Sono quasi 50 milioni le persone che si trovano in schiavitù nel mondo

Almeno 12 milioni sono i minori che si trovano in condizioni di sfruttamento e angherie, in moltissime forme. Cosa dicono i dati di Save The Children

Giuseppe Marinaro25 luglio 2024

AGI – Sono quasi 50 milioni le persone vittime di varie forme di schiavitù moderna, di cui oltre 12 milioni i minorenni, soprattutto nelle forme di lavoro forzato – che comprende quelle ai fini di sfruttamento sessuale, lavorativo e attività illecite – e matrimoni forzati, con un trend in crescita. Tra i minori, 3,3 milioni sono coinvolti nel lavoro forzato, in prevalenza per sfruttamento sessuale (1,69 milioni) o per sfruttamento lavorativo (1,31 milioni) – in ambiti quali lavoro domestico, agricoltura, manifattura, edilizia, accattonaggio o attivatà illecite – mentre 320 mila risultano sottoposti a lavoro forzato da parte degli Stati, come detenuti, dissidenti politici, o appartenenti a minoranze etniche o religiose perseguitate. I minorenni vittime di matrimoni forzati sono 9 milioni. Emerge dalla XIV edizione del rapporto “Piccoli Schiavi Invisibili”, con il quale Save the children, in vista della Giornata internazionale contro la tratta di esseri umani che si celebra il 30 luglio, accende i riflettori su un fenomeno sommerso e pone attenzione alla protezione e alla tutela dei minori.

I matrimoni forzati

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Interessano maggiormente l’Asia Orientale (14,2 milioni di persone coinvolte nel 2021, più del 66% dei casi stimati), seguita a distanza dall’Africa (3,2 milioni di persone coinvolte, 14,5%), dall’Europa e Asia Centrale (2,3 milioni di persone, 10,4%). La maggior parte dei matrimoni forzati è organizzata dai genitori delle vittime (nel 73% dei casi) o da parenti stretti (16%) e spesso si lega a situazioni di forte vulnerabilità, quali servitù domestica o sfruttamento sessuale.

Aumentano le vittime tra i 9 e i 17 anni

Considerando la tratta e lo sfruttamento, nel 2020, l’anno della pandemia, sono state identificate 53.800 vittime; tra quelle per cui è stato possibile stabilire genere ed eta’, il 35% e’ costituito da minorenni (18% femmine e 17% maschi). Queste cifre rappresentano solo la punta dell’iceberg di un fenomeno molto più ampio e sommerso. Se consideriamo un lasso di tempo piu’ ampio, che va dal 2011 al 2021, complessivamente, poco più di un quarto (26,2%) delle vittime identificate sono bambine, bambini o adolescenti. La fascia di eta’ in cui si stima il maggior numero di vittime e’ quella compresa tra i 9 e i 17 anni (21,8%). Identificare le persone vittime di tratta e di sfruttamento e supportarle nella fuoriuscita da questa condizione e un’azione molto complessa a causa della marginalizzazione estrema e dell’isolamento a cui queste vengono costrette dalle reti criminali o da singoli trafficanti e sfruttatori. Le vittime di tratta e sfruttamento sono spesso invisibili e aiutarle nell’emersione diventa ancora più complesso se si tratta di minori soli, indifesi, vessati da violenze fisiche o psicologiche e costretti a ripagare un debito sotto continue minacce, coercizioni e inganni.

Quest’anno il Dossier restituisce voce alle vittime minorenni, prese in carico dal sistema nazionale anti-tratta, incontrate nei progetti di Save the Children o ancora nelle case di accoglienza per minori non accompagnati in Italia, raccontando le loro storie, dai tratti comuni e allo stesso tempo uniche. Storie di assenza, di sogni rubati, di fiducia tradita, di violenze subite, fino all’emersione e al riscatto. Abdoulaye, 16, guineano, fuggito da maltrattamenti e vessazioni da parte degli adulti di riferimento. Convinto da un amico a inseguire il sogno di studiare e diventare calciatore in Europa, lascia il suo Paese passando dal Mali, attraversa il deserto, arriva in Algeria, dove subisce torture, violenze e abusi da parte di uomini in divisa. Anche in Europa cade nella rete di un trafficante, che lo spinge ad andare in Francia, ma alla frontiera viene bloccato e rispedito in Italia con un documento attestante la maggiore età. Oggi è in Italia, in un centro per minori e ha iniziato a studiare. “Mi sento a casa in Italia. Da quando sono qui, vado a scuola. Gioco a pallone. I miei sogni hanno iniziato a realizzarsi. Volevo studiare e giocare a pallone… Per il mio futuro in Italia, voglio giocare nella Nazionale. E’ il mio sogno… Quello che ho passato io non lo augurerei al mio peggior nemico”.

Schivitù e sfruttamento dei minori
Save The Children – Gianfranco Ferraro – Schivitù e sfruttamento dei minori

Anche in Europa…

Il fenomeno della tratta e dello sfruttamento non risparmia L’Europa e neanche l’Italia. Nel quinquennio 2017-2021 in Europa sono state circa 29 mila le vittime di tratta registrate nel database del Counter Trafficking Data Collaborative. In Europa, in poco piu’ di un caso su due, la tratta avviene per sfruttamento lavorativo (53% delle vittime) e nel 43% dei casi per sfruttamento sessuale, mentre il restante 4% riguarda altre forme di sfruttamento (come accattonaggio o attività illecite). Nella maggior parte dei casi, le vittime di tratta sono persone adulte (84%), di sesso femminile (66%), ma una percentuale significativa e’ composta da minorenni (il 16% delle vittime). Tra i più piccoli, fino agli 11 anni di eta’, le vittime sono quasi in egual misura sia bambini che bambine, mentre in tutte le altre fasce d’eta’ la prevalenza di sesso femminile e’ netta (con un picco del 77% di ragazze nella fascia d’età fra i 15 e i 17 anni). I bambini e le bambine vittime della tratta sono maggiormente soggetti a forme di abuso psicologico, fisico e sessuale rispetto alle vittime adulte. In particolare, il 69% dei minori subisce una forma di controllo psicologico, il 52% e’ minacciato e ingannato attraverso false promesse, mentre un 46% e’ soggetto a controllo fisico.

