COS’ È LA DISTRAZIONE DI MASSA…

Noam Chomsky

🔻Noam Chomsky, uno dei piu’ importanti intellettuali oggi in Vita, ha elaborato la lista delle 10 strategie della manipolazione attraverso i mass media.
Dedicate 5 minuti e non ve ne pentirete.
Non foss’altro per ampliare le proprie conoscenze.

1-La strategia della distrazione
L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dei cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti.
La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico d’interessarsi alle conoscenze essenziali, nell’area della scienza, l’economia, la psicologia, la neurobiologia e la cibernetica. Mantenere l’Attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali, imprigionata da temi senza vera importanza.
Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare, di ritorno alla fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).

2- Creare problemi e poi offrire le soluzioni.
Questo metodo è anche chiamato “problema- reazione- soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare.
Ad esempio: lasciare che si dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, o organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo che il pubblico sia chi richiede le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito della libertà.
O anche: creare una crisi economica per far accettare come un male necessario la retrocessione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.

3- La strategia della gradualità.
Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi.
E’ in questo modo che condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni ‘80 e ‘90: Stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero state applicate in una sola volta.

4- La strategia del differire.
Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria”, ottenendo l’accettazione pubblica, nel momento, per un’applicazione futura.
E’ più facile accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato.
Prima, perché lo sforzo non è quello impiegato immediatamente. Secondo, perché il pubblico, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato.
Questo dà più tempo al pubblico per abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo rassegnato quando arriva il momento.

5- Rivolgersi al pubblico come ai bambini.
La maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico, usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente mentale.
Quando più si cerca di ingannare lo spettatore più si tende ad usare un tono infantile.
Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, lei tenderà, con certa probabilità, ad una risposta o reazione anche sprovvista di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno” (vedere “Armi silenziosi per guerre tranquille”).

6- Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione.
Sfruttate l’emozione è una tecnica classica per provocare un corto circuito su un’analisi razionale e, infine, il senso critico dell’individuo.
Inoltre, l’uso del registro emotivo permette aprire la porta d’accesso all’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o indurre comportamenti.

7- Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità.
Far si che il pubblico sia incapace di comprendere le tecnologie ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù.
“La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza dell’ignoranza che pianifica tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare dalle classi inferiori”.
8- Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità.
Spingere il pubblico a ritenere che è di moda essere stupidi, volgari e ignoranti …

9- Rafforzare l’auto-colpevolezza.
Far credere all’individuo che è soltanto lui il colpevole della sua disgrazia, per causa della sua insufficiente intelligenza, delle sue capacità o dei suoi sforzi. Così, invece di ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e s’incolpa, cosa che crea a sua volta uno stato depressivo, uno dei cui effetti è l’inibizione della sua azione.
E senza azione non c’è rivoluzione!

10- Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscono.
Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno generato un divario crescente tra le conoscenze del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle élites dominanti.
Grazie alla biologia, la neurobiologia, e la psicologia applicata, il “sistema” ha goduto di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia nella sua forma fisica che psichica. Il sistema è riuscito a conoscere meglio l’individuo comune di quanto egli stesso si conosca.
Questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un controllo maggiore ed un gran potere sugli individui, maggiore di quello che lo stesso individuo esercita su sé stesso.

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Psicologia nelle truffe, non farti cogliere impreparato!

La criminalità informatica prende costantemente spunto dai trend del momento in ambito tecnologico per avvicinarsi più facilmente alle persone: social media e app di messaggistica istantanea sono ad oggi i canali maggiormente utilizzati dai frodatori. Ecco due tentativi di frode molto utilizzati a cui ti chiediamo di prestare particolare attenzione: 

Truffa dell’emergenza famigliare

immagine decorativa

Il truffatore che attua una “Family emergency scam” si finge un membro della tua famiglia o un tuo amico e potrebbe contattarti per telefono, SMS, email o social media, fingendo di avere qualche tipo di problema e di aver bisogno di soldi immediatamente, fornendo un IBAN a cui bonificare una somma.


