Tutte le strade di Milano chiuse al traffico sabato 6 gennaio

Ecco tutte le strade che saranno chiuse al traffico durante l’Epifana. L’elenco completo

Un corteo in moto e una rappresentazione religiosa. Entrambe per l’Epifania. Per questo alcune strade di Milano saranno chiuse al traffico nella giornata di sabato 6 gennaio. Tutte le informazioni sono state pubblicate sul portale istituzionale del comune di Milano.

La Motobefana

Sabato 6 gennaio dalle 7.30

Itinerario: viale De Gasperi, via Rizzo, via Gallarate, viale Del Ghisallo, via Quattrocchi, via Croce, via Omodeo, via Montale, sottopasso Patroclo, via San Giusto, via Pio II, via Venegoni, via Olivieri, via Delle Forze Armate, via Anguissola, piazzale Gambara, via Fornari, via Fezzan, via Soderini, via Strozzi, via Caterina Da Forlì, ingresso Il Piccolo Cottolengo “Don Orione”. Successivamente i partecipanti raggiungeranno la “Sacra Famiglia” di Cesano Boscone lungo il seguente itinerario: via Caterina Da Forlì, viale Legioni Romane, via Berna, via Zurigo, via Parri, via Gozzoli, via Monegherio (Comune Di Cesano Boscone).

Corteo dei Re Magi

Sabato 6 gennaio dalle 10.45

Itinerario: piazza Del Duomo, via Torino, largo Carrobbio, corso Di Porta Ticinese, corso Di Porta Ticinese, piazza S. Eustorgio.

Fonte

A Christmas Magic, il Villaggio di Natale al coperto più grande d’Italia

dal 7 dicembre 2023 al 7 gennaio 2024

Valeria Di Terlizzi

Dal 7 dicembre al 7 gennaio a Milano, presso Allianz Mico, nel cuore di CityLife, arriva A Christmas Magic, il Villaggio di Natale al coperto il più grande d’Italia.

Un luogo incantato

L’enorme spazio di oltre 20.000 metri quadri si trasformerà durante le Feste in un luogo incantato e senza eguali, creando un’atmosfera magica e suggestiva in grado di emozionare i visitatori.

Adulti e bambini potranno infatti immergersi in un universo ricco di luci, tecnologia e installazioni inedite a tema natalizio.

Le attrazioni

Tra le attrazioni da non perdere, la pista di pattinaggio su ghiaccio interna più lunga d’Italia, una vera “Via del Ghiaccio” tra sentieri incantati, pensati per esploratori e pattinatori di ogni tipo, che corre lungo l’intero lo spazio del villaggio.

E poi ancora, il Luna Express, dove potersi scattare una foto e partire alla scoperta del Natale più magico del cosmo.

Non si può godere a pieno della magia del Natale se prima non ci si perde in un bosco incantato vero e proprio, tra luci tridimensionali, suoni misteriosi, apparizioni di animali magici e un tunnel segreto che vi aprirà le porte di un’aurora boreale incantata.

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Biglietti

E’ possibile acquistare i biglietti del Villaggio di Natale on-line.

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Il Don Carlo alla Scala

Oggi, 7 dicembre 2023, in diretta dalle ore 18 in diretta su Rai 1 va in onda Don Carlo di Giuseppe Verdi, la Prima della Scala 2023. Un appuntamento imperdibile in diretta da Milano per inaugurare la stagione lirico del teatro più famoso. La trasmissione televisiva sarà visibile anche in ultra HD sul canale Rai 4K. Su Rai 1 Milly Carlucci e Bruno Vespa, con collegamenti di Serena Scorzoni dal foyer, condurranno la diretta incontrando, prima dell’inizio e durante l’intervallo, i protagonisti e gli ospiti presenti. Ecco tutto quello che c’è da sapere sulla Prima della Scala 2023.

DON CARLO, REGIA, DIRETTORE E CAST

La prima della Scala 2023 mette in scena l’opera Don Carlo di Verdi. Appuntamento in diretta su Rai 1 oggi, 7 dicembre 2022, alle ore 17.45. Per la prima volta Rai Cultura riprende in 4K una prima della Scala per trasmetterla come ormai di consueto in diretta su Rai 1. Avrà quindi una definizione quattro volte superiore rispetto agli standard televisivi a cui siamo abituati il Don Carlo di Giuseppe Verdi che inaugura la stagione del Teatro alla Scala giovedì 7 dicembre 2023, con il Direttore musicale Riccardo Chailly sul podio e la regia di Lluis Pascal.

Dieci telecamere in alta definizione, 45 microfoni nella buca d’orchestra e in palcoscenico, 15 radiomicrofoni dedicati ai solisti. Un gruppo di lavoro di 50 persone tra cameraman, microfonisti, tecnici audio e video. Una preparazione che vede lo staff di regia seguire fin dalle prime prove la messa in scena dello spettacolo, e un numero crescente di addetti lavorare nelle due settimane precedenti il debutto.

Lo spettacolo, con la regia televisiva di Arnalda Canali, sarà trasmesso in diretta anche su Radio3, su Rai1 HD e su RaiPlay, dove potrà essere visto per 15 giorni dopo la prima. Il programma potrà essere visto in 4K sul canale specifico Rai 4K, al numero 210 della piattaforma satellitare gratuita Tivusat. Oltre tre ore di trasmissione, completa di sottotitoli, per portare il capolavoro di Verdi nelle case degli italiani, perché la grande musica è di tutti, come ha dimostrato il milione e mezzo di telespettatori del Boris Godunov del 7 dicembre 2022.

Piattaforma Streaming
Gratuita

Oltre a trasmettere l’opera, con grande attenzione per la ripresa audio e video curata dal Centro di Produzione TV di Milano, come di consueto la Rai racconterà anche ciò che accade attorno allo spettacolo più atteso della Stagione. Su Rai 1 Milly Carlucci e Bruno Vespa, con collegamenti di Serena Scorzoni dal foyer, condurranno la diretta televisiva incontrando, prima dell’inizio e durante l’intervallo, i protagonisti e gli ospiti presenti. Per Rai Radio3 seguiranno la diretta Gaia Varon e Oreste Bossini. Saranno coinvolte anche le diverse testate giornalistiche della Rai con dirette, servizi e approfondimenti, con ospiti in studio e dal foyer della Scala.