… e in Italia

Sebbene i flussi migratori dalla Nigeria abbiano subito un forte calo, la nazionalità nigeriana si conferma sul territorio italiano la principale per numero di nuove valutazioni (25,2%), seguita da quella ivoriana (13,6%) e marocchina (11,2%). Come evidenziano i dati, spesso le forme di controllo esercitate dai trafficanti sui bambini e gli adolescenti si sovrappongono tra loro, creando una rete fittissima dalla quale è estremamente difficile liberarsi. In Italia dal primo gennaio al 31 maggio 2024 il Numero verde nazionale in aiuto alle vittime di tratta e grave sfruttamento ha svolto 1.150 nuove valutazioni con potenziali vittime di tratta.

Precious, 19 anni

La giovane nigeriana è fuggita da un matrimonio forzato cui era destinata per ripagare un debito, violentata e chiusa in una stanza per molto tempo da un uomo molto più grande di lei. Appena le è stato prospettato di andare in Europa per studiare si è detta “Va bene, ci andrò. Non voglio sposare questo vecchio. Qualsiasi cosa mi faccia evitare di sposarlo e di rimanere in questo posto, in Nigeria, va bene”. Tramite una donna, conosce chi l’aiuta ad arrivare in Libia, dove però si ritrova in mezzo a tanti uomini e apprende l’amara verità di essere lì per essere forzata alla prostituzione. “Quella donna mi aveva mentito. Allora ho pianto. Ho detto che non potevo vivere questo tipo di vita. Ho lasciato la Nigeria per lo stesso motivo. Piangevo. Ho detto: “No, non posso restare in questo posto”.

La punta dell’iceberg

I minorenni valutati in questi primi cinque mesi del 2024 sono stati 62, il 5,4% del totale, di cui il 62,7% di genere maschile e il 37,3% femminile. L’81,3% dei minori valutati è nella fascia 16-18 anni. I Paesi di origine prevalenti sono Tunisia (19,4%), Bangladesh e Pakistan (11,3%), Costa d’Avorio (12,9%), Nigeria (9,7%), Egitto (8,1%), Sierra Leone e Guinea (6,5%), Gambia (4,8%). Nello stesso periodo, i servizi anti-tratta hanno preso in carico 320 vittime, di cui il 55,3% femmine, il 40,3% maschi e il 4,4% persone transgender. Gli ambiti di sfruttamento sono quello lavorativo per il 33,1% dei casi, sessuale per il 25% e i matrimoni forzati per il 3,4%. I minorenni presi in carico sono 14, di questi 9 i ragazzi e 5 le ragazze; 25 inoltre stanno ancora attraversando una fase di valutazione del caso. Le agenzie dell’Onu Ilo e Oim sottolineano il nesso tra flussi migratori, mancanza di canali migratori sicuri e regolari e tratta di persone. La mancanza di canali di accesso sicuri e regolari realmente accessibili creano il presupposto affinché le persone migranti ricorrano ai trafficanti per attraversare le frontiere transnazionali, esponendosi al pericolo di essere intercettate anche dalle organizzazioni criminali internazionali legate alla tratta di esseri umani. – In questi casi, la tratta di persone e il traffico di migranti si intersecano e la persona migrante, trovandosi in una particolare situazione di vulnerabilità, risulta esposta al rischio di varie forme di sfruttamento nei Paesi di transito e di arrivo.

“Non possiamo chiudere gli occhi – è l’appello di Raffaela Milano, direttrice ricerca e formazione di Save the Children – di fronte al fenomeno della tratta e dello sfruttamento minorile, un dramma diffuso nel mondo, ma presente anche nel nostro Paese. Parliamo di bambini, bambine e adolescenti traditi dal mondo degli adulti che ha abusato della loro fiducia e calpestato i loro sogni. Questo Dossier è dedicato alle storie dei minori vittime di tratta e sfruttamento accolti nel circuito di protezione italiano. Sono solo una minima parte – la punta dell’Iceberg – di un fenomeno sommerso, ampio e diffuso. Siamo convinti che l’ascolto delle loro storie – il punto di vista delle vittime – possa aiutarci a conoscere meglio questa terribile piaga per rafforzare le reti di prevenzione e contrasto. Quello della tratta e dello sfruttamento e’ un fenomeno che cambia molto rapidamente. Solo un anno fa, il rapporto ‘Piccoli Schiavi invisibili’ squarciava il velo sulla condizione dei figli e delle figlie dei braccianti che lavorano nei terreni agricoli di Ragusa e Latina, mettendo in luce una condizione di sfruttamento portata oggi alle cronache a seguito della morte di Satnam Singh“.

