Smaltimento Amianto in Lombardia: ecco tutte le procedure da seguire

L’amianto, o eternit, è un materiale considerato cancerogeno, il cui utilizzo è vietato dall’attuale normativa. È stato dichiarato tossico e altamente nocivo sia per le persone che per l’ambiente circostante.

Come vedremo nei prossimi paragrafi, lo smaltimento dell’amianto deve essere effettuato seguendo una precisa procedura al fine di consentire una corretta eliminazione, sicura e a norma di legge.

Smaltimento amianto: la normativa vigente

In passato, i materiali costruttivi contenenti amianto erano molto utilizzati nel campo delle costruzioni edili.

Sono stati condotti numerosi studi riguardo la pericolosità di questo materiale e, a partire dal 1992, si sono susseguite una serie di normative e leggi sull’uso e sull’impiego dell’amianto in edilizia.

In particolare, con la legge 27/03/1992 n. 257, in riferimento alla direttiva CEE 91/382 c, si vieta l’estrazione, la produzione e la commercializzazione di questo materiale. Negli anni successivi, si sono poi susseguite ulteriori leggi per la sua regolamentazione e altri obblighi da rispettare per lo smaltimento.

A seconda dello stato dell’amianto è possibile procedere attraverso uno dei tre metodi di bonifica approvati dalla normativa.

Bonifica amianto per rimozione

Si procede con la rimozione e lo smaltimento dell’amianto nel caso di amianto deteriorato su più del 10% della superficie totale.

La bonifica per rimozione è, ad oggi, l’unica tecnica definitiva per l’eliminazione dei materiali in amianto. È un intervento durevole che non richiede alcuna manutenzione o altre attività di controllo negli anni successivi. Data la particolarità dell’intervento bisogna affidarsi a personale qualificato per poter procedere in totale sicurezza ed evitare la contaminazione di ambienti e persone.

Bonifica amianto per incapsulamento

Attraverso l’incapsulamento, invece, l’amianto viene isolato dall’ambiente tramite apposite vernici: così facendo le lastre in amianto, ricoperte e sigillate, non disperderanno fibre nocive nell’atmosfera.

La bonifica per incapsulamento è molto indicata per superfici in buono stato di conservazione, per materiali difficilmente accessibili e con uno spessore ridotto. Rispetto alla tecnica della rimozione, l’incapsulamento ha un costo inferiore, non produce ulteriori rifiuti nocivi da smaltire e prevede tempi di lavoro piuttosto brevi.

Bonifica amianto per confinamento

L’ultimo metodo utile per la rimozione dell’amianto è il confinamento. Si tratta di un intervento non definitivo che prevede l’installazione di barriere fisiche come mura, pannelli e altri materiali coibentati, al fine di isolare l’amianto dall’ambiente esterno.

È la soluzione più rapida e meno costosa, adatta soprattutto in caso di materiali localizzati di piccole dimensioni.

Come procedere in presenza di amianto?

In caso di edifici o strutture, pubbliche o private, che contengono elementi in amianto è importante affidarsi a ditte specializzate nel trattamento, rimozione e smaltimento di questo materiale, come ad esempio MBA Ambiente, che opera in Lombardia e non solo.

Una volta contattata la ditta potrai richiedere un sopralluogo al fine di definire l’intervento da effettuare. Dopo questa verifica sarà quindi possibile procedere con la rimozione e smaltimento dell’amianto attraverso uno dei tre metodi sopra indicati.

Effettuato il sopralluogo, sarà la ditta ad occuparsi delle diverse fasi di bonifica, dalla verifica all’invio della documentazione per le autorizzazioni, dal lavoro di rimozione allo smaltimento finale dell’amianto.

Prima di procedere con l’eliminazione dell’amianto è infatti necessario inviare, almeno 30 giorni prima dell’inizio dei lavori, la documentazione all’Asl.

Tutti i passaggi necessari per la bonifica devono essere eseguiti in totale sicurezza, nel pieno rispetto dell’attuale normativa.

Cosa dice la legge?

Seconda la legge, i proprietari di immobili contenenti amianto (incapsulato o confinato), hanno l’obbligo di occuparsi della sua manutenzione con visite periodiche ed interventi specialistici di controllo. In caso di amianto deteriorato o friabile, è necessario effettuarne la rimozione, comunicandone quindi la presenza all’Asl di riferimento e agli organi territoriali competenti.

Se hai qualche dubbio o perplessità, per evitare sanzioni amministrative o rischi per la salute, consulta immediatamente un consulente.

Ricordiamo infatti che la mancata comunicazione della presenza di amianto friabile è sanzionabile secondo la legge con il pagamento di una contravvenzione, che va da un minimo di € 2.000 ad un massimo di € 5.000, e un ordine di smaltimento, da effettuare entro 30 giorni. Queste sanzioni sono applicabili solo nel caso in cui sia stato avviato un censimento degli edifici da parte della propria Regione di residenza.

Autore: redazione@

giornalista e scrittrice milanese, lavora sul web dl 1996 come freelance, ha creato diversi siti di informazione al servizio dei cittadini

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *