Orfani ucraini in Italia: Kiev chiede il rimpatrio, dall’Italia il no; “troppo pericoloso”

Nei giorni scorsi il tribunale dei minori di Bergamo ha rifiutato la richiesta arrivata dalle autorità diplomatiche ucraine in Italia per il rimpatrio di 57 minori ucraini, ospitati nella provincia di Bergamo dall’inizio del conflitto.

Secondo il tribunale dei minori il rimpatrio sarebbe troppo pericoloso. Sono stati gli stessi orfani, supportati da Unicef e UNHCR, ad opporsi ad un eventuale ritorno in Ucraina.

Unicef e UNHCR hanno giudicato “pericoloso” il rientro dei minori in patria.

Sentiremo ancora parlare di bambini rapiti dai russi?

Andrea Lucidi

Caldo infernale a Milano: le previsioni meteo in Lombardia. Quando finirà l’afa? La vera tregua è lontana

Picchi di quasi 40 gradi sulla regione con un diffuso e forte disagio da calore. Ma quando torneremo a respirare? Bisognerà attendere (almeno) l’arrivo del week-end

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Caldo infernale a Milano: le previsioni meteo in Lombardia. Quando finirà l’afa? La vera tregua è lontana

Picchi di quasi 40 gradi sulla regione con un diffuso e forte disagio da calore. Ma quando torneremo a respirare? Bisognerà attendere (almeno) l’arrivo del week-end

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Per approfondire:

Milano – Per chi è rimasto a Milano Lombardia saranno (ancora) giornate di caldo rovente. Nessuna tregua dall’afa almeno fino a dopo Ferragosto, che si preannuncia “infernale”. La domanda che tutti si pongono è solo una: quando si tornerà a respirare? La risposta non piacerà a molti: un lieve calo delle temperature ci sarà, ma si dovrà attendere ancora un po’, probabilmente oltre il week-end. 

Lombardia: la tregua? Un miraggio

Come ricordato da Arpa Lombardia sulla regione sino a domenica si rafforza infatti un promontorio anticiclonico di matrice subtropicale sul Mediterraneo centro-occidentale. Da lunedì una blanda ondulazione nordatlantica, allungandosi verso la Penisola Iberica e la Francia, farà cedere leggermente il promontorio anticiclonico sulle regioni italiane occidentali, tuttavia senza effetti significavi sulla Lombardia. Sulla regione quindi persistenti condizioni di tempo stabile, con al massimo qualche occasionale rovescio o temporale pomeridiano sui rilievi. Sulle pianure temperature in aumento con picchi di oltre 38 °C tra questo fine settimana e martedì prossimo, con un diffuso e forte disagio da calore.

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Le previsioni meteo per la Lombardia di martedì 13 agosto

Le previsioni meteo per la Lombardia di martedì 13 agosto

Oggi lunedì 12 agosto 

Stato del cielo: al mattino transito di sottili velature con ampi spazi di sereno, nel pomeriggio aumento della copertura per sviluppo di cumuli sui rilievi e per il passaggio di nuvolosità medio-alta a tratti compatta, in attenuazione in serata. Precipitazioni: possibili isolati piovaschi pomeridiani sui rilievi. Temperature: minime e massime stazionarie o in leggero aumento. In pianura minime attorno a 24 °C, massime attorno a 37 °C. Zero termico: attorno a 4700 metri. Venti: in pianura deboli di direzione variabile, in montagna a regime di brezza. Altri fenomeni: disagio da calore forte sulle pianure.

Domani martedì 13 agosto

Stato del cielo: sereno o poco nuvoloso per sviluppo di cumuli pomeridiani sui rilievi e passaggio di velature, a tratti più compatte Precipitazioni: assenti, salvo occasionali rovesci pomeridiani sui rilievi centro-orientali. Temperature: minime in lieve calo, massime stazionarie o in lieve aumento. Zero termico: attorno a 4500 metri. Venti: in pianura deboli di direzione variabile, in montagna a regime di brezza con locali rinforzi pomeridiani da sud. Altri fenomeni: disagio da calore forte sulle pianure.

Brescia bollino rosso, Milano arancione per tre giorni di fila

Secondo l’aggiornamento quotidiano del Bollettino sulle ondate di calore del Ministero della Salute, da oggi a mercoledì Brescia è da “bollino rosso”, Milano da “bollino arancione”Il “bollino rosso” (livello 3) indica condizioni di emergenza (ondata di calore) con possibili effetti negativi sulla salute di persone sane e attive e non solo sui sottogruppi a rischio come gli anziani, i bambini molto piccoli e le persone affette da malattie croniche. Il “bollino arancione” (livello 2) indica condizioni meteorologiche che possono rappresentare un rischio per la salute, in particolare nei sottogruppi di popolazione più suscettibili.