“L’Italia potenzi il suo impegno”

Save the Children chiede a tutte le istituzioni competenti di potenziare l’impegno per contrastare la tratta degli esseri umani, con particolare attenzione nei confronti delle vittime minorenni. Cosi’, risulta necessario procedere nella attuazione e nell’aggiornamento delle azioni previste dal Piano nazionale d’azione contro la tratta e il grave sfruttamento degli esseri umani 2022-2025, nonché rafforzare l’impegno per approfondire i fenomeni emergenti sulla tratta dei minori, includendo nuove forme di tratta e sfruttamento come l’e-trafficking, lo sfruttamento all’interno delle case e in luoghi chiusi (indoor), il coinvolgimento in attività illecite, lo sfruttamento multiplo o quello negli insediamenti informali, anche al fine di aggiornare gli indicatori di tratta e sfruttamento minorile e individuare le zone territoriali maggiormente colpite dal fenomeno. L’Organizzazione, inoltre, invita a garantire che le procedure di referral per l’identificazione dei e delle minori vittime di tratta siano messe in atto all’arrivo, nei luoghi di frontiera, nei casi di rintraccio sul territorio nazionale e in fase di prima e seconda accoglienza, per un accesso rapido a servizi di protezione, assistenza e integrazione appropriati e per un accompagnamento multidimensionale (sociale, sanitario, legale, educativo) che risponda in modo puntuale ai bisogni dei minori stranieri, soprattutto i minori non accompagnati

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FONTE: AGI

Bellezza: come prendersi cura del viso

La bellezza del viso è un aspetto fondamentale della cura personale e
rappresenta una preoccupazione comune per molte persone. La pelle del viso,
essendo costantemente esposta agli agenti esterni, necessita di particolare
attenzione e cura per mantenersi sana e luminosa. In un’epoca in cui la routine
di skincare è diventata una vera e propria scienza, è importante comprendere
come prendersi cura del proprio viso in modo efficace e sostenibile.
L’importanza della cura del viso va oltre l’estetica; infatti, una pelle ben curata
riflette uno stato di salute generale e può influire positivamente sull’autostima
e sul benessere psicologico. Un’adeguata routine di cura del viso aiuta a
prevenire l’invecchiamento precoce, a ridurre le imperfezioni e a proteggere la
pelle dai danni ambientali.
Prendersi cura del viso non significa solo utilizzare prodotti cosmetici, ma
anche adottare uno stile di vita sano che includa una dieta equilibrata, una
buona idratazione e un sonno adeguato. Inoltre, la conoscenza dei propri tipi di
pelle e delle loro specifiche esigenze è fondamentale per scegliere i trattamenti
e i prodotti più appropriati.

La detersione: il primo passo essenziale
La detersione è il primo e più importante passo nella routine di cura del viso.
Rimuovere le impurità, il sebo in eccesso e il trucco accumulati durante la
giornata è fondamentale per mantenere la pelle pulita e prevenire la
formazione di imperfezioni. La scelta del detergente giusto deve essere basata
sul proprio tipo di pelle: un detergente schiumogeno è ideale per le pelli
grasse, mentre un detergente cremoso è più adatto alle pelli secche e sensibili.
La detersione deve essere effettuata due volte al giorno, al mattino e alla sera.
La mattina, per rimuovere i residui di prodotti applicati la sera precedente e
preparare la pelle ai trattamenti successivi. La sera, per eliminare tutte le impurità accumulate durante la giornata. È importante utilizzare acqua tiepida,
in quanto l’acqua troppo calda o troppo fredda può irritare la pelle.

Esfoliazione: rinnovare la pelle
L’esfoliazione è un passaggio fondamentale per rimuovere le cellule morte
della pelle e favorire il rinnovamento cellulare. Questo processo aiuta a
mantenere la pelle liscia e luminosa, prevenendo la formazione di punti neri e
migliorando l’assorbimento dei trattamenti successivi.
Esistono due tipi principali di esfolianti: fisici e chimici. Gli esfolianti fisici
contengono particelle abrasive che rimuovono meccanicamente le cellule
morte, mentre gli esfolianti chimici utilizzano acidi (come l’acido salicilico o
l’acido glicolico) per dissolvere le cellule morte senza sfregamenti.
L’esfoliazione deve essere effettuata con moderazione: per le pelli normali e
grasse è consigliata due volte alla settimana, mentre per le pelli sensibili è
meglio limitarsi a una volta alla settimana. È essenziale scegliere un esfoliante
adatto al proprio tipo di pelle per evitare irritazioni e danni.

Idratazione: nutrire e proteggere
Dopo la detersione e l’esfoliazione, la pelle ha bisogno di essere idratata per
mantenere il suo equilibrio idrolipidico. L’idratazione è fondamentale per
mantenere la pelle morbida, elastica e protetta dalle aggressioni esterne. La
scelta della crema idratante deve tenere conto delle specifiche esigenze della
propria pelle.
Per le pelli secche, sono ideali le creme ricche e nutrienti, mentre per le pelli
grasse o miste sono più indicate le formule leggere e oil-free. Le pelli sensibili
necessitano di prodotti ipoallergenici e privi di profumi per evitare irritazioni.
Un prodotto sempre più popolare per l’idratazione è siero illuminante per il
viso.

. Questo tipo di siero, arricchito con ingredienti attivi come la vitamina C,
aiuta a uniformare il tono della pelle, donandole un aspetto radioso e sano.

L’idratazione deve essere un passaggio quotidiano della routine di cura del
viso, sia al mattino che alla sera. È importante applicare la crema idratante o il
siero sulla pelle ancora leggermente umida, per favorire una migliore
penetrazione degli attivi.

Protezione solare: una difesa quotidiana
La protezione solare è uno degli aspetti più cruciali della cura del viso. I raggi
UV sono tra i principali responsabili dell’invecchiamento precoce della pelle e
possono causare danni significativi, tra cui le macchie solari e il melanoma.
Pertanto, l’uso quotidiano di una crema solare con un adeguato fattore di
protezione (SPF) è indispensabile per mantenere la pelle sana e giovane.
La crema solare deve essere applicata ogni mattina, anche nelle giornate
nuvolose o durante l’inverno, e deve essere riapplicata ogni due ore in caso di
esposizione diretta al sole. È importante scegliere una protezione solare che
offra una copertura ad ampio spettro, proteggendo sia dai raggi UVA che UVB.
Per chi desidera un prodotto multifunzionale, esistono creme idratanti e
fondotinta con SPF integrato, che combinano la protezione solare con
l’idratazione o la copertura delle imperfezioni.