Come per il Boris Godunov del 2022, anche quest’anno la trasmissione dell’opera sarà corredata dall’audiodescrizione in diretta, grazie alla quale anche le persone cieche e ipovedenti potranno avvalersi di tutte quelle informazioni visive non trasmesse verbalmente – costumi, aspetto e mimica dei personaggi, azioni non parlate, location, scenografia e luci –, tale accessibilità sarà estesa anche a tutto ciò che accadrà intorno allo spettacolo e verrà trasmesso in TV prima dell’inizio e durante l’intervallo. Il servizio è realizzato da Rai Pubblica Utilità – Accessibilità. L’audiodescrizione, attivabile dal televisore sul canale audio dedicato – e fruibile anche in streaming su RaiPlay – fa parte del percorso di inclusione intrapreso con impegno e determinazione dalla Rai, con l’obiettivo di rendere sempre più concreta e ampia l’offerta di vero servizio pubblico. L’intero evento sarà anche sottotitolato su Rai 1.

Si avvarranno delle riprese in Alta Definizione diffuse da Rai circa 40 sedi coinvolte nell’iniziativa sociale “Prima Diffusa” del Comune di Milano e il maxischermo collocato al centro dell’Ottagono della Galleria Vittorio Emanuele II, che offre la Prima ai cittadini.

PRIMA DELLA SCALA 2023, DON CARLO: STORIA, LIBRETTO, DI COSA PARLA

La Stagione 2023/2024 del Teatro alla Scala si apre giovedì 7 dicembre alle 18,00 con Don Carlo di Giuseppe Verdi nella versione approntata dal compositore per la Scala nel 1884. Come ogni anno, lo spettacolo sarà ripreso dalle telecamere di Rai Cultura e trasmesso in diretta televisiva su Rai1 e radiofonica su Radio3. L’opera, che ha inaugurato la Stagione nel 1868, 1878, 1912, 1926, 1968, 1977, 1992 e 2008, sarà diretta dal Direttore Musicale Riccardo Chailly sul podio dell’Orchestra del Teatro alla Scala con un cast che schiera Francesco Meli come Don Carlo, Anna Netrebko come Elisabetta di Valois, Michele Pertusi come Filippo II, Elīna Garanča come Principessa d’Eboli, Luca Salsi come Marchese di Posa e Ain Anger come Grande Inquisitore. La regia è di Lluís Pasqual. Protagonista di non minore rilievo il Coro del Teatro alla Scala diretto da Alberto Malazzi. Le scene sono di Daniel Bianco, i costumi di Franca Squarciapino, le luci di Pascal Mérat, i video di Franc Aleu e la coreografia di Nuria Castejón.

Don Carlos con la s finale nasce nel 1867 per l’Opera di Parigi, che aveva regole da seguire rigorosamente. Don Carlos, infatti, rientra nel genere cosiddetto “grand opera”, che aveva vincoli così riassumibili: titolo a tematica storica, suddivisione in cinque atti, ampia presenza di scene corali di effetto per mostrare la magnificenza della macchina produttiva, presenza del balletto. Nella successiva traduzione italiana, e con sensibili modifiche durante gli anni che la separano dal 1884, si arriva al cosiddetto Don Carlo di Milano. Verdi propone alla Scala l’opera in quattro atti, levando il cosiddetto atto francese ovvero l’unico che si svolge in Francia e non in Spagna, che racconta dell’amore tra i due giovani protagonisti e la rinuncia per ragion di Stato a queste promesse nozze e nel quale sono condensati tutti i motivi musicali che si rincorreranno nello spartito fino alla fine.

Verdi considera questa versione in quattro atti più stringata e quindi più di effetto e facile veicolazione. Infine, due anni dopo, per Modena, Verdi ci ripensa e ripristina il primo atto “francese” e la struttura in cinque atti. Don Carlo è sicuramente una delle opere più complesse di Verdi. Molti i piani di lettura, in cui il compositore ha concentrato tutti i temi portanti del suo teatro musicale: il potere, i suoi conflitti e la solitudine che provoca, l’amore contrastato e impossibile, il conflitto padre e figlio, il popolo oppresso.

Il libretto di Joseph Méry e Camille du Locle, tratto dalla tragedia Don Carlos infante di Spagna di Friedrich Schiller del 1787, affronta diversi temi a contrasto sviluppati in modo magistrale da Verdi. Nella tragedia compaiono tutti personaggi storici realmente esistiti, ma mutuati attraverso la fantasia poetica del grande poeta tedesco. Unico personaggio di fantasia è l’amico fedele di don Carlo, Rodrigo, marchese di Posa.

DON CARLO: TRAMA E PERSONAGGI

La storia, tratta dall’omonima tragedia di Friedrich Schiller, è ambientata in Spagna nel 1568, anno del trattato di pace con la Francia. Racconta dell’amore tra i giovani Don Carlo e Elisabetta di Valois, figli rispettivamente di Filippo II e del re di Francia. Il loro però è un amore contrastato e ostacolato da ragioni politiche: Elisabetta è stata infatti promessa in sposa dal re a Filippo II, padre di Carlo.

L’opera verdiana fa agire sulla scena moltissimi personaggi. Al centro c’è la figura di Filippo II, re di Spagna e padre di Don Carlo. Il soliloquio introspettivo “Ella giammai m’amò”, sottolineato dalla dolente melodia dei violoncelli, traduce l’impotenza del po- tere reale davanti all’animo umano e restituisce magistralmente tutta la complessità psicologica del personaggio. L’evoluzione della figura di Elisabetta conduce quest’ultima dalla grazia sorridente delle sue iniziali inflessioni melodiche verso un canto spezzato e teso che esprime l’oppressione dolorosa di un destino che la condanna a un matrimonio senza amore. Don Carlo, l’innamorato spinto dalla forza della passione e delle sue giovanili illusioni, mostra la sua evoluzione soprattutto negli intensi duetti con Elisabetta, in cui arriva alla rassegnazione dell’addio. Non meno complesse sono poi le figure della principessa d’Eboli e del marchese di Posa. Sullo sfondo c’è l’atmosfera dell’Inquisizione.

