Make Me! un successo la campagna di equity crowdfunding: raccolti quasi 50 mila euro in pochi giorni

 MILANO – Tener-a-mente Srl Società Benefit, startup innovativa di job matching, 80.000 euro di fatturato in 6 mesi di attività ha quasi concluso la propria raccolta di Equity Crowdfunding lanciata sulla piattaforma Forcrowd (che seleziona progetti ad alta innovazione tecnologica, modelli di economia sostenibile o soluzioni per la produzione di energia da fonti rinnovabili). 
La raccolta procede spedita ed è finalizzata al supporto degli investimenti in parte già effettuati con lo sviluppo dei prodotti di intelligenza artificiale, all’identificazione di personale altamente qualificato ed alla realizzazione dell’App Make Me!
La soglia target minima di 50.000 euro è stata quasi raggiunta in pochi giorni.

Michele Collini, Amministratore Delegato, ha dichiarato: “abbiamo deciso di fare una raccolta su canali alternativi ed innovativi, lanciando la prima campagna di equity crowdfunding. Stiamo lavorando insieme a primari professionisti per consolidare il successo dei prodotti che stanno rivoluzionando il concetto di job matching. Sento parlare positivamente di Make Me!, negli ultimi giorni sono stato invitato presso diverse associazioni di categoria, ho anche incontrato una rete di 1.800 aziende ed alcuni imprenditori in Brianza tutti interessati ad iscriversi sulla nostra piattaforma. La viralità del progetto sarà garantita anche dalla prossima uscita dell’App Make Me!.”

I soci sottoscrittori di Tener-a-mente, con la loro adesione alla campagna, saranno di conseguenza partecipi dello sviluppo e della crescita del progetto Make Me!.

www.makeme.direct

Company profile
https://1drv.ms/b/s!AsvxD5UQ4a8EhtBeUyUO0zr71RfJcg?e=bGYE5i



CONTATTA L’AUTOREJohn Walter
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Notiziabile srls

Che cos’è un telefono VoIP?

Si usa sempre di più, tanti lo preferiscono, ecco di che cosa si tratta…

Un telefono VoIP è un dispositivo o un programma che utilizza la tecnologia basata sul protocollo di voce via internet (Voice over Internet Protocol). La tecnologia VoIP permette agli utenti di effettuare chiamate vocali mediante la banda larga di internet e non attraverso la connessione analogica tradizionale.

Un telefono VoIP può avere lo stesso aspetto di un tradizionale telefono fisso. La differenza sta nel suo funzionamento. Con la tecnologia VoIP, infatti, la trasmissione delle chiamate vocali non avviene attraverso una coppia di cavi di rame fisici ma attraverso internet, sottoforma di pacchetti di dati. Un telefono VoIP può inoltre essere un’applicazione software (il cosiddetto softphone) e non richiedere hardware fisico.

La tecnologia VoIP è incredibilmente versatile per le piccole imprese e i suoi utenti. Questo tipo di linee telefoniche possono essere usate da qualunque luogo e le chiamate possono essere trasferite dai terminali dell’ufficio ai dispositivi mobili senza interruzioni. Una conversazione può evolversi da SMS a chiamata vocale a videoconferenza sulla stessa applicazione.

Se la versatilità, la sicurezza e i prezzi contenuti guidano le decisioni della tua azienda in fatto di tecnologia, allora i telefoni VoIP sono la soluzione che stavi cercando per le tue comunicazioni.

Come funziona il servizio telefonico VoIP?

Per poter usare la tecnologia VoIP per la tua azienda, devi prima sottoscrivere un servizio telefonico VoIP. Il servizio telefonico VoIP gestisce i server che ospitano le chiamate e utilizza la tecnologia del protocollo SIP (Session Initiation Protocol, protocollo di inizializzazione sessione) per connettere le chiamate ad altre reti telefoniche. In questo modo le chiamate VoIP possono essere effettuate tra utenti su qualunque rete telefonica utilizzando VoIP, la rete fissa tradizionale o un servizio di telefonia cellulare.

Gli operatori di servizi telefonici VoIP funzionano in maniera del tutto simile agli operatori delle tradizionali reti fisse: connettono l’utente alle grandi reti di comunicazione che vengono utilizzate per tutte le chiamate che facciamo. La differenza è che questi operatori utilizzano le più moderne tecnologie per garantire la migliore esperienza per l’utente al prezzo più basso.