Trattamenti specifici: affrontare le esigenze della pelle
Oltre alla routine di base, è possibile integrare trattamenti specifici per
affrontare esigenze particolari della pelle. Questi trattamenti includono
maschere, sieri, e peeling che offrono benefici mirati, come l’idratazione
intensa, la riduzione delle rughe, la lotta contro l’acne o l’iperpigmentazione.
Le maschere per il viso sono un ottimo modo per fornire un boost di nutrienti
alla pelle. Possono essere utilizzate una o due volte alla settimana, scegliendo
formulazioni che rispondano alle proprie necessità. Ad esempio, una maschera
all’argilla è ideale per purificare la pelle grassa, mentre una maschera idratante
a base di acido ialuronico è perfetta per le pelli secche.

I sieri, come il siero illuminante per il viso, sono concentrati di attivi che
penetrano in profondità nella pelle per trattare specifici problemi. Possono
essere utilizzati quotidianamente, prima della crema idratante, per
potenziarne gli effetti.
I peeling chimici, se utilizzati correttamente, possono aiutare a rinnovare la
pelle, riducendo l’aspetto delle macchie scure e migliorando la texture
complessiva. Tuttavia, è importante seguire le indicazioni di un dermatologo
per evitare danni alla pelle.

Attentato a Trump: perché il Nuovo Ordine Mondiale vuole la morte del presidente americano

Il clima sembrava festante e sereno, e nulla lasciava presagire quello che sarebbe accaduto di lì a poco quando Trump aveva iniziato a parlare ai sostenitori che si erano radunati per ascoltarlo.

Si sentono degli spari riecheggiare nell’aria, almeno 3, e si vede Trump che si porta la mano all’orecchio destro, sanguinante.

Il servizio segreto che avrebbe dovuto impedire tutto questo agisce con grave ritardo e sale sul palco per fare da scudo a Donald Trump gridandogli “duck”, ovvero “abbassati”.

Trump si china a terra con l’orecchio destro sanguinante e si sentono altri spari diretti contro il cecchino, tale Thomas Matthew Crooks, un 21enne che avrebbe sparato con un fucile AR-15 contro il candidato dei repubblicani alle presidenziali di novembre.

Passano alcuni minuti, e Trump si rialza ancora sanguinante ma alza il pugno verso la folla gridando “fight” ovvero “combattete” a dimostrazione che nemmeno sotto le circostanze più estreme si arrende ed è disposto a dare la vita per il suo Paese.

Impossibile pensare che tale tentativo di omicidio possa aver avuto luogo senza che la macchina del servizio segreto si accorgesse di nulla. Ci sono testimoni che riferiscono di aver visto il cecchino pronto a sparare e di aver provato ad avvisare la polizia locale, ma questa invece avrebbe fatto spallucce e lasciato l’attentatore lì dove si trovava.

Ora stanno emergendo dei resoconti sull’attentato in base ai quali gli uomini del servizio segreto avrebbero visto in anticipo l’attentatore, e ciò appare perfettamente logico considerata la loro posizione, ma qualcuno avrebbe dato ai cecchini addetti alla sicurezza presidenziale di non aprire il fuoco.

Sarà necessaria una approndita inchiesta per risalire alla verità, ma non dubitiamo che Trump agirà presto ed efficacemente per scoprire chi nella catena di comando lo ha tradito.

Nelle ore successive intanto si è messa in moto la macchina della disinformazione che noi abbiamo ribattezzato più volte “falsa controinformazione” che già più volte in passato si è resa protagonista di non pochi depistaggi quali quello più famigerato di Draghi “sovranista” redento, oppure l’altro filone che fabbrica in continuazione montature a sfondo terroristico per far credere alle persone che la farsa pandemica non sarebbe mai finita.

Assieme a questi poi c’è un terzo filone, ovvero quello di liquidare Trump come “sionista” nonostante questi abbia separato la sua politica estera da quella di Israele assieme a quello di definire i BRICS e il mondo multipolare come parte del mondialismo.

Lo scopo comune è sempre quello di chiudere i lettori in una gabbia permanente e far credere che anche i patrioti che nei vari Paesi del mondo si stanno opponendo a questo satanico progetto della governance mondiale siano tutti parte dello stesso gioco.

Si vogliono tagliare le gambe a chi cerca una speranza o una via d’uscita e anche in questa occasione i vari mestatori e falsari si sono messi all’opera con la loro campagna di bugie.

Poco importa che Trump abbia perso un pezzo d’orecchio e poco importa che si sia salvato per un vero e proprio miracolo, soltanto perché ha mosso la testa all’ultimo momento in una mossa che pensiamo noi sia stata veramente accompagnata dalla Divina Provvidenza che ieri sera gli ha salvato la vita.

Si vuole far credere addirittura che Trump voglia svignarsela dopo 8 anni nei quali ha dato tutto al suo Paese e ha rinunciato ad una quiete vita da pensionato tra le spiagge della Florida, sacrificando anche il tempo libero con la sua famiglia.

La guerra del mondialismo contro Donald Trump

Quanto accaduto ieri in Pennsylvania non è che la catena di una lunga serie di attentati che non è iniziata in questi giorni.