Truffa dell’investimento

Quando ti vengono proposte opportunità d’investimento insolitamente redditizie, generalmente sulle criptovalute o mercati esteri, presta attenzione, perchè potrebbe trattarsi di “Investment scam”. Spesso si riceve una telefonata inaspettata dove la persona al telefono propone investimenti con rendimenti rapidi e particolarmente alti ponendosi in modo insistente.
RICORDA!
La tua banca non ti chiederà mai:
-telefonicamente o via SMS i tuoi codici segreti  oppure i dati della carta di pagamento ed il MasterCard® Identity Check™.
-Verifica sempre la legittimità della richiesta contattandoci al numero verde, componendo tu stesso il numero.
di effettuare un trasferimento di denaro dal tuo conto corrente o dalle tue carte a favore di conti a te sconosciuti.

Qualcosa non ti convince?
Interrompi la conversazione, contattaci subito  e chiedi informazioni circa la comunicazione ricevuta.

Consigli pratici per tutelarti dalle frodi

Esistono diversi tipi di frodi informatiche e truffe che differiscono per il modo e per i canali con cui vengono portate avanti ai danni delle vittime. I malintenzionati agiscono prevalentemente tramite virus o malware (crimeware), e-mail (phishing), SMS o WhatsApp (smishing) oppure tramite telefonate (frodi telefoniche). Queste diverse tipologie di frode possono essere combinate tra loro per far sì che la frode abbia un impatto maggiore e che i criminali possano recuperare il maggior numero possibile di informazioni.

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Capoeira: i benefici dell’arte marziale brasiliana

Mirangela Cappello

11 Ottobre 2023

Si dice che la capoeira sia iniziata come forma di arte marziale nel Brasile del XVI secolo, tra gli schiavi. Ma oggi, anche per il coinvolgimento di musica e canti corali, è associata più alla danza e al fitness, piuttosto che ad una disciplina di autodifesa. Di certo sono interessanti i benefici che questa attività fisica, svolta ormai in tutto il mondo, può apportare alla salute.

Indice

  1. I 4 benefici della capoeira
    1. Forza e flessibilità
    2. Perdita di peso
    3. Riduce lo stress
    4. Migliora l’umore

Dal XVI secolo ad oggi, la Capoeira è diventata una delle attività fisiche più gettonate, che donne e uomini di ogni età praticano nelle palestre del globo. Le origini di questa arte marziale si attestano nel Brasile del 1500. Qui, gli schiavi tratti dall’Africa, iniziarono a imbastire i rudimenti dello sport di attacco e difesa, camuffandolo da danza.

Di fatti, la capoeira si pratica con un sottofondo di musica e canti, con due avversari capoeristas che mimano i colpi e le parate classiche di un combattimento, andando a tempo con i ritmi. La disciplina, che in effetti appare come una danza, mostra calci e capriole, che arrivano a distanza ravvicinata dai punti sensibili.

I capoeristas infatti si scontrano in una roda, il cerchio di persone che circonda i due combattenti, con movimenti che si avvicinano a testa, inguine e stomaco. Ai giorni nostri la capoeira è anche spesso integrata, per queste ragioni, nelle arti marziali miste, dove la flessibilità, l’equilibrio e la precisione dei colpi sono aspetti determinanti.

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Cantiere A9, code e promesse a non finire

Anna Campaniello

Dopo tre anni di disagi sull’autostrada al confine tra Italia e Svizzera, entro la fine della prossima primavera i lavori lungo la carreggiata saranno portati a termine – Il direttore di Autostrade Luca Beccaccini: «Per la prossima stagione turistica non ci sarà il cantiere sulla A9»

Una pausa invernale dalla festa dell’Immacolata a febbraio, poi altri tre mesi di lavori, limitazioni al traffico e caos annunciato. Tre mesi di disagi che dovrebbero però essere gli ultimi, prima della chiusura definitiva del cantiere in galleria sull’autostrada A9 Lainate–Como– Chiasso, annunciata entro la fine del mese di maggio 2024.