I servizi VoIP forniscono la tecnologia necessaria per effettuare le chiamate telefoniche VoIP e gli strumenti per rendere tale innovazione accessibile a tutti. La connessione internet a banda larga connette le chiamate ai server dell’operatore VoIP, dove vengono poi instradate verso le reti telefoniche necessarie per completare la chiamata. Tutto questo avviene “dietro le quinte” in maniera automatica e senza interruzioni.

DOMENICA E LUNEDI A ROMA LE PREFINALI DI MISS ITALIA

Esperti del talento e della bellezza stanno selezionando le ragazze. Voto a originalità, social attitude, personalità

A Roma, dopo un anno di pausa, lo scorso week end sono iniziate le prefinali nazionali di Miss Italia. Oggi e domani nel Crowne Plaza Hotel, la patron Patrizia Mirigliani accoglie 175 ragazze provenienti da tutta Italia,nel pieno rispetto delle norme anti Covid.

Il Concorso riparte, dunque, dopo lo stop imposto nel 2020 dalla pandemia: le candidate rappresentano tutto il Paese e sono le vincitrici delle selezioni svoltesi nelle varie regioni, scelte tra un numero notevole di partecipanti, ben 12 mila.

A Roma, una giuria di esperti del talento e della bellezza, sta selezionando venti finaliste per il titolo di Miss Italia e dieci per il titolo di Miss Italia Social. Determinante il contributo dei social: like, visualizzazioni e followers dei profili instagram delle ragazze incidono per il 5% sull’elezione della nuova Miss Italia e per il 50% sull’elezione di Miss Italia Social. La quota restante viene assegnata dalla giuria sulla base di diversi criteri di valutazione quali l’originalità, la social attitude e la personalità.

Nel dettaglio, nella giornata di domenica la giuria ha incontrato le ragazze di Toscana, Umbria, Abruzzo, Marche, Molise, Lazio, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna. Ieri invece è toccato alle miss provenienti da Piemonte e Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Trentino, Liguria, Emilia Romagna e anche alle 10 Lombarde in gara.

Da giovedì 2 dicembre verranno resi noti i nomi delle 20 finaliste che si disputeranno il titolo di Miss Italia.

CHI SONO I GIURATI:

Ilaria Venturini Fendi, Flaminia Bolzan (psicologa), Allegra Cascinari (psicologa), GJ Squarcia (autore/regista/sceneggiatore), Cristiana Vaccaro (attrice), Giorgia Crivello (influencer Instagram)

Quante ragazze Lombarde verranno scelte per la Finalissima?

Attendiamo il 2 dicembre e lo scopriremo…

In allegato le fotografie delle miss, le foto singole delle ragazze sono state scattate da @markbergamophotographer

Resto a disposizione per ogni chiarimento.

Grazie

Alessandra Riva

  cid:image002.png@01D5A474.26EF3470  di Alessandra Riva

  Esclusivista regionale di Miss Italia Lombardia

  Via per Orio 22, 24126 Bergamo

  www.rialevents.it + 39 3402744170

  P. IVA 03469900165 C.F. RVILSN80S69H509B

  REA BG-395757

NON E’ SOLO UN GIOCO

Esce “Non è solo un gioco”, romanzo dedicato al mondo dei videogames dell’insegnante romana Alessandra Allegretti
Non è un solo un gioco: il romanzo di Alessandra Allegretti pubblicato il 14 ottobre 2021 dalla casa editrice bookabook
(01-12-2021) Un libro per tutti gli appassionati di videogiochi. 

Pubblicato dalla casa editrice bookabook il 14 ottobre 2021, Non è solo un gioco è il romanzo dell’insegnante Alessandra Allegretti. 

Il protagonista è Marco, un ragazzo come tanti appassionato di videogiochi e costantemente in litigio con la famiglia. 
A Natale Marco riceve l’ultimo videogioco alla moda, che lo proietta a Tripoli nei panni del soldato Thomas. 
Liberare un ostaggio a Tripoli, in una missione di spionaggio, diventa anche l’occasione per Marco di mettere in discussione i sentimenti per la sua famiglia. 

Non è solo un gioco è disponibile in tutte le librerie, anche in digitale in formato ebook, sul sito di bookabook e su Amazon. 