E’ iniziata nello stesso momento nel quale Trump annunciò di voler correre per le presidenziali americane nel 2016, sconvolgendo tutti gli equilibri e le decisioni prese al chiuso delle stanze del circolo del Council on Foreign Relations, che dagli anni’20 ha deciso tutti i presidenti degli Stati Uniti per conto della famiglia Rockefeller e delle altre “grandi” famiglie del mondialismo, così come si sconvolti gli stessi equilibri che vedono gli stessi poteri radunarsi ogni anno tra i boschi californiani del Bohemian Grove e decidere il destino dell’America e del mondo intero.

Trump ha messo fine alla continuità dello stato profondo americano. Trump ha ripreso in mano il filo della storia che era stato spezzato quel 23 novembre del 1963 a Dallas, quando John Fitzgerald Kennedy fu giustiziato pubblicamente a Dallas.

E non si può vedere una sorta di passaggio del testimone tra i due presidenti. La vera storia dell’omicidio Kennedy è narrata nel libro di Michael Piper dal titolo “Il legame mancante” nel quale si narrano i durissimi contrasti tra la presidenza Kennedy e la lobby israeliana.

JFK non aveva suscitato le ire dello stato profondo di Washington per la sua intenzione di volersi ritirare dal Vietnam ma per quella di separare la politica estera americana da quella israeliana ed opporsi alla realizzazione dell’impianto nucleare nello stato ebraico.

Kennedy non voleva che Israele diventasse una potenza nucleare e temeva che la leadership di questo stato animata dalla folle volontà imperialista di estendere i confini di Israele per giungere alla nascita della Grande Israele avrebbe trascinato l’America e il mondo intero in una terza guerra mondiale annunciata con un secolo d’anticipo nella corrispondenza tra Albert Pike e Giuseppe Mazzini, due figure tra le più influenti della massoneria mondiale.

Kennedy voleva restituire all’America la sua sovranità esattamente come vuole fare Trump e se si guarda il percorso della politica estera del secondo si vedrà che in nessun modo, e sottolineano quest’ultima espressione, questa abbia fatto gli interessi dello stato ebraico.

Trump ha suscitato le ire di Israele attraverso la decisione di ritirarsi dal Medio Oriente e la decisione di riconoscere Gerusalemme come capitale dello stato ebraico non è stata accompagnata da un trasferimento definitivo ed ultimo della sede diplomatica americana nella città contesa, che è stata la città dalla quale iniziò la storia del cristianesimo rifiutato dagli ebrei dell’epoca.

Trump voleva chiudere il cerchio e la sua strategia è stata alquanto abile e astuta attraverso delle dichiarazioni di stima nei riguardi di Israele che poi sono state un vero e proprio non sequitur per ciò che riguarda la politica estera, in nessun modo compatibile con gli interessi dello stato ebraico.

Occorreva rimuovere quest’uomo dalla Casa Bianca. Occorreva scatenargli contro ogni possibile mezzo per rovesciarlo ed è iniziata una lunga serie di golpe e di attentati alla sua vita che sono puntualmente falliti.

Il primo golpe fu il famigerato Spygate nel qual sono coinvolti Renzi e Obama. L’ultimo, l’Italiagate, dove è coinvolto l’intera classe politica italianaassieme ovviamente allo stato profondo americano.

Gli attentati sono stati numerosi. C’è stato il cecchino che sparò contro un elicottero di Trump. C’è stato un drone che stava per colpire il suo aereo e ce n’è stato un altro drone che ha sparato contro la finestra della sua camera a Mar-a-Lago, ma questa notizia non ha ma raggiunto però le pagine dei quotidiani internazionali come altri tentativi di assassioni contro il presidente.

C’è stato il più grande e coordinato sforzo eversivo che si sia mai visto non solo nei riguardi di un presidente degli Stati Uniti, ma contro ogni capo di Stato in qualsiasi parte del mondo.

Ogni tentativo è fallito. Ogni tentativo di ripristinare il precedente status quo è stato sventato da Trump, e l’ultimo della serie, l’attentato di ieri, stavolta forse è stato sventato dalla mano divina perché il servizio di sicurezza di Trump non ha chiaramente fatto il suo lavoro, e la polizia locale quando è stata avvertita dai testimoni e dal pubblico della presenza di un cecchino appostato, non ha fatto nulla e ha lasciato che l’aspirante assassino sparasse il suo colpo prima che il servizio segreto lo uccidesse, guardandosi bene dal prenderlo vivo e interrogarlo.

Il probabile repulisti di Trump in arrivo

Se questa uccisione dell’assassino è per nascondere le trame che gli hanno consentito di sparare a Trump, allora crediamo che gli eversori avranno un brusco risveglio perché il presidente riuscirà probabilmente a scoprire tutto grazie agli uomini della intelligence militare che lo assistono.

Se ci sono altri traditori o infiltrati, verranno smascherati e questa è l’occasione ideale per Trump per fare una definitiva e accurata pulizia di coloro che fanno parte della sicurezza presidenziale.

I democratici e i loro burattinai hanno avuto la loro occasione e adesso non ne avranno più.

Impossibile sostituire Biden, poiché chiaramente non è il partito democratico americano ad avere in mano il pallino dell’amministrazione presidenziale, non da adesso però, ma dal 2021 almeno, quando il vero e proprio passaggio di consegne tra le due amministrazioni non si verificò mai per le ragioni delle quali abbiamo parlato in precedenza.

Adesso saranno mesi infuocati perché la cavalcata di Trump verso il ritorno ufficiale alla Casa Bianca si annuncia ancora più trionfale.

Si preannuncia una vera e propria ondata rossa, come il colore del partito repubblicano americano.

In Italia, la situazione di generale dismissione dell’intero sistema politico concepito con l’infame armistizio di Cassibile si farà ancora più acuta e intensa.

Nonostante le ipocrite dichiarazioni di rito dei vari politici dei partiti della disgraziatissima Seconda Repubblica, tutti volevano in cuor loro che Donald Trump fosse ucciso.