Dopo tre anni di disagi sull’autostrada al confine tra Italia e Svizzera, ora c’è una data per la fine di un cantiere che, per quanto necessario per la sicurezza, è diventato un incubo per chiunque si sposti nella zona di confine, appunto, tra Italia e Svizzera. La deviazione di carreggiata tra Como centro e la dogana di Brogeda, con una sola corsia disponibile utilizzata a doppio senso, si traduce in code e rallentamenti praticamente costanti, a tutte le ore della giornata. Pesanti ripercussioni anche sulla viabilità cittadina soprattutto per quel che riguarda Como. Questo a causa dei veicoli che, nel tentativo di evitare il caos in autostrada, si riversano sulle strade del capoluogo lariano.

Il prefetto di Como Andrea Polichetti ha convocato la società Autostrade a un tavolo sulla viabilità provinciale per chiedere chiarezza sulla prospettiva temporale dei lavori e avere certezze sulla prosecuzione del cantiere. Luca Beccaccini, direttore del secondo tronco Milano Autostrade per l’Italia, si è seduto al tavolo con i rappresentanti del territorio comasco e ha assicurato che «i lavori termineranno definitivamente entro il mese di maggio del prossimo anno. Per la prossima stagione turistica – ha precisato –, non ci sarà il cantiere sull’A9».

«Sospensione necessaria»

Il dirigente di Autostrade è entrato nel dettaglio dei lavori e delle prossime tappe: «Stiamo intervenendo per adeguare la calotta della galleria San Fermo – ha spiegato Beccaccini –. Si tratta di rinnovare completamente l’infrastruttura, demolendo la vecchia volta per ricostruirla. È un intervento incompatibile con la presenza del traffico. Avremmo potuto terminare prima i lavori se non avessimo mai sospeso il cantiere – ha spiegato ancora Beccaccini –. Confrontandoci con il territorio però, è emersa la necessità di lasciare liberi i mesi nei quali è maggiore l’intensità del traffico, soprattutto per la presenza di turisti. La scelta è stata quindi di spezzettare i lavori, concentrandoli nei periodi in cui potevano essere meno impattanti e riducendo quindi i disagi».

La tregua estiva quest’anno si è conclusa l’11 settembre scorso, quando è stata ripristinata la deviazione di carreggiata e si sono puntualmente ripresentate le lunghe code. Emblematico, nei giorni scorsi, il caso di una donna in travaglio partita dalla Svizzera e diretta all’ospedale Sant’Anna di Como rimasta bloccata nel traffico sull’A9. Solo l’intervento di una pattuglia della Guardia di finanza che casualmente era a poca distanza e, con lampeggianti e sirene accese, ha scortato l’auto permettendo alla partoriente di raggiungere in tempo il presidio sanitario. Un episodio limite, che ben testimonia però la difficoltà che quotidianamente vivono migliaia di automobilisti e autotrasportatori, a partire dai frontalieri e dagli svizzeri che si spostano verso il territorio comasco.

I disagi proseguiranno per altri due mesi poi, dopo la pausa natalizia, il rush finale. «Sospenderemo anche quest’anno il cantiere entro l’8 dicembre, per la festa dell’Immacolata – ha confermato Luca Beccaccini –. Riprenderemo i lavori tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo e il termine definitivo dell’intervento sarà entro il mese di maggio». Il dirigente di Autostrade promette che questo intervento garantirà un lungo periodo senza nuovi lavori. «Con l’adeguamento e il rifacimento della calotta – ha concluso –, la galleria avrà nuova vita per 50 anni».

Fontehttps://www.cdt.ch/news/ticino/cantiere-sulla9-code-e-promesse-fine-lavori-entro-maggio-329075?utm_source=newsletter&utm_medium=story&utm_campaign=direct

Il primo ministro Ungherese Orban rivela la verità sull’Occidente.