Milano ospita il Perugino a 500 anni dalla morte

L’allestimento scenografico è stato pensato per essere totalmente ecosostenibile e completamente riciclabile ed incentrato sulla sacralità dell’acqua, simbolo della vita, della rinascita e della purificazione

In occasione delle celebrazioni per il Cinquecentenario della morte di Pietro Vannucci, meglio conosciuto come Perugino, il Comune di Milano dedica al grande maestro il tradizionale appuntamento natalizio con l’arte a Palazzo Marino. Dal 5 dicembre al 14 gennaio 2024 sarà infatti esposta in Sala Alessi una delle opere capitali di Perugino, il Battesimo di Cristo, proveniente dalla Galleria Nazionale dell’Umbria, già parte del polittico della chiesa di Sant’Agostino a Perugia, in un suggestivo percorso incentrato sulla complessa personalità del pittore e sulla tormentata storia della macchina d’altare.

Promosso dal Comune di Milano, patrocinato dal Comitato Perugino 1523 – 2023, il progetto espositivo è ideato da Palazzo Reale in collaborazione con le Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, l’Area Biblioteche e i Municipi. La collaborazione fra il capoluogo lombardo e la Galleria Nazionale dell’Umbria ha portato alla realizzazione di un altro grande progetto dedicato al Perugino: il restauro di un altro capolavoro dell’artista conservato dal museo umbro, il Gonfalone della Giustizia, che sarà presentato a Perugia durante il convegno internazionale di studi con il quale, il 13 e 14 dicembre, la Galleria chiuderà le celebrazioni peruginesche.

“Siamo molto onorati di ospitare a Palazzo Marino un capolavoro come il Battesimo di Cristo del Perugino, in un allestimento tanto suggestivo e innovativo come quello proposto in Sala Alessi – commenta il sindaco di Milano Giuseppe Sala – La mostra di Natale in Sala Alessi e le opere relative al tema dell’infanzia esposte nei municipi in occasione delle festività sono un appuntamento con l’arte imperdibile per i milanesi e per tanti turisti, un momento di riflessione e di incontro con la cultura che fa parte della tradizione meneghina, rinnovandosi di anno in anno”.

Lo scenografico progetto allestitivo, curato dagli architetti Franco Achilli e Luigi Ciuffreda, è stato pensato per essere totalmente ecosostenibile e completamente riciclabile, dalle costruzioni ai rivestimenti, ed evoca la sacralità dell’acqua, simbolo per eccellenza della vita, della rinascita e della purificazione. La mostra è curata da Marco Pierini, Veruska Picchiarelli e da Domenico Piraina, mentre l’organizzazione è affidata a Civita Mostre e Musei. Accompagna la mostra un catalogo edito da Skira Editore. Come ogni anno la mostra è ad ingresso libero tutti i giorni dal 5 dicembre al 14 gennaio 2024. I visitatori saranno ammessi in mostra in gruppi e accolti da storici dell’arte, coordinati da Civita, che faranno da guida nel percorso espositivo.

Invece, negli altri otto municipi della città, le biblioteche di zona ospiteranno dall’11 dicembre al 5 gennaio 2024 altrettanti importanti prestiti provenienti dalla Galleria d’Arte Moderna e dal Museo del Novecento di Milano, per contribuire alla conoscenza e valorizzazione del patrimonio cittadino nell’anno in cui ricorre un doppio anniversario riguardante lo sviluppo urbanistico e sociale di Milano: l’aggregazione del comune dei Corpi Santi (1873) e quella di altri 11 comuni limitrofi al centro cittadino (1923), che hanno reso grande Milano. La mostra diffusa permetterà di andare alla scoperta di questi quartieri della città che un tempo costituivano realtà autonome e oggi risultano perfettamente integrate nella metropoli.

Leit motiv che accomuna le opere della mostra diffusa è il tema dell’infanzia, un percorso tra opere dell’Ottocento e del Novecento con prestigiosi prestiti: La Vergine di Francesco Hayez, La Madonna col Bambino e San Giovannino di Bertel Thorvaldsen, le Due Figure di Carlo Carrà, Sacra Famiglia di Giovanni Carnovali, Amore Materno di Angelo Dall’Oca Bianca, Adorazione dei Magi di Adolfo Monticelli, Maternità di Gaetano Previati e Ritratto di bambina Achille Funi. Arte e bambini è un argomento che offre una gran varietà di esempi poiché l’infanzia ha sempre ispirato la creatività di pittori e scultori. I bambini nell’arte sono soggetti legati soprattutto alla rappresentazione affettiva, ad un mondo, pulito, innocente, puro e spontaneo che ce li fa amare e guardare con interesse, quasi a voler prendere spunto da questo universo e trasportarlo nel mondo degli adulti. 

LAVORI CONSIGLIO COMUNALE

Consiglio comunale. Il programma dei lavori dei primi giorni della settimana

In Aula domani e martedì, dalle 16.30. Prima ora interventi liberi, poi Canone unico patrimoniale e canone concessione mercati, Modifiche allo statuto Arexpo  
 
Milano, 3 dicembre 2023 – Il Consiglio comunale si riunirà domani, lunedì 4 dicembre, e martedì 5 dicembre alle ore 16.30 a Palazzo Marino.   
Lunedì, la prima ora sarà dedicata agli interventi liberi dei consiglieri e delle consigliere. Il Programma dei lavori prevede poi la delibera “Canone unico patrimoniale e canone concessione mercati (…) Approvazione del nuovo elenco di classificazione viaria. Modifica e integrazione del regolamento”.  
A seguire la delibera di “Approvazione di modifiche allo Statuto di Arexpo S.p.A.”, le mozioni e gli ordini del giorno e una serie di debiti fuori bilancio.  
In chiusura, l’Elezione di un componente effettivo della Commissione elettorale comunale in sostituzione della Consigliera Angelica Vasile, componente dimissionario e una Modifica del Regolamento di Organizzazione e di Funzionamento del Consiglio Comunale.     
 
Martedì 5 dicembre il Programma prevede la prosecuzione degli argomenti trattati nella seduta precedente.   
 
Sarà possibile seguire il Consiglio in streaming sulla WebTvRadio del Comune o sulla pagina YouTube dedicata.       
  