Era l’ultima spiaggia per poter salvare il sistema politico italiano che affonda tra faide interne e feroci guerre intestine in seno alle logge massoniche che sono accompagnate da una interminabile serie di “suicidi” estremamente anomali.

Non ci sarà più alcuna possibilità ora. Adesso il cerchio, se già non è chiuso, lo sarà ancora di più e sarà del tutto blindato.

Il processo storico che è iniziato con la fine della farsa pandemica non si arresterà, ma proseguirà ancora più inesorabile verso il suo traguardo ultimo.

Non c’è possibilità alcuna di riesumare il tanto voluto Nuovo Ordine Mondiale.

Si giungerà al definitivo smantellamento di tale disegno massonico totalitario attraverso il ritorno ufficiale di Donald Trump alla Casa Bianca.

Occorrerà essere pronti ad una situazione rovente di generale instabilità politica e di dismissione degli attuali partiti già attraversati da pesanti contrasti interni.

Ieri la mano della storia ha impedito che questo percorso fosse interrotto.

I vari incappucciati e appartenenti alle sette sataniche che governano le democrazie liberali dovranno prima o poi farsene una ragione.

E’ finita, e qualsiasi tentativo di non voler accettare questo verdetto non è altro che una sorta di accanimento terapeutico per provare a tenere in vita il morto cerebrale del mondialismo e della sua folle ambizione di dominare il mondo e di cancellare le nazioni.

CESARE SACCHETTI

da La cruna dell’Ago

Si avvicina lo scenario impensabile di 1 bambino su 2 con autismo negli Stati Uniti

Il tasso di 1 su 36 è l’ultimo dato ampiamente riportato dai media ormai da più di un anno.

Ma quel tasso è obsoleto di circa quattro anni: infatti il CDC deve ancora pubblicare i risultati del suo sondaggio ADDM Network del 2022 e, quando lo farà, probabilmente entro la fine dell’anno o all’inizio del prossimo, il tasso sarà ancora obsoleto di almeno due anni.

Di questo passo, è del tutto possibile che la previsione della Dott.ssa Stephanie Seneff secondo cui la metà dei bambini in negli Stati Uniti potrebbe essere diagnosticato l’ASD entro il 2032 potrebbe diventare realtà: poiché la previsione di Seneff sembra sempre meno fantascienza e gli Stati Uniti si avvicinano sempre più a una pietra miliare dell’autismo che verrebbe certamente definita catastrofica (accettando anche che 1 bambino autistico su 36 non sia abbastanza catastrofico …), saremo portati ad immaginare che i medici, gli scienziati e i funzionari della sanità pubblica, così come i leader politici, i media e la popolazione in generale, siano alla disperata ricerca di cosa si nasconde dietro questa epica epidemia.

Ma non è così, purtroppo!

La cosa migliore che si può sentir dire oggi sulla crescita dell’autismo è che le ragioni di ciò “non sono completamente comprese e sono probabilmente complesse”.

Ma la cosa più strana in assoluto è la generale mancanza di interesse o addirittura curiosità nei confronti di questa vera e propria “epidemia”: in questo caso non sembra esistere alcuna emergenza sanitaria che spinga qualcuno a cercare di capirne le cause.

L’unica cosa che accade è che si parla molto di “consapevolezza dell’autismo”. Quest’anno le Nazioni Unite hanno addirittura proclamato una Giornata mondiale della sensibilizzazione sull’autismo, il 2 aprile: In tal senso, sembra esserci più che altro un movimento sociale per NORMALIZZARE l’autismo e accettare il disturbo neuro-immune caratterizzato da infiammazione cronica semplicemente come una variazione genetica, introducendo definizioni innovative e devianti per definire questa condizione come “neurodivergente” o “neurodiverso”.

👉 Leggi di più su: https://www.comilva.org/informazione/editoriale-comilva/si-avvicina-lo-scenario-impensabile-di-1-bambino-su-2-con-autismo

Manuela Valletti

Giornalista e Scrittrice, ha pubblicato diversi libri ed e-book partendo dalle sue esperienze di vita e mettendo in risalto sentimenti e passioni senza risparmiarsi mai. Qui sotto troverete le sue verine libri ed ebook su AMAZON E LULU.

Amo scrivere, mi è congeniale respirare, eppure ogni volta che devo iniziare un libro ho la necessità di pensarne per giorni la traccia, di elaborare i pensieri fino a farli diventare concreti, palpabili e poi, con lo stesso amore, con la stessa gioia e umiltà con cui li ho messi in fila, uno dopo l’altro, sentendoli intensamente parte della mia vita, inizio il mio libro”

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Pubblicatoil 19/11/2012

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Pubblicatoil 26/04/2010

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Manuela Valletti: ecco il mio nuovo romanzo

Il ricamo dei mattoni” è il mio nuovo romanzo. Per la prima volta ho dato la stura alla mia fantasia, anche se tra le righe di questo nuovo libro ho messo molto di me.

La trama mi riporta alla mente periodi della mia vita, vacanze comprese, in cui sono stata felice o infelice, ma che comunque ho voluto ricordare scrivendo, come se alla fine non volessi dimenticare nulla del mio vissuto, come sempre, intenso.

Mi farebbe molto piacere avere un vostro parere perchè la trama che ho tessuto potrebbe benissimo diventare il filo conduttore di un film e vi assicuro che sarebbe un gran bel film, un intreccio tra amore, dolore, rimpianto e riscoperta della vita, che alla fine coinvolgerà tutti.

La trama

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E’ il vissuto di due famiglie di due mondi diversi, ma incredibilmente vicine. Dopo una serie di incredibili coincidenze un “ricamo dei mattoni” cambierà per sempre le loro vite.