Tutti in attesa della goccia fredda

Ma cosa sta succedendo in questo periodo? Il Centro Meteo Italiano ricorda che un “robusto” anticiclone con componente di matrice africana si sta espandendo nel Mediterraneo ed Europa. E questo determina condizioni meteo che almeno fino al 15 agosto saranno per lo più stabili in Italia, a eccezione di qualche isolato temporale sui rilievi. Non andrà meglio sull’Europa continentale dove si registreranno valori anche di 10-12 gradi sopra media. Le previsioni confermano un cedimento dell’alta pressione sul Mediterraneo entro il prossimo weekend con l’inserimento di una goccia fredda, portando sull’Italia una attenuazione del caldo su valori più vicini alle medie del periodo e maggiore attività temporalesca, specie al Centro-Nord e sulla Sardegna.

Per non dimenticare


LA DEPORTAZIONE
I CAMPI DI STERMINIO
LE FOIBE

Lo spazio di una pagina web non è certo sufficiente per ricordare le sofferenze di una guerra. E’ certo però che il prezzo pagato dalla nostra città nel periodo bellico ci impone una riflessione.

Ora sappiamo che le angherie e le crudeltà trovano casa nella malvagità dell’uomo prima che nel colore delle bandiere sotto cui milita, per questo motivo ricorderemo sia le stragi naziste (campi di sterminio) che quelle comuniste (foibe).

Il nostro scopo non è quello di fomentare l’odio ma quello di mantenere vivo il ricordo di un orrore, di una vergogna. Orrore e vergogna che sono ora sentimenti di tutta l’umanità.
Noi vorremmo che i giovani, giungendo casualmente sul nostro sito, comprendessero che solo tramandando il ricordo di quegli orrori si potrà evitare che si ripetano.

 

I campi di sterminio nazisti


Mauthausen Concentration Camp Memorial

Una accurata documentazione sulle deportazioni nei campi nazisti si trova sul sito dell’A.N.E.D. Associazione nazionale ex deporati politici nei campi nazisti.
le cifre che ci forniscono sono drammaticamente eloquenti.
“Nel corso della Seconda guerra mondiale circa 40.000 italiani furono strappati dalle loro case dai militi della Repubblica Sociale o dalle truppe tedesche di occupazione e deportati nei Lager che i nazisti avevano allestito in tutta Europa per l’eliminazione fisica di milioni di uomini, di donne e di bambini: oppositori politici, ebrei, zingari, omosessuali, Testimoni di Geova. Dei deportati italiani, quasi 10.000 furono gli ebrei e circa 30.000 i partigiani, gli antifascisti, i lavoratori, questi ultimi arrestati in gran parte dopo gli scioperi del marzo 1944. Solo uno su 10 fece ritorno: il 90% finì i suoi giorni annientato dalla macchina hitleriana dello sterminio”
Sul sito si possono trovare fotografie, documenti storici, ricerche, links, bibliografia e filmografia.
L’ANED è un Ente Morale senza fini di lucro. La sua vita e le sue ricerche sono affidate al lavoro volontario e al sostegno di soci e amici.
(Le immagini sono tratte dal sito dell’Aned)

Nella nostra Milano è stata realizzato al Binario 21 della Stazione Centrale, il Memoriale della Shoah, per visitarlo occorre prenotare.

Vedi anche Deportati ALFA ROMEO – VALLETTI FERDINANDO, dirigente dell’Alfa Romeo e giocatore del Milan, che si salvò da Gusen proprio grazie al suo saper giocare al calcio.

Le foibe del Carso

 
dal sito Le foibe del Carso Triestino

“Le foibe». Un tempo la parola «foiba» apparteneva quasi esclusivamente al linguaggio degli abitanti del Carso, ai geologi, agli speleologi. Oggi è più conosciuta – ma non tanto – a seguito del lugubre significato di orrore e di morte. L’altipiano roccioso del Carso, che si estende su notevole parte della Venezia Giulia, è da paragonarsi ad una immensa groviera. Il suolo è costellato di numerose voragini – ne sono state contate 1700 – che sprofondano per centinaia di metri nelle viscere della terra, spesso percorse dalle acque. Appunto, le foibe, misteriose, impressionanti, impenetrabili. E accanto ad esse cavità di ogni genere, cunicoli, grotte, acque che scorrono fra tortuosi, profondi meandri. Alla fine dell’aprile 1945 le armate tedesche si arrendono e l’Italia, stremata e straziata, esce dal «tunnel» di una guerra disastrosa, ed esulta per la fine di tante sofferenze e per le prospettive di pace. Non così Trieste, l’Istria, le terre del confine orientale. Su di esse si avventano contro i patti, vide di conquista e di vendetta, le truppe partigiane del maresciallo jugoslavo Tito all’insegna della stella rossa. I neozelandesi, con insipiente imprevidenza degli alti comandi anglo-americani, arriveranno in ritardo e poi staranno a guardare. Trieste, l’Istria, Gorizia precipitano così dalla feroce oppressione nazista nell’altrettanto feroce oppressione slavo-comunista. Ai forni crematori e ai “lagher” della Germania subentrano le foibe e i «lagher» balcanici.”Sul sito Le foibe del Carso Triestino la dettagliata documentazione sul massacro di 10.000 persone, italiani di ogni estrazione: civili, militari, carabinieri, finanzieri, agenti di polizia e di custodia carceraria, fascisti e antifascisti, membri del Comitato di liberazione nazionale.