Mozioni e ordini del giorno        
Mozione del Consigliere Michele Albiani: “Completamento alberature e pista ciclabile in Via dei Missaglia e Via Saponaro”.      
Mozione del Consigliere Alessandro De Chirico (Forza Italia): “Intitolazione a (David Ben Gurion) del Ponte di via Adriano”.        
Mozione della Consigliera Chiara Valcepina (Fratelli d’Italia): Ricordo dei “Martiri di Nassiriya” nel ventesimo anniversario del loro sacrificio.      
Mozione del Consigliere Samuele Piscina (Lega): “Costituzione del Comune di Milano quale parte civile contro i danni causati dagli attivisti del movimento ambientalista Ultima Generazione all’Arco della Pace di piazza Sempione”.          
Ordine del Giorno del Consigliere Marco Mazzei: “Contributi per la sostituzione dei veicoli inquinanti: prevedere sempre la possibilità di erogazione di contributi anche per l’acquisto di biciclette”.    
Mozione della Consigliera Mariangela Padalino (Noi Moderati): Installazione di sistemi di illuminazione aggiuntivi e telecamere sul Naviglio Martesana, tratto tra Ponte nuovo e Cassina de’ pomm.          
Mozione della Consigliera Lisa Noja (I Riformisti Lavoriamo per Milano con Sala) e altri: “Iniziative per promuovere l’accesso delle donne con disabilità ai servizi di assistenza e supporto alle vittime di violenza”.           
Mozione a firma del Consigliere Francesco Rocca (Fratelli d’Italia): “Richiesta potenziamento per l’autobus 925”.        
Ordine del giorno del Consigliere Alessandro Verri (Lega): “Ripristino percorso della linea bus 77 nella direzione centro città”.        
Mozione del Consigliere Enrico Fedrighini (Beppe Sala sindaco): “Realizzazione di una preventiva analisi agronomica su tutte alberature presenti nell’Area boscata Casa del Giovane la Madonnina”.       
Mozione dei Consiglieri Alessandro De Chirico (Forza Italia) e Marco Fumagalli (Beppe Sala Sindaco): “Iniziative in occasione della Giornata Internazionale delle Lingue dei Segni”.             
Mozione Consigliera Mariangela Padalino (Noi Moderati): “Creazione di sportello virtuale genitorialità”.    
Mozione del Consigliere Enrico Marcora (Fratelli d’Italia): “Costituzione Associazione ex Consiglieri del Comune di Milano”.                
Ordine del giorno a firma del Consigliere Alessandro Verri (Lega): “Ripristino percorsi delle linee bus 45 e 66”.              
Mozione del Consigliere Alessandro De Chirico (Forza Italia): “Sospensione aumenti tariffe per uso palestre comunali”.             
Mozione del Consigliere Alessandro De Chirico (Forza Italia): “Sospensione aumenti tariffe per uso palestre comunali”.        
Mozione della Consigliera Mozione a firma della Consigliera Padalino avente ad oggetto: “Cambio disciplina sanzionatoria ingressi aggiuntivi Area B”. 
Mozione del Consigliere Riccardo Truppo (Fratelli d’Italia): “Deroghe Area B e Area C”.  
Mozione del consigliere Pietro Marrapodi (Lega): ” Posizionamento paletti dissuasori anti-sosta nello spazio antistante la rampa utilizzata da persone con difficoltà motorie per accedere all’ufficio postale di Via Acerbi 34″.  
Mozione del Consigliere Alessandro De Chirico (Forza Italia): “Istituzione di nuovi Nidi comunali ed incremento dei Servizi dell’infanzia in tutti i Municipi di Milano”.   
Mozione del Consigliere Samuele Piscina (Lega): “Posticipazione del divieto di accesso e di circolazione dinamica nella ztl Area B per i veicoli alimentati a gasolio classe Euro 5”.        
Mozione a firma del Consigliere Alessandro De Chirico (Forza Italia): “Realizzazione di un monumento alla Costituzione e alla bandiera della Repubblica in una piazza della città (si propone piazza della Repubblica)”.             
Mozione a firma dei consiglieri Marco Bestetti e Chiara Valcepina (Fratelli d’Italia): “Adeguamento delle tariffe corrisposte dal Comune di Milano al Pio Albergo Trivulzio”.         
Ordine del giorno del Consigliere Alessandro Verri (Lega): “Area parcheggio di Via San Romanello”.           
Mozione del consigliere Marco Bestetti (Fratelli d’Italia): “Zona a traffico limitato nelle ore serali e notturne nel quartiere Isola”.          
Mozione a firma del Consigliere Pietro Marrapodi (Lega): “Di impulso al Sindaco per la definizione di un Accordo di programma atto alla valorizzazione della struttura penitenziaria di San Vittore onde destinare, come auspicato dal Ministro Nordio, il relativo valore monetario per l’edificazione e/o ristrutturazione di altri luoghi di detenzione”.               
Mozione della Consigliera Silvia Sardone (Lega): “Chiusura campi nomadi irregolari”.            
Ordine del giorno del Consigliere Alessandro Verri (Lega): “Esenzione IMU per alloggi sfitti destinati al social housing”.              
Mozione a firma dei consiglieri Deborah Giovanati e Alessandro Verri (Lega): “Soluzione rispetto alla problematica delle non ammissioni ai Nidi paritari comunali di Milano”.           
Mozione dei consiglieri Samuele Piscina, Silvia Sardone e Alessandro Verri (Lega): “Costituzione del Comune di Milano quale parte civile contro i danni causati dagli attivisti del movimento ambientalista ultima generazione al monumento dedicato a Vittorio Emanuele II in Piazza Duomo”.         
Ordine del giorno del Consigliere Samuele Piscina (Lega): “Contributo di solidarietà per danni causati dall’esondazione del fiume Seveso”. 

GIOVANI

Milano Design Week 2024. Al via la raccolta di idee, progetti e iniziative, apre l’avviso pubblico per aderire al palinsesto ufficiale

Dal 15 al 21 aprile 2024 in città torna la settimana dedicata al Design Milano, 3 dicembre 2023 – Al via la raccolta di progetti e iniziative da inserire nel palinsesto ufficiale della Milano Design Week 2024, che torna in città dal 15 al 21 aprile. La Giunta di Palazzo Marino ha approvato le linee d[…]

Milano Aiuta – Inverno 2023 

Milano Aiuta – Inverno 2023 è il servizio che il Comune di Milano offre a persone senza dimora per affrontare il periodo invernale e le temperature rigide.

Dal 27 novembre 2023 al 17 marzo 2024 è previsto un graduale ampliamento dei posti letto, in orario notturno, all’interno delle strutture appartenenti all’Amministrazione Comunale e di quelle messe a disposizione da Enti del Terzo Settore.
Il Comune lavora al potenziamento dei posti letto disponibili e chiede a cittadini e operatori di attivarsi per segnalare le persone fragili in stato di necessità che vivono in strada.
Per accedere alle strutture è necessario uno screening medico con Test Mantoux e visita medica generale, a cura dei Medici Volontari Italiani: per effettuare le viste, che saranno svolte a partire dal 20 novembre, è necessario prendere appuntamento presso il Centro Sammartini.