Buona lettura.

Manuela Valletti

Lombardia senza pace

Domenica e l’inizio della prossima settimana saranno ancora nel segno del maltempo. La “vera” estate? Per ora è solo un miraggio

PER APPROFONDIRE:

Milano – La temuta “bomba d’acqua” alla fine è arrivata, esattamente nella fascia oraria che era stata indicata come più critica per i forti temporali (con annessa allerta arancione). Poco prima delle 20 di ieri sulla Lombardia e anche sulla città di Milano si è abbattuto un vero e proprio nubifragio: il tutto è durato pochi minuti (un quarto d’ora circa) ma la forza di pioggia e vento è stata tale da causare danni e allagamenti, con numerosi interventi dei vigili del fuoco per alberi caduti al suolo. Ma cosa succederà nei prossimi giorni? La Lombardia potrà contare su una tregua duratura sul fronte meteo? Non illudiamoci. Se stamattina il sole splendeva su gran parte della regione già dalle prossime ore la situazione è destinata a cambiare, con nuovi rovesci, che potrebbero anche essere di grande intensità. Ma partiamo dalle previsioni meteo di Arpa LombardiaOggi, sabato 22 giugno, instabilità in graduale aumento a partire dai rilievi. Dalla serata e per la giornata di domani, domenica, temperature massime in marcato calo, con instabilità diffusa a gran parte della regione, in particolare su Pianura e Appennino. Nei giorni a seguire sono previste ancora ancora precipitazioni, intervallate da temporanee fasi più stabili. Insomma: ancora per qualche giorno sulla regione sarà “vera estate” solo sulla carta.

Lombardia: nuova allerta meteo per domani, domenica 23 giugno

Lombardia: nuova allerta meteo per domani, domenica 23 giugno

Allerta meteo gialla anche a Milano

Il Centro Monitoraggio Rischi Naturali della Regione Lombardia ha diramato un’allerta gialla ordinaria per temporali dalle ore 17 di oggi alle 6 di domani. Il Centro Operativo Comunale (COC) della Protezione civile sarà attivo per il monitoraggio dei livelli idrometrici dei fiumi Seveso e Lambro e per coordinare gli eventuali interventi in città. Lo comunica il Comune di Milano. Durante l’allerta meteo si invitano i cittadini e le cittadine a non sostare nei sottopassi, nelle aree a rischio esondazione di Seveso e Lambro, sotto e nelle vicinanze degli alberi e nei pressi di impalcature di cantieri, dehors e tende. È importante anche prestare attenzione ai fenomeni meteorologici in occasione di eventi all’aperto, al fine di prevenire situazioni di pericolo.

FONTE

Mare di lillà: i campi di lavanda sono fioriti in Crimea

La lavanda fiorisce solitamente a luglio, a seconda delle condizioni climatiche. Più caldo è stato l’inverno precedente, prima può fiorire. I campi di lavanda in Crimea sono chiamati “Provenza russa” e gli abitanti del luogo vi fanno regolarmente escursioni e organizzano servizi fotografici.

Quest’anno i campi hanno iniziato a fiorire in anticipo, all’inizio di maggio, come è normale per la penisola, e a metà giugno erano già completamente colorati per i meravigliosi servizi fotografici.

Il più grande campo di lavanda si trova a Turgenevka, nel distretto di Bakhchisaray. Per ottenere immagini luminose e belle i fotografi consigliano di arrivare all’alba o al tramonto.

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Come affrontare uno sgombero: consigli utili

Ogni tipo di sgombero, sia che si tratti di una casa, di un ufficio oppure di una cantina, deve essere effettuato tenendo in conto ogni singolo dettaglio, compreso lo smaltimento dei rifiuti che si vengono a creare. 

Spesso chi decide di affidarsi al fai da te tende a trascurare quest’aspetto. Occorre però sapere che, quasi sempre, i rifiuti che si creano a seguito di uno sgombero non possono essere semplicemente buttati nel bidone dell’indifferenziata, devono essere smaltiti in modo adeguato. Per questo, e per molti altri motivi legati all’organizzazione e alla gestione dei permessi, è consigliabile affidarsi a dei professionisti, come una ditta di sgomberi Sesto San Giovanni, per semplificarsi la vita.

Come gestire uno sgombero?

Quando si sceglie di sgomberare un appartamento, ci sono diversi aspetti da considerare per garantire che il processo si svolga senza intoppi. Innanzitutto, è necessario noleggiare un furgone adeguato al trasporto degli oggetti. 

Bisogna inoltre occuparsi in anticipo delle pratiche comunaliper l’occupazione del suolo pubblico, e successivamente posizionare i cartelli necessari. Inoltre, occorre richiedere dei preventivi per lo smaltimento dei rifiuti presso le discariche nelle vicinanze, ma soprattutto aver cura di separare i diversi materiali per effettuare il conferimento in maniera corretta. 

Ad ogni modo, lo sgombero di un appartamento è un’operazione che è molto complesso effettuare da soli. Se non si ha il tempo o la volontà di gestire tutte le fasi e il relativo stress di uno sgombero, la scelta ideale è affidarsi a una ditta specializzata. Queste aziende si occupano di ogni aspetto del processo, garantendo efficienza e professionalità.

Come smaltire i rifiuti?

Come accennato, lo sgombero di un appartamento è un’operazione che genera una grande quantità di rifiuti. Come già accennato, per smaltirli è necessario individuare la discarica più vicina e organizzare il trasporto degli oggetti più ingombranti, dopo averli suddivisi in base al materiale. 

In caso di oggetti di valore, però, è maggiormente consigliato conservarli oppure venderli.