Sinossi: Marco è un adolescente come tanti: ama giocare ai videogiochi e sopporta a stento la famiglia, in particolare la madre. A Natale riceve come regalo una nuova Playstation e l’ultimo videogioco alla moda: è l’occasione per rintanarsi nel suo mondo, l’unico dove veramente può sentirsi vivo.  Nella calma della sera inizia finalmente la sua avventura, che lo porta a indossare i panni di Thomas, un soldato arruolato in una missione di spionaggio per liberare un ostaggio a Tripoli. Presto le sensazioni si fanno più vivide, a Marco sembra proprio di essere in Libia: quello che ha iniziato non è solo un gioco e riuscire ad arrivare alla fine della partita non significherà soltanto portare a termine la missione, ma mettere in discussione i suoi sentimenti per quella famiglia tanto insopportabile. 

Alessandra Allegretti: classe 1971, si è laureata in Lettere classiche a Roma. Ha lavorato in una biblioteca digitale, occupandosi di editoria e filologia computazionale, e attualmente insegna materie letterarie in un liceo. Da sempre coltiva la sua passione per la scrittura e recensisce libri sul Web. Nel 2016 ha esordito come scrittrice con il racconto «Non ti voglio più», la notte di un amore da cui ho saputo svegliarmi, pubblicato nella raccolta Amori moderni, edita da RCS. 

About bookabook – bookabook è la prima casa editrice italiana che pubblica libri attraverso il crowdfunding. Nata nel 2014, quella di bookabook è un’editoria innovativa in cui i lettori sono protagonisti della vita dei libri: dopo una pre-selezione qualitativa delle proposte a cura di editor professionisti, i libri vengono proposti alla community di lettori che può accedere alle bozze, interagire con l’autore, scambiare opinioni, mettersi a disposizione per eventi di presentazione. I lettori possono scaricare l’anteprima di un libro e, se desiderano continuare la lettura, possono pre-ordinare i manoscritti inediti nel formato che preferiscono (cartaceo o ebook), contribuendo così a renderne possibile la pubblicazione: i libri che raggiungono durante la campagna di crowdfunding l’obiettivo di 200 copie vengono infatti pubblicati da bookabook. https://bookabook.it/libri/non-solo-un-gioco/
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ANDREA CODEGA
comunicazione@bookabook.it

SIAM PRONTI ALLA MORTE

Tutto quello che siamo riusciti a fare in soli due mesi, grazie a voi, e quello che potremmo ancora fare, ma solo insieme a voi.