Un articolo su cui riflettere
da Il Nuovo del 25.1.2002

Le foibe sono tante, Auschwitz uno solo

di Adolfo Valente

 
Le foibe e i campi di concentramento nazisti non sono la stessa cosa.
Non perché non siano stati entrambi scenario di prevaricazione e massacro, di negazione dei diritti umani e di violenza. Non perché nei primi, come nei secondi, l’odio razziale e quello per “il diverso”, non abbiano esercitato tutta la propria arroganza. Non per questo insomma, ma proprio per questo. In entrambi, e il dato sembra ormai assodato, è stato esercitato il barbaro diritto del più forte. Del vincitore che ha tolto alle proprie vittime la libertà di pensare e parlare nel modo più vecchio del mondo: togliendogli quella di esistere. Quante volte questo sia accaduto, nella storia dell’umanità, è quasi impossibile da dire. La terra che pestiamo, è probabilmente la stessa dove lotte fratricide hanno seppellito i milioni di corpi di chi veniva considerato diverso, inferiore, o anche solo strano, e che un qualsiasi leader politico o religioso ha deciso di eliminare.
Le foibe, in questo, non rappresentano alcuna eccezione. Crateri naturali, ben nascosti, difficilmente accessibili, sembrano fatti apposta per farci sparire il cadavere di un avversario che si vuole eliminare senza troppo clamore. Chi le ha usate, ha ripetuto gesti e modalità vecchi come la Storia. Di posti così, sulla terra, ce ne saranno migliaia.
E l’odio degli uomini, dal Ruanda, alla Bosnia, non smette di crearne. I campi di concentramento nazisti ne sono un altro esempio. Ma non solo. Con le loro macabre costruzioni, l’agghiacciante precisione delle macchine che davano la morte, i forni, i campi di lavoro, la studiata pianificazione dell’umiliazione, e l’idea di “fredda ragioneria” dello sterminio che ne ispira la vista, sono diventati qualcosa di più: un simbolo.
A questa trasformazione, oltre allo scenario del quale sono circondati, hanno contribuito anche alcune circostanze contingenti: l’entrata nei campi di soldati americani muniti di cinepresa, che ha consegnato alla storia le immagini di quello scempio. La scelta di mantenere intatte alcune di quelle costruzioni, e altro ancora.
Di fatto, mentre le Foibe sono uno dei tanti luoghi dove l’intolleranza umana si è sfogata, i campi di concentramento sono ormai un monumento ai rischi del razzismo e della violenza. Perché siamo fatti così, e carichiamo simbolicamente oggetti e paesaggi perché ci servano di monito o lezione.
Perché vengono deposte corone di fiori davanti alla tomba del Milite ignoto, e non a quella del soldato semplice Ceccherini Beppe, o del milite scelto Capece Savatore. E le scolaresche, come accade per i campi di concentramento, visitano quella e non queste. Da noi invece, ognuno coltiva il proprio giardinetto privato.
E siccome Ceccherini è del Nord e Capace del Sud, l’uno o è stato ucciso dai tedeschi e l’altro dagli americani, il primo combatteva di qua e quell’altro di là, i militi ignoti dovrebbero essere due, tre, mille. E i campioni del “visto da destra” o “visto da sinistra”, devono esser sempre pronti a inforcar la penna. Così però, non è. Di fatto Auschwitz è un simbolo. E più passa il tempo, più lo diventa. E i bambini lo visitano non per imparare che i nazisti erano brutta gente, ma per capire che non si ammazza così una persona, e che nessuno, per quanto possa sembrarlo, è diverso. E perché è più facile impararlo lì, dove l’evidenza della cosa prende alla gola, che davanti a un buco nel terreno. E perché di quei buchi nel terreno, fatti da destra e fatti da sinistra, è pieno il mondo.
E i campi di concentramento, con le casette in fila perfetta costruite da buoni padri di famiglia tedeschi e i viali ordinati che finiscono nelle camere a gas ben pulite, stanno lì anche a testimoniare quanti rischi corre chi è incapace di astrarsi dai problemi contingenti, per leggere il messaggio della storia fuori dalle politiche di bottega.