Il numero per le segnalazioni è lo 02 884.47646 – attivo h24


Il servizio prevede, inoltre, il potenziamento delle Unità Mobili, altri servizi accessori ed iniziative, consultabili nelle seguenti sezioni di interesse.

L’O.S.A. Polizia e il Comitato Ascoltami: “Il nostro esposto nei confronti di Magrini e Speranza”

Si è diffusa nei giorni scorsi -attraverso la trasmissione televisiva ‘Fuori dal Coro’- la notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati dell’ex Ministro della Salute, Roberto Speranza e dell’ex Direttore Generale di AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), Nicola Magrini. La Procura di Roma sta indagando per ‘omicidio, falso ideologico, corruzione per l’esercizio della funzione e lesioni personali’. Al centro della questione gli effetti avversi dei vaccini anti-Covid, tematica ancora oggi tabù, ma che pone pesantissimi interrogativi sull’intera gestione pandemica, sia sotto il profilo sanitario, sia giuridico. La stampa generalista non ha dato risalto alle indagini, affrettandosi invece a specificare che -secondo il legale di Speranza- la Procura avrebbe già chiesto l’archiviazione. Ad aver presentato l’esposto nei confronti di Magrini e Speranza le associazioni Avvocati liberi, Comitato Ascoltami, O.S.A. Italia (Operatori Sicurezza Associati), Antonio Porto, dirigente di LES(sindacato Libertà e Sicurezza della Polizia) ed attuale Segretario Generale Nazionale di O.S.A. Polizia(Organizzazione Sindacale Autonoma), SFD (Sindacato Finanzieri Democratici) e l’ex senatrice Bianca Laura Granato. Sulle reazioni avverse post-iniezione tuttora grava un fittissimo silenzio. La problematica viene regolarmente censurata e rimossa, banalizzata o comunque minimizzata, nonostante le evidenze scientifiche e la documentazione ufficiale smentiscano vieppiù la versione dominante: ‘qualcosa’ di molto grave è andato storto e la situazione è talmente seria e complessa che non potrà risolversi facendo spallucce. Abbiamo fatto il punto con il Segretario Generale Nazionale di O.S.A. Polizia, Antonio Porto e con la vicepresidente del Comitato Ascoltami, Silvia Vernò.

I vostri esposti hanno indotto la Procura di Roma ad iscrivere nel registro degli indagati l’ex Ministro Roberto Speranza e l’ex direttore di AIFA, Nicola Magrini. Su quali elementi si fondano le vostre denunce?

A. P. (O.S.A. Polizia): “Le nostre denunce si fondano su una CTU del professor Francesco Belli -risalente a dicembre 2021- e sulle ricerche del biochimico Gabriele Segalla. Due anni fa, in qualità di segretario provinciale del sindacato LES, numerosi colleghi poliziotti mi chiesero spiegazioni in merito alla legittimità della sottoscrizione del consenso informato -richiesto all’atto della vaccinazione anti-Covid- nonostante pendesse nei loro confronti l’obbligo vaccinale. Dalle consulenze emerse che i prodotti vaccinali contenessero due lipidi funzionali alla conservazione e alla veicolazione dell’mRNA: stando alle indicazioni della casa farmaceutica che li aveva sviluppati, la Cayman Chemical Company, tali sostanze potevano essere utilizzate solo a scopi di ricerca, ma non potevano essere somministrate in alcun modo né agli umani, né agli animali. Veniva inoltre evidenziato che le sostanze avrebbero potuto causare effetti teratogeni alle donne incinte, danni cardiaci e malattie oncologiche. Trasmisi l’intera documentazione alle autorità preposte ma non ottenni risposta. Il mio percorso proseguì con l’O.S.A. e gli Avvocati Liberi (ALI): depositai con l’assistenza di Avvocati Liberi due esposti-denunce alle Procure di Catanzaro e di Santa Maria Capua Vetere, relativamente a numerose ‘morti improvvise’ sospette tra gli esponenti delle forze dell’ordine. Ci siamo quindi uniti al Comitato Ascoltami e ad altre realtà. Infine è partita l’inchiesta di ‘Fuori dal Coro’. Nell’esposto noi abbiamo contestato, ai sensi degli articoli 443 e 445 del codice penale, la somministrazione di vaccini in modalità off-label, la vaccinazione eterologa (non vi erano studi sull’interazione dei vari prodotti), la vaccinazione nei confronti di infanti, donne incinte e fragili. La sperimentazione clinica non aveva infatti coinvolto né bambini, né donne gravide e nemmeno anziani e immunocompromessi. Ricordiamoci infine che, nel corso della campagna vaccinale, sono stati somministrati pure prodotti scaduti”.

S. V. (Comitato Ascoltami): “Come illustrato dal Segretario Antonio Porto, gli esposti si fondano sugli elementi emersi dall’inchiesta della giornalista Marianna Cané, inviata di ‘Fuori dal Coro’. La trasmissione condotta da Mario Giordano ha approfondito per mesi i retroscena della campagna vaccinale, rivelando informazioni, conversazioni, contenuti e scambi di mail da cui è trapelato che le autorità sanitarie e istituzionali erano perfettamente a conoscenza delle criticità dei vaccini anti-Covid. Il programma televisivo ha evidenziato chiaramente bugie ed omissioni gravissime relativamente alla somministrazione di tali prodotti e per questo noi ci siamo rivolti alla Giustizia, confidando che possa fare finalmente luce su quanto è accaduto”.      

Stando a ciò che è stato pubblicato su alcune testate, circola la notizia che l’inchiesta sia prossima all’archiviazione. Come stanno veramente le cose?

A. P.: “Ad oggi noi sappiamo soltanto, in qualità di parti offese, che la Procura ha inoltrato la richiesta -come previsto dalla legge- al Tribunale dei Ministri. Non abbiamo ricevuto altre comunicazioni dalla Procura. Il legale di Speranza ha affermato che l’inchiesta verrà archiviata: ha ricevuto questa informazione da qualcuno oppure è soltanto una sua opinione? Ad ogni modo, se anche fosse vero, non significa che il GIP si fermi. Non dimentichiamoci infine che, a differenza dell’ex Ministro Speranza, Magrini non gode di alcuno scudo parlamentare: alla luce dell’incarico che ricopriva, la sua posizione potrebbe rivelarsi ancora più delicata”.