Mille post, cento interviste, 500 articoli, oltre 100 reportage da tutte le piazze, 111 edizioni del TG, centinaia di puntate con i pensatori più illuminati e coraggiosi del nostro tempo, da Ermanno Bencivenga, con il suo “Spazio di Libertà”, a Diego Fusaro, con il suo “Pensare Altrimenti”, passando per Fulgio Grimaldi con “Mondocane” e “O Green o Verde”, senza contare “Grandangolo Pangea” ogni venerdì del grande Manlio Dinucci, e poi le dirette come quella di Robert Kennedy a Milano, o del processo di Assange a Londra, o della settimana intera a Trieste a seguire i portuali, o di Firenze dove nessuna televisione voleva andare, a seguire la vicequestore Schilirò, i convegni come l’International Covid Summit, Sapiens 3, il convegno di Bolzano “Autopsie sui morti post vaccino”, le inchieste come “Papa e Antipapa” ormai avviata alla cinquantesima puntata, ma anche i film censurati da tutti, come Corona Film (a proposito: in replica a grande richiesta stasera, sul canale 262 del digitale terrestre), o “Io sono”, e a breve cinque imperdibili appuntamenti con altrettanti film che fanno riflettere, carichi di significato e di spessore, presentati dal grande filosofo Ermanno Bencivenga, quella televisione che non si usa più da decenni. E poi ancora Massimo Cacciari, Paolo Becchi, le interviste ai danneggiati da vaccino…Tutto questo in SOLI DUE MESI, e Dio solo sa cos’altro perché la mia testa ha un limite e neanche io riesco più a stare dietro a Byoblu, la Tv dei cittadini. So solo che noi e voi oggi abbiamo una televisione, che cresce ogni giorno, che in pochi mesi di vita ha guadagnato la fiducia di milioni di italiani mentre le redazioni dei TG tradizionali chiudevano per mancanza di ascolti, e che se continuerà così, a lavorare bene, l’anno prossimo farà il salto e passerà in serie A. E a quel punto voglio proprio vedere cosa si inventeranno per fermare la voce del popolo e continuare con il soliuto teatrino dei salotti televisivi.Siamo arrivati fino a qui solo ed esclusivamente grazie a voi. Stringetevi la mano, abbracciatevi o fatevi solo dei grandi sorrisi se siete timidi, ma l’Italia è quel Paese dove i cittadini si pagano una televisione di tasca loro perché quelle grandi li hanno stufati. La gente mi incontra per strada, mi ferma, mi dice che a casa loro sono sintonizzati sul 262 e che hanno buttato il telecomando. È tutta brava gente, mi raccontano le storie, le testimonianze che ricevono ogni giorno dagli amici, dai loro stessi cari. E sono storie completamente diverse da quelle che si sentono sui giornaloni e sulle grandi televisioni, sono storie cancellate, che noi invece trasmetteremo fino alla fine, fino a quando non ci chiuderanno. Ma se lo faranno, allora devono essere pronti ad affrontarne ogni conseguenza.Noi siamo stati di parola: non prendiamo i fondi del Governo per distribuire le veline sul Covid, non chiediamo soldi all’Europanon facciamo pubblicità alle grandi multinazionali, ma alle piccole medie imprese italiane e alla brava gente, non siamo legati a nessun partitonon prendiamo un centesimo dalle grosse ONG finanziate dai filantropi multimiliardari. Cerchiamo di fare da soli, di restare indipendenti da tutto e da tutti, tranne che da voi, che ogni mese ci mandate avanti con la generosità che contraddistingue questo grande popolo e con la consapevolezza che siamo l’ultima speranza prima dell’abolizione dell’Articolo 21, cosa che su LA7 Mario Monti ha appena chiesto neppure troppo velatamente.Non ve lo diciamo neanche quello che stiamo passando, i problemi con le banche, le redazioni delle testate di sistema che vanno a cercare tutti i nostri ex collaboratori per strappare loro qualcosa, qualunque cosa con la quale costruire articoli o reportage diffamatori (sì, cara FanPage, lo sappiamo, o credevate che non ce lo sarebbero venuti a dire?), i soldi spesi in avvocati… Sono cose che sopportiamo noi, ogni giorno, consapevoli di avere dichiarato guerra al monopolio dell’informazione. A voi chiediamo solo di sostenerci economicamente e di aiutarci a diffondere il sito e il canale televisivo. Abbiamo sempre un orizzonte davanti a noi di un mese di vita. Se non arrivano più soldi, chiudiamo. In fondo, è così che dovrebbe essere per tutti: o fai un buon lavoro e la gente ti sostiene, o te ne vai a casa. Nessuna testata dovrebbe rimanere aperta contro la volontà dei suoi stessi lettori, grazie ai sussidi pubblici di uno Stato che poi ti presenta il conto.Non cè bisogno che io aggiunga altro. Quello che facciamo parla da solo. Le diffamazioni continue che riceviamo non hanno bisogno di nessun disegnino. Lo sappiamo noi e lo sapete voi cosa bisogna fare adesso.Questo mese siamo sotto. Siamo a poco più di settantamila euro e ne servono almeno il doppio. Se credete che ne valga la pena, sostenete la vostra televisione. Se no fa niente: “Siam pronti alla morte“, come dice il nostro inno nazionale, descrivendo lo stato d’animo che qualunque buon cittadino dovrebbe avere nell’affrontare il suo destino e le sue convinzioni.Io, personalmente, ho fatto tante cose inaspettate e irripetibili nella mia vita, e posso essere soddisfatto. Per molti giornali e molte televisioni oggi vale il ritornello di Daniele Silvestri: “Più giù di così non si poteva andare, più in basso di così c’è solo da scavare“. Invece per noi vale l’opposto: siamo stati coraggiosi, siamo stati epici, abbiamo guardato il mostro negli occhi e non siamo arretrati di un millimetro. Noi possiamo dunque solo scegliere se fermarci o se continuare a salire. In ogni caso, avremo qualcosa da raccontare ai nostri nipotini. Perché ce li avremo, dei nipotini, potete esserne sicuri: la vita andrà avanti, “troverà il modo“, come diceva Ian Malcolm in Jurassic Park. Anche se qualcuno preferirebbe farvi credere che il mondo finirà domani. Ed è per loro, per i posteri, che non possiamo rassegnarci a fare i bravi bambini, tutti in fila per tre.Se però volete che ci fermiamo qui, allora non fate niente, e grazie di tutto.Se invece volete che continuiamo a salire, allora ecco come potete sostenerci.CON BONIFICOIntestazione: Byoblu Edizioni Srls
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Importo: quello che volete/potete voi
Causale: donazione libera per la TV dei CittadiniCON CARTA O CON PAYPAL
DONA CON CARTA O CON PAYPAL
ACQUISTANDO I PRODOTTI SPECIALBYOSe non potete fare una donazione, ma ad esempio vi capita di acquistare vitamine o fermenti lattici, allora, senza cambiare le vostre abitudini, comprate le noste vitamine e i nostri fermenti, a marchio Special Byo: avrete la certezza di avere un’altissima qualità e di sostenere nel contempo l’informazione libera. Potete farli ordinare dalla vostra farmacia, oppure acquistarli qui: go.byoblu.com/SpecialByoQui troverete il video per capire di cosa si tratta:
ARRIVA “SPECIAL BYO”. LA LINEA DI INTEGRATORI NATURALI DI QUALITÀ DI BYOBLU.
Un abbraccio forte a tutti. Siete la nostra forza, e noi siamo la vostra.