NASCE IL GIARDINO DEI GIUSTI

MILANOMETROPOLI.COMIL GIARDINO DEI GIUSTI A MILANO 
 Venerdì 24 gennaio 2003 una giornata speciale al Monte Stella: viene inaugurato il Giardino dedicato dal Comune di Milano ai “Giusti di tutto il mondo” un luogo suggestivo che merita rispetto.
 
La cronaca di quel giorno:
Nasce a Milano il Giardino dei Giusti di tutto il mondo, l’inaugurazione al Monte Stella è avvenuta il 24 gennaio 2003. Sono stati piantati i primi tre alberi in onore di Moshe Bejski, Pietro Kuciukian, Svetlana Broz, fondatori dei Giardini dei Giusti di Gerusalemme, Yerevan e SarajevoL’idea di questo luogo di onore e memoria nasce da Gabriele Nissim, presidente del Comitato per la Foresta dei Giusti, che ha proposto di istituire i Giardini dei Giusti in ogni parte del mondo, per ricordare le persone comuni che hanno cercato di salvare degli esseri umani dalla persecuzione, che si sono opposti ai genocidi o alla cancellazione della loro memoria e verità.
Il primo Giardino dei Giusti è nato all’inizio degli anni ’60 a Gerusalemme, presso il Museo di Yad Vashem, per ricordare i non ebrei che hanno salvato degli ebrei durante la Shoah. L’artefice di questo progetto è stato Moshe Bejski, uno degli ebrei salvati da Oskar Schindler con la sua famosa lista. Per trent’anni Bejski ha cercato in tutto il mondo i salvatori degli ebrei per riconoscerli come giusti e piantare un albero per ciascuno di loro nel Giardino di Yad Vashem: accanto al ricordo delle vittime del Male Estremo ha voluto testimoniare il valore di coloro che hanno compiuto il Bene.
Gabriele Nissim ha raccontato la storia di Moshe Bejski e del primo Giardino dei Giusti ne libro Il Tribunale del Bene, edito da Mondadori, che uscirà in concomitanza con la ricorrenza del Giorno della Memoria, il 27 gennaio.
L’esempio di Yad Vashem è stato seguito da Pietro Kuciukian, che ha voluto ricordare i Giusti per gli armeni con un Giardino presso il Museo del Genocidio di Yerevan, in Armenia, e da Svetlana Broz, che ha proposto al Comune di Sarajevo la creazione di un Giardino dei Giusti per ricordare coloro che si sono opposti alla logica della pulizia etnica nella ex Iugoslavia, durante la guerra in Bosnia-Erzegovina.
Alla cerimonia di inaugurazione del “Giardino dei Giusti di tutto il mondo” al Monte Stella, ha presenziato il Presidente del Consiglio Comunale Giovanni Marra, Il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Amos Luzzatto, l’Ambasciatore in Italia della Repubblica d’Armenia Gaghig Bagdassarian, Emanuele Fiano, consigliere comunale di Milano e Gabriele Nissim.
Il violinista Antonio Mastalli ha eseguito musiche di J.S. Bach.
 Nel corso di questi ultimi anni il Giardino dei Giusti si è arricchito anche di molte presenze italiane e milanesi.E’ in via di realizzazione il progetto di un nuovo spazio sempre a Montestella che consentirà ai visitatori di vedere e sostare in quel luogo, di assistere a conferenze e filmati.

Ma nel 1969 non andarono sulla luna?

“Gli astronauti del Boeing Starliner sono nello spazio da più di 60 giorni e non si vede la fine”: gli astronauti che erano andati sulla ISS per un periodo di 8 giorni potrebbero in realtà rimanere bloccati nello spazio fino al 2025 – i problemi della Boeing hanno raggiunto livelli cosmici. “I due astronauti, che hanno già trascorso più di 60 giorni nello spazio, potrebbero dover attendere fino all’inizio del 2025 prima di poter tornare sulla Terra. Sono state scoperte cinque diverse perdite nel sistema di propulsione della nave, che avrebbe dovuto spingerla attraverso lo spazio durante il ritorno sulla Terra. La NASA ha anche riconosciuto che gli astronauti sul volo inaugurale della navicella spaziale Starliner della Boeing potrebbero dover essere riportati indietro dall’equipaggio rivale della SpaceX Dragon, anche se quella navicella non sarà pronta fino a febbraio.

Red canale telegram

LE SANZIONI OCCIDENTALI CONTRO LA RUSSIA SONO LA RAGIONE DELL’AUMENTO DELL’INFLAZIONE IN EUROPA – BCE

Gli shock derivanti dalle variazioni dei prezzi del gas naturale e del petrolio stanno avendo un impatto sempre più significativo sull’inflazione nell’Eurozona, afferma la Banca Centrale Europea (BCE).