Alcune aziende di sgomberi offrono anche servizi di vendita. Un esempio può essere il “Capannone dell’Usato” de La Madonnina Group. Si tratta di un ampio punto vendita fisico di 1.600 mq, in cui l’azienda dà nuova vita agli oggetti recuperati durante gli sgomberi. 

Il servizio di valutazione, che può essere richiesto separatamente o insieme allo sgombero oppure al trasloco dell’appartamento, consente ai clienti di ottenere uno sconto sul preventivo o di guadagnare mediante la vendita degli oggetti, così da ridurre il prezzo complessivo delle operazioni di sgombero.

Gli altri tipi di sgomberi

Le ditte di sgombero, in genere, non effettuano solo appartamenti, ma anche di cantine, solai, uffici e altre attività commerciali, adattando i loro interventi alle diverse esigenze dei clienti e alla tipologia di rifiuti. Uno dei servizi fondamentali, infatti, è proprio quello relativo allo smaltimento rifiuti, che garantisce la corretta gestione ed il riciclo dei materiali eliminati.

Le aziende specializzate negli sgomberi, però, possono offrireanche servizi aggiuntivi come il noleggio di furgoni con conducente e di autoscale per facilitare il trasporto degli oggetti e le operazioni di carico e scarico.

Infine, molte ditte non effettuano solo sgomberi ma anche traslochi, con la stessa efficienza e professionalità.

Con la fotografia nel mondo di Segantini

“Ho riconosciuto la nostra casa però l’ho anche riscoperta attraverso lo sguardo della fotografa”

Diana Segantini, curatrice del libro Casa Segantini

Il libro fotografico “Casa Segantini” è stato presentato alla Galleria d’arte moderna di Milano (GAM), in collaborazione con il Consolato generale svizzero e l’editore Skira.

Il libro guida il lettore alla scoperta di Casa Segantini. Dimora che il pittore fece costruire a Maloja, il piccolo paese svizzero in Val Bregaglia sito a 1817 metri, “a 6000 piedi sopra il livello del mare, e ancora molto più in alto su tutte le cose umane”, come ebbe a scrivere qualche anno prima il filosofo tedesco Friedrich Nietzsche di Sils Maria, villaggio che dista meno di 10 chilometri da Maloja.

In questo incantevole angolo di paradiso, in cima al Passo del Maloja che collega l’Engadina alla vicina Chiavenna, passando dalla Bregaglia, sorge Casa Segantini. Costruita nel 1886 da Giovanni Segantini (1858 – 1899), la casa è tuttora di proprietà della famiglia. Un luogo “vissuto”, non una casa-museo, una vera casa d’artista in cui la vita e l’arte del pittore d’origine trentina sono ancora percepibili attraverso oggetti, quadri, libri, arredi, fotografie d’epoca e documenti originali.

“Per me – racconta la fotografa Gabriele Heidecker – la cosa più importante era cogliere l’atmosfera della casa, salvare questa memoria familiare dei Segantini che è come una stratificazione di roccia sedimentaria. Era importante esplorare, ricercare e documentare proprio questo aspetto”.

Il volume fotografico ci porta infatti alla scoperta intima di Casa Segantini: un luogo tuttora abitato dalla madre di Diana Segantini, la pronipote di Giovanni, che ha curato il volume per Skira.

“C’è stata questa simbiosi quasi totale con la fotografa – racconta Diana Segantini –. Si è trattato di un nostro grandissimo atto di fiducia. Ci siamo fidate di Gabriele e le abbiamo dato in mano la nostra casa, la nostra intimità. Sono molto grata sia della generosità di mamma e sia quella della mia famiglia per aver aperto la casa e aver lasciato carta bianca alla fotografa. Con il suo sguardo discreto ha colto il nostro amore per la bellezza”.

Una casa vissuta dove ancora dopo più di 120 anni la vita e l’arte di Giovanni Segantini sono presenti: “Mia madre vive in questa casa dagli anni ’60 e ne ha sempre avuto un grande rispetto. Ha sempre voluto mantenere la casa come un lascito di Segantini. Mia madre, norvegese, ha avuto questa delicatezza, il tatto e il rispetto per la famiglia. Non ha però mai rinunciato a mettere anche qualcosa di suo”.

L’occhio di Gabriele Heidecker, che, come detto, ha avuto totale libertà di movimento e azione, ha saputo cogliere aspetti, dettagli della casa di Segantini che gli stessi proprietari non avevano mai percepito. “Ho riconosciuto la casa – ammette Diana Segantini – però l’ho anche riscoperta attraverso lo sguardo della fotografa”.

Con il suo approccio soggettivo, l’artista tedesca ha fatto della Casa Segantini un po’ la sua casa e l’ha fotografata con i suoi occhi: “Ho cercato di catturare i miei sentimenti, le mie impressioni – ammette Heidecker – restando il più possibile concentrata sulle tante piccole cose. Penso che Diana abbia visto la sua casa per una volta con occhi diversi, i miei, e ha così colto cose che non aveva mai notato prima. O meglio, non aveva mai guardato le cose da questo particolare punto di vista, da questa diversa angolazione”.

Fotografata in tutte le stagioni per cogliere la diversità della luce, il libro offre panoramiche della casa e delle montagne circostanti, ma anche piccoli dettagli di oggetti quotidiani. Offre sguardi intimi, spesso attraverso le finestre, di una casa che ha avuto un passato importante ma che vive e pulsa di quotidianità ancora oggi.

Introdotto da un saggio della curatrice Diana Segantini, il volume fotografico è corredato dei contributi dello scrittore grigionese Iso Camartin, di Francesca Benini storica dell’arte specializzata in Segantini, e di Manuela Kahn-Rossi, storica dell’arte e curatrice svizzera.