Claudio Messora

Se questo è un gioco, l’idea di Avviso Pubblico a sostegno del gambling legale

Si tornano ad accendere fari importanti sulla centralità del gioco legale nell’economia italiana ma non solo. Si torna a riflettere sul suo ruolo di difesa dei comportamenti sani, di ambienti ludici trasparenti, di baluardo insomma contro l’illegalità.

È di questo parere Stefano Saracchi, Responsabile dell’Ufficio Giochi Numerici e Lotteria dell’ADM, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato, che è intervenuto nell’ambito della presentazione di “Se questo è un gioco”, progetto di sperimentazione che porta la firma di Avviso Pubblico e Fondazione Adventum, che hanno avuto l’idea di creare il portale sequestoeungioco.org.

Si tratta di un passo importante nella concezione positiva del gioco, un segmento della nostra economia che il più delle volte viene criticato e bollato come pericoloso” commentano così, con positività, dalla redazione di italcasino.net.

Il progetto ci sembra intelligentespiega invece Stefano Saracchi a jamma.tvL’informazione è la cosa più importante, l’Agenzia è organo sia di regolazione che di vigilanza. Non si parla più di gioco illegale ma di illegalità nel gioco, che è un approccio completamente diverso. Oggi è importante comprendere che non esiste solo il gioco illegale in quanto tale, ma esistono anche delle infiltrazioni nel gioco legale. Questo ci porta a dover dire però un passo alla volta, già identificare un confine tra ciò che è legale e ciò che è illegale è fondamentale e questo si fa con un’attività di vigilanza molto forte”.

Saracchi pone poi l’accento sull’impegno, inaugurato dal Direttore Marcello Minenna, sulla repressione delle attività criminali legata ai casinò online. È in questo senso che si deve leggere l’ideazione e la messa online dell’App “Gioco Sicuro”. “Un tassello fondamentale nel rapporto tra stato, operatori e giocatori – sottolineano ancora da Italcasino – serve infatti identificare i punti legali, per poi puntare a interventi mirati per capire cosa effettivamente accade nei punti autorizzati”.

Servono infatti controlli capillari, con progetti votati alla sicurezza. “Abbiamo elaborato un algoritmo che permette in maniera certa la segnalazione dei frazionamenti delle giocate ripetute all’interno dei punti scommessa autorizzati. Così se emerge qualcosa che non va lo notiamo. Tutto questo sta portando a una collaborazione molto intensa con la UIF. Dire che il gioco legale non è gioco sicuro non è condivisibile, sicuramente ci sono delle anomalie che noi vogliamo eliminare tendendo alla perfezione”. Questa l’analisi finale di Stefano Saracchi, a conferma un impegno totale di ADM e degli altri operatori per quanto riguarda il gioco legale e sicuro. Un valore per tutti.

RIUSO CHE PASSIONE

Sarà che la sostenibilità e l’economia circolare sono ormai concetti familiari, ma ha un che di sorprendente il boom del resale che stiamo vivendo in questi anni. A tal punto da portare la società di ricerche di mercato GlobalData a stimare che il mercato dell’abbigliamento di seconda mano sta crescendo 11 volte più velocemente della vendita al dettaglio tradizionale. Addirittura, prevede che entro il 2030 varrà 84 miliardi di dollari, più del doppio rispetto al fast fashion.