(Verità che conosce anche il primo ministro italiano che tace)

Primo Ministro Orban

“Quest’autunno gli oppositori dell’Ungheria presenteranno di nuovo le loro richieste. Ciò che l’impero di Soros, i burocrati di Bruxelles e i democratici americani vogliono da noi, noi non possiamo e non vogliamo darglielo.

L’amministrazione degli USA continuerà a volerci coinvolgere nella guerra: fornendo armi e dando più soldi all’Ucraina, o almeno permettendo a Bruxelles di dare all’Ucraina i nostri soldi.

Bruxelles vuole che lasciamo entrare i migranti e che costruiamo ghetti per loro, che facciamo propaganda sessuale nelle scuole, che diamo loro potere decisionale in campo economico e che rinunciamo a una politica estera autonoma.

Minacciano che se non facciamo tutto questo, ci metteranno sotto costante pressione, senza fondi da Bruxelles, e – attraverso le casse dell’impero di Soros – pagheranno la sinistra ungherese, gli oppositori interni del governo ungherese.

Cosa possiamo dire di tutto ciò?

In primo luogo, l’Ungheria non fa parte del club dei “Paesi Servitori” che, quando ricevono una chiamata da Bruxelles, rispondono semplicemente: “Sì!”.

In secondo luogo, l’Ungheria non può permettere a nessuno di limitare la propria indipendenza e sovranità”.

Fonte

📱InfoDefenseITALIA

Immigrazione: parole, parole, parole….

parole parole parole…. da tutti governo e opposizione


Incredibile come i media mainstream, il governo Meloni e l’Unione europea stiano vendendo una montagna di fumo sull’accordo dei migranti. Il patto non prevede in nessun punto la lotta all’immigrazione clandestina ne impedisce esplicitamente alle ONG di proseguire con il loro traffico di esseri umani. Non è un caso che Orban non lo abbia votato. Giorgia Meloni non ha ottenuto nulla se non della fuffa propagandistica che non risolve il problema. L’Italia resta invasa dagli immigrati clandestini e la Meloni non fa nulla per proteggere le nostre acque territoriali.


In pratica gli attuali propagandisti di Salvini e Meloni sono stati negli anni passati ad attaccare il PD perché esso non faceva nulla per arrestare il traffico di esseri umani e invocava il fantomatico intervento UE che vuole quel traffico. Adesso che sono loro al governo utilizzano gli stessi falsi argomenti che utilizzava il PD per consentire gli sbarchi di immigrati clandestini. Non ci sono molti dubbi al riguardo. Fdi e Lega sono di gran lunga peggiori del PD.

Cesare Sacchetti – TelegraM

Pensioni minime, invalidità civile e assegno sociale: gli importi dopo i prossimi aumenti

Di Simone Micocci

Pensioni, in arrivo una doppia rivalutazione: la prima tra novembre e dicembre, la seconda a gennaio 2024. Ecco come cambiano gli importi delle pensioni minime, d’invalidità e dell’assegno sociale.

Come anticipato nei giorni scorsi, nuovi aumenti sulle pensioni sono in arrivo nei prossimi mesi. Il primo ci sarà tra novembre e dicembre per merito del conguaglio della rivalutazione del 2023, con il quale sugli importi verrà applicata la differenza dello 0,8% accertata tra il tasso provvisorio e quello definitivo, mentre il secondo è in programma a gennaio 2024tenendo conto dell’andamento dell’inflazione rilevato per il 2023.

Un’operazione che avrà conseguenze su tutte le pensioni, compresi il trattamento minimo e le pensioni d’invalidità civile, come pure per l’assegno sociale.

E dal momento che stiamo parlando di importi molto più bassi, per questi trattamenti la rivalutazione verrà effettuata al 100% del tasso accertato (mentre sopra le 4 volte il trattamento minimo si applicano delle percentuali ridotte).