I prezzi del gas naturale sono aumentati bruscamente con lo scoppio del conflitto militare in Ucraina e le sanzioni imposte alla Russia all’inizio del 2022, spingendo l’inflazione dell’Eurozona a due cifre entro l’autunno di quell’anno e inaugurando il ciclo di rialzi dei tassi più brusco mai realizzato dalla BCE fino ad oggi (Fig. 2 , 5).

Rispetto agli shock dei prezzi del petrolio, gli shock dei prezzi del gas hanno circa un terzo in meno di impatto sull’inflazione complessiva. Tuttavia, i prezzi del gas sono soggetti a maggiore volatilità e, in ultima analisi, negli ultimi anni il loro contributo supera l’influenza dei prezzi del petrolio (Fig. 3).

Un aumento dei prezzi del gas del 10% porta ad un aumento dell’inflazione di circa lo 0,1%, mentre l’effetto inflazionistico persiste per più di un anno. Dato che l’aumento dei prezzi del gas dall’inizio del 2022 al picco raggiunto nell’agosto 2022 è stato di circa il 200%, ciò ha contribuito a un’inflazione di circa il 2%.

A loro volta, l’aumento dei prezzi del gas e del petrolio ha un impatto diretto sul calo del PIL (Fig. 4).

I picchi dei prezzi del gas hanno un impatto inflazionistico più forte sui Paesi che utilizzano il gas in modo più intensivo nel settore manifatturiero e nella generazione di elettricità. L’aumento del prezzo del gas ha avuto un impatto estremamente negativo sull’inflazione in Germania, Spagna e Italia”, sottolinea la BCE.

Fonte InfoDefenseITALIA

In Europa è record di frodi sull’olio d’oliva: coinvolti numerosi produttori italiani

Nel primo trimestre di quest’anno, l’Unione Europea ha registrato un numero record di potenziali frodi sull’olio d’oliva e casi di etichettatura errata. Mentre nel 2018 l’UE aveva registrato solamente 15 casi di questo genere, il dato è salito a 50 per l’anno in corso. Tra la variazione del clima con eventi estremi e la pressione inflazionistica, che hanno spinto il costo dell’olio di oliva a salire vertiginosamente, questo mercato ha attirato numerosi truffatori. Ad esempio, cento chili di olio extra vergine di oliva di Jaén, in Spagna, costavano 787 euro nel novembre dello scorso anno, rispetto ai 262,50 euro di cinque anni prima. Con l’aumento del prezzo, è aumentato anche il numero di notifiche transfrontaliere dell’UE, che includono errori di etichettatura, potenziali frodi e casi di sicurezza che coinvolgono oli contaminati. Delle 182 notifiche di frode e non conformità dell’olio d’oliva inviate all’Unione dall’inizio del 2023 ad oggi, 54 riguardavano prodotti provenienti dall’Italia, 41 dalla Spagna e 39 dalla Grecia.

I casi in questione, analizzati in un approfondimento sul quotidiano britannico The Guardian – che cita dati rilasciati direttamente dall’Unione europea ai sensi delle leggi sulla libertà di informazione e non cita gli specifici nomi delle aziende coinvolte –, sono soltanto quelli segnalati dai Paesi membri alla direzione generale per la salute dell’UE, dal cui novero sono omessi quelli nazionali, il che spiega come la portata della frode sia probabilmente molto più alta. Sono stati attestati molti casi in cui l’olio extravergine di oliva è risultato adulterato, essendo stato mescolato con oli di qualità inferiore o più economica, nonché di casi in cui l’olio vergine di oliva era indebitamente etichettato come extravergine e diversi casi di etichette di origine fuorvianti o false. Sono inoltre emersi casi di oli contaminati da sostanze non autorizzate come pesticidi e oli minerali. In un caso, addirittura, è stato registrato il rinvenimento di frammenti di vetro nel prodotto. Nel luglio 2022 l’UE ha introdotto nuove norme sui controlli di conformità delle norme di commercializzazione dell’olio d’oliva, nonché sui metodi per analizzarlo, dunque l’aumento dei casi potrebbe essere direttamente ricollegato alla maggiore stretta attuata nell’ultimo biennio da parte delle autorità europee.

Per quanto concerne l’Italia, si evidenzia che, nel 2023, l’Ispettorato centrale per la tutela della qualità e la repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) ha effettuato un’importante operazione che ha portato al sequestro di 380 tonnellate di prodotti oleosi per un valore di oltre 2 milioni di euro in varie zone dello Stivale. Le indagini hanno rivelato la commercializzazione di oli etichettati falsamente come “extravergine” quando, in realtà, non lo erano. La Guardia Civil e i carabinieri italiani, alla fine dell’anno scorso, hanno scoperto numerose frodi grazie a operazioni congiunte, come l’operazione “Omegabad”, durante la quale sono state sequestrate grandi quantità di olio adulterato in stabilimenti di diverse località, incluse la Sicilia e la Toscana. Nella cornice dell’inchiesta, sono stati effettuati 11 arresti e sequestrati oltre 260mila litri di olio d’oliva.