Il mercato di seconda mano è ormai un business multimiliardario

Dietro, probabilmente, c’è l’esigenza di rispondere a una nuova sensibilità che piano piano si fa largo a partire dalle generazioni più giovani. Il digitale e l’e-commerce su larga scala, poi, hanno fatto da volano alla cosiddetta economia del riuso. Laddove c’era eBay e poco altro, ora sono sorte molte piattaforme specializzate. Per trovare i primi successi clamorosi in questo campo bisogna andare indietro fino al 2008, quando Milda Mitkute e Justas Janauskas in Lituania fondarono Vinted come un sito con cui ricavare qualche soldo dai vestiti lasciati inutilizzati nell’armadio. Oggi è una piattaforma da milioni di utenti in tutto il mondo che nel 2019 fatturava già 1,9 miliardi di euro. Poco più tardi vedeva la luce Vestiaire Collective, azienda francese che nel 2009 dava vita a una piattaforma per vendere e acquistare abbigliamento e accessori lussuosi di secondo mano. Anche lei ha spopolato, ora conta 11 milioni di membri e nel 2021 ha fatto registrare il +85% di ordini. Si può citare anche il successo di Depop, che conta 30 milioni di utenti registrati in oltre 150 paesi e ha 400 dipendenti nelle sedi di Manchester, Los Angeles, Sydney e Milano. Quest’ultima è stata comprata da Etsy, per la bellezza di 1,6 miliardi di dollari.

Gucci, Levi’s e Asos hanno già fatto le prime mosse nel mercato del riuso

Alla luce delle cifre che girano, non sorprende che alcuni giganti della vendita al dettaglio abbiano iniziato a investire nella rivendita. Per esempio, Gucci ha una collaborazione con il sito di spedizioni The RealReal per vendere i suoi accessori e indumenti di seconda mano. Lo storico brand dei jeans, Levi’s, invece ha lanciato la piattaforma Levi’s Secondhand, la quale consente ai clienti di restituire jeans e giacche usati nei negozi in cambio di una carta regalo e di acquistare a loro volta capi di abbigliamento di seconda mano da un nuovo marketplace presente sul sito. Anche l’insegna dell’abbigliamento Asos ha lanciato una piattaforma che rende possibile la vendita di capi di abbigliamento vintage o usati, da parte di etichette indipendenti e negozi vintage.

Alla nuova sensibilità per il riuso, altri trend globali in atto potrebbero in futuro aumentare il ricorso al riutilizzo di abbigliamento e accessori di seconda mano. Infatti, in questi mesi si sta assistendo sui mercati globali a una scarsità di materie prime senza precedenti nella storia recente. Ed è una scarsità che copre trasversalmente molti ambiti: dall’energia, all’edilizia, per arrivare a semiconduttori e altri materiali. E, in futuro, questa situazione potrebbe anche diventare strutturale, nell’ottica di un mondo che deve ridurre gli sprechi e lottare con tutte le forze contro i cambiamenti climatici.

I nuovi ambiti di espansione: il caso Deesup e dell’arredo

Il boom del resale, comunque, non riguarda solo il mondo dell’abbigliamento. Secondo un’indagine di Bva Doxa, infatti, il mercato dell’usato complessivo solo nel nostro Paese ha raggiunto un valore di 23 miliardi di euro nel 2020.

Il mondo delle startup, in questo senso, può essere un ottimo segnale anticipatore per le tendenze future. Guardando al nostro Paese, per esempio, su Mamacrowd ha recentemente raccolto circa 800mila euro in un round di equity crowdfunding la startup Deesup, un marketplace online per la compravendita di oggetti di arredamento vintage selezionati di seconda mano, secondo il principio di economia circolare. L’azienda, fondata dall’ex manager di Groupon, Valentina Cerolini, e dall’ex Eni Daniele Ena, oggi ha messo in piedi un team di 14 persone. Nel corso del 2020 il suo transato si è triplicato rispetto all’anno precedente, con un carrello medio passato da 530 a 810 euro. La società ha spedito oggetti di design in oltre 30 Paesi nel mondo, con oltre il 60% del transato generato fuori dal nostro Paese. Con il round di equity crowdfunding l’azienda vuole ora raccogliere le risorse per svilupparsi ulteriormente con l’obiettivo di affermarsi come nuovo caso di successo in un mercato, quello dell’arredo di seconda mano, che secondo i promotori della campagna varrà 16 miliardi di dollari entro il 2025.

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Inviare email tramite SMTP in WordPress: cosa serve?

La sigla SMTP, non è altro che l’acronimo di “Simple Mail Transfer Protocol”, con cui si intende il metodo di spedizione e di consegna delle email su internet. Questo server invia le e-mail dal mittente ad uno o più destinatari, consente di evitare lo spam e rende ancora più sicura la ricezione delle email.