Va detto che solo per il conguaglio sappiamo per certa la percentuale di rivalutazione, pari appunto allo 0,8%. Per quanto riguarda la rivalutazione in programma a gennaio, invece, bisognerà attendere ancora qualche settimana prima che l’Istat certifichi il tasso d’inflazione medio da applicare sugli assegni. Tuttavia, per il momento possiamo farci un’idea su quanto aumenteranno le pensioni minime, quelle d’invalidità civile e l’assegno socialeguardando alla percentuale di rivalutazione stimata nella Nota di aggiornamento al Def approvata dal Consiglio dei ministri il 27 settembre scorso: un 5,4%, leggermente in discesa rispetto alla percentuale del 5,6% che era stata accertata nel Def.

Come aumentano le pensioni minime

Oggi il trattamento minimo ha un importo pari a 563,74 euro, sul quale poi si applica una rivalutazione straordinaria dell’1,5% che sale al 6,4% per chi ha compiuto i 75 anni.

Con il conguaglio atteso tra novembre e dicembre, quindi, l’importo della pensione minima salirà a 568,24 euro, con un aumento di circa 4 euro. Va ricordato che questo importo decorre da gennaio 2023, per questo in sede di conguaglio verranno riconosciuti anche gli arretrati.

Considerando poi la rivalutazione straordinaria introdotta dalla legge di Bilancio 2023, ne risulterà che per gli under 75 la pensione minima potrà arrivare fino a un massimo di 576,76 euro(rispetto ai 572,74 euro attuali), mentre per chi ha compiuto i 75 anni si sfora il muro dei 600 euro arrivando a 604,61 euro (rispetto ai 599,82 attuali).

A gennaio 2024 poi gli importi cambieranno ancora, grazie a una rivalutazione che dovrebbe essere del 5,4%. L’importo del trattamento minimo salirebbe così di altri 30 euro circa, arrivando a 598,92 euro. A questo importo va aggiunta la rivalutazione straordinaria che nel 2024 salirà al 2,7%, incrementando così l’assegno fino a 615,09 euro. Sarà la legge di Bilancio 2024, invece, a stabilire cosa ne sarà delle pensioni minime per gli over 75, per i quali oggi la rivalutazione al 6,4% non è confermata per il prossimo anno.

Come aumenta l’assegno sociale

L’assegno sociale, prestazione che spetta a 67 anni a coloro che versano in una situazione di bisogno economico, al momento ha un importo pari a 503,27 euro mensili (per tredici mensilità).

Con il conguaglio in programma tra novembre e dicembre ci sarà un incremento di circa 4 euro, con l’importo dell’assegno sociale che salirà a 507,29 euro. E contestualmente ci sarà il pagamento di almeno 10 mensilità arretrate, con un assegno una tantum di circa 40 euro.

A gennaio 2024 anche l’assegno sociale farà un ulteriore balzo in avanti con l’importo che verrà adeguato al maggior costo della vita: nel dettaglio, con una rivalutazione del 5,4% il valore sarebbe pari a 534,68 euro.

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IL PREMIO NOBEL PER LA PACE 2023

👀 Il Presidente ucraino Vladimir Zelensky e il dissidente russo Alexei Navalny sono tra i favoriti per il Premio Nobel per la Pace di quest’anno. Ma, secondo gli esperti, i sostenitori dei diritti delle donne, delle popolazioni indigene o dell’ambiente potrebbero rubare la scena.

🔸Il Comitato norvegese per il Nobel, visti i precedenti, è anche in grado di sorprendere completamente nell’annuncio del 6 ottobre.

🔸Anche se i bookmaker danno Zelensky come candidato principale per unirsi all’illustre lista di premiati, da Nelson Mandela a Martin Luther King, gli specialisti del Nobel ritengono improbabile che il Presidente ucraino venga nominato a causa di essere stato un leader di un Paese in guerra.