Stefano Baudino

Da Mendrisio a Firenze per l’analisi dei modelli di Lorenzo Bartolini

Presso la Galleria dell’Accademia di Firenze è in corso un progetto di ricerca sui modelli in gesso dell’artista ottocentesco Lorenzo Bartolini. Un progetto che vede protagonista la SUPSI (Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana) di Mendrisio che ha sviluppato il processo diagnostico oggi utilizzato a Firenze.

Questo contenuto è stato pubblicato al27 luglio 2024 – 18:00

6 minuti

Marco Messina

La Galleria dell’Accademia di Firenze è uno dei luoghi più visitati del capoluogo toscano perché ospita una delle opere scultoree più celebri al mondo: il David di Michelangelo. Ma quel luogo è anche la sede della Gipsoteca Bartolini dove sono conservati i modelli in gesso delle opere di Lorenzo Bartolini, uno dei più grandi scultori italiani dell’Ottocento e considerato l’esponente più significativo del purismo italiano.

Nelle scorse settimane le opere contenute nella Gipsoteca sono state al centro di un lungo e meticoloso lavoro che ha visto protagonisti, oltre al museo fiorentino, la “Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato” e la SUPSI, la “Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana” di Mendrisio. Un lavoro che ha come scopo lo studio tecnico delle sculture in gesso del Bartolini.

Studiare i modelli in gesso per capire il processo creativo

“Il motivo per cui è nata questa collaborazione è che a Mendrisio stiamo svolgendo un progetto analogo sulle opere in gesso dello scultore svizzero Vincenzo Vela, finanziato dal Fondo Nazionale Svizzero”, ha spiegato a tvsvizzera.it Alberto Felici che è il curatore del progetto fiorentino per SUPSI nonché docente-ricercatore in Conservazione e restauro presso la Scuola di Mendrisio.

Il progetto dell’analisi tecnica delle opere in gesso di Bartolini a Firenze, dunque, utilizza il know-how e l’approccio sviluppato in Svizzera. “L’obiettivo, in entrambi i casi, è quello di studiare come sono fatti questi modelli in gesso”, spiega ancora Felici.

Ma perché è importante effettuare l’analisi di questi modelli? “Un modello in gesso è un’opera che lo scultore realizzava per trasferire la forma dall’argilla al marmo. Si tratta di un passaggio tecnico che consentiva all’artista e ai suoi collaboratori di poter realizzare l’opera finita in marmo. Ma questo processo è frutto di un lavoro di equipe che vedeva protagonista tutta la bottega dell’artista. L’analisi dei modelli in gesso ci farà capire il processo di realizzane dell’opera”, spiega Felici.

Insomma, nel processo di creazione di un’opera d’arte, l’artista rappresentava una sorta di direttore d’orchestra che coordinava il lavoro dei suoi collaboratori per poi entrare in gioco direttamente in alcune fasi, quelle in cui apponeva il suo tocco. E dunque uno degli obiettivi dell’analisi è quello di comprendere quali sono le differenze nel passaggio dal gesso al marmo così da conoscere il grado di intervento dell’artista sia nella fase iniziale che quella finale sul marmo. Un altro obiettivo del lavoro di analisi dei modelli in gesso di Bertolini è capire come sono fatti con esattezza questi modelli che all’interno contengono armature in ferro, in legno o in canna e in generale altri materiali.

Il know-how innovativo sviluppato a Mendrisio

Questo tipo di approccio all’analisi delle opere in gesso di Bartolini nasce da un incontro durante un convegno su Vincenzo Vela tra lo stesso Alberto Felici e l’allora direttrice della Galleria dell’Accademia di Firenze Cecilie Hollberg. “Durante quel convegno – racconta il dottor Felici – nasce l’idea di realizzare uno studio parallelo qui a Firenze rispetto al progetto Vela di Mendrisio. Questo perché la SUPSI ha messo a punto questa metodologia di lavoro e l’approccio alla diagnostica che rendono possibile il raggiungimento di risultati tanto importanti”.

In altri termini, la tecnica diagnostica sviluppata a Mendrisio non è particolarmente innovativa o peculiare. “Ciò che trovo essere molto innovativo è l’approccio sviluppato alla SUPSI, il metodo con cui si procede allo studio di queste opere: partendo dalle conoscenze storico-archivistiche, mettendo insieme le osservazioni dirette sugli oggetti in gesso e passando poi alla diagnostica scientifica vera e propria si crea quell’insieme di informazioni che servono poi a raggiungere le conclusioni che sono lo scopo di queste ricerche”, conclude Felici.