S. V.: “Confermo. L’unica informazione di cui siamo a conoscenza, in quanto appresa dagli organi di stampa, è che il legale dell’ex Ministro Speranza avrebbe presentato richiesta di archiviazione. Non abbiamo ricevuto comunicazioni ufficiali da parte della Procura, perciò attendiamo gli sviluppi della vicenda”.  

Nei mesi scorsi alcuni suoi colleghi di altre sigle sindacali hanno dichiarato che, tra le forze dell’ordine, i danneggiati da vaccino sarebbero decine di migliaia. È possibile fare una stima più rigorosa sul numero degli esponenti delle forze dell’ordine che hanno segnalato effetti avversi dopo le iniezioni?

A. P.: “Preciso subito che non disponiamo di dati ufficiali. Salvo alcune correlazioni accertate, la maggior parte delle segnalazioni è stata presentata in via ufficiosa. Desidero sottolineare che, uno dei requisiti per ottenere l’idoneità all’esercizio della professione di poliziotto è quello della certificazione della sana e robusta costituzione. Tantissimi colleghi lamentano problemi a seguito delle iniezioni, ma temono tutti di sottoporsi agli accertamenti medici della Commissione, che probabilmente farebbe perdere loro l’idoneità: ci chiedono aiuto soltanto in via ufficiosa”.

Quanti presunti danneggiati da vaccino si sono rivolti al Comitato Ascoltami e quali sono le loro richieste?

S. V.: “Il Comitato Ascoltami ha accolto l’iscrizione di circa tremila persone che hanno subito gravi reazioni avverse dopo la vaccinazione anti-Covid. Alla maggior parte di esse è stata già certificata la correlazione. Altrettante sono le iscrizioni al Comitato di sostenitori che appoggiano le nostre iniziative. Gli iscritti chiedono sostegno per la ricerca e investimenti affinché si studino possibilità di cura dei danneggiati; la creazione di un codice esentivo ad hoc rilasciato dal medico di medicina generale (MMG) per sospetti eventi avversi, con conseguenti prestazioni a totale carico del SSN. Chiediamo alle Istituzioni ambulatori dedicati ai danneggiati, affinché essi possano ottenere cure gratuite polispecialistiche, oltre allo snellimento, alla deburocratizzazione delle varie pratiche, nonché la presenza di una Commissione Tecnico-Scientifica Indipendente per la valutazione dell’indennizzo a seguito della vaccinazione. Inoltre chiediamo una raccolta dati presente e futura più accurata, attraverso una farmacovigilanza attiva e un’indagine retrospettiva”.

Il numero di chi si è sottoposto ai richiami anti-Covid è bassissimo, persino tra i sanitari. Evidentemente serpeggia un forte scetticismo anche tra coloro i quali hanno propagandato tali prodotti, spergiurando sulla loro efficacia e sicurezza. Qual è la Sua impressione, al riguardo?

A. P.: “Se non avessero imposto obbligatoriamente la vaccinazione, la maggior parte delle persone non si sarebbe vaccinata. Tanti sono stati costretti perché non potevano vivere senza lo stipendio e numerosi esponenti delle forze dell’ordine hanno ceduto in quanto non sapevano per quanto tempo vigesse l’obbligo: molti di essi si sono vaccinati con la consapevolezza di andare al patibolo. Quando sono caduti gli obblighi è emerso che gli appartenenti alle forze dell’ordine avrebbero potuto svolgere, da sospesi, un’altra attività, ma solo a determinate condizioni: faccio presente, inoltre, che lo stipendio medio di un poliziotto italiano è tra i più bassi d’Europa”.

S. V.: “Più che esprimere opinioni personali, che lasciano il tempo che trovano, preferisco portare avanti azioni concrete e lasciar parlare i fatti. Noi del Comitato Ascoltami ci adoperiamo da due anni per aiutare le persone che hanno subito gravi danni post-vaccino: le sosteniamo e diamo loro voce poiché le Istituzioni non si sono fatte carico della loro immensa tragedia. Ritengo che ormai la gravità della situazione sia chiara a tutti: i fatti parlano da soli”.

È sconcertante il fatto che, nonostante la pubblicazione di documenti ufficiali, conversazioni confidenziali, intercettazioni che coinvolgono alti personaggi istituzionali, domini una sorta di omertà totale sulla gestione Covid e anche sugli effetti avversi. Quanto è emerso a livello di documentazione prova che i ‘vertici’ erano in realtà a conoscenza delle problematiche riguardanti i prodotti anti-Covid e questo addirittura dall’inizio della campagna vaccinale. Tuttavia, ancora oggi, non ne parla quasi nessuno, se non per censurare o screditare il medico o lo scienziato ‘dissidente’. Lei è un esponente delle forze dell’ordine, cioè un servitore dello Stato. Si sente tradito dalle Istituzioni? Qual è il Suo stato d’animo?

A. P.: “Guardiamo in faccia la realtà. Gli obblighi, le imposizioni e i provvedimenti sono stati adottati dalle più alte cariche dello Stato: se quanto sta emergendo troverà conferma nelle sedi opportune, si ravviserebbero responsabilità gravissime nei confronti di chi ha approvato e sostenuto certe misure. L’allora Presidente del Consiglio, Mario Draghi, disse che il Pass era uno strumento di garanzia per ritrovarsi tra persone che non si contagiavano e che non erano contagiose. Oggi l’EMA ha ribadito ufficialmente che i vaccini non erano stati autorizzati quali prodotti per prevenire il contagio. Qual è il mio stato d’animo? Credo che le Istituzioni siano state ingannate dalla politica, che si è sostituita alla vera Scienza. Numerosi ‘vertici’ delle Istituzioni ci hanno rivelato, negli ultimi tempi, di essere stati ‘costretti’ a vaccinarsi. L’inganno è chiaro a tutti: resta da capire perché alla popolazione non siano state comunicate le informazioni corrette. I civili under 50 che lavoravano negli stessi nostri uffici, insieme ai poliziotti, potevano lavorare sottoponendosi soltanto al tampone: perché a loro è stata data questa possibilità, mentre ai poliziotti no? Qual è la logica di certi provvedimenti? Ripeto sempre che i criminali della ‘Uno bianca’ erano quasi tutti poliziotti e che, fino alla sentenza di condanna, avevano diritto al 50% dello stipendio: coloro i quali hanno esercitato legittimamente il diritto a non vaccinarsi, rispettando la Costituzione, sono rimasti invece privi di sostentamento. Credo nella Giustizia, mentre sono rimasto deluso da tutti i sindacati, sia confederati che di categoria. Mi sento tradito dai sindacati, che avrebbero dovuto tutelare i lavoratori, lottando per il diritto al lavoro e per le libertà costituzionali. Diversamente, io mi sono messo nei panni dei lavoratori della Polizia di Stato chiedendomi cosa avrei desiderato che il sindacato facesse per tutelare il mio diritto al lavoro ed alla salute, perciò come sindacalista ho preso una ferma posizione contro il Green Pass che sin da subito aveva dimostrato di non essere uno strumento sanitario, ma soprattutto contro l’obbligo vaccinale per la mia categoria, tentando, nel miglior modo possibile, di tutelare i diritti fondamentali dell’essere umano tra i quali la “dignità”

