Dopo tre anni di lavoro si è concluso il riallestimento di tutte e 38 le sale della Pinacoteca di Brera di Milano, uno dei progetti con cui si era aperto il mandato del direttore James Bradburne, che oggi può raccontare i frutti di questi 36 mesi. “Abbiamo fatto il primo riallestimento di tutte le 38 sale in 40 anni abbiamo rimesso tutto in una coerenza di percorso, di allestimento, di illuminotecnica. Ora per il visitatore c’è un percorso che si legge con facilità. Questo fa parte del nostro impegno per l’accessibilità a tutti”. Con l’ultimo riallestimento della sala ottocentesca è stato presentato anche il settimo dialogo tra opere della collezione di Brera e quelle di altri musei, questa volta con protagonisti Francesco Hayez e il maestro francese Jean-Auguste-Dominique Ingres. Alla cerimonia di inaugurazione ha preso parte anche il ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli, che ha parlato di una Brera “restituita alla città” e accanto a lui il sindaco di Milano Giuseppe Sala.
“Sono contento di essere qui oggi, è un’importante tappa della rivisitazione della Pinacoteca di Brera, ora abbiamo un museo pienamente all’interno della città” ha detto Bonisoli. Per quanto riguarda Palazzo Citterio, che ospiterà le collezioni di arte contemporanea, invece “dobbiamo aspettare i movimenti dell’Accademia, concordare tempi e modalità, e comunque è la prima tappa di un cantiere continuo”. L’idea è di proseguire nella direzione impressa da Bradburne “perché un museo deve essere un posto vivo e non un deposito”.
“Devo dire che Bradburne – ha spiegato Sala – sta lavorando bene, secondo me anche perché rispetta la tradizione, ma guarda avanti. A parte il direttore devo ringraziare tutto il personale di Brera che sta facendo grandi cose con coraggio. Certamente oggi è una giornata importante, perché è anche il punto di arrivo di un percorso”. Altra importante novità della giornata è l‘apertura del Caffè Fernanda, dedicato alla storica direttrice Fernanda Wittgens che nel 1950 riaprì il museo dopo le devastazioni della guerra. Un ulteriore passo verso una vera dimensione internazionale della Pinacoteca milanese. “Oggi il caffè – ha aggiunto Bradburne – fa parte di una rivoluzione che abbiamo cominciato con la Bottega Brera, nella quale abbiamo dichiarato che caffè e shop non sono servizi aggiuntivi, ma sono parte integrante, fanno parte di chi siamo, della nostra identità”.
La giornata di celebrazioni rappresenta anche un momento di ripartenza, verso quella idea di Grande Brera che deve da anni fare i conti con diverse battute d’arresto. “Io credo – ha concluso James Bradburne – che siamo qui sulla soglia di un nuovo passo avanti che, ovviamente, includePalazzo Citterio che Franco Russoli ha comprato nel 1972 per ospitare le collezioni moderne. E questo succederà, dobbiamo soltanto aspettare, io non sono ancora abituato ad aspettare, comunque non è rimandato per sempre, è rimandato per un tempo reale e a un certo punto riapriremo anche Palazzo Citterio”.