Dalle radiografie ai modelli 3D

E dunque, in cosa consistono le analisi diagnostiche effettuate sulle opere di Bartolini? “Una delle tecniche utilizzate è quella della radiografia”, spiega a tvsvizzera.it Eleonora Pucci, Funzionaria Restauratrice del museo fiorentino. “Le radiografie sono state svolte in notturna e servono per vedere la composizione interna di queste opere e i materiali che esse contengono”. Insomma proprio come le radiografie che effettuiamo noi esseri umani.

FONTE

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Il decreto salva-casa è legge: come funziona e quanto costa la sanatoria

Il decreto salva-casa è diventato legge. Molti i cambiamenti rispetto alla prima versione, tra cui la possibilità di sanare difformità non solo piccole ma anche più grandi con aumenti di cubatura.  Dalla regolarizzazione delle opere in variante alle nuove tolleranze costruttive, ecco cosa prevede la sanatoria,  quanto costa e in quali casi si può applicare.

Il Parlamento ha convertito in legge il decreto salva-casa, rendendo definitiva la volontà del Governo di sanare alcune difformità edilizie. Il testo, durante l’iter parlamentare, ha incamerato diverse novità rispetto alla versione iniziale, dando ulteriori agevolazioni a chi vuole regolarizzare le difformità edilizie della propria abitazione.

Sanatoria più ampia: tutte le novità

Il decreto nasceva con l’intento di “togliere di mezzo” tutte quelle piccole difformità che di fatto rendevano impossibile la possibilità di rivendere un immobile. Con la legge di conversione, però, le possibilità di sanatoria sono cresciute ulteriormente, dando uno strumento per regolarizzare lo stato di fatto degli immobili a una platea più vasta.

Ad esempio, si potranno regolarizzare le varianti realizzate in cantiere prima del 1977, anno in cui è entrata in vigore la legge Bucalossi che lo ha permesso ma non retroattivamente. Sarà sufficiente dimostrare la data dell’intervento attraverso un professionista e pagare la sanzione, così come prevista per l’accertamento di conformità.

Tra le novità ci sono anche quelle che riguardano l’abitabilità dei miniappartamenti e la sanatoria delle variazioni essenziali

  • I miniappartamenti.  Viene introdotta una tolleranza costruttiva del 6% anche ai miniappartamenti che includono ora nuove modifiche ai criteri di abitabilità. L’altezza minima dell’immobile scende da 2,70 a 2,40 metri, la metratura del monolocale da 28 a 20 metri quadrati quella del bilocale da 38 a 28 metri quadrati. La vivibilità è in ogni caso subordinata alla presentazione di un progetto che garantisca il miglioramento della salubrità (come si possa realizzare un aumento di salubrità con una riduzione delle altezze e della superficie è difficile da capire). 
  • Le variazioni essenziali. Tra le novità principali emerse dall’iter parlamentare spicca inoltre la possibilità di sanare, tramite la doppia conformità semplificata, anche le “variazioni essenziali” come gli aumenti di cubatura. Occorrerà provare il rispetto delle norme edilizie quando l’opera è stata realizzata e il rispetto delle norme urbanistiche presenti.
  • Stato legittimo. La nuova versione del decreto precisa però che per il rilascio del titolo di conformità urbanistica l’amministrazione deve aver verificato esplicitamente le legittimità pregresse.
  • Le tolleranze esecutive. Sono state inserite tra le opere sanabili le cosiddette tolleranze esecutive per gli interventi realizzati prima del 24 maggio. Prima di quella data il decreto ammette alcune difformità come il minore dimensionamento dell’edificio, la mancata realizzazione di elementi architettonici non strutturali, le irregolarità esecutive di muri esterni ed interni. Nella sanatoria rientrano inoltre la diversa ubicazione delle aperture interne, la difforme esecuzione di opere rientranti nella nozione di manutenzione ordinaria, gli errori progettuali corretti in cantiere e gli errori materiali di rappresentazione progettuale delle opere.

I lavori in “edilizia libera”

La sanatoria prevista dalla legge salva-casa si può applicare a tutti quei lavori che rientrano nelle “opere di edilizia libera”, ovvero quelle che non necessitano di autorizzazioni particolari per essere effettuate. Ad esempio stiamo parlando dell’installazione di vetrate e tende da sole su verande, logge e balconi che però non creino spazi stabilmente chiusi, ma anche di lavori di manutenzione ordinaria, di rimozione di barriere architettoniche (come ad esempio i gradini) e di installazione di caldaie a pompa di calore.

Dice il decreto che la sanatoria è possibile solo se questi lavori non determinino “la creazione di un organismo edilizio rilevante e comunque, di uno spazio stabilmente chiuso, con conseguente variazione di volumi e di superfici devono avere caratteristiche tecnico-costruttive e profilo estetico tali da ridurre al minimo l’impatto visivo e l’ingombro apparente e devono armonizzarsi alle preesistenti linee architettoniche“.