Il wp mail SMTP è uno strumento utile da utilizzare per chi si occupa di gestire la comunicazione online.

Questi strumenti sono quindi essenziali per il trasferimento delle e-mail, perché si pensa sia un percorso non immediato, ma in realtà è fatto di tantissimi passaggi che si svolgono tutti nella rete. Chi ha un proprio sito web e desidera ad esempio acquisire più contatti può utilizzare più provider per immettere i propri messaggi nella rete. Cosa fare però per i siti WordPress?

Inviare email con WordPress: cosa fare

I siti creati tramite WordPress, software gratuito che consente di gestire un sito online, mette a disposizione la possibilità di inviare email. Su WordPress è presente un’impostazione automatica che consente di inviare messaggi direttamente senza dover installare strumenti aggiuntivi. È così possibile essere sempre aggiornati sui nuovi commenti ricevuti, sulle registrazioni effettuate dagli utenti, ma anche sugli aggiornamenti e sui messaggi ottenuti tramite l’apposito modulo di contatto. L’impostazione automatica di WordPress utilizza una funzione specifica (PHP mail), ma questo non impedisce che alcuni messaggi possano giungere direttamente nella cartella spam, finendo così per essere ignorati dai destinatari.

Ecco allora che torna utile pensare di utilizzare appositi protocolli, come SMTP, per inviare le email.

SMTP in WordPress: come attivarlo

Un server SMTP è utile perché consente di gestire l’invio dei messaggi con precisione e sicurezza. 

Per inviare email con WordPress senza errori e tramite SMTP bisogna:

  • installare un apposito plugin “WP Mail SMTP”;
  • attivare il plugin;
  • entrare nell’apposita sezione “Impostazioni” e selezionare “Email”;
  • entrare nell’apposito menù e configurare WordPress così che funzioni proprio con SMTP.

Questo passaggio è necessario perché, come già detto, WordPress non ha al suo interno un’apposita funzione SMTP. Tramite questo plugin è però possibile inviare, anche tramite WordPress, email che non entrano in contrasto con il sistema, così da evitare che i messaggi finiscano nella cartella di spam o nelle sezioni sbagliate.

Il plugin contiene altre opzioni che consentono di configurare:

  • From Email: indirizzo email da cui inviare le email;
  • From Name: il nome da cui le email saranno inviate in seguito;
  • Mailer: in questa sezione è possibile scegliere se utilizzare alcune funzioni come il “PHP mail” presente di default, un account o altri server. Scegliere questo metodo di default consente semplicemente di inviare messaggi tramite PHP mail, ma senza apposita autenticazione SMTP. L’opzione altri server è quella che serve proprio per attivare il cosiddetto server SMTP che chiederà di inserire anche altri dettagli di configurazione;
  • Return Path: si spunta la casella che consente di abbinare l’eventuale “percorso” di ritorno delle email all’indirizzo di invio.

Poker d’Italia, c’è un milanese tra i grandi giocatori

C’è una grande tradizione italiana legata al mondo del gioco. E il suo centro è tutto nel nord Italia. È qui ad esempio che viene inventato il primo casinò della storia, quello del 1638 a Venezia, anche se oggi sembra esistano solo quelli di Macao, Montecarlo e Las Vegas. 

Eppure l’Italia è una delle tante patrie del gioco d’azzardo. Lo dimostra la particolare classifica stilata da SlotMania, che riassume i grandi nomi tra i giocatori tricolori. 

I casinò online sicuri e le sale da gioco terrestri riscuotono ormai un forte interesse ovunque nel mondo e lo stesso può dirsi dell’Italia. Non a caso, uno dei primi casinò della storia risale al 1638 ed è proprio il Casinò di Venezia. Nel corso degli anni molti sono stati i giocatori italiani che si sono fatti valere nei casinò più importanti al mondo quali quelli di Las Vegas e Macao. Andiamo dunque a scoprire chi sono i 7 giocatori italiani che hanno portato in alto il tricolore nel mondo del gambling.

E tra i primi c’è proprio un milanese: Massimiliano “Max” Pescatori. Nato all’ombra del Duomo nel 1971, il suo soprannome è “Pirata italiano”. Inizia a Campione, dove si nella variante americana del Texas Hold’em. Poi si trasferisce a Las Vegas, per frequentare una scuola per croupier e studiare la variante No Limit Hold’em. Il cammino verso il professionismo parte all’Ultimate Poker Challenge, da lì inizia una carriera che lo vede conquistare più di 4 milioni di dollari. Attualmente è al 3° posto tra gli italiani con più guadagni in carriera.

