività di aziende che offrono ai loro clienti un’interpretazione dei tarocchi al telefono. Come ci confermano i titolari di Cartomanti della Soluzione  il loro lavoro è rigorosamente normato e pertanto esiste nei loro confronti un severo controllo che non consente ad alcun imprenditore del settore di scadere in comportamenti che violino la legge. Dotati di un call center formato da operatori esoterici rigidamente selezionati, tali società promuovono una lettura telefonica delle carte a qualsiasi ora del giorno. Controllati costantemente durante il loro turno, tali professionisti propongono consulti di cartomanzia ai loro clienti che, afflitti da inquietudini connesse alla loro vita privata, hanno l’appetibile opportunità di chiamarli proprio nell’esatto istante in cui un evento spiacevole si verifica. 

I CONCORSO DI POESIA IN VALLE INTELVI

Recentemente si è concluso con un vero successo il primo concorso di Poesia nella stupenda Valle Intelvi (a 70 km da Milano). Simona Castelli, presidente di Appacuvi, l’associazione culturale che si occupa da cinquant’anni della tutela della cultura della Valle, ha concretizzato la proposta della poetessa Rosa Maria Corti e, grazie anche all’aiuto economico del Comune di Centro Valle, ha realizzato il Concorso “VALLE INTELVI POETICA”.

La partecipazione al concorso è stata massiccia, i concorrenti di età diverse (adulti, giovani, giovanissimi) appartenevano a tutte le regioni Italiane e anche alla vicina Svizzera, i giurati si sono trovati a dover giudicare oltre 100 scritti poetici con a tema “Percorsi di guerra per un cammino di pace”.

Notoriamente la Valle Intelvi è attraversata dalla Linea Cadorna, infatti nei suoi meravigliosi boschi sono ancora visibili le trincee della prima guerra mondiale, il tema del concorso era dunque quasi obbligato.

Questi i tre primi classificati

Tiziana Monari si è aggiudicata il primo premio con “Vento d’Ottobre”

Il vento d’ottobre
E lo sento il silenzio di questa natura maestosa e serena
il sole che illumina le geometrie essenziali dei monti
l’autunno che dona meravigliosa armonia alla vita
una tavolozza di colori nell’azzurro intenso del cielo
procedo piano tra camminamenti e trincee
incontrando fortificazioni, luoghi di antiche battaglie
di ardite ed eroiche resistenze
percorro i sentieri di frontiera
tocco i cippi superando il Pian del noce
pensando all’eco fredda della guerra
ai carri di fuoco, alle forche
ai maggiori con le divise sgargianti
ai soldati con in tasca un fazzoletto d’argento
ricordo di un amore passato
al sonno ed al sangue versato
alle notti che erano alba
alla guerra che uccide ciò che sopravvive alla pace.
Tocco la luce che scherza sull’erba
la fresca rugiada
e conto le croci, le vite spezzate
pensando alle stelle del cielo
ai giorni della morte che diventavano mesi, poi anni
agli storni che volavano in flotte
all’effluvio dolciastro della carne bruciata
stringo tra le mani solo il vento d’ottobre
e penso che ogni volta
la pace resta alla soglia come un cane randagio
la pelle dolce d’incanto
e respira a fatica
in dormiveglia su un fianco

Premiati con libri e targhe tutti i primi classificati nelle diverse fasce d’età.

Le poesie più significative hanno trovato posto su  Totem realizzati da Luca Galli posti in Centro Valle nei luoghi più significativi.

Visto il grande successo dell’iniziativa, si attende con ansia il Concorso n.2.

Manuela Valletti

MILANO OGGI, conosciamola meglio

Milano, capitale mondiale della moda e del design, è una metropoli del Nord Italia ed è capoluogo della Lombardia. Sede della Borsa Italiana, è un polo finanziario famoso anche per i ristoranti e i negozi esclusivi. Il Duomo in stile gotico e il convento di Santa Maria delle Grazie, che ospita l’affresco “L’Ultima Cena” di Leonardo da Vinci, testimoniano l’eredità artistica e culturale della città. ― Google

Meteo: 29°C, vento O a 6 km/h, umidità 55% weather.com

Area: 181,8 km²

Popolazione: 1,352 milioni (2017) ISTAT

Ora locale: martedì 17:59

Quartieri: CentraleSan SiroCityLifeBreraLambrateALTRO

Comune di Milano: Home

comune.milano.ithttps://www.comune.milano.it

I più visitati · Richiesta o cambio di residenza · Pass per la sosta di residenti e dimoranti a Milano · Rateazione di imposte comunali e di altri pagamenti.

Altitudine: 120 m

Esportazioni principali: ModaIndustria automobilistica

Sapessi come è strano sentirsi innamorati a Milano..

Memo emigi, sparito dalla TV dopo il noto gesto, vogliamo che torni

Il titolo di questa canzone mi è caro perchè io a Milano mi sono innamorata. Tra un autobus e l’altro, alla fermata di piazza Duomo ho conosciuto mio marito ed è stato amore a prima vista. Mi è caro anche l’autore di questa bella canzone che mi porta alla mente una notte fredda e nevosa, due carissimi amici e l’idea di andarci a prendere una bevanda calda a “El Brellin” un locale milanese sui Navigli, dove il pianista di turno, su nostra richiesta, si mise a suonare proprio questo pezzo.

la canzone

Memo Remigi, una persona gentile, molto misurata ha subito a mio parere (ma ribadisco il parere è mio personale) una ingiustizia grande come una casa: qualche tempo fa è stato licenziato dalla Rai per aver toccato il fondoschiena della collega Jessica Morlacchi durante una puntata di Oggi è un altro giorno, il programma di Rai1 condotto da Serena Bortone. Il cantante si è poi scusato con il pubblico, con la collega e anche con la conduttrice per il gesto. Diversi i pareri sull’accaduto l’accaduto,noi ci schieriamo con lui senza se e senza ma.

Ma possibile che in una società dove tutti i giorni ci parlano di prodotti per l’igiene intima con dovizia di particolari, ci mostrano pannolini insanguinati, donne nude e rapporti sessuali nature, ci si debba scandalizzare per un gesto amichevole come uno schiaffo sul sedere?

Caro Memo per tutti questi motivi, torna, facci riascoltare le tue belle canzoni… ti ha licenziato la RAI? Vedrai che ti offriranno qualche altro ingaggio, devi solo far sapere che sei disponibile.

A presto.

Manuela Valletti