Su quali lavori si applica il decreto

Nel dettaglio possiamo dire che si può applicare la sanatoria per:

  • l’installazione di pompe di calore sotto i 12 kw;
  • la rimozione di barriere architettoniche;
  • l’installazione di Vepa, ovvero vetrate panoramiche amovibili e completamente trasparenti su verande, balconi, logge e porticati anche all’interno degli edifici destinate, come dice la bozza del decreto “ad assolvere a funzioni temporanee di protezione dagli agenti atmosferici, miglioramento delle prestazioni acustiche ed energetiche, riduzione delle dispersioni termiche, parziale impermeabilizzazione dalle acque meteoriche non solo dei balconi o di logge ma anche di porticati rientranti all’interno dell’edificio“; le modifiche senza permessi sono ammesse però solo in logge rientranti all’interno di edifici e porticati, purché non chiudano spazi a uso pubblico
  • l’installazione di tendetende da sole, tende da esterno e tende a pergola, ovvero di “opere di protezione dal sole e dagli agenti atmosferici” che siano attaccate “agli immobili o alle unità immobiliari, anche con strutture fisse necessarie al sostegno e all’estensione dell’opera“.
  • La legge di conversione ha aggiunto anche nel perimetro dell’edilizia libera senza permessi le pergole bioclimatiche con strutture orientabili.

Quanto costa sanare una difformità

Anche se il Decreto Salva-casa interviene solo sulle difformità edilizie minori, non per questo mettersi in regola diventa gratuito. Per aderire al condono si paga una sanzione pari al doppio dell’aumento di valore commerciale dell’immobile dovuto alle opere realizzate, fino a una massimo di 10 mila euro. L’importo della sanzione viene determinato tramite perizia di stima e il responsabile dell’ufficio comunale competente si deve pronunciare entro 45 giorni sulla richiesta di permesso in sanatoria. Decorso questo periodo senza ottenere risposta la domanda si considera accolta perché un’altra novità introdotta è quella del silenzio assenso.

Per pochi centimetri nessuna difformità

Attraverso questo decreto vengono “sanate” (anche senza fare alcun lavoro) alcune difformità dell’edificio rispetto al progetto originario depositato in catasto e che riguardano ad esempio le misure di muri, soffitti, finestre e porte. Il decreto infatti aumenta i cosiddetti “limiti della tolleranza costruttiva”. I nuovi limiti di tolleranza dipendono dalla superficie abitativa dell’immobile; in pratica dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale, non costituirà più violazione edilizia il mancato rispetto dell’altezza, dei distacchi, della cubatura, della superficie coperta e di ogni altro parametro delle singole unità immobiliari se contenuto entro i limiti:

  • del 2% delle misure per immobili sopra i 500 metri quadrati;
  • del 3% delle misure per immobili tra i 300 e i 500 metri quadrati;
  • del 4% delle misure per immobili tra i 100 e i 300 metri quadrati;
  • del 5% delle misure per immobili tra i 60 e i 100 metri quadrati.
  • del 6% delle misure per immobili sotto i 60 metri quadri. 

Ad esempio una finestra spostata di pochi centimetri in un appartamento di 100 metri quadrati rientra all’interno delle nuove tolleranze. Per fare degli esempi concreti rientrano nelle tolleranze anche:

  • il minore dimensionamento dell’edificio;
  • la mancata realizzazione di elementi architettonici non strutturali;
  • le irregolarità esecutive di muri esterni ed interni e la difforme ubicazione delle aperture interne;
  • la difforme esecuzione di opere rientranti nella nozione di manutenzione ordinaria;
  • gli errori progettuali corretti in cantiere e gli errori materiali di rappresentazione progettuale delle opere.

A chi va presentata la domanda

Se ci si avvale di un professionista per eseguire i lavori, dovrà essere il professionista stesso a fare la richiesta di sanatoria allo sportello unico per l’edilizia. La legge prevede che possa essere lo stesso professionista ad attestare (assumendosene la responsabilità) l’epoca di realizzazioneanche per gli interventi eseguiti da tempo; e se un intervento ricade in zone a vincolo paesaggistico, dovrà presentare anche il parere vincolante dell’autorità competente e della Sovrintendenza.

Proprio per questa ragione, in caso di vendita di un appartamento che presenta qualcuna di queste piccole difformità da sanare (sfruttando appunto questo decreto) è bene affidarsi a un qualche professionista che si occupi di presentare la corretta documentazione nei tempi indicati. Si tratta di un’attività che normalmente svolgono anche i nostri professionisti di Passpartù, il servizio di “concierge” di Altroconsumo per chi vuole vendere e comprare casa senza doversi occupare i prima persona di tutte le faccende burocratiche proprio come questa. Se vuoi maggiori informazioni su Passpartù, scopri il nostro nuovo servizio.

Fonte Altroconsumo