Altro nome italiano, stavolta piemontese, è Mustapha Kanit, altrimenti conosciuto come Mustacchione. Nato ad Alessandria nel 1991, partecipa ai primi tornei live nella versione Texas Hold’em, sfoggiando uno dei suoi migliori piazzamenti all’Italian poker Tour. Nel suo palmares troviamo due primi posti all’Aussie Millions di Melbourne, per un guadagno di circa 263 mila dollari, e oltre circa 17 milioni di dollari. La vincita più remunerativa, invece, l’ha ottenuta al torneo dell’EPT di Monte Carlo, il Super High Roller: 1 milione e 600 mila dollari.

Nella classifica di SlotMania troviamo poi il napoletano Dario Sammartino, conosciuto anche come Madgenius o Madgenius87, Rocco Palumbo, classe 1968 di Genova, e Valter Farina, uno dei pionieri del poker in Italia con alle spalle ben 30 anni di esperienza. Infine impossibile non citare il sardo Filippo Candio, il cui nome è al quarto posto tra i giocatori italiani più vincenti online e infine Marco Traniello, di Gaeta, che nel 2007 si è piazzato quinto ad un torneo di $10.000 Pot Limit Omaha incassando 156 mila dollari.

IT, ICT e digital transformation: tutte le cose da sapere 

Quando si parla di information technology, letteralmente ‘tecnologia dell’informazione’, si fa riferimento all’insieme di metodi, strumenti e tecnologie necessarie sia per l’uso privato che pubblico degli elaboratori dunque server, computer e mainframe. Ma anche sistemi di archiviazione, data center e smartphone assieme agli altri dispositivi fisici, processi e infrastrutture utili ed elaborare, archiviare e scambiare – in qualsiasi formato – dei dati elettronici. In genere viene utilizzato l’acronimo IT, che però non va confuso con ICT ovvero Information and Communication Technologies. Quest’ultimo indica l’insieme di modelli e tecnologie che offrono accesso alle info tramite le telecomunicazioni. Quindi è più focalizzato su web, tv, radio e smartphone ma anche sistemi satellitari, software e hardware di rete. Senza dimenticare i sempre più popolari servizi e app associate come videoconferenza e formazione a distanza. 

Sui computer l’IT viene impiegata per poter creare, archiviare e usare una stessa informazione in forme diverse. Tra IT e ICT alla fine non c’è una differenza dal punto di vista sostanziale. Mentre ICT è l’insieme di tutte le tecnologie informatiche, IT è quella disciplina che le va a utilizzare. Tutto l’IT di cui hai bisogno si trova su portali specializzati come Kimbrer Computer, che consente di effettuare un confronto rapido e puntuale in merito a una gamma ampia sia di prodotti che si soluzioni operative personalizzate. Spesso oggi si tende a utilizzare la dicitura Information Technology come sinonimo di computer e reti di computer, in realtà originariamente era stato pensato quale definizione per distinguere quelle macchine in grado di compiere poche funzioni da quelle con uno scopo più ampio e che si potevano programmare. 

A che cosa facciamo riferimento quando si parla di Information Technology però nello specifico? Sono molti gli elementi che rientrano all’interno di questo concetto e si stratta di architetture e metodologie, hardware e software dunque apparecchi fisici, strumenti di gestione e applicazioni, ma anche tutte quelle normative di settore che puntano a regolare uso e conservazione dei dati stessi. 

Digital transformation e le altre sfide presenti e future

C’è un altro concetto che si lega a doppio filo alla nostra epoca storica poiché rappresenta un cambio di passo e di paradigma nel settore dell’informatica. Stiamo parlando della digital transformation. Le architetture IT si sono dapprima evolute includendo la virtualizzazione, poi è stata la volta del cloud computing. Dopo il boom conosciuto dal web, con tutto quel che ne consegue in termini di sviluppo di realtà e strutture collegate, oggi IT e ICT sono diventate imprescindibili in qualsiasi contesto. Permettono di ridurre sensibilmente la distanza tra le persone e creano continuamente opportunità di crescita e professioni nuove in grado di incrementare il livello di efficienza in molti settori. Spesso è faticoso per le aziende stare al passo con la tecnologia, ad ogni modo per poter competere e crescere hanno l’assoluto bisogno di attuare una digital transformation che agisce sia sulla trasformazione dei processi operativi, sia sulla customer experience e i modelli di business.