Il famigerato Fentanyl si produce anche in Ue: “Migliaia di persone a rischio”

Tossicodipendente che usa Fentanyl

Scoperti dalla polizia 400 laboratori, la commissaria agli Affari Interni Johansson: “In Lettonia sequestrati cinque chili, che potrebbero uccidere 2,5 milioni di persone

Il fentanyl, un oppioide sintetico che ha provocato un’ondata di decessi per overdose negli ultimi anni negli Stati Uniti, viene prodotto anche in Europa e c’è il rischio ce possa portare a migliaia di morti anche da noi. L’avvertimento è stato lanciato dalla commissaria europea per gli Affari Interni, Ylva Johansson, che ha ricordato che il problema è soprattutto statunitense, con il Paese che ha avuto oltre 100mila morti, ma ha aggiungendo che non dobbiamo dimenticare che il fentanyl “viene prodotto anche qui in Europa, dove ci sono molti laboratori” illegali e in un anno “la polizia ne ha smantellati 400, strutture in cui si producevano soprattutto metanfetamine ma anche fentanyl”.

Parlando ieri in conferenza stampa a Bruxelles al termine del Consiglio Affari Interni, che ha visto anche la partecipazione dei ministri di 14 Paesi dell’America Latina, con i quali si è parlato soprattutto di lotta al narcotraffico, Johansson ha detto che “dobbiamo essere preparati” al fatto che una emergenza come quella degli Usa “potrebbe accadere anche qui”. La commissaria ha fatto l’esempio di un sequestro avvenuto in Lettonia. “Lì sono state sequestrati cinque chili di fentanyl, che hanno il potenziale di uccidere 2,5 milioni di persone, cioè più della popolazione nazionale”, ha denunciato.

Perché il Fentanyl fa strage negli Usa e non in Europa

Questo perché questa sostanza, usata originariamente come analgesico, prima di essere resa illegale per gli effetti collaterali che sono stati dimostrati e denunciati, è adesso utilizzata principalmente come droga ed “è cinquanta volte più pericolosa dell’eroina”, e questo significa che potenzialmente ci vorrebbero 250 chili di eroina per avere la stessa pericolosità, ma cinque chili “sono facili da trasportare”, si possono mettere tranquillamente in una borsa, da qui i maggiori rischi per la salute pubblica.

Ieri nel corso del dibattito tv tra candidati repubblicani alle primarie presidenziali degli Usa, l’ex governatrice della South Carolina Nikki Haley ha denunciato che “abbiamo avuto più morti di fentanyl che americani uccisi in Iraq, Vietnam e Afghanistan messi insieme”. E l’affermazione è vera: secondo i dati dei Centers for Disease Control and Prevention, sono 150 mila le persone morte per overdose da psicofarmaci che includono il fentanyl, il farmaco più diffuso. I soldati americani morti in Iraq, Afghanistan e Vietnam sono stati 65.114. Negli Stati Uniti questa droga che si può iniettare o fumare, sta diventando la principale causa di morte per le persone tra i 18 e i 49 anni.

Per fronteggiare la mancanza di oppioidi la criminalità organizzata si sta dedicando sempre più alla produzione e la vendita di droghe sintetiche come il fentanyl, che risulta peraltro più redditizie di altri oppioidi naturali in quanto più potenti: basta quindi meno prodotto per assicurare lo stesso effetto. Gli spacciatori sono soliti inoltre mescolare questo analgesico ad altre droghe, come cocaina, metanfetamine e Mdma. La dipendenza può nascere così in maniera inconsapevole, con consumatori ignari di stare utilizzando questo tipo di sostanza.

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L’inesorabile declino dell’Europa

ALFONSO TUOR

Il commercio internazionale si sta contraendo ed è diminuito al tasso più veloce lo scorso mese di luglio. Infatti è sceso del 3,2% rispetto al luglio dell’anno scorso al ritmo più rapido dai primi mesi della pandemia nel 2020 dopo essere diminuito del 2,4% in giugno. Questo calo è sicuramente dovuto in gran parte al forte rallentamento della crescita in Europa e in Cina e in misura minore negli Stati Uniti. Questa spiegazione non è però esaustiva. Il calo del commercio internazionale è anche un primo sintomo delle crescenti tensioni geopolitiche e del cambiamento delle politiche economiche americana ed europea che sono passate dalla globalizzazione alla scelta di privilegiare la ricostruzione della loro base industriale grazie a forti sussidi statali. Infatti questo fenomeno è anche figlio degli anni della COVID, che ha messo in luce la dipendenza delle economie occidentali dalla Cina. La decisione di Washington e di Bruxelles di ridurre questa dipendenza sta comunque provocando effetti non previsti. Il più importante è la formazione di un blocco economico e commerciale formato dalla Cina e da una gran parte dei Paesi del Sud-est asiatico. Infatti i dati svelano che l’export cinese negli Stati Uniti è sceso del 14% dal 2017 al 2022, ma nel frattempo sono esplosi quelli tra la Cina e i Paesi dell’Asia sud orientale e contemporaneamente le esportazioni di questi ultimi verso i Paesi occidentali. Cosa sta succedendo? In pratica per aggirare i dazi imposti da Donald Trump e mai abrogati dall’amministrazione Biden e le altre misure restrittive adottate dagli Stati Uniti una grande parte dell’export cinese fa tappa in Vietnam, Malesia, Indonesia, Tailandia ecc. per poi essere assemblato e inviato in Occidente. Nei primi mesi di quest’anno le esportazioni cinesi in questi Paesi sono aumentate dell’80% rispetto a cinque anni fa e il medesimo fenomeno sta accadendo per gli investimenti diretti cinesi che hanno superato quelli americani. Paradossalmente, la politica tesa a separare la Cina dagli Stati Uniti sta creando legami finanziari e commerciali sempre più forti tra Pechino e i Paesi del Sud-est asiatico alcuni dei quali sono alleati degli americani. Questa politica di Pechino è simile a quella condotta nei confronti del cosiddetto «Sud Globale» con l’aggiunta dei Paesi africani nel caso di grandi investimenti infrastrutturali. Ora la Cina deve superare grandi difficoltà economica dovute in primis allo scoppio dell’enorme bolla nel mercato immobiliare, ma questa non ha impedito, stando agli ultimi dati, una forte ripresa dei consumi e della produzione industriale. Inoltre le speranze di una crisi profonda della Cina si scontrano con la realtà che anche gli Stati Uniti e la Corea del Sud hanno conosciuto nella loro storia gravi crisi, che hanno interrotto solo temporaneamente la loro traiettoria di crescita, poiché – come la Cina – sono state sostenute da una forte capacità innovativa e tecnologica e da un forte aumento della produttività.

Tra i tre blocchi (Asia, America del Nord ed Europa) che si stanno formando quello che sta peggio è il Vecchio Continente. A tale scopo non bisogna guardare tanto ai dati di breve termine, che sono spesso alterati da fenomeni congiunturali o da eventi particolari, ma alle tendenze di lungo termine. La Cina negli ultimi 50 anni è cresciuta a ritmi mai conosciuti nella storia e ora incalza gli Stati Uniti con un Prodotto interno lordo (PIL) che si aggira attorno ai 23 mila miliardi di dollari. Invece l’economia europea che nel 2008 era maggiore di quella americana (16,2 mila miliardi contro 14,7 mila miliardi) ha oggi dimensioni inferiori di un terzo rispetto a quella statunitense (19,8 mila miliardi di dollari contro i 25 mila miliardi degli Stati Uniti). Se da questi dati si esclude l’economia britannica , il PIL americano è maggiore del 50% rispetto a quello europeo. Questo scarto è destinato ad allargarsi nei prossimi anni per molti motivi: è assente nel campo delle nuove tecnologie e ha una struttura industriale energivora che sta già subendo le conseguenze della guerra in Ucraina e che non si può più alimentare con un gas russo venduto a sconto, ma deve rifornirsi grazie al gas liquefatto americano che costa da tre a quattro volte di più. A dimostrazione della perdita di peso del Vecchio Continente, l’Europa domina ancora nella moda e nelle attività legate allo stile di vita, un fenomeno caratteristico delle economie che affrontano un inesorabile declino di potere, di influenza e di ricchezza. 

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