I danneggiati lamentano spesso una scarsa attenzione nei loro confronti, sia da parte del personale sanitario, sia da parte delle Istituzioni. Come se lo spiega?

S. V.: “Ci sono decine di migliaia di persone abbandonate dalle Istituzioni: si tratta di nostri connazionali che hanno perso completamente la salute e che hanno dovuto sostenere spese altissime nel tentativo di curare le reazioni avverse subite dopo la vaccinazione. È estremamente urgente che l’attuale Ministro della Salute, Orazio Schillaci, si faccia carico di questa drammatica situazione senza che passi altro tempo. Quest’ultimo, infatti, è stato superato ampiamente”.

Francesco Servadio

Vi aspettiamo in Valle Intelvi per pattinare sul ghiaccio

SAN FEDELE INTELVI, CENTRO DELLA MAGNIFICA VALLE INTELVI (CO) RAGGIUNGETECI E TROVERETE UNA BELLA PISTA DI PATTINAGGIO MA ANCHE TANTE ALTRE SORPRESE PER UNA MERENDA INDIMENTICABILE.

A pochi chilometri da Milano, nella splendida Valle Intelvi, le iniziative per le feste natalizie sono già cominciate.

Il 1 dicembre alle ore 16 verrà aperta a San Fedele (Centro Valle) una nuova pista di pattinaggio sul ghiaccio, sport sempre molto richiesto.

I signori Colombo, gestori della pista, attendono con gioia tutti coloro che vorranno passare le vacanze con loro e offrono a grandi e piccini la possibilità di un sano divertimento e molte attrazioni con tante sorprese per tutti. A far da cornice alla bella iniziativa frittelle, crêpes, zucchero filato, vin brûlé e cioccolata calda, per una merenda gustosa in compagnia a prezzi accessibili per tutti.

Dal 25 novembre al 7 gennaio 2024 la pista, che si trova in via Roma 45, sarà aperta con i seguenti orari:

Feriali – dalle 14,30 orario continuato

Venerdì, Sabato e Domenica – dalle 10 orario continuato

Viene offerta a chi fosse interessato, la possibilità di spazzi pubblicitari

– per qualsiasi informazione chiamare il numero di cell.3393542979 o inviare messaggio tramite Whatsapp

La famiglia Colombo desidera ringraziare il Comune di Centro Valle Intelvi e i commercianti per la loro preziosa collaborazione.

Manuela Valletti

Sicurezza a Milano

Il capoluogo lombardo è in testa alla classifica del Sole 24 ore sull’Indice della criminalità nelle province italiane, come un anno fa. Nelle top ten tante grandi città

DI CHIARA PIZZIMENTI

La rapina a Carlos Sainz e la sicurezza a Milano: un problema di tutte le città italiane?

Il sindaco del capoluogo lombardo interviene dopo il tentativo, sventato, di rubare l’orologio al pilota Ferrari. «Ogni cosa che succede a Milano è enfatizzata all’ennesima potenza, ciò nonostante c’è da lavorare. La sicurezza è un problema, bisogna continuare a lavorare». Quali sono i dati?

Sotto accusa è la città, diventata sempre meno sicura. Lo dicono gli abitanti di Milano, ma anche i dati legati al numero delle denunce. Il capoluogo lombardo è in testa alla classifica del Sole 24 ore sull’Indice della criminalità nelle province italiane, come un anno fa. Sono stati 6.991 i reati denunciati ogni 100mila abitanti nel 2022, quasi un migliaio in più rispetto al 2021, e le denunce sono in crescita del 3,5% anche nel primo semestre 2023 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

A crescere sono i reati definiti predatori. A Milano nel 2022 le rapine in pubblica via sono tornate ai livelli del 2007: più di 2.700 episodi denunciati in 12 mesi. Per rapine e furti la città è prima in Italia, quarta per violenze sessuali. A seguire Milano nella classifica sono Rimini e Roma, nella top ten anche Bologna, Firenze, Torino e Napoli. Bologna, Firenze e Torino sono quarta, quinta e sesta seguite da Imperia, Livorno, Prato e Napoli.

I dati generali, quelli che il ministero dell’Interno pubblica ogni Ferragosto, raccontano un aumento generale in Italia di questi reati. Le rapine sono state 14.979 fra il 1 gennaio 2022 e il 31 luglio 2022, 15.486 nello stesso periodo del 2023. Per quanto riguarda i furti negli stessi mesi si passa da 539.920 a 554.975.

Sul podio dell’Indice del Sole 24 Ore c’è anche Roma. La Capitale nel 2022 ha registrato 231.293 reati denunciati che sono 5.485 ogni 100mila abitanti. Questo numero è in crescita del 5% rispetto al 2019. Oltre 26mila i furti con destrezza registrati a Roma, un numero maggiore è stato segnalato solo tra il 2013 e il 2015. Tra gennaio e giugno 2023 le denunce sono salite ancora dell’8,3% rispetto agli stessi mesi del 2022. Roma è salita sul podio accanto a Rimini dove però nel 2023 le denunce sono in diminuzione dell’8%.

Comune a tutte le città è il maggiore investimento in sicurezza e la richiesta al Ministero di più personale in servizio. Firenze e Roma hanno lavorato sulla video sorveglianza, Milano ha aggiunto agenti della municipale. Misure che per molti sembrano per ora limitate.

FONTE

Tutti i segreti della longevità

Allenare la mente, fare movimento e mangiare sano le regole per star bene: «Se si agisce sul fronte dell’età biologica si può migliorare la qualità di vita»

PRISCA DINDO

Il mondo di chi ha superato da un bel pezzo gli «anta» è variegato. Da una parte c’è il settantenne che vive come un cinquantenne. Per lui gli anni che figurano sulla carta di identità non hanno valore e se lo definisci anziano ti incenerisce con un’occhiata. Dall’altra c’è chi fatica a vivere. Camminare, chiacchierare con un amico, ascoltare un programma scendere le scale: per lui tutto diventa difficile, problematico. Ciò che un tempo era normale fare, ora non lo è più.

Nel mezzo c’è chi si barcamena tra un acciacco della vecchiaia e l’altro, cercando di tenerlo a bada con medicamenti mirati.

Le statistiche dicono che il Ticino è il Cantone che presenta la percentuale più elevata di over sessantacinquenni (23,4%) e di over ottantenni (7,5%). Siamo pure il Cantone con la quota di centenari ogni centomila abitanti maggiore rispetto al resto della Svizzera. Se una volta non avevamo a disposizione molti anni da vivere dopo l’età della pensione ora la musica è cambiata, perché l’aspettativa di vita in Svizzera si è notevolmente alzata.

Vivere a lungo o vivere meglio

Ma è più importante vivere a lungo o vivere meglio? Tutto dipende dalle condizioni con le quali arriviamo alla vecchiaia. Quel che è certo è che a nessuno piacerebbe trascorrere l’ultima parte della propria esistenza privo di autonomia e di energia. «Siamo noi a fare la differenza se vogliamo migliorare la qualità di vita durante la terza età», spiega Florenc Kola, specialista in Geriatria e Medicina interna che sarà tra i relatori della conferenza dedicata al paziente geriatrico organizzata alla clinica Sant’Anna a Sorengo. Il concetto di longevità non ha un gran significato se viviamo tanto ma la nostra salute non è ottima. «Molto dipende dall’età biologica», spiega lo specialista.

L’età anagrafica non è l’età biologica

L’età anagrafica non corrisponde a quella biologica: la prima ci dice quanti anni sono passati da quando siamo usciti dal ventre delle nostre madri, mentre la seconda indica quale è lo stato di salute del nostro corpo e della nostra psiche. L’età biologica è frutto di tutti i fattori legati al nostro patrimonio genetico e al nostro stile di vita. È influenzata da abitudini, scelte nutrizionali, rapporti sociali, attività fisica.

Possiamo agire molto sul fronte dell’età biologica per migliorare la qualità di vita

«Ecco perché è importante intervenire qui se vogliamo migliorare rallentando i processi di invecchiamento», spiega il medico: «Sugli anni che figurano sulla nostra carta d’identità possiamo fare ben poco – puntualizza il geriatra – mentre possiamo agire molto sul fronte dell’età biologica per migliorare la qualità di vita durante la vecchiaia e se dico che bisogna iniziare dal movimento e da un’alimentazione sana mi sembra di sfondare porte aperte».

Sport e buona alimentazione

Il parere degli esperti è unanime: lo sport è un toccasana. Anche perché per ogni decade di vita perdiamo l’8% di massa muscolare. Ciò significa che a 80 anni abbiamo il 40% di muscoli in meno. Più ci si muove, meglio è.

Una ricerca californiana effettuata su 1.500 donne che avevano superato la menopausa e pubblicata nel 2019 sull’American Journal of Epidemiology, ha mostrato come le donne sedentarie risultavano da un punto di vista biologico otto anni più vecchie delle coetanee più attive. Lo sport fa bene, è innegabile ma anche ciò che l’anziano mette nel piatto è importante. È provato che mangiare correttamente grazie ad una dieta povera di carne e ricca di verdure, cereali, frutta e legumi rallenta l’invecchiamento.

Chi nella vita ha puntato tutto sul lavoro potrebbe isolarsi perché ormai si sente socialmente inutile dopo il pensionamento

Poi c’è la mente

Un altro toccasana è l’allenamento della mente «perché apprendere qualcosa di nuovo – annota il geriatra – è uno dei rimedi migliori per proteggersi dalle malattie degenerative del sistema nervoso come la malattia di Alzheimer». Imparare a suonare uno strumento, iniziare nuovi studi, dedicarsi ad un progetto: il cervello va allenato e tenuto in forma, esattamente come un muscolo.

Diversi studi hanno poi dimostrato come la solitudine, nelle persone con più di 60 anni, sia devastante. «Chi nella vita ha puntato tutto sul lavoro potrebbe isolarsi perché ormai si sente socialmente inutile dopo il pensionamento», osserva Kola. Oggi gli anziani sono sempre più soli ed immersi in contesti sociali sempre più fragili. Per loro coltivare relazioni con altre persone diventa sempre più difficile rispetto a quando avevano una vita professionalmente attiva e ciò aumenta il rischio di sviluppare un disturbo depressivo. Al contrario in contesti ricchi di scambi interpersonali gli anziani tendono ad invecchiare meglio, riducendo i tassi di depressione senile.

Paure da intercettare

«Occorre fare molta attenzione allo stato umorale di un anziano: ad esempio se per un quarantenne una caduta è una bagatella, per un settantenne potrebbe essere una tragedia: la paura che succeda di nuovo potrebbe spingerlo a non uscire più di casa, chiudendo per sempre fuori dalla porta il resto del mondo» spiega il geriatra.

Quando si vede un anziano solo e con lo sguardo vuoto occorre allarmarsi. «Non si può fare spallucce dicendo «tant le vecc» – ammonisce Florenc Kola – perché la depressione e la tristezza non sono normali, neppure per chi non è più giovane». Tante volte si tratta di problemi risolvibili se scoperti in tempo: problemi di udito o di vista che l’anziano ha vergogna di ammettere. Ma se le condizioni di salute peggiorano, occorre bussare alla porta di un geriatra.

Occorre fare molta attenzione allo stato umorale di un anziano

Il momento di rivolgersi a un geriatra?

Un ruolo fondamentale per capire se c’è bisogno di uno specialista lo gioca il medico di famiglia: di fronte a problematiche che iniziano a moltiplicarsi consiglierà ai famigliari di rivolgersi ad un geriatra. Problemi di memoria, tante piccole patologie accompagnate da una serie infinita di medicamenti.

Oggi la presa a carico sanitaria di un anziano è complessa e interdisciplinare, «anche perché deve tener conto dell’individualità del paziente stesso e delle sue peculiarità di vita personale, famigliare e sociale»

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